30 aprile 2013

Volley come vorrei

Stamattina per una supplenza ho portato la 3a B in palestra e cedendo alla tentazione mi son messo a giocare con alcuni di loro a pallavolo. Roba all'acqua di rose, un tre contro tre così come mi trovavo, ma a un certo punto mi è venuto da ridere nel constatare che la squadra avversaria messa tutta insieme assommava a stento la mia età. È stato allora che tra il sudore, qualche raro recupero e più di un pallone non raggiunto ho pensato, sempre sorridendo, a mio fratello Beppe con gli amici e compagni della Pallavolo Seregno di una dozzina d'anni fa e a Tano, che mi sorrideva a sua volta da chissà dove.

Musexicality



PJ Harvey - This Is Love

Che haiku che fa

Piove con stelle
accumulando urgenze
mangerò un wafer

27 aprile 2013

Stick to Joy

Françoise, mia carissima maestra di canto negli anni novanta, esorta a persistere nella gioia, che è nel mondo intorno e in me.

26 aprile 2013

Pani e gatti

È un mondo un po' così, che altro dire. Di questa moda ho saputo tramite una striscia di Wizard of Id, dove la fattucchiera vede nella sfera di cristallo l'attività svolta dall'umanità del futuro per divertirsi: Bucano una fetta di pane, la incastrano sulla testa del loro gatto e pubblicano la foto su Internet.
Si chiama cat breading il nuovo motivo per cui forse meritiamo l'estinzione.

25 aprile 2013

Scritture partigiane

Oggi è stato il primo 25 aprile senza Renato Massimini, partigiano della Bovisa.
Quando l'abbiamo ricordato anche con un applauso davanti alla sua casa natale, la malinconia s'è trasformata velando un po' gli occhi, ma è stato bello.

Vado a ripescare una foto scattata da Amir nel 2006, quando lo coinvolgemmo nell'iniziativa Scritture di strada ("Ti diamo carta e penna, tu mettici le parole", ma per lui facemmo un'eccezione, mettendogli a disposizione una scrivana che raccogliesse il suo raccontare):

E festa sia!

Torno e trovo su friendfeed un commento di Mikel (lo Sghembo), bello tondo come la luna dei regalini:
[ci si mette quel giusto un po' come diciamo più o meno due giri di anno ma] mi sono riavvolto ogni 25/4 di Verba Manent e quanto di te sia importante l'ho sentito. Accorgersi che ne hai saltato uno per saltare e ballare ad una festa, la mia. Ringraziarti. Come sempre raccontarti di allungare il saluto anche agli altri Pazzi. Perchè si è Pazziati per sempre. - Mikel
Mike è uno che conosco via blog dal 2002 (era lui Il Pallone d'Achille), dal vivo dal 2003. Insieme abbiamo fatto un paio di Pazziate, tra l'altro. Ora lo ringrazio a mia volta:
Grazie Mike, che mi mostri le cose che da vicino non si vedono mica bene come attraverso il tuo sguardo di sghemba tondità. E auguri doppi, tripli a te, a voi e alla vostra progenie per un venticinque aprile di doppia e tripla festa.
P.S.: per chi avesse voglia di musica, risate, poesia e cazzate, ogni giovedì sera dalle 20 alle 22 lo si può ascoltare nella trasmissione On the Mike, in onda dal web su Radioduepuntozero.

24 aprile 2013

Domani venticinque aprile

Al mattino, fazzoletto rosso al collo e bici tra le gambe, in giro a ricordare e omaggiare i partigiani uccisi, portando lapide per lapide corone di fiori, parole e musica.
Per la Bovisa, ritrovo alle ore 9.30 al Circolo familiare di via Mercantini, 15 a Milano. Da lì, alle 10 partirà il corteo a due e quattro ruote, che sfilerà per il quartiere sostando a tutte le lapidi commemorative e ricordando con un fiore anche chi la lapide non ce l'ha, in via Candiani, via Bovisasca, via Varé, via Torelli, via Calabria, via dell'Aprica, via Imbriani e piazza Bausan, poi ci si saluterà con un aperitivo al circolino presso il quale ha sede l'ANPI Bovisa.

Pomeriggio, manifestazione in centro. Il corteo partirà da Porta Venezia alle ore 14.30 per concludersi poi come da tradizione in Duomo.

In serata, conto di aggregarmi alla festosa iniziativa Partigiani in Ogni Quartiere, che comincerà già nel pomeriggio in via Agordat a Milano (zona tra M1 Turro e via Padova), con numerosi interventi musicali e artistici; tra gli altri: Tonino Carotone, Statuto, Renato Sarti, Vallanzaska.

Alla bellezza della semplicità

Essere visibile o invisibile è una scelta che a volte dipende da te e a volte dagli altri. Puoi isolarti o subire l'isolamento, estraniarti volontariamente o patire l'esclusione da indifferenza di quando differenziarsi non serve a niente.
Essere sommergibile o lasciarsi sommergere è una condizione che a volte dipende da una tua scelta. Puoi esplorare nuove profondità o farti affogare dalla testardaggine, navigare in un fluido affascinante o patire la paura e l'incapacità di farti piacere il mistero d'un viaggio placentare.
Essere o malessere talvolta non ti lasciano scelta, ma se le volte in cui ne hai l'opportunità non svolti in direzione giusta, ti lascerai avviluppare dall'infelicità che insisti ad abbracciare, dal nichilismo della lucidità estrema e inutile, anche quando basterebbe sorridere al dio delle piccole cose, alla bellezza della semplicità.

22 aprile 2013

Letto al volo

Uh, da quanto tempo non alimentavo il blog Letture e riletture... L'ho appena fatto, con due o tre righe su La terra della mia anima, di Massimo Carlotto.

Nota: purtroppo l'indice autori non esiste più (era legato alle funzionalità di blogrolling, una vecchia conoscenza della blogosfera scomparsa da anni).

21 aprile 2013

Veleno e antidoto

Il cosiddetto tabbed browsing (navigazione a schede) è la funzione che permette di esplorare più pagine web contemporaneamente tenendole aperte in una stessa finestra e selezionandole di volta in volta grazie alla "tab" (linguetta) che contraddistingue ciascuna di esse. Credo che ormai tutti la usiamo e che molti non ricordino nemmeno com'era prima, però mi chiedo se questa modalità influenzi la forma mentis o ne sia invece la conseguenza.
Procedere con vari filoni mentali aperti contemporaneamente è affine al multitasking, praticato non so se più per necessità o per timore del vuoto (ovviamente mi riferisco all'ambito della quotidianità piuttosto che a quello strettamente informatico). Se per certi versi questa predisposizione favorisce il dinamismo, non se ne può tuttavia negare il carattere dispersivo, che per definizione tenderà a dissipare energie, attenzione, risultati, trasformando una possibile spremuta di realtà densamente saporita in un vago beverone anonimo e anodino.
Antidoto: una cosa per volta.

20 aprile 2013

Un aggettivo

Un aggettivo che mi affascinava da piccolo era "frugale". Più che il significato, intuito senza una compiuta padronanza, a conquistarmi era quanto mi evocava: un mondo fatto di semplicità, rapidità, leggerezza, un mondo diretto, proprio come quello delle fiabe, a pensarci.
Ora la frugalità mi farebbe comodo perché aiuterebbe a guadagnare tempo, eliminando il ciarpame (vedi anche: decluttering) e alleggerendo la vita (in tutti i sensi, anche in quello della bilancia). Non dico sia facile, ma in fondo non è sempre indispensabile essere drastici, per cui anche qualche piccolo risultato qua e là sarà sempre meglio di niente.

C'è luce dietro le nubi

Piove una pioggia di pulizia, con un cielo pronto a farsi sgomberare dal vento. Magari non succederà che si lasci davvero sgomberare e ci scaricherà addosso financo una grandinata, ma tanto un ombrello nuovo l'ho comprato all'entrata del metrò di Sesto effeesse dopo aver lasciato giù la Caju e ora un giretto ce lo andiamo a fare io e Lorenzo, che abbigliandosi in barba al meteo ha testé dichiarato, aprendo platealmente le braccia: "Comunque i pantaloni corti ti danno un senso di libertà!"

19 aprile 2013

As time goes by

Con l'andare dei decenni, le fatiche restano più facilmente e più a lungo impresse nei muscoli, gravando anche quelli che non ci si ricordava di avere. Viene da chiedersi se ciò succeda anche per le sensazioni o le emozioni e la risposta è incerta: da un lato, è vero che la capacità di gustare si affina e soprattutto si rende più consapevole; dall'altro, le dosi d'esperienza e disincanto fungono inevitabilmente da parziale antidoto.
Con l'andare dei decenni, le cose si continuano a fare: è il recupero a essere meno facile e meno immediato. Da questo punto di vista, l'analogia con l'ambito afferente all'immateriale porta a esiti ancora più incerti, ma tutto sommato è più quel che s'impara di quel che si perde.
E comunque, i modi di salvarsi si moltiplicano, senti: Save me - Aimée Mann / Save me - Nina Simone.

18 aprile 2013

Storia e cronaca

Vi ricordate quel diciotto aprile / d’aver votato i democristiani,
senza pensare all’indomani, a rovinare la gioventù?

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(ascoltala nella versione incisa dai Disciplinatha nel 1995)

17 aprile 2013

Lode sia

Sia lode al sonnellino e alla ricarica d'emergenza che così s'offre al fisico che di stanchezza soffre. E sempre sia lode alla capacità di ripartire, cuore aperto, dopo ogni piccolo distacco o abbandono, per abbandonarsi poi di nuovo.

15 aprile 2013

Come in terra così in cielo

È un momento brevissimo quello in cui l'acqua dell'infuso di malva vira al blu prima di arrendersi al verde. Devi coglierlo, come sono stati colti i fiori che lo regalano, fiori poi fatti seccare e mischiati alle foglie in proporzione leggermente sfavorevole per raggiungere il giusto equilibrio, fors'anche quello cromatico: così effimero, così fuggevole, tanto labile quanto incantevole, un punto più in là e non è più blu, un punto più in qua e non lo è ancora. Sembra messo lì a insegnare la rarità della bellezza vera e insieme la necessità della sollecitudine nel goderne subito, al momento appropriato o mai più.
Succede anche guardando in cielo, ogni volta che ti capitano congiunzioni spettacolari da ammirare prontamente, pena la perdita dell'irripetibile combinazione, meglio ancora se la prontezza si accompagna all'ispirazione di condividere il momento, segnalando l'opportunità a chi la saprà apprezzare con uno sguardo dagli occhi bambini.

14 aprile 2013

S'esce comunque

Primavera è quando fai in modo di camminare dalla parte soleggiata della strada. Estate è quando lungo la stessa strada cerchi l'ombra.
Malinconia è quando, in una giornata assolata, un velo si pone tra la sua bellezza e la tua capacità di fruirne godendone appieno. Fiducia è quando, ciononostante, esci lo stesso a respirarti attraverso l'azzurrità.
Casualità è quando il battito d'ali di qualche parola di troppo muta i poli magnetici ammutolendo la gioia. Fortuna è quando sai che primavera e estate, malinconia e fiducia, casualità e fortuna s'incroceranno ancora e di nuovo, e di nuovo e ancora camminerai gustando sole e ombra e i loro fanciulleschi bisbiglii.

13 aprile 2013

Fulgidamente

Sole, perdonami se oggi non ho onorato pienamente il tuo fulgore. Invischiato da scadenze lavorative per revisioni e traduzioni di vario genere, non solo ho disertato il parco, ma non sono nemmeno uscito di casa. Ti ho goduto solo dal balcone, lasciandomi baciare un po' al mattino dalla luce e poi assaporando sulla pelle il tuo calore pomeridiano, come il bucato, steso a profumarsi dei tuoi raggi. Tornerai, vero? Dimmi di sì, troverò il tempo la prossima volta, lo troverò, oppure me lo prenderò.

Astri oltre le piogge

Ogni volta era come quando l'aeroplano si trasformò in astronave, ogni volta c'era un soprassalto di vibrazioni, come un motore di frigorifero che partisse nei pressi dell'osso frontale. Non si era mai abbastanza presenti, non ci si lasciava mai abbastanza andare: l'abbandono vigile non era condizione facile da raggiungere per dei pivelli dalle scarpe pesanti. La difficoltà stava soprattutto nel riconoscere il momento, nel capire che era, quello, un soffio pronto a farsi getto propulsivo per un nuovo fantastico viaggio. Superato l'ostacolo, si trattava poi solo di sussurrarsi, cellula per cellula, le coordinate scardinanti affinché le paratie dell'incredulità cedessero al flusso dell'estasi stellare. Allora, per un infinito istante d'eterno schiudersi, i petali avrebbero accarezzato la pelle e quindi l'anima. L'io rimbalzante euforico e stordito fatto lucido si sarebbe mischiato con l'essere e il nulla e avrebbe viaggiato, a lungo in un attimo, nello spazio profondo e ritorno senza nemmeno dover lasciare la stanza. L'infinito poi sarebbe terminato, l'eternità si sarebbe interrotta, il volo sarebbe tornato caducità, ma lo slancio, ah, lo slancio avrebbe lasciato un marchio nella memoria di ciascuno di quei sussurri, effondendoli cellula per cellula, tramandandoli da ciascuna morente a ciascuna neonata.

11 aprile 2013

Provenienza da altro Comune

Ho chiesto il cambio di residenza, da oggi sarò un cittadino di Cinisello Balsamo. Sebbene di fatto sia "una semplice formalità", sono un po' scombussolato (come per ogni cambiamento), forse anche perché alla memoria affiorano ricordi che dormivano senza tempo, quelli cui non pensavo più (come dice Pino Daniele in una vecchia canzone).

Qualche clic in meno

Non si finisce mai d'imparare, si sa, e questo vale anche o soprattutto per le minuzie. Stamane prima di una spiegazione di storia e geografia sulla Corea del Nord, con tanto di evocazione del cicciobombo, uno dei ragazzi mi ha insegnato quanto per pigrizia non avevo appreso in due anni di possesso di telefonino regalatomi, ossia come metterlo silenzioso premendo un unico tasto anziché seguendo una lunga e noiosa procedura. Calcolando che risparmierò una ventina di secondi al giorno, alla fine avrò guadagnato una bella spanna di vita e questo, quand'anche dovesse piovere moltissimo per tutto quel lasso di tempo, è una cosa bella.

09 aprile 2013

Abbracci

Nel lavoro sono meticoloso (una vecchia amica un po' strolega diceva che è per via di "Marte in Vergine"), ma ciò non esclude la possibilità di immettere anche in quest'ambito, ove possibile, la cordialità autentica. Del fatto che questi siano semi pronti a germogliare ho avuto riprova oggi, quando un cliente mi ha salutato con un abbraccio ("Come here, man, nice to see you again!") che non m'aspettavo.

Come un abbraccio sono state oggi le parole ricevute da una persona che ho visto (e abbracciato) solo un paio di volte dal vivo, ma con la quale i contatti non si sono mai spenti. Mi ha fatto un regalo grande scrivendomi e mi sono lasciato coccolare dai suoi complimenti, benefici per come mi si sono posati addosso. Li voglio riportare anche qui:
Mi è piaciuto tanto il post che hai scritto a febbraio, quello col titolo "E puff".
Te lo volevo dire.
Hai cesellato con le parole una constatazione che appartiene anche a me; sono andata a rileggerlo ieri, sulla spinta di chissà quale stream of consciousness.
La tua scrittura si fa sempre più nitida.
[devo dire che non ricordavo minimamente il post e me lo sono andato a rileggere]

Con un altro abbraccio si è conclusa la giornata: quello tanguero. Per me è quanto di più bello si produce, in essenza, da questo ballo e del quale patirei l'assenza.

08 aprile 2013

Voce e note

Quando anche le orecchie ti ronzano di appiattimenti aziendalistici, non pensare al rebranding, ma a una buona buonanotte, lasciando che la musica annulli le parole:

07 aprile 2013

Meglio

Meglio fesso che cinico. Meglio illuso che nichilista. Meglio aperto che schermato. Meglio ingenuo che preda del disincanto. Però, in ciascun aspetto, meglio che ci sia anche una punta dell'opposto. Un po' come lo yin e lo yang; oppure, più modestamente, come una presa di sale in una crostata, o un pizzico di zucchero nella salsa.

06 aprile 2013

Chiarori

A sud est una falce di luna all'alba, disegnata come in un Truman Show, ma più credibile grazie alla nuvolosità diffusa, mi consola dalla necessità di essermi dovuto alzare con il buio; insieme alla marmellata di mirtilli sulle fette biscottate e al piacere di accompagnare mia figlia al metrò che la porterà a scuola.

04 aprile 2013

Ora in meno ora in più

Me la sono ripresa, quell'ora. È bastato sbagliarsi a impostare la radiosveglia per dormirsela tutta. Poi, certo, mi sono ritrovato a sbrigare in un quarto d'ora quello per cui normalmente avrei impiegato una settantina di minuti, ma ce l'ho fatta e sono comunque arrivato in orario e presentabile. Il che mi fa riflettere su come e quanto sarebbe possibile assolvere a molte più incombenze semplicemente spicciandosi come se si fosse in ritardo. Non a caso, in prossimità delle scadenze si lavora in modo decisamente più alacre. Però che ne sarebbe della dolcezza nel vivere?

Fuori pista

A.: "Non capisco quelli che come inizia il tango attaccano a parlare, dev'essere insopportabile per la dama."
A.: "Magari ci vogliono provare."
A.: "Eh, ma se proprio vuoi scambiarti un numero di telefono ti bastano due secondi, non è il caso di rovinarti il ballo."
A.: "Giusto, o ci sta o non ci sta, non è che bisogna star lì a perder tempo."
G.: "E poi, per i preliminari basta la cortina, no?"
E.: "Però non confondiamo la cortina con la sveltina!"

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Premesso che si stava scherzando davanti al cancello dopo la lezione.
Che le "A." siano Antonio e Anna e che la "G." sia io ci sta; quello che stupisce è che la "E." corrisponda alla pacata Elena.
"L'abbiamo contaminata!" ci siamo detti, mentre Carlo esplodeva in una fragorosa coinvolgente risata.


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P.S.: glossario:
  • cortina = breve brano musicale fatto suonare tra una tanda e l'altra. Serve a indicare che la tanda è terminata e permette alle coppie di separarsi, ritornare ai rispettivi tavoli e trovare un'altra persona con cui ballare la tanda successiva.
  • tanda = gruppo di brani dello stesso genere (tango, vals o milonga) e generalmente dello stesso stile, selezionati dal musicalizador o dalla musicalizadora che anima la serata danzante (le scelte musicali influiscono moltissimo sull'atmosfera che si crea in milonga).

02 aprile 2013

Terziario avanzato

Sono lenta.
Sonnolenza - quanto l'amo - mi cattura.
Sogno venti.
Segno eventi e il calendario mi spaura.
Vado avanti.
Il lavoro è per me pesca d'altura.

[dedicata a un'amica e collega che mi ha casualmente fornito lo spunto]

01 aprile 2013

Treno senza binari

Ieri sera al Treno c'era Jannacci. Tra le milonghe e i tanghi, tra i tanghi e i vals, tra i tanghi e i tanghi lui era lì, era lì spesso, l'ho sentito. I pezzi c'eran tutti, dico tutti perché ogni volta che se ne sentiva uno, sembrava proprio quello atto a catturare e per un momento in più si rimaneva in pè, come Veronica, sorridenti e ammiccanti per la breve gradita cortina omaggiante.

Ieri sera c'era anche Biondillo, al Treno di via San Gregorio 46, dove nel 1877 fu fondata la Società di mutuo soccorso tra macchinisti e fuochisti delle Ferrovie dell’Alta Italia. C'era perché era stato lui a ricordare che la Stazione Centrale a Milano fu arretrata di qualche centinaio di metri, lasciando spazio a via Vittor Pisani (di cui via San Gregorio è una traversa) e anche perché grazie alla sua lezione itinerante ho guardato con occhi diversi la Torre Breda procedendo da Repubblica a destinazione.

Ieri sera c'era tanta gente, al Treno. C'erano anche tre tipe di Vigevano (Linda, Anna e Valeria, se ricordo bene i nomi) venute fin lì solo per guardare. Mi hanno ricordato un incontro di un decennio fa alla prima Blogfest, quando conobbi tre lettrici pure, non (ancora) blogger, vera rarità in quel contesto. Vera rarità anche chi venga in milonga non per ballare, ma da quanto hanno detto sembrano intenzionate ad avvicinarsi alla pratica e così ho auspicato di rivederci non appena saranno invitabili (invitanti lo erano già).

Ieri sera c'era tanta gente al Treno, ma non troppa. Il locale, che insieme a Lorenzo, Elena e Martina visitavo per la prima volta e che ho apprezzato anche esteticamente, era pieno e così la pista, ma nonostante la stanchezza si era contenti d'esser lì e di rimanerci fino alle ore piccole, rimandando il sonno per una tanda (e un sorriso) in più.


a cura di Giulio Pianese

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