31 dicembre 2020

Auguri

Dal solstizio in poi ogni vizio

sia propizio al nuovo inizio! 

Privilegi

Quando sostengo che non è tutto da buttare, so cosa dico. 

Anche senza andare lontano, il fatto di poter stare al calduccio, disporre di cibo e libagioni in abbondanza, rimanere in contatto visivo o almeno verbale con tante persone care è già un privilegio. Per molti di noi, il freddo e la fame sono condizioni che non siamo costretti a vivere. Le privazioni di cui ci lamentiamo sono dei lussi, e in gran parte potremo colmarle in un futuro non troppo distante. 

Il futuro ci offre delle prospettive: possiamo auspicare o addirittura aspettarci di ricominciare a godere di tanti altri privilegi, e il fatto stesso di poter avere delle prospettive è a sua volta un privilegio. La vera fortuna, però, si afferra solo nel momento in cui riusciamo a trarre il meglio da quel che c'è. 

Al mondo dei più

C'è poco da fare: più a lungo vivi, più persone vedi morire. 

Sono numerose le assenze indelebilmente presenti in noi, ma in questo momento voglio ricordare in particolare due lutti legati alle terre di Romagna in cui sono nato: la dipartita di zio Aldo, che in giugno ha raggiunto zia Giulia, e quella recentissima di zia Lilli (che avevo rivisto quest'estate a Castrocaro).

C'è poco da fare: d'altronde, come diceva proprio zio Aldo con cadenza romagnola: "Ció, siamo di una specie che muore!" 

Come bonus musicale, propongo una canzone di Joni Mitchell che riporta nel titolo il vero nome di zia Lilli

30 dicembre 2020

Dei cappelletti io son goloso e lo sanno

Come pre-cenone, mio fratello mi ha fatto i cappelletti in brodo. Oh, ha proprio creato l'impasto, tirato la sfoglia con il mattarello, l'ha riempita con il compenso da lui preparato (con grande sacrificio, giacché non sopporta il formaggio), ha mirabilmente modellato uno a uno e in gran numero i cappelletti e stasera ce li siamo mangiati cotti nel brodo di cappone (e coda di vitello: questo è il tocco di Rita). 

Una sorpresa pienamente riuscita e goduriosamente consumata rispettando i tempi del coprifuoco. La serata è stata contrassegnata anche da altre piacevolezze, gastronomiche e dialogiche, ma il colpo dei cappelletti fatti in casa è memorabile. Grazie, Beppe! 

Whackmageddon

Paradossale che l'anno scorso, quando circolavo ovunque sempre e liberamente,  sia sopravvissuto al Whamageddon e che in quest'anno di semi-segregazione sia stato eliminato dopo pochi giorni. 

Mi è bastato entrare dal barbiere giovedì 10 dicembre per riconoscere la canzoncina, che tra l'altro proprio non mi piace. Comunque l'ho presa bene, sorridendo per il paradosso e, incredibile a dirsi, godendomi il resto di quel disco (la colonna sonora del film, mi disse il barbiere Daniele) che non era male.

Se non hai capito bene di cosa si tratta, leggi questa spiegazione in italiano.

Letteratura in pillole musicali

Quando me l'aveva mandato tramite WhatsApp avevo riconosciuto subito le parole del mio autore italiano preferito. Ora ho visto che ha aperto una pagina su SoundCloud per raccogliere le sue sperimentazioni.

Ecco dunque la Caju, mia figlia, che maneggia le parole di "italino calvo": Il visco dimezza.

Alla faccia della mafia!

Il regalo di Natale della mia scuola a noi docenti è stato apprezzabile ad almeno due livelli: gastronomico ed etico. 

Questo perché i prodotti del consorzio Libera Terra sono un risvolto tangibile della lotta alla criminalità organizzata: le cooperative sociali che riunisce gestiscono strutture produttive e terreni sottratti alle mafie in Sicilia, Puglia, Calabria e Campania.

Il vino Centopassi, per esempio, è buono, ma diventa eccezionale nel momento in cui ti ispira a fare un brindisi alla faccia della mafia!

29 dicembre 2020

Inocularsi una mucca

Pur essendo appassionato di parole, fino all'altro giorno non sapevo o non ricordavo l'origine del termine "vaccino" nel significato medico odierno. Poi, in una videochiamata augurale, mio fratello ce l'ha spiegato.

La sintesi c'è anche su Wikipedia, alla voce Vaccino antivaioloso:

Il vaccino del vaiolo, il primo vaccino efficace mai sviluppato, è stato introdotto da Edward Jenner nel 1798. Jenner aveva notato che le mungitrici che si erano infettate con il vaiolo bovino, in seguito non sviluppavano più il vaiolo, il che mostrava come l'inoculazione di vaiolo bovino proteggesse contro il vaiolo. Il termine vaccino deriva dalla parola variolae vaccinae (cioè vaiolo della vacca), il termine ideato da Jenner per indicare il vaiolo bovino. Il termine vaccinazione sostituì presto la dizione inoculazione da vaiolo della mucca, e fu usato per la prima volta in un documento che fu dato alle stampe da un amico di Jenner, Richard Dunning, nel 1800. Inizialmente, il termine vaccino/vaccinazione fu riservato al solo vaiolo, ma nel 1881 Louis Pasteur propose di onorare la scoperta di Jenner utilizzando il termine anche per le nuove e future vaccinazioni.

Grazie alle vaccinazioni di massa, il vaiolo fu eradicato globalmente. L'auspicio è che possa esserlo anche il coronavirus (SARS-CoV-2). 

La vaccinazione che attendiamo non avrà però tempi brevissimi: oltre agli indispensabili controlli e alle necessarie approvazioni, la fase di distribuzione non è uno scherzo e sarebbe stupido fare le cose di fretta e in modo raffazzonato. Non sarà facile pazientare fino al nostro turno, ma dovremo essere pazienti per non diventare pazienti gravi. 

Corto e intenso

In fondo a queste righe trovi il link a un cortometraggio bellissimo. Ce l'avevo in videocassetta, registrato dalle trasmissioni di Telepiù nei primi anni '90. L'abbonamento me l'avevano regalato e poi l'emittente me l'aveva prolungato gratuitamente, per cui in quel periodo ero riuscito a scoprire, vedere e in molti casi registrare una serie di film altrimenti poco fruibili, vuoi per la limitatissima o inesistente distribuzione nelle sale, vuoi perché erano capolavori del passato (tutti quelli di Ernst Lubitsch, per esempio). Naturalmente la programmazione comprendeva anche i film di cassetta, e me li godevo, approfittando anche della possibilità di vederli in lingua originale. 

Se tutto ciò ti sembra poco, probabilmente dimentichi che in quegli anni Internet non era ancora disponibile (per la serie: dare per scontato quel che c'è senza pensare che potrebbe non esserci). 

Tornando al cortometraggio: avevo voglia di rivederlo, ma soprattutto di mostrarlo a chi non lo aveva mai visto, perché si sa che la condivisione raddoppia il piacere. Solo grazie a Martina, però, mi è sovvenuto che ricorrendo al web sarei forse riuscito a scavalcare la mancanza di un apparecchio VCR. Ho così potuto condividerlo coi miei figli e farlo rivedere anche alla loro mamma, che se lo ricordava. 

Il cortometraggio s'intitola Kill Me Later ed è l'opera prima di Maria Ripoll, che in soli 9 minuti racconta tutto in modo intenso e molto cinematografico, ossia comprensibile in primo luogo attraverso le immagini. 

28 dicembre 2020

Stragi di innocenti

Nel romanzo La chute, Albert Camus in un dialogo al bar fa dire a un suo personaggio che Gesù si sentì sempre irrimediabilmente in colpa per i neonati uccisi in sua vece: quelli della strage prescritta da Erode nel tentativo di eliminare il suo potenziale concorrente. 

Il calendario li ricorda come "santi Innocenti martiri" nella giornata di oggi 28 dicembre. 

In questa stessa giornata però ricorre l'anniversario di altri innocenti martiri: i sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia.

Non tutto è da buttare via

Ricorre da molte parti l'espressione "buttiamo via questo duemilaeventi", ma non mi trova concorde. Non esiste un anno, per quanto terribile, privo di momenti preziosi da ricordare. Dunque, casomai, sarebbe da applicare il concetto di raccolta differenziata anziché quello del repulisti.

Quotidianamente ci troviamo nella necessità di smaltire rifiuti e sappiamo bene, o dovremmo sapere, che si tratta di un grande guaio. Andando indietro negli anni, basterebbe rileggere Un mondo usa e getta. La civiltà dei rifiuti e i rifiuti della civiltà (di Guido Viale, 1994, poi uscito in edizione economica nel 2000, sempre per Feltrinelli) per rendersi conto di quanto ciascuno di noi sia coinvolto.

La raccolta differenziata non risolve totalmente il problema: sarebbe necessario, o meglio, indispensabile, ridurre il volume totale di rifiuti, attraverso il riutilizzo o anche l'astensione dagli acquisti inutili. Tuttavia, la raccolta differenziata è un passo importante, da compiere giorno per giorno. Da compiere nonostante lo scoramento che ci affligge ogniqualvolta guardiamo dentro i bidoni condominiali: c'è chi mischia i materiali, fregandosene; c'è chi li separa, ma confezionandoli in modo sbagliato, con l'umido o la carta depositati in sacchetti di plastica; c'è chi cerca di rispettare le norme, ma si confonde o non sa.

Per quest'ultima categoria, può essere utile consultare il sito web del proprio Comune, che in genere fornisce le informazioni utili. A Cinisello Balsamo, per esempio, basta entrare nella pagina "Dove lo butto?" per risolvere pressoché qualsiasi dubbio sullo smaltimento.

07 dicembre 2020

Abbracci da sogno

Prima di parlarne ho aspettato qualche giorno, e l'ho raccontato a mia mamma perché sapevo che l'avrebbe allietata: "L'altra notte ho sognato papà." "Ooh, e cosa faceva?" "Sorrideva, lo abbracciavo ed era contento." "Oh, che bello che sorrideva!"

Lui era un po' più giovane degli ultimi tempi, io invece avevo la mia età attuale. Ci trovavamo nel salotto dei miei. Lui sorrideva perché ero lì, lo abbracciavo, ci abbracciavamo e si percepiva che la sua contentezza andava oltre le parole, che non pronunciava, limitandosi a sorridere di cuore. C'era una sorta di pudore, quello che sempre, tutti, abbiamo avuto in famiglia riguardo alla verbalizzazione. In verità, credo che tale sorta di pudore investa tutte le famiglie, almeno fino a una certa fase, superata la quale si riesce, perlomeno ogni tanto, a dirsi esplicitamente anche il bene. 

In quell'abbraccio lungo e affettuoso c'era quello mio di figlio e quello suo di padre, ma anche quello mio di padre abbracciato da mio figlio, nel senso che i gesti nel sogno replicavano quelli della realtà recente, del modo in cui il mio secondogenito ventenne mi abbraccia dopo qualche tempo che non ci si vede. 

Nell'abbraccio, in tutti gli abbracci veri, c'è tutto un linguaggio, che comprende e va oltre le parole. Nel sogno, in tutti i sogni vissuti, c'è tutta una realtà, che comprende e va oltre il dire. Abbracci e sogni, veri e reali di per sé, cercano però le parole e il dire che sappiano guarnirli, fissarli, incorniciarli, perché restino un po' di più, ancora un po', almeno un altro po'.



a cura di Giulio Pianese

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