31 ottobre 2006

Che festa sia!

Come già si disse un anno fa, chi se ne importa se è importata, l'importante è festeggiare.
C'è chi lo farà in modi paurosissimi, chi si dedicherà alle mangerie augurali e chi avrà a che fare con bimbi.
Anche a questi ultimi, ma non solo, sono dedicati i Giochi tradizionali da fare, a cura di Jane, la super rossa della Zone:
  • ducking for apples (immergersi per le mele): prendere una bacinella capiente e riempirla di acqua, metterla per terra; buttare dentro delle mele; mettersi in ginocchio (aspettate... non è quel tipo di gioco!) e cercare di afferrare una mela con i denti. Provare per credere, è difficile. In teoria, chi prende la mela per prima si sposa quell'inverno, ma lasciamo perdere...
  • apple peeling (sbucciare la mela): mettersi davanti a uno specchio con una candela accesa e sbucciare una mela; buttare la buccia per terra dietro le spalle; vedrete la faccia del(la) futuro/a sposo/a nello specchio e la buccia disegnerà l'iniziale del suo nome. Di solito gli amici si divertono con foto mostruose e la buccia fa sempre una "c".
  • treacle scones (scones alla melassa): appendere gli scones (specie di tortine) dal soffitto con lo spago e cospargerli di melassa dopo aver messo diversi strati di giornale per terra; cercare di mangiare lo scone senza coprire il capo di melassa. Non c'è alcuno shampoo, sapone o solvente che toglie la melassa dai capelli. Ne so qualcosa.

    Jane :-)

  • Sempre la nostra scozzese preferita ci regala una curiosità linguistica: "Trick or treat è un'americanata. È una pratica antica imitare le fate e andare in giro a chiedere regalini su minaccia di dispetti. Il suo nome antico, ancora in uso da noi, è guising (da disguise, travestimento)."

    25 ottobre 2006

    Annuncio concerto


    Suoneremo per Bagheera,
    balleremo con Baloo,
    canteremo tutta sera
    se ci vieni pure tu


    venerdì 27 ottobre 2006 al Mi Cantino di Monza in via Dante, 6

    il concerto inizierà alle ore 23 in punto
    è consigliabile arrivare un po' prima e meglio ancora prenotare:
    tel. 039 322970

    voci, fiati, tastiere, chitarra, basso, batteria
    funky, soul, blues, R&B, groove & love

    Blubaluba
    questa mi suona bene

    le foto - il video (ca. 18 mega) - gli audio (uno, due e tre)

    24 ottobre 2006

    Oi dialogoi

    Accompagnarli a scuola alla mattina è un privilegio anche per l'opportunità di ascoltarne le conversazioni durante la deambulazione:

    Lorenzo, anni 6: Mamma mia, quanta gente che fuma! Pevrò c'è qualcuno che non fuma mai... gli animali, eeheehhe!
    Francesca, anni 10: Guarda che noi siamo animali.
    L.: No, noi siamo umani.
    F.: Esistono tre regni: minerale, vegetale, animale. Dato che non siamo pietre e nemmeno piante, siamo animali.
    L.: No, senti, noi non siamo animali, siamo degli umani.
    F.: Gli umani sono una specie di animali. Altrimenti anche il leopardo potrebbe dire che ci sono quattro categorie: minerali, vegetali, animali e i leopardi.
    L.: Uffa, non è vevro.
    F.: Senti, dei tre regni: minerali, vegetali, animali, noi cosa siamo?
    L.: Un sogno.

    20 ottobre 2006

    Sentito dire

    Overheard in New York, segnalato da Ceci della Zonker's Zone, riporta frasi sentite per strada e spesso presenta autentiche chicche. Abbastanza innocuo ma carino il seguente scambio ai margini della parata per il Pulaski Day:

    Ragazza polacca n. 1: Era il Cardinale quello?
    Ragazza polacca n. 2: No. Il Cardinale è vestito di rosso.
    Ragazzo polacco: Ehi, se il Papa stesse sopra al cardinale, farebbero la Polonia!
    Ragazze polacche: ...
    Ragazzo polacco: No, voglio dire, come la bandiera!


    Quanto al titolo, non è certo da meno:
    E se gli stesse dentro, farebbero la Svizzera.

    19 ottobre 2006

    Sssht

    Dai, ti prego, solo un momentino: svegliami tra cinque minuti, ho bisogno di staccare un attimo, di lasciarmi andare al torpore e prometto che tornerò presto, che sarò in forma e sorridente; chiamami, in caso non mi rialzassi spontaneamente, però fallo con delicatezza, meglio ancora con dolcezza, ma non troppa, altrimenti anziché lasciare il giaciglio ti ci trascinerò e indugeremo a lungo, più di quanto non ci si possa concedere date le circostanze.

    (chiudo gli occhi e penso che non avrei mai dovuto acconsentire a farmi tatuare l'interno delle palpebre)

    18 ottobre 2006

    Katalogato

    Mi piace la commistione tra dialetto astense e finto nippo di Kata Homo, il catalogo umano allestito da Alice, che mi ci ha inserito e prezzato.

    Aggiornamento: nella prima versione del catalogo ero effettivamente presente in questa veste.

    Matemagica

    Ringrazio la graziosa omonima che mi ha strappato qualche risata inviandomi una serie di immagini sulla risoluzione di problemi matematici, cose tipo questa:



    Problema: Trovare x.
    Soluzione: Eccola qui.

    17 ottobre 2006

    Benvenuto, Fabio!

    Mi hanno comunicato che stasera è nato un nuovo nipotino, il secondogenito della mia sorellina.

    Copia e incolla

    Lo faccio quasi tutti i giorni: tutti i giorni o quasi ritaglio qualcosa qua e là e lo copio su CuT'n'PaStE.

    Oggi invece lo voglio fare qui, per invitarti a leggere o rileggere l'ennesimo imperdibile pezzo di Sphera ["casa.", del 17 ottobre 2006], una che sa infilare perle bellissime sulla collana del vivere:
    A delimitare ciò che ti appartiene non sono i muri che costruisci, ma il raggio della tua luce.

    16 ottobre 2006

    Lingue d'inferno

    C'è un incendio in via Andreoli, proprio in questo istante. Affacciatomi a guardare, sembra che a bruciare sia un appartamento del palazzo in cui abitavo prima, al numero 9. Non ho voglia di scendere in strada e mischiarmi tra i curiosi o i preoccupati per vedere meglio: m'è bastata l'impressione lasciata dalle fiamme che fuoriuscivano prepotenti dalle finestre a lambire l'inizio della notte, mentre non si capiva se il camion dei pompieri con la scala già estratta stesse servendo a qualcosa o meno.
    Un po' d'angoscia per le persone eventualmente in pericolo, ma soprattutto stupore al verificarsi di un evento tremendo per urgenza e realtà, della categoria di quel che si pensa possa riguardare sempre e soltanto altri, altrove.
    Per un momento ho perfino temuto che il fuoco potesse propagarsi casa per casa mangiandosi tutto per duecento metri di edifici fino a giungere qui... e allora mi sono sbrigato a cliccare [Send] sul messaggio e-mail che avevo appena concluso.
    Ora è spento. Restano i lampeggianti blu e arancioni, punto interrogativo intermittente che non si spiega come possa essere indesiderata una voluta di fumo.

    14 ottobre 2006

    Questi so' numeri!

    Estrazione n. 122 del 12/10/2006 (giovedì)
    Milano 52-45-25-76-12


    Me l'ha segnalato Broono, io mica lo sapevo quando scrissi questo.

    Domani metto giù un bancariello in stazione, sotto la metropolitana.
    Vieni con fiducia, vediamo che si può fare.

    12 ottobre 2006

    6 parole

    Mi stupiva che il misurato b.georg usasse le misure per definire una bloggante, poi dall'intestazione della pagina di riferimento ho capito in che senso intendere "la fantastica quarta", ma soprattutto ho trovato menzione, buon esempio e applicazione di un bel giochino: scrivere una storia in sei parole.

    Di primo acchito, "6 parole" mi ha istigato il commento:
    Sole, cuore, amore... Poi però vattene.

    Oggi invece contribuisco con:
    L'amò perdutamente, ma teneva famiglia.

    11 ottobre 2006

    Giù dalla giostra

    Primo: prendere atto della realtà.
    Secondo: ricordarsene.
    Terzo: fissarselo in testa e negli occhi.
    Quarto: fare lo stesso con tutti gli altri sei o sette sensi.
    Quinto: lasciar posare.
    Sesto: promemoria.
    Settimo: ricominciare a guardarsi in giro.
    Ottavo: lasciare che il passato riaffiori come passato e non come finto presente.


    Aggiornamento: oltre a intrecciarsi nei commenti qui sotto, la conversazione sviluppa spunti interessanti con le considerazioni di Flounder e Broono, alle quali ho provato a rispondere qui e qui.

    09 ottobre 2006

    Chiure l'uocchie pe guarda'

    Così un verso di Pino Daniele ai tempi di Musicante, da un pezzo che diceva di musica nell'aria e altre magie ineffabili.
    La musica è la mia salvezza (è tutto quel che ho, cantava lui prima ancora) e in questi giorni mi si propone agli occhi con le parole del già lodato libro di Françoise Goddard; mi attraversa le cavità corporee rimettendomi insieme i frantumi mentre canto con i Blubaluba; mi accarezza le orecchie col sorriso jazzato delle nuvole d'alta montagna, grazie alla cortesia dell'organizzazione I Suoni delle Dolomiti (la stessa di questo evento) che mi ha omaggiato di un bel CD con Stefano Bollani e altri valenti musici, tra cui vecchie conoscenze come Ares Tavolazzi e scoperte per me recenti come Petra Magoni.
    Ho sempre detto che la musica ti frega, per la sua capacità di scardinare qualsiasi bastione di autodifesa emotiva, ma è altrettanto vero che sa essere ausilio terapeutico per la guarigione di qualsiasi ferita, se le si lascia il tempo, se la si segue a tempo, se si comprende che è tempo di lasciarsi andare a quel che sarà.

    07 ottobre 2006

    06 ottobre 2006

    04 ottobre 2006

    Note d'anima

    La musica segue nei fiumi il corso dei pensieri, scava nella terra il solco al sentire, crea nell'aria lo spazio al cuore, mentre toglie il fiato e te lo restituisce a tempo, col tempo dei palpiti giusti, in tempo per non morire e poi ti fa morire, sì, ma di godimento, se ti ci lasci andare.

    Blubaluba, sabato 7 ottobre 2006 allo Spaziomusica di via Faruffini 5 a Pavia: nove elementi a far vibrare l'energia del funky, soul, blues, R&B, groove & love, sulle note dei miti della musica vera, la musica che ha tiro e fa rinascere ogni volta chi suona e chi ascolta.

    03 ottobre 2006

    02 ottobre 2006

    Cuore pulpitante

    Ci passava tutti i giorni in motorino, vicino a quel muro: grigio cemento, senza nemmeno un graffito, con un simulacro di marciapiede raffigurato da un'inutile striscia bianca. Inutile per i pedoni, perché nessuno sarebbe stato tanto avventato da avventurarsi in quel passaggio troppo stretto per l'intensità del traffico.
    Ci passava tutti i giorni e lo rasentava, noncurante del giacchettino in pelle che alla mezza stagione cedeva brandelli di sé scoprendo le parti opache. Noncurante, in quell'estate calda e stolida, della sua stessa epidermide, raschiata più e più volte fino alla carne viva in quelle curve volutamente mal calcolate.
    Ci passava tutti i giorni in lavanderia, a lasciare camicie strappate e a chiazze rugginose, tela d'autore del suo sangue rappreso. Snob quanto bastava ed elegante, impeccabile nei modi e strambo, scontrino alla mano ritirava i suoi straccetti lavati e stirati alla perfezione.

    Ma non gli bastò più quella grattugia: un giorno finalmente se ne accorse, girò il manubrio e ricercò l'impatto. Il muro lo sospese per lussarlo, e alla caduta accoglierne le macchie, così benevolmente e in leggerezza, come nei gesti oliati dalla voglia. Ahilui non si sottrasse ed il suo viso andò a baciar coi bulbi la parete. Il freno conficcato nel costato, un ghigno storto sulla faccia pesta.

    Adesso resta solo un punto in forse: se debba sopraggiungere un furgone e metter fine alfine alle sue pene. Oppure se arrestare il flusso immane, pericoloso traffico adirato, e sia lasciato indenne o almeno vivo il temerario insano e lesionato. Si ascolta il gocciolio che dentro al ventre produce a stille l'organo pulsante, quel cuore che sgozzato vuol cadere giù nell'abisso per dimenticare.

    Ti manderei qualcuno a ricucirti, ma solo se prometti d'imparare: il cuore vuole palpiti e miraggi, tu ascolta i volontari che son saggi.

    01 ottobre 2006

    *

    Quando rumina la vita
    e ti sfugge un poco o latita
    la bellezza va capita
    del sorriso che ti capita.

    (Caspita!)


    a cura di Giulio Pianese

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