08 settembre 2012
Petite mort
Durante lo stretching dopo la corsetta al parco colavo copiosamente e sebbene non abbia visto sguardi preoccupati m'è venuto da ri-ridere ripensando a una certa sudata sui sedili posteriori.
07 settembre 2012
E ancora buon compleanno
Per la serie "gelaterie buone", non avevo ancora menzionato L'albero dei gelati di Seregno, dove la bontà è golosamente naturale, con ingredienti bio e a filiera corta e un ventaglio di gusti suggestivo, festa per le papille. Oggi me ne sono pappata una doppia razione, per la serie "sono goloso per motivi culturali".
La vera festa però è stata l'occasione che ha permesso di ritrovarci tutti quanti per far gli auguri alla nostra sorellina. Tutti e 4 i figli e 6 nipotini su 7 sono stati una bella festa anche per i due capostipite, lì nel piazzale di Santa Valeria. Basta poco, quando è molto.
La vera festa però è stata l'occasione che ha permesso di ritrovarci tutti quanti per far gli auguri alla nostra sorellina. Tutti e 4 i figli e 6 nipotini su 7 sono stati una bella festa anche per i due capostipite, lì nel piazzale di Santa Valeria. Basta poco, quando è molto.
06 settembre 2012
05 settembre 2012
Guardaroba
Un vestito è bello a seconda di quel che c'è sotto, di quel che ci metti o non ci metti, ma soprattutto a seconda di chi ce l'ha addosso. Ancora più bello se puoi permetterti di spiegazzarlo e perfino macchiarlo riuscendo a non preoccupartene troppo. Indossalo su una Topolino e fatti scarmigliare dal passaggio delle stagioni, poi fermati a collaudarlo come si deve, accostando lungo il tragitto o qualche sua deviazione. Cerca gli sbuffi compiaciuti delle ortiche, complici a sorpresa d'incontri sorprendenti, e saprai che lì potrai abbandonarti fintanto che il bello scaccerà la paura. Sotto il vestito, tutto.
04 settembre 2012
Almeno un momento
Di ogni giorno bisognerebbe, e lo si potrebbe fare, ti dico, selezionare almeno un momento speciale e in qualche modo onorarlo, nel dire o nel ricordare, per esempio.
Di questa giornata, lunga e varia e densa, scelgo un attraversamento pseudonebuloso: stavamo percorrendo la statale 48 in direzione di Ora (Auer) e per un bel tratto la visibilità si è quasi annullata; in realtà, ci siamo poi resi conto, non di nebbia si trattava, bensì di nuvole stazionanti a mezza montagna, che ci hanno avvolto per alcuni minuti del tragitto postvacanziero prima di partorirci all'ampia e sempre spettacolare val d'Adige e all'imbocco autostradale che ogni volta mi fa esitare, quando devo scegliere se tornare in giù o risalire verso Bolzano - Bozen / Brennero, sulla A22.
Di questa giornata, lunga e varia e densa, scelgo un attraversamento pseudonebuloso: stavamo percorrendo la statale 48 in direzione di Ora (Auer) e per un bel tratto la visibilità si è quasi annullata; in realtà, ci siamo poi resi conto, non di nebbia si trattava, bensì di nuvole stazionanti a mezza montagna, che ci hanno avvolto per alcuni minuti del tragitto postvacanziero prima di partorirci all'ampia e sempre spettacolare val d'Adige e all'imbocco autostradale che ogni volta mi fa esitare, quando devo scegliere se tornare in giù o risalire verso Bolzano - Bozen / Brennero, sulla A22.
03 settembre 2012
02 settembre 2012
Tanti così
Oggi i miei genitori fanno 50 anni di matrimonio. Mezzo secolo di scenette tragicomiche, con drammi tremendi per qualsiasi minuzia, ma ottima capacità di saper prendere per il verso giusto le questioni importanti. A vederli nel quotidiano sembrano assurdi e impossibili, ma come si fa a dire che non abbiano ragione loro? Figli, nipoti e risate, nonostante tutto, abbondano.
01 settembre 2012
Che tu ci creda o no
Una cosa bella o una cosa brutta, per sapere se davvero è così, devi immaginartela reiterata o prolungata. In genere è più facile che una cosa che ti sembra bella diventi brutta, per noia o deterioramento, tuttavia sarebbe stupido negare spazio alle evoluzioni favolose, che hanno, sì, ce l'hanno, possibilità d'esistere e ragione d'essere, per quanto raramente ciò succeda. Poi non è detto, però intanto avrai goduto pienamente della gioia di ciascun istante totale, come quello in cui uno più una uguale tutt'uno. E poi, comunque, non è detto neanche il contrario, che tu ci creda o no.
31 agosto 2012
30 agosto 2012
Arrivai arrivai
Come un cambio di stagione se dentro l'armadio piovesse, come se le nuvole sorgessero dalla terra, l'umidità che all'improvviso ti avvolge è un'umidità buona da respirare, come se la valle intera si bagnasse, contenta del tuo ritorno. Una bellezza che non fa che volerti, che non fai che volere.
29 agosto 2012
A cuore umido
La musica può dirti tutto quando sa essere travolgente. Come un'onda cosmica riempie i boccaporti di tutti e sette i sensi, potente pioggia d'oltrespazio. Come un'intuizione riaccende le sinapsi, eccitante luce d'ultrablu. Aleggiando, come un bacio troppo a lungo anelato, tra timpani e corpo eterico, è scassinatrice d'armature non grazie alle parole, ma a come te le porge ammalianti o scaglia a spilli fitti. È fatta d'istanti ed è cammino eterno, si consuma in un attimo eppure resta, dentro e attorno. Si muta in ciò che vuoi e canta quel che più ti manca, la ritrovi e ti sfugge, lenisce e ferisce, ti porta ovunque lasciandoti lì. Ti accarezza percuotendoti, perché sì, la musica può dirti tutto, ma sa farlo in modo meravigliosamente devastante. La musica ti frega sempre.
28 agosto 2012
Il respiro dei colori
Ieri, poco prima del tramonto, mentre mi sgranchisco con qualche esercizio prima di corricchiare per il parco Nord, sento un commento femminile di passaggio: "Il saluto al sole, che bello!". Il tempo di rialzarmi e volgere il capo ed è già lontana sul rettilineo, ma al piacere di quanto ho udito si aggiunge la vista di una figura veloce e leggiadra, in maglietta rossa e tuta grigia aderente. Terminato il saluto e qualche allungamento, inizio la corsettina con un sorriso in più. Costeggio le stradine prediligendone il bordo appena sconnesso e così l'attenzione va sui passi, mentre per un tratto sfrutto un tizio come lepre per sostenere l'andatura e rompere il fiato, poi giro sull'erba mentre quello procede sull'asfalto e ritorno in su a chiudere l'8 del mio percorso abituale (abituale negli anni scorsi: quest'anno è solo la terza volta, vergogna). Quando arrivo sul prato verso il limite settentrionale del parco, con la coda dell'occhio la rivedo, eccola lì che si estende in posizioni di stretching stile yoga, con una nettezza di linee che triangola alla perfezione con i due astri che si fronteggiano, uno arancione diffuso e l'altro bianco e tondeggiante, via via meno timido con l'avanzare dell'ora. Luce bellissima, io imbacalito, vorrei avvicinarmi ma l'esitazione mi lascia solo il tempo di vederla ripartire, rapida. La voglia di seguirla s'intensifica nel momento in cui sono testimone di un gesto, una schiocchezza che però mi rallegra: mentre corre, rallenta un attimo per saltare a toccare le foglie di un albero, uno simile a questi. Proverei a raggiungerla per dirglielo, se solo fossi più allenato, ma temo che arriverei più o meno nelle condizioni di Massimo Troisi nella scena dell'isolato.
27 agosto 2012
Fischia, che roba
- T'ho sentito fischiettare, sei allegro?
- Davvero fischiettavo? Non me ne sono accorto. Boh, più che allegro, sarò sereno... o rassegnato, ahhhaah.
- Rassegnato non è da te.
- Vero, non è da me: sono di quell'ottimismo da far quasi schifo, sono di quelli che se stanno perdendo due a zero a tre minuti dalla fine pensano ancora di poter recuperare...
- ...qualche volta è successo davvero!
- Sì, lo so... ti riferivi a quel derby torinese, vero?
- Ah, no, non seguo il calcio, credevo parlassi per metafore e basta.
- Che c'entra seguire o non seguire, quella è cultura generale, eheheheh.
- Comunque mi fa piacere sentirti fischiettare.
- Eh... Ti fischietterei volentieri, ti fischierei dietro anche, rivedendoti in bici, purché non ti sia stufata di pedalare sull'arcobaleno.
- Davvero fischiettavo? Non me ne sono accorto. Boh, più che allegro, sarò sereno... o rassegnato, ahhhaah.
- Rassegnato non è da te.
- Vero, non è da me: sono di quell'ottimismo da far quasi schifo, sono di quelli che se stanno perdendo due a zero a tre minuti dalla fine pensano ancora di poter recuperare...
- ...qualche volta è successo davvero!
- Sì, lo so... ti riferivi a quel derby torinese, vero?
- Ah, no, non seguo il calcio, credevo parlassi per metafore e basta.
- Che c'entra seguire o non seguire, quella è cultura generale, eheheheh.
- Comunque mi fa piacere sentirti fischiettare.
- Eh... Ti fischietterei volentieri, ti fischierei dietro anche, rivedendoti in bici, purché non ti sia stufata di pedalare sull'arcobaleno.
26 agosto 2012
Volteggiando
C'era una volta una notte in cui dopo aver sognato raccontavo subito il sogno fatto. C'era una volta un giorno in cui dopo essermi svegliato raccontavo appena possibile il sogno a chi vi aveva in qualche modo preso parte. C'era un'altra volta in cui non avevo potuto farlo perché chi vi aveva preso parte non c'era più. C'era quella volta in cui non mi venne neanche in mente di andare a giocarmelo al lotto, perché era stata già una vincita così.
C'erano volte in cui i sogni venivano di notte a occhi chiusi. Sogni tanti, incubi raramente, ma spaventi vertiginosi parecchi, sull'ottovolante del tempo. C'erano volte in cui i sogni si costruivano a occhi aperti, ma più che progetti erano fantasticherie da mani occupate. C'erano giravolte in cui sogno e realtà si fondevano, anzi la realtà superava il migliore sogno e non ci si poteva credere, ma succedeva. C'erano volte in cui i giri delle cose e dei sentimenti davano ragione e torto a tutti spennellando le coscienze d'inevitabilità.
C'era una volta in un sogno una stella come quella delle fiabe. C'era una volta stellata da sogno che partiva bassa all'orizzonte davanti alla spiaggia di Paliohori. Sarebbe stata da onorare meglio, quella volta. Nei sogni talvolta succede, da sé, stavolta però non lo dico. Sarà il sogno, se vuole, a far le capovolte per raccontarsi a chi vi ha preso parte o per ritornare un'altra volta a salutar le stelle.
C'erano volte in cui i sogni venivano di notte a occhi chiusi. Sogni tanti, incubi raramente, ma spaventi vertiginosi parecchi, sull'ottovolante del tempo. C'erano volte in cui i sogni si costruivano a occhi aperti, ma più che progetti erano fantasticherie da mani occupate. C'erano giravolte in cui sogno e realtà si fondevano, anzi la realtà superava il migliore sogno e non ci si poteva credere, ma succedeva. C'erano volte in cui i giri delle cose e dei sentimenti davano ragione e torto a tutti spennellando le coscienze d'inevitabilità.
C'era una volta in un sogno una stella come quella delle fiabe. C'era una volta stellata da sogno che partiva bassa all'orizzonte davanti alla spiaggia di Paliohori. Sarebbe stata da onorare meglio, quella volta. Nei sogni talvolta succede, da sé, stavolta però non lo dico. Sarà il sogno, se vuole, a far le capovolte per raccontarsi a chi vi ha preso parte o per ritornare un'altra volta a salutar le stelle.
25 agosto 2012
Quaranta gocce
Tuona, stuona, che te lo dico a fare: la finestra ce l'hai anche tu, no? Certo, qui non è lì e magari il cielo e l'aria sono diversi, ma l'arcobaleno che ancora non vedono i tuoi occhi scoccherà frecce simili ovunque pelle nuda respiri brezza, ovunque cuore occluso reclami ebbrezza. Tuona, stona il lampo mancato, la pioggia solo promessa, la tapparella serrata per prudenza anticiclonica ancora asciutta. Perché ti parlo del tempo? Non è tempo per farlo, non ho il tempo che mi prendo: soffiando un po' in là gli impegni accumulo polvere e daffare, prendo i giorni a frustrate e lo so che non va bene, ma tanto si recupera, vero? Non tuona più, ora, l'arco che ancora non vedi risuona con altri armonioso e scocca note di cui s'ignora la chiave. Ha tuonato, prima o poi pioverà come speravi e allora, ricorda, non ti dovrai lamentare, nemmeno se vedessi un'arca.
24 agosto 2012
Fermo un giro
Cavoli, è bastata la corsettina di ieri sera a imbastirmi i quadricipiti e nemmeno lo stretching e la passeggiata a passo sostenuto di oggi sono stati sufficienti a farmi smaltire completamente l'acido lattico. Anche per questo ho rinunciato alla mezza idea di raggiungere il palatango, ma l'appuntamento è soltanto rimandato. E presto ricominceranno le pratiche con Antonio e Anna: meno male, perché la voglia di apprendere e migliorare è tanta, quanto quella di ballare milonguero.
23 agosto 2012
Dentro e fuori
È stato ieri nel territorio di Siniscola l'ultimo bagno di questa vacanza sarda, straordinaria perché imprevista e perché piena di meraviglie. Un alternarsi di nuotate e spaparanzate, un galleggiar m'è dolce in questo mare baciato da un technicolor cangiante e cristallino.
A un certo punto sono salito sulla grande duna di sabbia soave che sovrasta un lungo tratto di bianca spiaggia tra S'ena e s'acchitta e Capo Comino. All'ombra dei ginepri, mi sono messo a guardare, incantato anche dai suoni, rarefatti ma udibilissimi, per uno strano effetto anfiteatro che faceva captare pur a notevole distanza brandelli di discorsi dei pochi fortunati bagnanti. I blu e gli azzurri erano a un tempo intensi e trasparenti, con riflessi luccicanti e caldi accarezzati dalla brezza, seducente anche sull'assolata pelle salata che per un giorno avevo voluto lasciare senza protezione alcuna.
Assaporavo con gli occhi accogliendo ogni altro impulso sensoriale mentre le emozioni s'intrecciavano ai sentimenti, in un sinuoso viluppo di densità e mancanze, di grato godimento e nostalgia in struggente anticipo. È allora che mi sono sentito pervaso da una sensazione tanto forte da inondare, un'irrisolvibile pulsione bipolare che di fronte all'immane bellezza mi faceva voler continuare ad ammirare da fuori e però mi chiamava a volerci sguazzare dentro. Un piacere reclamava l'altro fin negli istinti, e nel contempo affiorava la consapevolezza che né l'uno né l'altro sarebbero stati per sempre. Una sensazione avvolgente e penetrante che prima d'allora avevo provato solo con amorevoli e splendidamente golose fiche.
A un certo punto sono salito sulla grande duna di sabbia soave che sovrasta un lungo tratto di bianca spiaggia tra S'ena e s'acchitta e Capo Comino. All'ombra dei ginepri, mi sono messo a guardare, incantato anche dai suoni, rarefatti ma udibilissimi, per uno strano effetto anfiteatro che faceva captare pur a notevole distanza brandelli di discorsi dei pochi fortunati bagnanti. I blu e gli azzurri erano a un tempo intensi e trasparenti, con riflessi luccicanti e caldi accarezzati dalla brezza, seducente anche sull'assolata pelle salata che per un giorno avevo voluto lasciare senza protezione alcuna.
Assaporavo con gli occhi accogliendo ogni altro impulso sensoriale mentre le emozioni s'intrecciavano ai sentimenti, in un sinuoso viluppo di densità e mancanze, di grato godimento e nostalgia in struggente anticipo. È allora che mi sono sentito pervaso da una sensazione tanto forte da inondare, un'irrisolvibile pulsione bipolare che di fronte all'immane bellezza mi faceva voler continuare ad ammirare da fuori e però mi chiamava a volerci sguazzare dentro. Un piacere reclamava l'altro fin negli istinti, e nel contempo affiorava la consapevolezza che né l'uno né l'altro sarebbero stati per sempre. Una sensazione avvolgente e penetrante che prima d'allora avevo provato solo con amorevoli e splendidamente golose fiche.
22 agosto 2012
Sospiri al mirto
Rientro addolcito da una coccolosa visita fuori programma ai cuccioli e nutrito da una cena improvvisata grazie a Licia che cucina sempre in sovrappiù.
21 agosto 2012
Un altro tuffo
Mi sembrava quasi, durante la nuotata solitaria al tramonto davanti alla lunghissima spiaggia di Siniscola, all'altezza di Sa Petra Ruja, mi sembrava quasi di essere in un Truman Show, per via dei colori incredibili dei riflessi sulle onde tra una bracciata e l'altra, per lo sfondo di dune bianche al limitare della pineta, per il profilo quasi nero della vegetazione e delle montagne stagliate contro l'arancione, per il crescente di luna con il suo chiarissimo falcetto, per il cielo ancora azzurro sopra tutto ciò, solcato dalla doppia scia di un aereo e da un gabbiano. E ho pensato anche alle rovine circolari di Borges, al sogno del sogno di un sogno e a come mi sembrerà domani sera, al rientro, e se e cosa sognerò.
Rieccomi
Ebbene sì, ieri per la prima volta in questo duemilaedodici non ho pubblicato un post, ma è stata una giornata lunga e bella, talmente bella e lunga da traboccare in quella seguente.
La mattina è cominciata presto, con l'avvistamento di una donnola pochi metri dopo la partenza: si è fermata a bordo carreggiata levandosi sulle zampine posteriori, quasi in posa da cartone animato, prima di dileguarsi ratta e agile.
A quel punto è iniziata la gita, con Antonio alla guida e Cristina come tour operator, alla volta della costa Smeralda. Dopo una toccata e fuga alle tre spiaggettine di Capriccioli, ci siamo gustati un lungo bagno alla spiaggia del Principe, prima che s'affollasse: davvero un bel posto, anche perché dal mare la vista incontra solo natura, con i consueti favolosi abbinamenti cromatici di acqua sabbia macchia e cielo.
Ripartenza con brevi stop panoramici e passeggiata a Porto Cervo, un bendidio strabiliante ormai occultato da una curatissima sovrastruttura umana, dove però non vorrei passare il mio tempo nemmeno se fossi miliardario (sarà che lo shopping non m'entusiasma).
Trasferimento a Baja Sardinia, pizza e giretto verso il mare: constatato l'ammasso di ombrelloni e corpi, proseguiamo lungo la scogliera e, meraviglia delle meraviglie, a pochissimi minuti dalla bolgia il mondo si apre su un paradiso, con la punta a protendersi tra le onde, gli scogli a creare una baia e la vista dell'arcipelago settentrionale a titillare ulteriormente la vorace beatitudine degli occhi. Mi godo i tuffi e il bagno finora più bello di questa vacanza (anche perché inaspettato) e non posso fare a meno di nutrire incomprensione per chi, potendo accedere a tanto splendore, s'accontenta di posarsi sul proprio adipe cerebrale poche centinaia di metri addietro.
Saremo grati all'insistenza di Cristina che ci fa raggiungere l'orso di roccia, sia per la bellezza del monumento naturale, sia per il panorama che da lassù si gode appieno, insieme alle carezze del vento ("no, questa per noi è una brezza", dice l'addetta alla biglietteria), sia per i pannelli informativi sulla flora locale (chissà se prima o poi riuscirò a colmare i miei gap botanici).
Da Capo d'Orso infine torniamo alla base, passando da Palau e Arzachena.
A quel punto uno potrebbe essere più che soddisfatto, ma la pacchia non finisce lì, perché Marco e Mary vengono a prendermi e mi portano a Capo Comino. Il Moletto è la meta della nostra cena: cozze, tonno fresco preparato in modi originali e prelibati, parecchi brindisi con Karmis e conclusione con seadas e mirto. Infine, prima che la notte inghiotta il sonno, salita al vecchio faro (per la precisione si tratta della "stazione semaforica" di fine ottocento) ristrutturato da Marco Scarpellini (in effetti è un bravo architetto, oltre che un caro amico). Da lì stellata mozzafiato, un'immensità quasi commovente, che rimane nella linfa anche durante le chiacchiere sull'amaca del giardino, fino alle ore piccole.
Poi una buona notte e un buon risveglio con il saluto al sole sull'erba ancora bagnata. Sorrido.
La mattina è cominciata presto, con l'avvistamento di una donnola pochi metri dopo la partenza: si è fermata a bordo carreggiata levandosi sulle zampine posteriori, quasi in posa da cartone animato, prima di dileguarsi ratta e agile.
A quel punto è iniziata la gita, con Antonio alla guida e Cristina come tour operator, alla volta della costa Smeralda. Dopo una toccata e fuga alle tre spiaggettine di Capriccioli, ci siamo gustati un lungo bagno alla spiaggia del Principe, prima che s'affollasse: davvero un bel posto, anche perché dal mare la vista incontra solo natura, con i consueti favolosi abbinamenti cromatici di acqua sabbia macchia e cielo.
Ripartenza con brevi stop panoramici e passeggiata a Porto Cervo, un bendidio strabiliante ormai occultato da una curatissima sovrastruttura umana, dove però non vorrei passare il mio tempo nemmeno se fossi miliardario (sarà che lo shopping non m'entusiasma).
Trasferimento a Baja Sardinia, pizza e giretto verso il mare: constatato l'ammasso di ombrelloni e corpi, proseguiamo lungo la scogliera e, meraviglia delle meraviglie, a pochissimi minuti dalla bolgia il mondo si apre su un paradiso, con la punta a protendersi tra le onde, gli scogli a creare una baia e la vista dell'arcipelago settentrionale a titillare ulteriormente la vorace beatitudine degli occhi. Mi godo i tuffi e il bagno finora più bello di questa vacanza (anche perché inaspettato) e non posso fare a meno di nutrire incomprensione per chi, potendo accedere a tanto splendore, s'accontenta di posarsi sul proprio adipe cerebrale poche centinaia di metri addietro.
Saremo grati all'insistenza di Cristina che ci fa raggiungere l'orso di roccia, sia per la bellezza del monumento naturale, sia per il panorama che da lassù si gode appieno, insieme alle carezze del vento ("no, questa per noi è una brezza", dice l'addetta alla biglietteria), sia per i pannelli informativi sulla flora locale (chissà se prima o poi riuscirò a colmare i miei gap botanici).
Da Capo d'Orso infine torniamo alla base, passando da Palau e Arzachena.
A quel punto uno potrebbe essere più che soddisfatto, ma la pacchia non finisce lì, perché Marco e Mary vengono a prendermi e mi portano a Capo Comino. Il Moletto è la meta della nostra cena: cozze, tonno fresco preparato in modi originali e prelibati, parecchi brindisi con Karmis e conclusione con seadas e mirto. Infine, prima che la notte inghiotta il sonno, salita al vecchio faro (per la precisione si tratta della "stazione semaforica" di fine ottocento) ristrutturato da Marco Scarpellini (in effetti è un bravo architetto, oltre che un caro amico). Da lì stellata mozzafiato, un'immensità quasi commovente, che rimane nella linfa anche durante le chiacchiere sull'amaca del giardino, fino alle ore piccole.
Poi una buona notte e un buon risveglio con il saluto al sole sull'erba ancora bagnata. Sorrido.
19 agosto 2012
Ancora per un po'
Non svegliarmi, dimmi che è ancora la risacca a coprire il rumore degli irrigatori e non qualche passaggio automobilistico acusticamente invasivo. Svegliami, dimmi che si fa un'altra gita come quella a Capo Comino, un'altra pinneggiata come quelle a Punta Molara e al di là di Capo Coda Cavallo, un'altra passeggiata come quelle a Brandinchi e Lu Impostu, un altro giretto breve come quello a La Cinta. Stuzzicami, pregustiamo una cena sfiziosa ittica o un pranzo luculliano in un ovile. Invitami, versa altro mirto per brindare al prossimo giro. Cullami, dimmi che riposerò abbastanza profondamente da voler sfidare l'alba per tuffarmi ancora in un'intera giornata di sole e di mare. Ancora e ancora, ancora per un po'.
18 agosto 2012
Marevigliosamente
Alla fine anche quando sembra che la traboccante bellezza dell'intorno sia tale da sopraffare ogni cosa, sono pur sempre gli affetti a prevalere. Gli affetti e le mancanze: te ne accorgi da certi moti del cuore, da certi rimandi della percettività, da certi tuffi nel passato, da certi riabbracci nel sempre.
Così, accanto al puro godimento di un'intera giornata nell'oasi n. 5 della riserva naturale di Biderosa, si schiera un'inquadratura tardopomeridiana che fa tanto Villasimius coi pargoli; la deviazione imprevista in quel di Orosei risveglia i ricordi della vacanza in famiglia del 2003; al saluto al sole collettivo su una sabbia-borotalco a inizio giornata risponde l'affettuoso saluto al volo ad amici cari a Sa Petra Ruja poco prima del rientro alla base.
Così, accanto al puro godimento di un'intera giornata nell'oasi n. 5 della riserva naturale di Biderosa, si schiera un'inquadratura tardopomeridiana che fa tanto Villasimius coi pargoli; la deviazione imprevista in quel di Orosei risveglia i ricordi della vacanza in famiglia del 2003; al saluto al sole collettivo su una sabbia-borotalco a inizio giornata risponde l'affettuoso saluto al volo ad amici cari a Sa Petra Ruja poco prima del rientro alla base.
17 agosto 2012
Molara e Tavolara
Il giro dell'imbarcazione ti porta fin dove scendi nella trasparenza e risali con i pesci a farti da cielo, poi là dove ti viene spontaneo sentirti un re, complice una minicaletta monoposto.
Attorno, profili da arcipelago che sono in realtà promontori, l'isolotto di un'isola dell'isola, macchia mediterranea e cromatismi sfrontati, profumi e odori sorprendenti, sole vento e mare, mare meraviglioso da cui non sai staccarti mai.
"E allora?"
"In effetti, ci sono modi peggiori di annoiarsi."
Attorno, profili da arcipelago che sono in realtà promontori, l'isolotto di un'isola dell'isola, macchia mediterranea e cromatismi sfrontati, profumi e odori sorprendenti, sole vento e mare, mare meraviglioso da cui non sai staccarti mai.
"E allora?"
"In effetti, ci sono modi peggiori di annoiarsi."
16 agosto 2012
Vacanza
Vacanza è quando perdi un po' la cognizione del tempo, si dice, ma in verità è piuttosto quando perdi la cognizione del calendario, mentre il tempo lo guadagni, vivendone ogni goccia con lo stupore e l'intensità di un bambino.
Vacanza è quando si stacca, ci si distrae, si riprende fiato, non si pensa più a niente, si dice, ma in verità è piuttosto quando ci si riconnette con sé stessi, percependosi e proponendosi con spontaneità e autenticità, insomma quando non ci si tradisce.
Vacanza viene da "vuoto", ma è vera solo se quel vuoto è un vuoto voluto e se è condito di pienezza. Vacanza è vacanza se ti aiuta a reimparare a respirare, vacanza è vacanza quando il godere del respiro supera ogni sospiro.
Vacanza è quando si stacca, ci si distrae, si riprende fiato, non si pensa più a niente, si dice, ma in verità è piuttosto quando ci si riconnette con sé stessi, percependosi e proponendosi con spontaneità e autenticità, insomma quando non ci si tradisce.
Vacanza viene da "vuoto", ma è vera solo se quel vuoto è un vuoto voluto e se è condito di pienezza. Vacanza è vacanza se ti aiuta a reimparare a respirare, vacanza è vacanza quando il godere del respiro supera ogni sospiro.
15 agosto 2012
Arsure
Gitami e passeggiami, nuotami e ascoltami, ondami e pesciami, tuffami e rinuotami, assolami e spiaggiami, boccagliami e mascherami, immersionami e riemergimi, riassolami e scogliami, ritornami, docciami, infine cibami, ebbrezzami e poi stellami, fuocami d'artificio, annottami e brezzami e forse, dico forse, non sentirò la mancanza di. Forse.
14 agosto 2012
Con l'accento sulla e
Da un Capo all'altro, al mattino presto si parte in gita da Coda Cavallo, dove mi sono gioiosamente bagnato tra i raggi del tramonto ieri sera al compendio di un viaggio da ultimo minuto. Dopo Capo Comino e le sue meravigliose dune, bacche di ginepro e limpide acque, Berchida. Gioco con le onde e con le onde gioca il tuo corpo, il cui saettare curve tra le curve dell'acqua cattura lo sguardo. Non so chi sei e non te lo chiedo, non so come parli né cosa diresti se ti chiedessi il nome, ma che importa: il mare stavolta mi basta, giocosa mente e culo sporgente in costume blu. Il mare e i culurgiones, che in Gallura, mi dice Vanna che li fa in casa per il Delfino, sono immancabilmente con la menta.
13 agosto 2012
12 agosto 2012
11 agosto 2012
Cena e chiacchiere a 4 stelle
L'altra sera è stato bello essere ospite di Evelyn a cena allo Shandranj, un hotel che si trova tra i boschi e il rio Stava, sulla strada che porta all'alpe di Pampeago. Ci sono andato con mia sorella Teresa e non solo abbiamo mangiato benissimo, ma siamo stati proprio bene a chiacchierare con lei, vulcanica direttrice, che si merita tutte e quattro le stelle per l'energia e la partecipazione, per la simpatia e la passione apparentemente inesauribili. Era la seconda volta che ci si vedeva, dopo la mia visita di fine marzo, e finalmente abbiamo potuto brindare alla messa on-line del nuovo sito, al quale ho contribuito scrivendo i testi.
10 agosto 2012
A presto
Oggi dobbiamo salutare il Trentino-Alto Adige per un po'. Lo farei con le parole pronunciate da Lorenzo (buon onomastico, patatino!) al cospetto delle Torri del Vajolet e delle cime circostanti: "Questi massicci ti fanno venire il senso dell'inchino."
09 agosto 2012
08 agosto 2012
Rosengarten
Gita, appunti di cronaca. Gardeccia (m 1949) - Vajolet (m 2243) a passo spedito, pausa frutta e cambio maglietta. Sentiero 542 per inerpicarsi fino al Re Alberto (m 2620), un tè caldo, poi pizze e panini cavati fuori dagli zaini dopo aver scritto sul libricino del rifugio le nostre verità del momento (Lorenzo: "È la passeggiata più soddisfacente che abbia mai fatto", io: "Il dodicenne è ormai uno stambecco e talvolta si fatica a stargli dietro"). Bellissime vertigini accanto alle Torri del Vajolet, panorama immenso che si apre salendo pochi metri ("Patatino, vieni e preparati gli occhi!"), qualche foto che prima o poi scaricheremo dai cellulari e facile ascesa al Santner (m 2741), con altri gloriosi panorami a perdita d'occhio e guadagno d'emozioni. Si indugia un bel po' a girare qua e là tra le creste prima di ridiscendere perché sembra difficile poter fare a meno di tanto mondo. Percorso a ritroso ottimo, con piccola deviazione per curiosare al Preuss ed estemporanea partita a briscola con carte piacentine e avversarie modenesi (ciao Anna, Marvi e Maria), battute 3 a 2 sul filo dei punti. D'altronde il Catinaccio in tedesco si chiama Giardino di rose.
07 agosto 2012
Un paio di cose slegate tra loro ma legate a me
"U'm spiés ke..." (Mi spiace che...), ogni volta che glielo sento dire, la obbligo a verbalizzare qualcosa che invece la rende contenta. È questo l'esercizio che da qualche giorno sto imponendo a mia madre, perché non esiste che si lasci andare alle lamentazioni quando le cose essenziali in fondo vanno bene o, più spesso, alle autofustigazioni anche dopo aver fatto di tutto e di più (soprattutto in ambito culinario, ma non solo).
A parte questo, constato che la memoria non sempre mi assiste in ogni dettaglio, anche quelli importanti, ma credo sia perché si proietta in avanti o nell'istante in corso. Una memoria orientata al futuro, che paradosso, ma sì: quasi una sorta di opaca chiaroveggenza, o un modo carezzevole di leggere l'essere e il divenire, e provare, provare, provare provare provare di tanto in tanto a baciarne gli intrecci.
A parte questo, constato che la memoria non sempre mi assiste in ogni dettaglio, anche quelli importanti, ma credo sia perché si proietta in avanti o nell'istante in corso. Una memoria orientata al futuro, che paradosso, ma sì: quasi una sorta di opaca chiaroveggenza, o un modo carezzevole di leggere l'essere e il divenire, e provare, provare, provare provare provare di tanto in tanto a baciarne gli intrecci.
06 agosto 2012
Le orecchie e i piedi
Oggi la ricerca ricercata e apprezzata è stata quella di Gianluca Petrella, ultravirtuoso del trombone a tiro, in compagnia del maestro Enrico Rava alla tromba. Ricerca musicale sul filo del jazz e oltre, ricerca di suoni da inselvatichire e rumori da addomesticare attraverso la padronanza totale et ultra dello strumento. Ricerca ricercata e apprezzata da me e mia sorella Teresa, arrivati in fondo a Val San Nicolò, dove si è tenuto il concerto organizzato da I Suoni delle Dolomiti.
A fine giornata sono andato a comprarmi un paio di scarponi nuovi (in offerta a La Sportiva di Ziano), perché un poco alla volta si cambia e quelli che usavo da ormai parecchi anni mi facevano male ai piedi (ah, come vorrei un massaggio, magari da una riflessologa brava come Marina Vanoli).
A fine giornata sono andato a comprarmi un paio di scarponi nuovi (in offerta a La Sportiva di Ziano), perché un poco alla volta si cambia e quelli che usavo da ormai parecchi anni mi facevano male ai piedi (ah, come vorrei un massaggio, magari da una riflessologa brava come Marina Vanoli).
05 agosto 2012
La nutriente arte del bosco
L'arte la montagna il respiro la ricerca il cibo: tutto questo assieme è stata l'esperienza odierna all'Alpe di Pampeago, lungo il sentiero di RespirArt con partenza dalla Baita Caserina.
Tra le opere di land art che si integrano nel percorso, ho trovato particolarmente ispirate due installazioni del 2011 di Marco Nones: una specie di raggiera di legno, per il movimento che, pur da inchiodata, suggerisce o suscita nello spazio tra sole e pensiero; e una forma ricreata con un ramo d'albero sradicato dal vento, sezionato e al vento restituito come corno e mirino, come vortice e spirale, come molla naturale proiettata sul panorama.
Arte gastronomica è espressione che ben s'attaglia a quanto combina Alessandro Gilmozzi con il suo Borderline, uno straordinario dessert realizzato raccogliendo, lavorando e utilizzando elementi boschivi quali gemme, licheni, resine. Dopo avere illustrato la sua linea di ricerca camminando sul limitare del bosco tra spiegazioni, gesti e ricordi (le "caramelle" di resina del nonno), ci ha fatto degustare il prodotto finito (una composizione con resina e miele di melo, "terriccio" di mais, gelato all'olio essenziale di gemme e bacche, resina caramellata, licheni), servito su un sasso e consumato con l'ausilio di un cucchiaino di legno di cirmolo. È stato come mangiarsi il bosco, reso godibile anche per i golosi come me.
--
P.S.: ecco il video!
Tra le opere di land art che si integrano nel percorso, ho trovato particolarmente ispirate due installazioni del 2011 di Marco Nones: una specie di raggiera di legno, per il movimento che, pur da inchiodata, suggerisce o suscita nello spazio tra sole e pensiero; e una forma ricreata con un ramo d'albero sradicato dal vento, sezionato e al vento restituito come corno e mirino, come vortice e spirale, come molla naturale proiettata sul panorama.
Arte gastronomica è espressione che ben s'attaglia a quanto combina Alessandro Gilmozzi con il suo Borderline, uno straordinario dessert realizzato raccogliendo, lavorando e utilizzando elementi boschivi quali gemme, licheni, resine. Dopo avere illustrato la sua linea di ricerca camminando sul limitare del bosco tra spiegazioni, gesti e ricordi (le "caramelle" di resina del nonno), ci ha fatto degustare il prodotto finito (una composizione con resina e miele di melo, "terriccio" di mais, gelato all'olio essenziale di gemme e bacche, resina caramellata, licheni), servito su un sasso e consumato con l'ausilio di un cucchiaino di legno di cirmolo. È stato come mangiarsi il bosco, reso godibile anche per i golosi come me.
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P.S.: ecco il video!
04 agosto 2012
Esigenze
A onta del rischio di metter su qualche chilo di troppo, oggi non ho voluto esimermi dal gustare la panna montata con frutti di bosco del rifugio Friedrich August, perché dopo che la brevissima passeggiata dal Col Rodella e la ripida ascesa alle pendici del gruppo del Sassolungo mi avevano riempito le papille ottiche di una bellezza esagerata, anche quelle gustative hanno esatto la loro parte.
03 agosto 2012
Mezzogiorno di sole
"L'è mezodì? L'è mezodì?" era il suo mantra. Un gigante buono di non so quanti decenni col cervello piccolino e uno stomaco questuante. Lo vedevo in piscorte, la pineta del paese, seduto sulla panchina insieme ai suoi familiari che chiacchieravano con i miei mentre noi fanciulli giocavamo ad arrampicarci sugli alberi. Quando finalmente il suono delle campane e le sirene delle segherie ufficializzavano l'arrivo dell'ora di pranzo, gli si illuminavano gli occhi e il faccione e nell'espressione passava da beota a beato, scattando a molla per andare a casa. Mi è tornato in mente sentendo oggi le campane dal Doss Zelor (Dos Celor), dov'ero a prendere il sole, tra una dormicchiata e un po' di lettura.
02 agosto 2012
Andata e ritorno
Non so perché abbiano asfaltato la stradina di campagna che collega Castello a Cavalese. Voglio dire, ci sono già lo storico stradone di sopra e la relativamente recente fondovalle, che bisogno c'era di bitumare anche questa? Certo, percorrerla in vespa era quasi avventuroso prima, e ricordo di averlo fatto per un'estate intera da adolescente, ma ora, così, il piacere di passeggiarci è quasi dimezzato, nonostante il panorama favoloso e il bel calore dei muretti a secco, solarium e nascondiglio dei piccoli graziosi sauri.
Per fortuna in un tratto hanno lasciato terreno e sassi, compresi quelli bianchi che da bambini usavamo come gessetti sulle pietre più scure; il tratto che passa davanti alla madonnina, piccola rudimentale cappella che tra l'altro ricorda i caduti sul lavoro della cava che un tempo le fu adiacente. Lì stamane mi sono seduto a ricevere una telefonata e, credendo che una certa cosa fosse una cosa brutta, ho tirato una fila di porchi. Più tardi, con difficoltà, mi hanno fatto capire che invece era una cosa bella e allora al ritorno, ripassando di lì, mi sono tolto il cappello: non sono un credente, ma era un modo per chiedere scusa al luogo e forse anche al me bambino che lo lambiva giocoso.
Per fortuna in un tratto hanno lasciato terreno e sassi, compresi quelli bianchi che da bambini usavamo come gessetti sulle pietre più scure; il tratto che passa davanti alla madonnina, piccola rudimentale cappella che tra l'altro ricorda i caduti sul lavoro della cava che un tempo le fu adiacente. Lì stamane mi sono seduto a ricevere una telefonata e, credendo che una certa cosa fosse una cosa brutta, ho tirato una fila di porchi. Più tardi, con difficoltà, mi hanno fatto capire che invece era una cosa bella e allora al ritorno, ripassando di lì, mi sono tolto il cappello: non sono un credente, ma era un modo per chiedere scusa al luogo e forse anche al me bambino che lo lambiva giocoso.
01 agosto 2012
Atti mancati
- Dottoressa, se in un luogo del cuore uno ci lascia le scarpe cosa significa?
- Beh, dipende, vediamo...
- Ma mi dica, ho dei problemi?
- Si sdrai, si sdrai, che i problemi li risolviamo.
- Beh, dipende, vediamo...
- Ma mi dica, ho dei problemi?
- Si sdrai, si sdrai, che i problemi li risolviamo.
31 luglio 2012
Ritardi
Arrivare puntuale agli appuntamenti non è la cosa che mi riesce più facile nella vita, ma tu prova a non arrabbiarti troppo ovemai fossi un po' in ritardo e vedrai che passeremo dei bei momenti.
30 luglio 2012
Un ottimo metodo
Un ottimo metodo, di cui ieri ho avuto la riprova, un ottimo e sano metodo per riportarsi al qui e ora, cancellando ogni altra preoccupazione e pensiero, è quello di attraversare a piedi nudi un ruscelletto di montagna, per esempio il Travignolo durante una scampagnata in val Venegia. Meglio ancora farlo come bonus di fine gita, quel fuori programma che tanto mi piace in quanto prolungamento extra di ogni piacevole attività, dalle feste alle vacanze... a tutto il resto.
Un altro metodo può essere quello di sudare un paio di magliette per salire un’erta, basta anche il Cimon del Tò della Trappola, ma in tal caso ci vuole anche un piccolo aiuto soprannaturale per scansare la pioggia, com’è successo oggi a me e Lorenzo, graziati dal cielo che ci regalava lo squarcio d’azzurro a seguire i nostri spostamenti fino ai laghetti Bombasel. Il “piccolo aiuto” sarebbe il nostro pensiero al giorno del compleanno della nonnina Teresita (1911-2002), una ricorrenza che anche l’anno scorso aveva portato buono dissipando la nuvolaglia per una gita al Laresei, dove fu scattata questa foto.
Un altro metodo può essere quello di sudare un paio di magliette per salire un’erta, basta anche il Cimon del Tò della Trappola, ma in tal caso ci vuole anche un piccolo aiuto soprannaturale per scansare la pioggia, com’è successo oggi a me e Lorenzo, graziati dal cielo che ci regalava lo squarcio d’azzurro a seguire i nostri spostamenti fino ai laghetti Bombasel. Il “piccolo aiuto” sarebbe il nostro pensiero al giorno del compleanno della nonnina Teresita (1911-2002), una ricorrenza che anche l’anno scorso aveva portato buono dissipando la nuvolaglia per una gita al Laresei, dove fu scattata questa foto.
29 luglio 2012
Seele vuol dire soul
Almeno due persone care, di provenienza diversa e tra loro sconosciute, hanno sostenuto negli scorsi mesi che il tango sia per me una sorta di compensazione dell’anima, un modo di intonare col corpo la melodia che non riesco più a esprimere come prima con le corde vocali.
Premesso che le mie intonazioni danzerecce sono ancora inadeguate e che sto semplicemente muovendo i secondi passi da principiante, in effetti questa passione mi sta conquistando sempre più, per tutte le componenti che ruotandole intorno vi s’intrecciano: musica, condivisione, socialità, apprendimento, esplorazione, sensualità.
L’altra notte ho sorriso tra me e il firmamento dopo una serata di tango. Reduce da una giornata lunga e bella quanto impegnativa, l’avevo voluta ulteriormente allungare andando alla milonga organizzata in piazza Verdi a Bolzano e spostata all’interno del teatro causa pioggia. Dapprima si è ballato e sudato al suono di un’orchestra con tanto di cantante argentino (bravi e gran bella voce), poi si è continuato al piano di sopra con un musicalizador dalle sequenze gradevoli quanto efficaci. Alla fine di tutto, dopo le tande, le chiacchiere e i saluti, ho fatto ritorno a Castello di Fiemme e nel cuore della notte ho sorriso tra me e il firmamento quando mi sono reso conto che, contrariamente a quanto sarebbe stato prevedibile, avevo zero sonno: vispo alla guida e all’arrivo, dopo aver parcheggiato e mentre constatavo che le innumerevoli stelle profumavano di legna, ho colto un’analogia ripensando alla sensazione carezzevolmente adrenalinica di ogni dopo concerto, quando il sonno scavalcava orologi e fusi orari per lasciar pulsare l’anima ancora per un po’.
Premesso che le mie intonazioni danzerecce sono ancora inadeguate e che sto semplicemente muovendo i secondi passi da principiante, in effetti questa passione mi sta conquistando sempre più, per tutte le componenti che ruotandole intorno vi s’intrecciano: musica, condivisione, socialità, apprendimento, esplorazione, sensualità.
L’altra notte ho sorriso tra me e il firmamento dopo una serata di tango. Reduce da una giornata lunga e bella quanto impegnativa, l’avevo voluta ulteriormente allungare andando alla milonga organizzata in piazza Verdi a Bolzano e spostata all’interno del teatro causa pioggia. Dapprima si è ballato e sudato al suono di un’orchestra con tanto di cantante argentino (bravi e gran bella voce), poi si è continuato al piano di sopra con un musicalizador dalle sequenze gradevoli quanto efficaci. Alla fine di tutto, dopo le tande, le chiacchiere e i saluti, ho fatto ritorno a Castello di Fiemme e nel cuore della notte ho sorriso tra me e il firmamento quando mi sono reso conto che, contrariamente a quanto sarebbe stato prevedibile, avevo zero sonno: vispo alla guida e all’arrivo, dopo aver parcheggiato e mentre constatavo che le innumerevoli stelle profumavano di legna, ho colto un’analogia ripensando alla sensazione carezzevolmente adrenalinica di ogni dopo concerto, quando il sonno scavalcava orologi e fusi orari per lasciar pulsare l’anima ancora per un po’.
28 luglio 2012
Vacanza
Ci sono quelli che quando vanno in ferie ci mettono un sacco prima di sentirsi davvero in vacanza. Gli stress accumulati, i ritmi al veleno, le routine schiavizzanti riescono a impedire lo stacco immediato e la fruizione subitanea della goduria. Poi ci sono quelli un po' più fortunati, come me: poco dopo la partenza, diciamo una volta superato lo scoglio della tangenziale o del check in o del vagone giusto al binario, è già iniziata la vacanza, a tutti gli effetti.
Ieri mattina un po' stressatino lo ero, ero anche in ritardo, ma mentre mi dirigevo in Bovisa per caricare bagagli e pargoli ho ricevuto una telefonata: "Noi andremmo alla Malga Ora, voi a che punto siete?" "Non ti preoccupare, andate, vi raggiungiamo lì." Tanto è bastato per farmi anticipare ulteriormente l'istante magico in cui si passa dal mondo degli obblighi alla (relativa) spensieratezza che fa respirare i minuti e sorridere lo sguardo.
È stata una bella giornata, un pronti-via perfetto nella grandiosità di un orizzonte capace di sopraffare, con prati e boschi favolosi e con le rocce immense a disegnare un arco d'autore dal massiccio del Latemar ai frastagli del Catinaccio. Ah, e un cielo azzurro bello come gli occhi di Angelica (con la g dura e il sorriso morbido) che ci ha serviti al tavolo.
Ieri mattina un po' stressatino lo ero, ero anche in ritardo, ma mentre mi dirigevo in Bovisa per caricare bagagli e pargoli ho ricevuto una telefonata: "Noi andremmo alla Malga Ora, voi a che punto siete?" "Non ti preoccupare, andate, vi raggiungiamo lì." Tanto è bastato per farmi anticipare ulteriormente l'istante magico in cui si passa dal mondo degli obblighi alla (relativa) spensieratezza che fa respirare i minuti e sorridere lo sguardo.
È stata una bella giornata, un pronti-via perfetto nella grandiosità di un orizzonte capace di sopraffare, con prati e boschi favolosi e con le rocce immense a disegnare un arco d'autore dal massiccio del Latemar ai frastagli del Catinaccio. Ah, e un cielo azzurro bello come gli occhi di Angelica (con la g dura e il sorriso morbido) che ci ha serviti al tavolo.
27 luglio 2012
Computeriadi
Questo post è per ringraziare Raffa, dal cui ex portatile sto scrivendo (ewwiwa, da incallito procrastinatore, ce l'ho fatta a ridurmi ad attivarlo all'ultimo secondo utile, dopo mesi che era lì a disposizione).
26 luglio 2012
Dove ho messo lo zaino?
Da domani, per qualche settimana sarò via e avrò tutt'al più una connessione ballerina.
Infatti domani sera, per coerenza, se tutto va bene andrò a ballare.
Di nuovo tango a Bolzano, ma stavolta la milonga sarà all'aperto.
Infatti domani sera, per coerenza, se tutto va bene andrò a ballare.
Di nuovo tango a Bolzano, ma stavolta la milonga sarà all'aperto.
25 luglio 2012
Un clic
A volte basta un clic, non quello del mouse, ma quello che vedi scattare negli occhi di chi all'improvviso comprende o nell'animo di chi a un tratto s'appassiona.
Lo stesso clic, o simile, a quelli che senti dentro di te ogni volta che scatta il senso del bello, sia esso rivolto alle piccole cose o a una cosa grande.
Lo stesso clic, o simile, a quelli che senti dentro di te ogni volta che scatta il senso del bello, sia esso rivolto alle piccole cose o a una cosa grande.
24 luglio 2012
Magliette
Non so quand'è stata l'ultima volta che ho acquistato una maglietta, forse mai. Ne ho i cassetti pieni, ma per quel che ricordo, me le hanno tutte regalate. Ne ho i cassetti pieni, ma si tratta per lo più di roba d'epoca. Per roba d'epoca intendo che parecchie di quelle magliette stanno lì da parecchi lustri, giacché tendo a non disfarmene persino quando sono troppo conciate per potercisi presentare in pubblico, e t'assicuro di non avere criteri molto restrittivi al riguardo. Del mucchio fanno parte esemplari come quella del ventennale di Radio Popolare (1996), quella di uno spettacolo della Fura dels Baus (1997), quella che mi portò il Paio dal Chicago Blues Festival (1995), quella ormai sottilissima raffigurante le decorazioni di Nino Parrucca in quel di Mondello e che risale ai primi anni novanta. Più recenti, una della Splinder night (2006) e quella della prima Blogfest (2003). Queste ultime non le indosso in giro per pudore, invece ce n'è tutta una serie che non porto in pubblico perché hanno il collo macchiato; ce l'hanno da un paio d'anni: i normali lavaggi non cancellano quelle tracce e non ho voglia di candeggiare o chissà che altro per eliminare i segni della crema Vea, quella che applicavo sulla pelle arrossatissima davanti alla gola bersagliata dalle radio/terapie.
23 luglio 2012
Online games
Da molti anni rifuggo qualsiasi forma di video game perché so che rischio la dipendenza, quasi come per i gelati. Se da ragazzo la recinzione di sicurezza era il numero limitato di monete a disposizione, con l'avvento degli aggeggi domestici solo la mancanza di elettricità avrebbe potuto interrompere il gioco, per cui l'unica soluzione sicura divenne l'astensione totale, pena la dissoluzione della più preziosa risorsa intangibile: il tempo.
[Ti prevengo: no, il mondo delle relazioni telematiche non è una perdita di tempo, non sempre almeno. Dalle mailing list ai forum ai blog ai social network, se vuoi pescarla c'è un sacco di ricchezza costituita da semi fatti per fiorire lì e altrove, in sinapsi e anche in carne e ossa.]
I giochi, invece, i giochi: quelli, per quanto belli, il tempo te lo disintegrano, succhiandoti vita che non recupererai. Ma tanto io ne sto alla larga. Quasi sempre. In effetti, ogni tanto gioco a reversi (othello) e se lo faccio, per un po' (un po' troppo, mannaggia) mi perdo via.
[Ti prevengo: no, il mondo delle relazioni telematiche non è una perdita di tempo, non sempre almeno. Dalle mailing list ai forum ai blog ai social network, se vuoi pescarla c'è un sacco di ricchezza costituita da semi fatti per fiorire lì e altrove, in sinapsi e anche in carne e ossa.]
I giochi, invece, i giochi: quelli, per quanto belli, il tempo te lo disintegrano, succhiandoti vita che non recupererai. Ma tanto io ne sto alla larga. Quasi sempre. In effetti, ogni tanto gioco a reversi (othello) e se lo faccio, per un po' (un po' troppo, mannaggia) mi perdo via.
22 luglio 2012
Tra una tempesta e l'altra
La bordura dorata di quelle nuvole bianchissime attorno all'unico squarcio d'azzurro è lì a ricordare che al di sopra il sole splende sempre.
La restante massa grigiazzurra di nuvoloni carichi e l'orizzonte blu gas sono lì ad ammonire che se stendi fuori dovrai essere pronto a ritirare il bucato da un momento all'altro in men che non si dica.
La restante massa grigiazzurra di nuvoloni carichi e l'orizzonte blu gas sono lì ad ammonire che se stendi fuori dovrai essere pronto a ritirare il bucato da un momento all'altro in men che non si dica.
21 luglio 2012
Alla fine è tutto un grande giro
Dice: ma la smetti di farti adottare? Rido e rispondo che non lo faccio mica apposta, che sarà perché sono fortunato, o che ho le antenne estroflesse e capto, anche se poi magari è solo una questione di numeri e probabilità, elevate a furia di rimanere allo scoperto a costo di prendersi un'adacquata, comunque non posso negarlo: vengo spesso adottato.
Nulla di estremamente impegnativo, intendiamoci, ma le piccole cure sono sintomi di pensieri grandemente affettuosi e, siano essi permanenti o transitori, li apprezzo. Così, accade che vada a consegnare il pesce a un G.A.S. e scoprendo una conoscenza comune (una mia cugina) mi invitino a cena ammannendomi prelibatezze e cordialità egualmente gustose, oppure che dia lezioni d'inglese e mi ritrovi prossimo ospite in vacanza, ma anche una torta fatta in casa, qualche tanda speciale, un libro messo da parte o delle camicie stirate sono testimonianze luccicanti.
Peraltro, non escluderei che portino fortuna. Per esempio, qualche anno fa un amico mi regalò la sua vecchia auto. Dopo averla utilizzata per un paio d'anni, quando dovetti farla rottamare telefonai all'autodemolizioni di mio zio (in realtà, il marito di una cugina di mio padre) e in quella occasione riallacciai i contatti con sua figlia, anche lei come me separata, e frequentandoci la portai a qualche ritrovo coi miei amici. Uno di loro se ne invaghì, ricambiato, e da allora vivono insieme felici e contenti. Era quello che mi aveva regalato l'auto.
Nulla di estremamente impegnativo, intendiamoci, ma le piccole cure sono sintomi di pensieri grandemente affettuosi e, siano essi permanenti o transitori, li apprezzo. Così, accade che vada a consegnare il pesce a un G.A.S. e scoprendo una conoscenza comune (una mia cugina) mi invitino a cena ammannendomi prelibatezze e cordialità egualmente gustose, oppure che dia lezioni d'inglese e mi ritrovi prossimo ospite in vacanza, ma anche una torta fatta in casa, qualche tanda speciale, un libro messo da parte o delle camicie stirate sono testimonianze luccicanti.
Peraltro, non escluderei che portino fortuna. Per esempio, qualche anno fa un amico mi regalò la sua vecchia auto. Dopo averla utilizzata per un paio d'anni, quando dovetti farla rottamare telefonai all'autodemolizioni di mio zio (in realtà, il marito di una cugina di mio padre) e in quella occasione riallacciai i contatti con sua figlia, anche lei come me separata, e frequentandoci la portai a qualche ritrovo coi miei amici. Uno di loro se ne invaghì, ricambiato, e da allora vivono insieme felici e contenti. Era quello che mi aveva regalato l'auto.
20 luglio 2012
Brevi scrosci
Stando a casa una sera, ho fatto piovere. Stando a casa, comunque, mi sono "prenotato" momenti belli in montagna, in città, in milonga e al mare, mentre le distanze si accorciano sul filo dei clic, delle voci e dei pensieri. Stando a casa, tra lavori e incombenze, penso alle cose belle tra un rock'n'roll vecchio e uno (relativamente) nuovo.
19 luglio 2012
Divine sgrullate
Certe volte penso che se Dio esiste e ci sta guardando, è lì che scuote la testa.
Il fatto è che lo penso riguardo a stupidaggini e amenità da cazzeggio ed è anche per questo, mi sa, che scuote la testa.
Il fatto è che lo penso riguardo a stupidaggini e amenità da cazzeggio ed è anche per questo, mi sa, che scuote la testa.
18 luglio 2012
CompLeonka
Festeggiare qui è bello anche perché davvero si mangia bene!
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Grazie per l'android e per il pennino capacitivo.
:)
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Grazie per l'android e per il pennino capacitivo.
:)
17 luglio 2012
Forse ma forse
A sorpresa, può darsi che quest'anno riesca a rituffarmi in spettacolare acqua salata dopo troppo prolungata assenza. Il difficile sarà prenotare un traghetto tenendo le dita incrociate.
16 luglio 2012
Per te la mia canzone vola
Oggi è il compleanno della mia mamma. Mi spiace non poter fare un blitz fiemmazzo per stanarla dalla cucina dove sicuramente anche oggi, vacanze o non vacanze, si darà da fare.
Di cucinare, cucinare per tutti quanti, non sa fare a meno. D'altronde, se il cibo è una sua ossessione è anche un po' colpa mia, che da piccolo non volevo mangiare alcunché. Lei si disperava e insisteva, ottenendo ovviamente l'effetto opposto ai suoi fini di nutrice; si disperava giungendo perfino a rivolgere preghiere alle entità superiori affinché io mangiassi. Se queste esistono, devono avere i riflessi un po' rallentati, perché solo dopo diversi anni cominciai a gustare un numero apprezzabile di pietanze e a volerne mangiare in quantità... cosa che non ho più smesso di fare.
Gli auguri glieli ho fatti per telefono e dalla sua contentezza sembrava avessi fatto chissà che. D'altronde, ho ancora in mente l'immagine di quella volta che si commosse solo perché dall'altra stanza mi sentì provare, con il sax tenore che strimpellavo in quel periodo tardoadolescenziale, le note della canzone "Mamma", con la quale intendevo omaggiarla. Non mi diede il tempo di finire la prima strofa che era già corsa lì, col sorriso velato dall'emozione, a ringraziarmi. È di quelle persone che si dedicano in toto agli altri dimenticandosi un po' troppo spesso, se non quasi sempre, di sé (tipo l'anno scorso, quando con il medico che le stava cucendo l'unghia del pollice senza anestesia, l'unico suo rammarico era la previsione di trovarsi impossibilitata a svolgere normalmente tutte le attività domestiche).
È di quelle persone con le quali occorre fare attenzione alle attenzioni, nel senso che credono di non meritarsele e rimangono spiazzate quando gliele rivolgi. Se mostri di occuparti o preoccuparti per loro o semplicemente se espliciti anche verbalmente il bene, ascolta e tra uno schermirsi e un non detto percepirai una miniesplosione interna, tipo "pockh", preludio di una silente commozione. Sono i casi in cui ci vuole assolutamente un abbraccio. Tra qualche giorno, d'accordo?
Poi semmai le dirò a voce che ne ho scritto qui, perché lei, che ha insegnato a leggere e scrivere a decine e decine e decine di piccoli grandi esseri umani, il computer non sa nemmeno come si accende.
Di cucinare, cucinare per tutti quanti, non sa fare a meno. D'altronde, se il cibo è una sua ossessione è anche un po' colpa mia, che da piccolo non volevo mangiare alcunché. Lei si disperava e insisteva, ottenendo ovviamente l'effetto opposto ai suoi fini di nutrice; si disperava giungendo perfino a rivolgere preghiere alle entità superiori affinché io mangiassi. Se queste esistono, devono avere i riflessi un po' rallentati, perché solo dopo diversi anni cominciai a gustare un numero apprezzabile di pietanze e a volerne mangiare in quantità... cosa che non ho più smesso di fare.
Gli auguri glieli ho fatti per telefono e dalla sua contentezza sembrava avessi fatto chissà che. D'altronde, ho ancora in mente l'immagine di quella volta che si commosse solo perché dall'altra stanza mi sentì provare, con il sax tenore che strimpellavo in quel periodo tardoadolescenziale, le note della canzone "Mamma", con la quale intendevo omaggiarla. Non mi diede il tempo di finire la prima strofa che era già corsa lì, col sorriso velato dall'emozione, a ringraziarmi. È di quelle persone che si dedicano in toto agli altri dimenticandosi un po' troppo spesso, se non quasi sempre, di sé (tipo l'anno scorso, quando con il medico che le stava cucendo l'unghia del pollice senza anestesia, l'unico suo rammarico era la previsione di trovarsi impossibilitata a svolgere normalmente tutte le attività domestiche).
È di quelle persone con le quali occorre fare attenzione alle attenzioni, nel senso che credono di non meritarsele e rimangono spiazzate quando gliele rivolgi. Se mostri di occuparti o preoccuparti per loro o semplicemente se espliciti anche verbalmente il bene, ascolta e tra uno schermirsi e un non detto percepirai una miniesplosione interna, tipo "pockh", preludio di una silente commozione. Sono i casi in cui ci vuole assolutamente un abbraccio. Tra qualche giorno, d'accordo?
Poi semmai le dirò a voce che ne ho scritto qui, perché lei, che ha insegnato a leggere e scrivere a decine e decine e decine di piccoli grandi esseri umani, il computer non sa nemmeno come si accende.
15 luglio 2012
14 luglio 2012
Pìgliate 'na Bastiglia
Come festeggiare decidilo tu, ma festeggia. Oggi perché è il 14 luglio, simbolo della Rivoluzione che mirava a libertà, uguaglianza e fraternità. Festeggia tralasciando le parti spiacevoli, tieni buono solo il bene. Come, decidilo tu, ma tralasciale. Oggi festeggia perché è oggi. Fai almeno un'eccezione. Come, decidilo tu, ma fai pure un'eccezione perché oggi è un giorno speciale, oggi come ogni giorno. Accendi quattro Partagas e tracanna qualche bicchiere di rum, liberamente e fraternamente. Allons enfants, jamme bbelle!
13 luglio 2012
Affetto da causa-effetto
Se ti fa venir voglia di migliorare, è cosa buona. Vale per gli hobby, le attività, gli strumenti, le persone e gli amori. Non per niente è il più bel complimento.
12 luglio 2012
A ogni istante incerto
Fugge, sfugge, è un furto, una cara ossessione, il tempo, bipolare elemento a ogni istante incerto tra lo svanire e l'eternarsi. E a ogni istante d'incertezza in questo boh entusiasta mi dico che sì, alla fine sarà stato tutto un soffio, ma fintanto che si è nel vento e lo si riesce a respirare, vivere vale la candela, anzi, la clessidra.
11 luglio 2012
10 luglio 2012
09 luglio 2012
Ancora un po' di tango
Milonga all'aperto con chiaro di luna presso il Palatango di Segrate.
- Pugliese!
- Già, Pugliese...
- Bello, eh?
- Sì, ma difficile.
- Beh, certo, è poco ritmato...
- Va interpretato.
- Perché, non ce la fai?
- Intimamente lo interpreto, però tradurlo in ballo con le mie capacità attuali è come voler suonare Bach con l'ukulele.
Poi invece l'abbiamo ballato e, stando al giudizio dell'esperta ballerina, non sono andato affatto male.
In effetti, con l'ukulele si possono fare un sacco di cose.
- Pugliese!
- Già, Pugliese...
- Bello, eh?
- Sì, ma difficile.
- Beh, certo, è poco ritmato...
- Va interpretato.
- Perché, non ce la fai?
- Intimamente lo interpreto, però tradurlo in ballo con le mie capacità attuali è come voler suonare Bach con l'ukulele.
Poi invece l'abbiamo ballato e, stando al giudizio dell'esperta ballerina, non sono andato affatto male.
In effetti, con l'ukulele si possono fare un sacco di cose.
08 luglio 2012
Morale con storiella
Per la serie: è meglio far bene le cose perché un po' di fatica in più all'inizio te ne risparmia molta poi.
Una volta ero a Mondello (PA), faceva caldo e stavo ammazzando mosche con una palettina. Quando le vittime cadevano a terra, le raccoglievo con scopino e paletta per gettarle nella pattumiera, ma a un certo punto Emiliano Zapata (il gatto di casa dei miei cognati, da cui ero ospite) ne ha mangiata una. Da quel momento gli ho lasciato mangiare anche le successive e risparmiandomi i gesti della raccolta ho potuto intensificare la caccia. A un certo punto, però, il felino ha vomitato.
Una volta ero a Mondello (PA), faceva caldo e stavo ammazzando mosche con una palettina. Quando le vittime cadevano a terra, le raccoglievo con scopino e paletta per gettarle nella pattumiera, ma a un certo punto Emiliano Zapata (il gatto di casa dei miei cognati, da cui ero ospite) ne ha mangiata una. Da quel momento gli ho lasciato mangiare anche le successive e risparmiandomi i gesti della raccolta ho potuto intensificare la caccia. A un certo punto, però, il felino ha vomitato.
07 luglio 2012
Era il 1985
Il vinile da cui è tratto questo pezzo mi ricorda una festa di compleanno di tanto tempo fa, con un intero secchio di caipirinha preparato da noi fin dal tardo pomeriggio. Un secchio intero, con tanta cachaça. La festa, con tutto un terrazzo che sporgeva sulla notte milanese a disposizione d'ogni pia voglia di baci, fu definita un apice.
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The Cure - Grinding Halt
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The Cure - Grinding Halt
06 luglio 2012
Types and typos
Siccome poi su twitter mi è più difficile ritrovarmi, me l'appunto anche qui:
Only after proofreading did they realize they couldn't possibly be spellbound by each other: he was too fuzzy, she was too fussy.Capire mi capisco, ma se riesci a tradurmi, dimmelo.
05 luglio 2012
Sortilegi
Nel cibo diviso siede l'angelo*, ma anche in quello moltiplicato. Che sia una ciliegia spiccata al volo in cucina, un gelato allo yogurt da brivido o una cena conviviale, si creano fili invisibili di non detto e altri che s'intrecciano in discorsi tra un boccone e l'altro, ma in ogni caso dev'esserci una sovrapproduzione di ossitocina visto l'incremento di empatia che si sviluppa nel mangiare insieme (dal "cum edere" latino all'ispanico comér), in un crescendo pirotecnico se per caso si arriva fino al ciba(cia)rsi.
* reminescenza da Stefano Benni, La compagnia dei Celestini, leggibile per intero qui.
* reminescenza da Stefano Benni, La compagnia dei Celestini, leggibile per intero qui.
04 luglio 2012
Tango si dice così anche a Bolzano
Di recente mi hanno fatto osservare che ho una visione un po' edulcorata dell'ambiente del tango. Ho risposto di avere "l'entusiasmo del neofita nei confronti dell'insieme e la fortuna del principiante negli incontri avvenuti finora". Entusiasmo e fortuna che ribadisco dopo una serata passata in milonga a Bolzano, al circolo di via Druso. Vero è che potrei essere tacciato di partigianeria, essendo la città altoatesina da vari decenni uno dei miei luoghi del cuore, ma è innegabile la piacevolezza di cui si è condita questa esperienza, con un'accoglienza e una disponibilità che mi hanno aiutato a superare l'imbarazzo del sentirmi decisamente il meno esperto (diciamo pure il più scarso) dell'intera sala. Grazie dunque a Tania golden baby per avermici introdotto e fatto rompere il ghiaccio, e grazie mille anche alle altre brave e belle ballerine per le numerose tande (che in trasferta, si sa, valgono il doppio, come i gol fuori casa nelle coppe europee). A presto!
P.S.: bello anche ritrovare lì un paio di vecchi amici che non vedevo da qualche anno: Bogo (grazie per la birra e le ciacole) e Nando, grande istrione e tanguero appassionato, capace di regalarmi una scenetta fumettistica quando scorgendomi ha strabuzzato gli occhi e mollato la ballerina a metà tanda per venirmi a salutare tra risate incredule e contente.
P.S.: bello anche ritrovare lì un paio di vecchi amici che non vedevo da qualche anno: Bogo (grazie per la birra e le ciacole) e Nando, grande istrione e tanguero appassionato, capace di regalarmi una scenetta fumettistica quando scorgendomi ha strabuzzato gli occhi e mollato la ballerina a metà tanda per venirmi a salutare tra risate incredule e contente.
03 luglio 2012
Musica preferita
L'anno scorso su friendfeed lanciai una domanda:
"Ricordi chi e quando ti ha fatto scoprire, inducendoti ad ascoltare per la prima volta, il tale gruppo, la tale canzone?"
Da parte mia, nelle risposte avevo menzionato Crosby, Stills, Nash & Young (scoperti nella seconda metà degli anni '70 grazie al mio amico bolzanino Alberto Rossi) e i Talking Heads (scoperti nel 1980 grazie al mio primo insegnante d'inglese David Jelley).
Oggi mi torna in mente un altro gruppo, che conoscevo ma sdegnavo e del quale però scoprii un aspetto totalmente nuovo e inatteso con Spirit of Eden, "un album da ascoltare al buio in cuffia", come mi disse Carlo Albertoli porgendomi il vinile appena uscito (fine anni '80). Di nuovo grazie, dunque, e buon ascolto di I believe in you.
"Ricordi chi e quando ti ha fatto scoprire, inducendoti ad ascoltare per la prima volta, il tale gruppo, la tale canzone?"
Da parte mia, nelle risposte avevo menzionato Crosby, Stills, Nash & Young (scoperti nella seconda metà degli anni '70 grazie al mio amico bolzanino Alberto Rossi) e i Talking Heads (scoperti nel 1980 grazie al mio primo insegnante d'inglese David Jelley).
Oggi mi torna in mente un altro gruppo, che conoscevo ma sdegnavo e del quale però scoprii un aspetto totalmente nuovo e inatteso con Spirit of Eden, "un album da ascoltare al buio in cuffia", come mi disse Carlo Albertoli porgendomi il vinile appena uscito (fine anni '80). Di nuovo grazie, dunque, e buon ascolto di I believe in you.
02 luglio 2012
Da che parte stai?
Qua i semestri sfrecciano via come niente fosse: sarà mica il modo di fare, eh, Tempo?
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bonus ottimista: Time is on my side – The Rolling Stones
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bonus ottimista: Time is on my side – The Rolling Stones
01 luglio 2012
30 giugno 2012
29 giugno 2012
Movimentazioni
Per fare le cose ci vogliono energie e tempo. Il tempo non c'è, bisogna prenderselo. Quanto alle energie, le abbiamo, le abbiamo tutti, anche se talvolta sembrano irrimediabilmente sepolte e servirebbe una scintilla a ravvivarle. Casomai il difficile è incanalarle in modo utile.
Le persone del Collettivo Agitamente di Seregno questo lo stanno già facendo: dopo una strenua lotta con la burocrazia degna di un episodio delle dodici fatiche di Asterix, l'altra sera sono riuscite a offrire alla cittadinanza (e a chiunque altro volesse assistervi) una proiezione cinematografica in piazzale Cadorna, mentre l'amministrazione comunale da due anni sta negando i finanziamenti alla rassegna estiva di cinema all'aperto.
Al di là della bella pellicola (Quasi amici è un film davvero godibile, capace di trattare con intelligenza e in modo divertente temi decisamente drammatici), il gradimento per la serata mi è derivato dal piacere della riappropriazione sociale di uno spazio pubblico, con la popolazione che risponde attivandosi per partecipare e contribuire alla riuscita anche economica della coraggiosa iniziativa (pare che le fanciulle del comitato ce l'abbiano fatta per un soffio a coprire le spese).
Alla fine, una birretta e qualche ciacola hanno suggellato degnamente la piacevole serata. È stato bello percepire in loro la meritata soddisfazione e ammirevole constatare che queste fantastiche creature, capaci di trovare in una vita densa d'impegni lavorativi e familiari il tempo e le energie per regalare qualcosa alla collettività, sono già in pista per il prossimo appuntamento, l'incontro con Salvatore Borsellino fissato per venerdì 28 settembre 2012 al teatro Santa Valeria di Seregno ("La pagliuzza e la trave: la mafia in Brianza e in Lombardia [non] c'è").
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contatti: AG!TAmente / movimentiamo pensieri collettivi agitamente@libero.it
Le persone del Collettivo Agitamente di Seregno questo lo stanno già facendo: dopo una strenua lotta con la burocrazia degna di un episodio delle dodici fatiche di Asterix, l'altra sera sono riuscite a offrire alla cittadinanza (e a chiunque altro volesse assistervi) una proiezione cinematografica in piazzale Cadorna, mentre l'amministrazione comunale da due anni sta negando i finanziamenti alla rassegna estiva di cinema all'aperto.
Al di là della bella pellicola (Quasi amici è un film davvero godibile, capace di trattare con intelligenza e in modo divertente temi decisamente drammatici), il gradimento per la serata mi è derivato dal piacere della riappropriazione sociale di uno spazio pubblico, con la popolazione che risponde attivandosi per partecipare e contribuire alla riuscita anche economica della coraggiosa iniziativa (pare che le fanciulle del comitato ce l'abbiano fatta per un soffio a coprire le spese).
Alla fine, una birretta e qualche ciacola hanno suggellato degnamente la piacevole serata. È stato bello percepire in loro la meritata soddisfazione e ammirevole constatare che queste fantastiche creature, capaci di trovare in una vita densa d'impegni lavorativi e familiari il tempo e le energie per regalare qualcosa alla collettività, sono già in pista per il prossimo appuntamento, l'incontro con Salvatore Borsellino fissato per venerdì 28 settembre 2012 al teatro Santa Valeria di Seregno ("La pagliuzza e la trave: la mafia in Brianza e in Lombardia [non] c'è").
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contatti: AG!TAmente / movimentiamo pensieri collettivi agitamente@libero.it
28 giugno 2012
Succede abbandoneandosi
Una volta un'animadorata, che per tutto il giorno era stata preda dello sconforto, mi disse: "Poi sono andata a ballare e mi è passato tutto. Se me lo avessero detto qualche mese fa, non ci avrei creduto."
È questo uno degli effetti del ballo quando il ballo è una passione vissuta, come quasi sempre capita nel caso del tango argentino, musica che prende corpo in una danza a quattro gambe che si prende l'anima e tutto il resto.
L'altra sera, alla festa di fine anno del corso, oltre al piacere del ballo c'era quello dello stare insieme. Un sentimento di contentezza per il fatto di esserci e che anche gli altri ci fossero: i compagni di corso e quelli più esperti, i volti delle complicità settimanali e quelli di felici incontri occasionali. Sì, certo, c'era la musica, c'erano cibo e libagioni, ma c'era anche un senso di appartenenza dovuto alla passione condivisa e alle difficoltà riconosciute, alle simpatie reciproche e alla bravura dei maestri nel tenere insieme il gruppo, che infatti fatica a separarsi, indugiando fino alle ore piccole anche a musica ormai spenta.
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Malena, nelle tue vene scorre il sangue del bandoneón.
È questo uno degli effetti del ballo quando il ballo è una passione vissuta, come quasi sempre capita nel caso del tango argentino, musica che prende corpo in una danza a quattro gambe che si prende l'anima e tutto il resto.
L'altra sera, alla festa di fine anno del corso, oltre al piacere del ballo c'era quello dello stare insieme. Un sentimento di contentezza per il fatto di esserci e che anche gli altri ci fossero: i compagni di corso e quelli più esperti, i volti delle complicità settimanali e quelli di felici incontri occasionali. Sì, certo, c'era la musica, c'erano cibo e libagioni, ma c'era anche un senso di appartenenza dovuto alla passione condivisa e alle difficoltà riconosciute, alle simpatie reciproche e alla bravura dei maestri nel tenere insieme il gruppo, che infatti fatica a separarsi, indugiando fino alle ore piccole anche a musica ormai spenta.
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Malena, nelle tue vene scorre il sangue del bandoneón.
27 giugno 2012
Cinema all'aperto
Stasera a Seregno, nel piazzale delle scuole Cadorna (le mie elementari) proietteranno Quasi amici. L'obiettivo è sensibilizzare chi di dovere affinché tornino le serate estive di cinema all'aperto. Intervenite e... portatevi una sedia.
26 giugno 2012
25 giugno 2012
24 giugno 2012
Ecco fatto
A un certo punto il patatino, che era andato a dormire perché domattina parte per la colonia, è tornato tra gli spalti sul divano e allora mi sono ricordato che porta buono baciarlo in testa prima di ogni rigore, come quella volta là.
Perché per il resto, i ghiaccioli li avevo comprati anche stavolta, ma ne abbiamo mangiati solo tre su cinque.
Perché per il resto, i ghiaccioli li avevo comprati anche stavolta, ma ne abbiamo mangiati solo tre su cinque.
23 giugno 2012
22 giugno 2012
Sotto il segno del pesce fresco
Quando mi hanno detto "Leoncavallo", pensavo a uno dei tanti G.A.S. e ho chiesto: dammi l'indirizzo preciso, è proprio via Leoncavallo? No, givattau. Come? G. Wattau. Ah, il centro sociale! Così, oggi ho consegnato il buonissimo pesce della Cooperativa del Golfo, arrivato direttamente da Catania, alle cucine del Leonka [in via Antoine Watteau, 7]. Non so nemmeno da quanto tempo non ci mettessi piede, anni, aaaaanni, e di sicuro non c'ero mai stato di pomeriggio: la sensazione, bellissima, è stata quella di visitare un luogo turistico fuori stagione, quando alle folle si sostituisce il silenzio e alla malagrazia dettata dalla fretta e dalla furia, una tranquillità che permette di intrecciare mani e saluti e qualche chiacchiera al volo, con la promessa di tornare a trovarli, magari proprio una delle sere in cui organizzano le cene (di solito, il mercoledì).
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nota quasi nostalgica: della vecchia sede del C.S. in via Leoncavallo, quella abbattuta dalle ruspe nell'agosto 1989, calcai il palco in diverse occasioni con i Fragole & Sangue.
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nota quasi nostalgica: della vecchia sede del C.S. in via Leoncavallo, quella abbattuta dalle ruspe nell'agosto 1989, calcai il palco in diverse occasioni con i Fragole & Sangue.
21 giugno 2012
Non è dove il punto
Mi hanno chiesto dove vorrei andare a vivere se dovessi scegliere di allontanarmi da Milano e dal suo hinterland. Non è che sia uno di quelli che odiano questa città e nemmeno uno di quelli che la amano incondizionatamente.* Mi godo qualcosa di quel che c'è, conscio di alcuni suoi pesanti limiti, dunque non sarebbe un dramma né continuare a ronzarci intorno, né abbandonarla. Però, questo è il punto che mi stranisce, non sono stato in grado di pensare immediatamente a un posto alternativo.
In effetti, sebbene abbia dei luoghi del cuore, anche parecchi, sparsi in giro, sono ben consapevole che:
a) un conto è passarci qualche giorno o settimana, un altro sarebbe viverci tutto l'anno;
b) per me, in ogni caso, più dei luoghi contano le persone.
per il punto b)
Vero è che le persone le trovi in tutto il mondo e quindi tanto varrebbe orientarsi su un luogo più ameno che diviso per. Osservazione a margine: il discorso dei figli, è ovvio, pesa immensamente in senso positivo, ma niente è eterno e un giorno o l'altro nel futuro potrebbero essere loro a trasferirsi altrove.
riguardo al punto a)
Un posto, anche bellissimo, in certi mesi dell'anno può essere noioso come non immagini se ti limiti a estrapolare i tuoi ricordi limitati facendo un copia-incolla eterno (la stessa cosa, a pensarci, può succedere con i rapporti personali non vissuti nella quotidianità).
quindi, sintetizzando
Qualsiasi posto, anche non bellissimo, diventa speciale se lo vivi in modo soddisfacente, facendo quel che ti aggrada davvero. Come ripetutamente dichiarato, anche nel sottotitolo di questo blog, per me tutto ciò diventa assai più bello se condiviso con qualcuno che conta (nelle cerchie via via più ampie degli amori, degli affetti, degli amici e delle conoscenze gradite). Quindi non avrei timori o troppi pregiudizi né a restare né ad andarmene, però dipende con chi.
Vedi anche:
- in Lessico da amare: [amore sconfinato]
- su twitter: Per un momento
--
* Ripenso e cito a memoria una vecchia vignetta di MAD, giornaletto umoristico americano, in cui a un adesivo con la scritta perentoria: "America: love it or leave it!" rispondeva un altro affermando: "I just sort of like it. Can I live on the Canadian border?"
(America: amala o vattene! / A me piace, ma solo un po'. Posso vivere sul confine col Canada?)
In effetti, sebbene abbia dei luoghi del cuore, anche parecchi, sparsi in giro, sono ben consapevole che:
a) un conto è passarci qualche giorno o settimana, un altro sarebbe viverci tutto l'anno;
b) per me, in ogni caso, più dei luoghi contano le persone.
per il punto b)
Vero è che le persone le trovi in tutto il mondo e quindi tanto varrebbe orientarsi su un luogo più ameno che diviso per. Osservazione a margine: il discorso dei figli, è ovvio, pesa immensamente in senso positivo, ma niente è eterno e un giorno o l'altro nel futuro potrebbero essere loro a trasferirsi altrove.
riguardo al punto a)
Un posto, anche bellissimo, in certi mesi dell'anno può essere noioso come non immagini se ti limiti a estrapolare i tuoi ricordi limitati facendo un copia-incolla eterno (la stessa cosa, a pensarci, può succedere con i rapporti personali non vissuti nella quotidianità).
quindi, sintetizzando
Qualsiasi posto, anche non bellissimo, diventa speciale se lo vivi in modo soddisfacente, facendo quel che ti aggrada davvero. Come ripetutamente dichiarato, anche nel sottotitolo di questo blog, per me tutto ciò diventa assai più bello se condiviso con qualcuno che conta (nelle cerchie via via più ampie degli amori, degli affetti, degli amici e delle conoscenze gradite). Quindi non avrei timori o troppi pregiudizi né a restare né ad andarmene, però dipende con chi.
Vedi anche:
- in Lessico da amare: [amore sconfinato]
- su twitter: Per un momento
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* Ripenso e cito a memoria una vecchia vignetta di MAD, giornaletto umoristico americano, in cui a un adesivo con la scritta perentoria: "America: love it or leave it!" rispondeva un altro affermando: "I just sort of like it. Can I live on the Canadian border?"
(America: amala o vattene! / A me piace, ma solo un po'. Posso vivere sul confine col Canada?)
20 giugno 2012
Parole
Quand'è che le parole sono belle? Quando non sono solo parole. Quando riescono a dire l'indicibile e sono vere nel farlo. Quando il dolore patito o la gioia sprigionata che esprimono è in loro. E quando ti conducono per mano a conoscere qualcosa che non sapevi di sapere.
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precedenti: a proposito di parole, e una canzone.
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precedenti: a proposito di parole, e una canzone.
19 giugno 2012
Tanti gradi
Fa così caldo che la volontà c'era e perciò si è fusa.
Fa così caldo che la ventola del PC è un phon per le cimici.
Fa così caldo che la brezza usa gli alberi per sventolarsi.
Fa così caldo che la zuppa sa di umanità.
Fa così caldo che si sciolgono i preservativi.
Fa così caldo che si suda a ricordare.
Interi asciugamani intrisi di ricordi.
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bonus musicale: Pino Daniele, Che calore
Fa così caldo che la ventola del PC è un phon per le cimici.
Fa così caldo che la brezza usa gli alberi per sventolarsi.
Fa così caldo che la zuppa sa di umanità.
Fa così caldo che si sciolgono i preservativi.
Fa così caldo che si suda a ricordare.
Interi asciugamani intrisi di ricordi.
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bonus musicale: Pino Daniele, Che calore
18 giugno 2012
Fino allo stecco
C'è una gelateria niente male davanti all'ingresso di Villa Litta ad Affori. Hanno anche i ghiaccioli artigianali e ne ho presa una manciata a gusti misti mentre andavo in Bovisa per vedere la partita coi miei ragazzi. Me n'è toccato uno allo yogurt, gusto inedito per me in questa forma. Buono, sembrava una specie di gelato ghiacciato. Più tardi ho festeggiato la qualificazione mangiandone un altro, stavolta al limone. Illusorio refrigerio che ho gustato fino in fondo, succhiando anche il legnetto intriso di succo, alla fine.
17 giugno 2012
Non sempre il gin tonifica
Mi si dice che gli inglesi ridono più degli italiani. Correggerei il tiro riferendo tale affermazione agli expat, inglesi, anzi britannici, anzi anglofoni, in trasferta all'estero: loro sì che sono indubbiamente una compagnia gradevolmente rumorosa e incline alla risata. L'ho verificato con piacere brindando ripetutamente a un aperitivo del British Council, ambito che sa alternare il rigore del lavoro con le atmosfere da allegra brigata. Brigata multinazionale e di svariate fasce d'età che ha poi sciamato verso altri luoghi. Mi sono accodato allo sciame più frizzante attraverso parchi e strade fino ai tavolini di un bar e se tra chiacchiere e risate non avessi esagerato coi drink avrei potuto parlare di serata magnifica in tutti i sensi, anziché trascinarmi a fatica fino a casa senza essere nemmeno in grado di rispondere degnamente a una telefonata.
16 giugno 2012
Dal tango ai balcani
Ha un certo fascino ballare il tango sul tetto di un centro commerciale lasciandosi investire dai raggi orizzontali del sole calante. Ha un certo fascino anche Elena Sorba, che mi ha trasmesso un paio di graziosi consigli sulla postura prima di esprimere pubblicamente la sua sensualità tanguera in un'esibizione insieme ad altri maestri presenti.
Passare l'ora che volge il disio in compagnia amichevole disinnesca in modo efficacissimo la malinconia e prepara ai godimenti successivi, come quello di ballare al suono di un'orchestrina composta da pianoforte, contrabbasso, violino e due bandoneón.
Dal tango ai balcani si arriva in fretta seguendo i mutevoli cromatismi del cielo fino al Carroponte, giusto in tempo per assistere al concerto della Babbutzi Orkestar, che non vedevo dal vivo da qualche tempo. Li ho trovati ulteriormente migliorati negli arrangiamenti dei brani e nella cura delle esecuzioni, ma senza tradire il senso di divertimento e l'energia che sprigionano, bravi!
A seguire, i Nema Problema, una bella e travolgente valanga di suono portato dai fiati che ruota attorno allo spettacolare basso tuba nomade per il palco (ascolta Balkan, per esempio).
Passare l'ora che volge il disio in compagnia amichevole disinnesca in modo efficacissimo la malinconia e prepara ai godimenti successivi, come quello di ballare al suono di un'orchestrina composta da pianoforte, contrabbasso, violino e due bandoneón.
Dal tango ai balcani si arriva in fretta seguendo i mutevoli cromatismi del cielo fino al Carroponte, giusto in tempo per assistere al concerto della Babbutzi Orkestar, che non vedevo dal vivo da qualche tempo. Li ho trovati ulteriormente migliorati negli arrangiamenti dei brani e nella cura delle esecuzioni, ma senza tradire il senso di divertimento e l'energia che sprigionano, bravi!
A seguire, i Nema Problema, una bella e travolgente valanga di suono portato dai fiati che ruota attorno allo spettacolare basso tuba nomade per il palco (ascolta Balkan, per esempio).
15 giugno 2012
Certe volte
Certe volte la pigrizia o la fretta ti fa tralasciare di controllare cosa dica esattamente una canzone, ma ne prendi un verso e lo fai tuo, tuo in quel momento specifico e trovi l'inno dell'istante che chiede di esprimersi. Certe volte sei lì e sai che devi sbrigarti perché le cose da fare sono tutte o quasi urgenti e ruggenti, ma il loro accumulo ti porta allo stallo e ti metti a fare qualcosa che non c'entra niente e che al momento sembra farti perdere tempo e invece te lo fa prendere, il tempo. Certe volte non puoi andare a vivere in un posto che ti piacerebbe molto, così ti accontenti di andarci in vacanza per qualche giorno* e finisci per cogliere qualche momento magico che s'infilerà per sempre (o finché alzheimer non vi separi) nella collana di perle della tua memoria. Certe volte il pensiero ti rimane a metà perché le immagini per dipingerlo sono sparse per i ricordi condivisi del mondo o perché le frasi che ne potrebbero parlare sono scritte da qualche parte a matita, ma il sorriso lieve che scaturisce è intero e si chiama fruizione malinconica del vivere.
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* vedi le considerazioni di Pennac in Comme un roman quando parla dei diritti del lettore (Come un romanzo nella traduzione di Yasmina Melaouah).
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* vedi le considerazioni di Pennac in Comme un roman quando parla dei diritti del lettore (Come un romanzo nella traduzione di Yasmina Melaouah).
14 giugno 2012
Tu, per esempio, come osi?
Ci sono persone che frenano e persone che si buttano, nel senso di osare. Tutte, sicuramente, lo fanno perseguendo il bene per sé.
Immagino che in una sorta di dialogo tra la propria anima, per così dire, e la parte di sé che le custodisce o le guida, ovvero, altrimenti detto, tra il sentire e la ragione, le prime abbiano complessivamente una considerazione positiva per le sofferenze evitate ("Vedi, ti ho preservato da quell'esperienza perché successivamente ti avrebbe potuto causare dolore." "Brava, grazie."), mentre le seconde il freno lo mordano ("Vaffanculo, mi hai precluso tale e tale godimento, chissenefrega del ginepraio che avrei poi dovuto attraversare!") e sebbene non possa ragionevolmente attribuire maggiore saggezza a queste ultime, sento di esservi proclive.
L'importante è che buttarsi mantenga il senso di osare e non quello di finire tra i rifiuti.
Immagino che in una sorta di dialogo tra la propria anima, per così dire, e la parte di sé che le custodisce o le guida, ovvero, altrimenti detto, tra il sentire e la ragione, le prime abbiano complessivamente una considerazione positiva per le sofferenze evitate ("Vedi, ti ho preservato da quell'esperienza perché successivamente ti avrebbe potuto causare dolore." "Brava, grazie."), mentre le seconde il freno lo mordano ("Vaffanculo, mi hai precluso tale e tale godimento, chissenefrega del ginepraio che avrei poi dovuto attraversare!") e sebbene non possa ragionevolmente attribuire maggiore saggezza a queste ultime, sento di esservi proclive.
L'importante è che buttarsi mantenga il senso di osare e non quello di finire tra i rifiuti.
13 giugno 2012
L'arte del mestiere
Mi piace chi fa bene il proprio mestiere, l'ho già scritto e lo ribadisco. È una cosa che noto e mi fa un bell'effetto, mi sembra ogni volta un sorriso in più regalato al mondo, che si tratti di un ferramenta della Bovisa (quello in piazza Bausan, tanto per non far nomi), di un gelataio (quando le papille fanno faville) o di un barbiere (ma per la precisione dovrei dire acconciatore, visto che mi riferisco a Daniele di MIDA, in quel di Cinisello Balsamo).
Il mestiere fatto per bene si percepisce dai particolari e dalle attenzioni inattese, oltre che dal risultato finale: è una pietanza fatta di competenza, ma il suo condimento è la passione.
Un lavoro svolto con passione riesce meglio e in più ti evita l'alienazione, annullando la noia e trasformando la fatica in soddisfazione. Ti porta a regalare qualche sforzo in più senza patirne il peso e senza nemmeno sapere che alla lunga ne sarai ripagato (quasi un paradosso, la remunerazione della gratuità, ma in genere, in una forma o nell'altra, funziona).
Succede anche a me in vari ambiti e il bello è quando a fine compito, nonostante le lunghe fatiche, non sembra nemmeno di aver lavorato. Non approfittatene, però, eh!
Il mestiere fatto per bene si percepisce dai particolari e dalle attenzioni inattese, oltre che dal risultato finale: è una pietanza fatta di competenza, ma il suo condimento è la passione.
Un lavoro svolto con passione riesce meglio e in più ti evita l'alienazione, annullando la noia e trasformando la fatica in soddisfazione. Ti porta a regalare qualche sforzo in più senza patirne il peso e senza nemmeno sapere che alla lunga ne sarai ripagato (quasi un paradosso, la remunerazione della gratuità, ma in genere, in una forma o nell'altra, funziona).
Succede anche a me in vari ambiti e il bello è quando a fine compito, nonostante le lunghe fatiche, non sembra nemmeno di aver lavorato. Non approfittatene, però, eh!
12 giugno 2012
11 giugno 2012
Atrás
La donna che ballando procede a ritroso arpeggia la terra coi suoi passi mentre solca lo spazio con l'aggraziata sfrontatezza delle sue curve vitali. Curve del bacino, sporgenza del posteriore, violino di delizie sicuro e audace perché si esprime nell'arte che traduce i segni in sogni; femmina, mappa terrena di un mondo ulteriore che interpretando la musica ne sviluppa il senso, magicamente alimentando e soddisfacendo anche lo spirito, in uno sconfinato fugace paradiso ancorato alla terra, anzi, al pavimento, l'unico vero amico di chi si cimenta nel tango.
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Proponendo l'ascolto di Por una cabeza eseguita da Itzhak Perlman, matoart sottolinea come nel tango il violino rappresenti la grazia femminile.
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Proponendo l'ascolto di Por una cabeza eseguita da Itzhak Perlman, matoart sottolinea come nel tango il violino rappresenti la grazia femminile.
10 giugno 2012
Bovisa bazar

Una specie di bazar dell'usato, dove scambio e compravendita di oggetti di ogni genere vivacizzano la mattinata e il primo pomeriggio. Per pochissimi euro si possono trovare: "usato di pregio, modernariato, vintage, creazioni artistiche, antiquariato, bigiotteria, libri, dischi, vestiti, elettronica, biciclette, utensili, elettrodomestici, mobili e molto altro ancora."
È bello osservarne il brulicare con lo stupore ad affollarti lo sguardo la prima volta che apri le persiane su quel paesaggio umano inaspettato. A me è capitato il fine settimana in cui ero sfuggito al papa ed è allora che ho scattato la foto col cellulare.
Stavolta, invece, ho avuto il privilegio di assistere ai primi allestimenti, perché un sms all'alba mi ha ricordato di... spostare l'auto rimasta nel parcheggio! Così, in tempo zero, stamane sono sceso a spostarne due, giacché anch'io, dimentico dell'evento, avevo posteggiato lì. Per fortuna, che piova o splenda il sole, riesco a riprendere il sonno più o meno dove l'avevo lasciato.
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bonus musicale: Ray Charles, Come Rain or Come Shine
09 giugno 2012
Votaladebbie!
Di Deborah Ardes conservo un ricordo prorompente. Non intendo alludere alle sue doti di femmina procace, bensì a quando cantammo insieme, con i Blubaluba, a una festa di matrimonio nei dintorni di Parma. Lei aveva sostituito la temporaneamente indisponibile Elisa e con una sola sessione di prove ci avventurammo a intrattenere i festanti convitati. Furono tutti soddisfatti, e anche noi: menzione particolare a una focosa esecuzione di Sex Machine, omaggio a James Brown ma anche all'entusiasmo di tutti i presenti. Magari Debbie non si ricordava proprio tutte le parole dei pezzi, però l'interpretazione era indubbiamente carica d'energia espressiva.
Ora le parole mi pare le abbia trovate, scrivendo un suo pezzo, Luna Park, che propone all'ascolto (e alla votazione) nel sito Music Flash.
[Se vuoi votare devi registrarti e accedere alla sezione "votazioni" -- per invogliarti ti fanno anche partecipare all'estrazione di alcuni aggeggi (iPhone e iPad).]
Ora le parole mi pare le abbia trovate, scrivendo un suo pezzo, Luna Park, che propone all'ascolto (e alla votazione) nel sito Music Flash.
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08 giugno 2012
Accauno in finale
07 giugno 2012
Escuchando a tus ángeles
C'è ancora posto per iscriversi al Workshop di traduzione letteraria dallo spagnolo con Ilide Carmignani che si terrà sabato 9 giugno 2012 a Milano grazie all'organizzazione di Dori Agrosì.
06 giugno 2012
Dance dance dance
Pensavo di fare io un favore a lui e invece l'ha fatto lui a me. Mi riferisco a Lorenzo, che ha chiesto e ottenuto di essere accompagnato allo spettacolo di danza moderna organizzato e coreografato da OrMars presso l'Auditorium Don Bosco (quello dove andavo al cineforum). Pensavo di stufarmi e invece ho applaudito convinto. Sul palco per Renaissance c'erano in gran numero anche i ragazzini e i bambini delle medie e delle elementari della Bovisa e ne abbiamo ammirato la bravura, raggiunta dopo mesi e mesi di intensi allenamenti e prove. Alla fine, tra chiacchiere amene e sorrisi radiosi, siamo andati a congratularci in particolare con Julian e Rehana, da kids a grown-ups in un batter di lunghe ciglia. Keep dancing!
05 giugno 2012
Mescolanza
La musica di Ratka Piratka m'accompagna nel tragitto automobilistico verso casa come tanti altri martedì, ma stavolta la serata è stata diversa dal previsto e dal consueto. Anche la giornata, in effetti. Ho vissuto il primo scrutinio scolastico dall'altra parte della barricata, tanto per dirne una. Poi ho fatto da taxista tra un pronto soccorso e tre piani a piedi, mannaggia a quel metatarso rotto, chissà che male. Alla cena superfamiliare sono giunto solo per il taglio della torta, ma in tempo per recuperare le mie due meraviglie e anche per imboscarmi un paio di leccornie che mi avevano messo da parte. Alla fine, insieme alla musica balcanica (e dei Carpazi, e kletzmer, eccetera), spettacolo per la coda dell'occhio e poi per lo sguardo tutto è la luna, la luna ancora quasi piena e il suo cielo d'intorno, acquerellato a tinte chiaroscurali, composizione d'artista dalla luminosità più che maliziosa, civettuola, invitante. Ora finisco d'ascoltare la trasmissione (viva RadioPop!) e come esempio ti metto questa stramberia: Yuri, degli Oi Va Voi.
04 giugno 2012
Un'isola a nord e un'isola a sud
La diaspora degli amici, ne sono convinto, non annulla i legami. Restano, tra le distanze, lunghi fili variamente intrecciati, di diverso spessore e più o meno tesi. Talvolta, addirittura, paradossalmente s'intensificano le vicinanze: lo si verifica quando succede di rivedersi, anzi quando non si manca di farlo capitare nelle rare occasioni che possono presentarsi. I fili, naturalmente, sono corroborati dalle svariate possibilità di comunicare, nelle forme concesse dal tempo e dalla tecnologia, ma quelle che contano sono la volontà e la voglia.
A proposito, c'è un bel blog, prevalentemente fotografico, che si presenta così:
A proposito, c'è un bel blog, prevalentemente fotografico, che si presenta così:
Sono originaria di Milano. Mi sono trasferita in Sicilia per un anno. Almeno. Poi si vedrà.Si chiama: La Sicilia vista da me.
03 giugno 2012
Tanto oggi non è mica lunedì
Se non vuoi ingrassare, non ti conviene avere un amico come lo Zio Masciu (el sio masciu), che allestisce e ti ammannisce una paella miracolosamente vicina alla bontà di quella che gustai a Llavaneras, nei pressi di Barcellona, insieme a un altro Massimo, con il quale girovagai in autostop l'estate della maturità.
Lo zio Masciu, poi, tra le varie leccornie, ti fa deliziare proponendoti tre chili di gelato, ovviamente fatto in casa, con quattro gusti uno più buono dell'altro (nella fattispecie: fior di latte con una punta di vaniglia, crema aromatizzata al liquore, marron glacé e cioccolato con un filo di rum) e come bicchiere della staffa un liquore polacco di vodka al caramello condito da foglie d'oro (seguirà documentazione fotografica).
Per fortuna oggi si va a mangiare dalla nonna, dove sicuramente (ehm) staremo a dieta...
Lo zio Masciu, poi, tra le varie leccornie, ti fa deliziare proponendoti tre chili di gelato, ovviamente fatto in casa, con quattro gusti uno più buono dell'altro (nella fattispecie: fior di latte con una punta di vaniglia, crema aromatizzata al liquore, marron glacé e cioccolato con un filo di rum) e come bicchiere della staffa un liquore polacco di vodka al caramello condito da foglie d'oro (seguirà documentazione fotografica).
Per fortuna oggi si va a mangiare dalla nonna, dove sicuramente (ehm) staremo a dieta...
02 giugno 2012
Un tabù di meno
Non mi sono imbarazzato nemmeno un po', pensa, ballando il tango per la prima volta davanti ai miei figli. L'ho fatto alla festa popolare in atto al parco di via Livigno e grazie alla bravissima Elena, che una volta di più è stata tanto gentile da prestarsi a farmi da partner.
01 giugno 2012
Astrology Domine
Per sfuggire alle orde del Paparatzi e all'enorme e inequivocabile rutto tonante che a metà della cerimonia liturgica il cielo di certo scatenerà sul suo palco pinkfloydiano, questo fine settimana migro in Bovisa.
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Floating down, the sound surrounds
Around the icy waters underground.
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