31 maggio 2012

Desideri mitici

Con senso di responsabilità faccio come Ulisse e per resistere alle sirene del tango m'incateno dinanzi al tavolo delle verifiche da correggere. Anche la brezzolina notturna invitava a uscire, ma stasera mi limito al balcone, occhieggiando la luna umida e annusando l'aria dopo aver strofinato una carezza al basilico e al rosmarino che da qualche giorno gli fa compagnia. Son sereno, ma so bene che così non va: voglio e devo cambiare marcia, riorganizzarmi per ritagliare sempre il tempo necessario a tutto quel che mi serve e che desidero, dall'attività fisica a quella ludica, col senso della musica e con la musica dei sensi.

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Il bonus musicale è un Battiato di qualche decennio fa.

30 maggio 2012

Cose che rispuntano

Per esempio, prendi una canzone degli anni ottanta: You Spin Me Around.
La prima volta che la sentii ero in discoteca a Plymouth e un tipo in carrozzella la ballava ruotando vorticosamente, come un derviscio a rotelle, su ogni ritornello. Il Paio, se si ricorda, può testimoniare.
A guardarlo ora, il video originale dei Dead or Alive è piuttosto ridicolo, comunque all'epoca mica lo sapevo. Agnimodo, senti invece la cover dei Dope, che non è male.

29 maggio 2012

Milongueros

L'ultimo giorno di scuola porta con sé il rischio della malinconia, ma una birretta condita da qualche risata la sciacqua via agile come lo scorrere della Martesana nei pressi del boschetto. Quello del martedì, come dice Anna, è un gruppo simpatico; un gruppo che miscela affinità e differenze in modo utile e divertente, aggiungo io; un gruppo che sarà contento di ritrovarsi alle pratiche ora che il corso di tango è terminato e che probabilmente sciamerà spesso in milonga, per imparare un po' alla volta a disegnare col corpo le musiche provenienti dall'anima nostalgica.

28 maggio 2012

Auguri!

Confermo: il 2000 è una bella nidiata. Che bello vederli festeggiare, emanare gioia, che bello percepirla e parteciparne, godere di ogni loro esultanza come di un adorno alla vita. E risorridere al mio dodicenne!

27 maggio 2012

Webbietà

Che ridere, sentire Lorenzo parlare del prossimo 29 maggio come del suo "giorno da babalastre".

[nel suo vecchio blog, Sphera raccontò di come nella sua famiglia chi compiva gli anni fosse in quel giorno "onorato" e quindi privilegiato in tutto e per tutto, ma il giorno successivo cadesse praticamente in disgrazia, nello stato di babalastre, ovvero di chi avrebbe dovuto aspettare più di chiunque altro per essere di nuovo "onorato". Avrei voluto puntarvi un collegamento, ma per colpa della chiusura di Splinder se ne sono perse le tracce]

In effetti, riferire ai miei ragazzi le cose del web porta spesso a bei momenti. Ieri, sempre a Lorenzo, ho letto questa frase:
da grande voglio diventare "collaudatrice de il suono di ringhiere con piccoli legnetti"
e lui in un risolino trasognato ha detto: "Vringhievre... che bello."

26 maggio 2012

Orate et manducate

Quando mi sono accorto che erano integre, mi è partita una fila di porchi. Non me le avevano pulite, al mercato, quelle tre orate. Subito il raddoppio della fila di porchi pensando che allora non me le avevano nemmeno squamate e come avrei fatto a cuocerle al forno? Calcola l'insipienza culinaria come attenuante a siffatta reazione esageratamente sanguigna, calcola che il forno è quasi un mistero per me, calcola che non avrei avuto tempo e modo di organizzare altro per il pranzo coi miei pargoli. Comunque, una volta esaurito lo sfogo, ho preso un coltello e dopo aver ribestemmiato per l'inadeguatezza della lama, le ho aperte per eviscerarle. Ho visto che non è impossibile. Poi mi s'è accesa una lampadina, ricordando una frase della mia pescivendola di fiducia che parlava di cuocerle "al sale". Nelle teglie oliate e insaporite con origano, basilico, mandorle, capperi e olive taggiasche avevo già preparato un letto di zucchini, pomodori e cipollotto dolce tagliati sottili e veli di patate ottenuti col pelapatate. Su quel goloso giaciglio ho posto i pesci, ma cospargendoli di sale sopra e sotto. Poi ho infornato, senza cartoccio stavolta. Ce le siamo slappate con alto gradimento.

25 maggio 2012

Piccole droghe

Se in questo momento stessi viaggiando in auto, accosterei. Se stessi guidando in autostrada, mi fermerei alla prima area di sosta o di servizio, parcheggerei, reclinerei il sedile e mi farei una decina di minuti di sonno. Poi ripartirei: ritemprato e sicuro di farcela ad arrivare, riprenderei il tragitto senza chiedermi perché stia procedendo nella direzione che mi allontana dai desideri. Custodirei nel sentire corporeo, insieme alla fatica, il compiacimento di credere che ne sia valsa la pena. Saluterei come ineluttabili i cartelli stradali fugacemente schierati ad accogliermi e i lampioni accesi. Proseguirei fino all'ultimo tratto contrastando la stanchezza riaffiorante. Posteggiando sotto casa, pregusterei l'agognato riposo. Girata la chiave nella toppa, posati zaino e borse, affronterei con le residue energie le piccole operazioni di vivibilità e poi, finalmente pronto a dormire, rimarrei invece a cincischiare per casa o davanti a un monitor fino a ciondolare. Raggiungere lo sfinimento sarebbe forse un modo per imbrigliare la lucidità, quella del pensiero e quella degli occhi, non paghi di tuffarsi da troppo tempo in cieli troppo lontani.

24 maggio 2012

L'iridescenza è nell'iride di chi sa

La musica di ieri lo ha chiamato: c'è un arcobaleno ora e senza che abbia piovuto!

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Il titolo del post proviene da un mio vecchio asterisco.

23 maggio 2012

Leggi un po'

Oggi ti mando a leggere una cosa bella di arsenio bravuomo, una poesia che si chiama superpoteri.

Per me, di superpotere vorrei quello di saper fermare lo struggersi qualche momento prima che vi si affigga il prefisso "di", affinché si liberi spazio per le fiumane del bello, che possano scorrere convergendo dal passato e dal futuro, come un denso arcobaleno di fotoni liquidi.

22 maggio 2012

Gemme di maggio

Durante una supplenza ho letto il sonetto 18 di Shakespeare e ho parlato loro della paradossale opposizione tra natura e arte, ove la prima, tumultuosamente in divenire, richiama il declino e la morte mentre la seconda, nella sua fissità, promette vita eterna.
Ho anche suggerito di apprezzare l'interpretazione canora di David Gilmour, che ben si attaglia all'idea di musicalità da sempre in qualche modo intrecciata all'espressione poetica.

Ma così come la bellezza s'allontana dal bello, neanche i versi eterni a un certo punto bastano più. Meglio il caduco vivere, un ansito di qui-e-ora, meglio il lampo d'un sorriso fugace ma acceso, un fazzoletto di paradiso rubato agli dei del tempo, meglio un passo di danza maldestro condito di gioia fanciulla, e i giochi i colori i disegni i baci, meglio i baci, e dagli occhi vederti che ridi e che sei come sei.

21 maggio 2012

Automotivarsi

Dal sito nuovo e utile - teorie e pratiche della creatività, la Zoe segnala Motivazione: per soldi o per sogni?, un interessante articolo (che a sua volta rimanda a un video e ad altri link da esplorare, ma ora non ne ho il tempo) sul "chi ce lo fa fare" di mettere più energie del dovuto (ovvero di lavorare indipendentemente dal compenso) per fare bene le cose.
Trovo vera l'affermazione: "quanto più il compito è sfidante, complesso e creativo, tanto meno può essere motivato solo da un compenso materiale".

La trovo vera per esperienza e come esempio mi viene in mente la traduzione di uno dei testi meno facili dei Beatles, realizzata qualche anno fa per la versione domestica del dvd di un film (lavoro condiviso con la collega Raffaella Capellaro, ma questo brano toccò a me).
Ecco come la presentai, dopo aver consultato una miriade di pagine, dopo aver importunato un'amica insegnante di madrelingua inglese e il pusher di John Lennon, dopo essermi lambiccato cervello e polpastrelli nel tentativo di sintetizzare impossibili doppi sensi e giochi di parole, il tutto per un compenso inferiore a quello di due pagine di semplici istruzioni per l'uso di un qualsiasi aggeggio o macchinario:

Come Together
[nota: quasi tutte le espressioni utilizzate in questo testo si prestano a molteplici interpretazioni]
(Venite insieme)
di John Lennon e Paul McCartney
© 1969

Eccolo che arriva con la chitarra a cassa piatta, ciondolando lento
ha l’occhio allucinato, lui credente infervorato
ha i capelli fino alle ginocchia
dev’essere un mattacchione, fa quel che gli pare

Non calza scarpe lucide, ha una mischia di schifezze tra le dita dei piedi
ha un dito scimmiesco, si fa di coca-cola
dice: “Vi conosco, mi conoscete”
Quel che vi so dire è che dovete essere liberi
Venite insieme adesso su di me

S’intasca la produzione, ha stivali in gomma da tricheco
ha Ono accanto, ti raddrizza la schiena
tiene i piedi sotto le ginocchia
ti accoglie tra i suoi braccioli, si sente che è malato
Venite insieme adesso su di me

Va su e giù, è preveggente
tra l’acqua di loto e un filtro magico
dice: “Uno più uno più uno fa tre”
Dev’essere un bel vedere se riesci a vederlo
Venite insieme adesso su di me


Il testo originale recita:
Come together

Here come old flat top
He come groovin' up slowly
He got jew jew eyeballs
He want holy rollers
He got hair down to his knees
Got to be a joker
He just do what he please

He wear no shoeshine
He got toe jam football
He got monkey finger
He shoot Coca Cola
He say I know you, you know me
One thing I can tell you is
You got to be free
Come together, right now
Over me

He bag production
He got walrus gumboot
He got Ono sideboard
He one spinal cracker
He got feet down below his knees
Hold you in his armchair
You can feel his disease
Come together, right now
Over me

He roller coaster
He got early warning
He got muddy water
He one Mojo filter
He say one and one and one is three
Got to be good looking
'cause he's so hard to see
Come together right now
Over me

Come together, yeah
Come together, yeah
Come together, yeah
Come together, yeah
Come together, yeah
Come together, yeah
Come together, yeah
Come together, yeah
Come together, yeah
Come together, yeah


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P.S.: per monkey finger avrei dovuto dire: "ha il dito che sa di culo".

20 maggio 2012

Fremiti terrestri

Ieri notte il letto mi ha scosso, svegliandomi. Poi, poco più tardi, l'ha rifatto. Ma in quel letto che non cigola ero solo, era un'ennesima notte di assestamento. Gli scuotimenti veri erano lontani anni luce e dell'epicentro si erano perse le tracce da anni. Eppure l'avevo anche scritto sull'argilla, un tempo, prima ancora di rimanere col naso all'insù a inseguire comete, prima ancora di tornare a sperare e nuovamente disperare. Un nuovo firmamento con le stelle doppie a croce prima o poi lo guarderò, anche se ancora non so da quale Sud.

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Buonanotte, criceti ***

19 maggio 2012

Bruttezze

Cedere un passo alla volta porta comunque all'annientamento.

Viva il mondo colorato, quello capace di sorridere.
Viva il mondo colorato, quello capace di risorgere.
Viva il mondo colorato, ancor più in questa giornata di lutto (maledetti!)

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[immagini dall'album di Gio McCluskey]

18 maggio 2012

17 maggio 2012

I feel post

Scrive Brunella su facebook: "Mo' m'arraccumanno: eravate tutti fan e amici di Donna Summer, è ove'?"

Da questo deduco che la cantante sia morta e penso al fenomeno della commemorazione di massa on-line, con serie apparentemente infinita di link a canzoni.

Indi rispondo: "no, però Love to love you baby sul juke box da ragazzino l'ascoltavo."

16 maggio 2012

Riso soffiato

Il vento qui ha fatto un buon lavoro, regalando una giornata col cielo favolosamente terso e il sole che bacia l'aria.

Anche Joshua Held ha fatto un buon lavoro, con questa vignetta:
Mentre sorridi, un bonus musicale del 1939: Giuseppe Lugo, La mia canzone al vento (Bixio, Cherubini)

15 maggio 2012

Vasenicola

Al mercato del venerdì avevo comprato una piantina di basilico per il balcone troppo nudo e per le insalate di pomodori, poi me la sono dimenticata lì per qualche giorno e quando me ne son ricordato era avvizzita. Sconsolato, le ho dato un po' d'acqua come rimedio di coscienza tardivo e son tornato alle altre occupazioni. Qualche ora dopo, mentre cucinavo, ho pensato che anche una foglia semisecca sarebbe stata meglio che niente, sono uscito sul balcone e, meraviglia, la piantina era lussureggiante, lussuriosamente verde e provocante. "Che bello!" ho mormorato, e ne ho staccato un paio di foglioline, di quelle che se le strofini diffondono un profumo che vorrebbe rimanerti addosso sempre.

14 maggio 2012

Finché vita non vi separi

Chiamami aquila (Continental Divide), film con John Belushi nel ruolo di un giornalista d'inchiesta di Chicago, è sostanzialmente una storia romantica. Mi piacque quando lo vidi negli anni '80 in un cinema di periferia, il Perla*, che si trovava alla Bovisa.
La storia, come pure il personaggio, mi piace ancora, con i contrastanti accostamenti e gli slanci di cui è pervasa. Soprattutto, in tutti questi anni non avevo dimenticato quell'impossibilità di separarsi tanto ben raffigurata dalla scena dei saluti alla stazione che si prolungano sul treno fermata dopo fermata...
Un esempio di coincidenza degli opposti, di superamento delle distanze senza che le differenze si annullino. Come l'autentico reciproco infinito conoscersi.

* in seguito quella sala, dopo un periodo come cinema a luci rosse, chiuse definitivamente.

13 maggio 2012

Colpi di fortuna

Ho già detto da qualche parte che avere fortuna è innanzitutto sentirsi fortunati. Di essere fortunato nelle piccole cose sono davvero convinto e l'ho detto ai miei figli. Peraltro, ho soggiunto, un paio di volte ho anche vinto alla lotteria. Loro hanno sgranato gli occhi, ovviamente increduli, visto lo stato modesto delle mie finanze. Sì, proprio così, ho continuato. Mi sono capitati due biglietti vincenti: uno nel 1996 e uno nel 2000. Dopo un secondo di sospensione hanno sorriso all'unisono, la mia quasi sedicenne e il mio quasi dodicenne.

12 maggio 2012

Come fosse facile

La maggior parte delle cose non dipendono da te, quindi rilassati.
Molte cose, però, s'intrecciano con la tua vita, quindi vigila.
Come fosse facile.
Già, come fosse facile.

11 maggio 2012

Al naturale

Questa mi piace (anche) perché canta a piedi nudi. Piedi nudi che trasmettono sensualità tattile, che fanno pensare a piastrelle calde pulite su un terrazzo d'estate, all'erba di un parco ancora un po' umida, a sabbia da riconoscere, a pediluvi in ascolto di altre voci, all'intreccio di una caviglia in un letto lontano nel tempo e nello spazio, a magie di contatti d'anima attraverso la riflessologia plantare, a rituali inventati da un geniaccio. Piedi nudi che prendono energia dalla Terra e la tramutano in sentire.


10 maggio 2012

Quel che sovviene

Devo smettere di guardare le foto. Devo smetterla per evitare che i ricordi si riducano alla bidimensionalità. Sì, perché le memorie registrate dalla mente attraverso tutti i sensi sono multidimensionali, seppur sfuggenti come sogni fatti di brume. Invece i pixel delle immagini, sovrapponendovisi, appiattiscono le porzioni di ricordo cristallizzando un'espressione, annullando gli odori, negando l'impronta tattile e l'elasticità di un contatto epidermico, il sapore di uno scambio umorale, la traccia dei gesti condivisi e dei movimenti nello spazio. Il rischio è quello del souvenir, che si oppone all'esperienza e anestetizza il ricordo che intendeva evocare.

09 maggio 2012

Esercizietto di traduzione

Come si potrebbe tradurre la seguente scritta, riportata su un furgone e segnalata dal sito Star Walls?
Life sucks if your girlfriend doesn’t
Il problema è rendere il gioco di parole che in inglese si produce grazie al doppio significato del verbo to suck: "fare schifo" e "succhiare" (La vita [xxx] se la tua ragazza non [xxx]).

Questa la mia proposta per aggirare l'ostacolo:
La vita ti spompa se non lo fa la tua ragazza

Ti vengono in mente altre soluzioni?

...intanto, alcune proposte sono sortite dai commentatori di friendfeed.

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v. anche gli esercizi di traduzione: *, **, ***

08 maggio 2012

Diamanti

Le madeleine sono password per le aree più infrattate della memoria affettiva. Criptate da qualche parte, non sappiamo mai come e quando si faranno evocare, né se l'effetto di quanto evocheranno saprà di dolcezza, malinconia, sofferenza, allegria. Per fortuna siamo abbastanza complessi da non risultare sempre prevedibili. Per fortuna la vita ci riserva tante sfiziosità e lo sfizio di non conoscerne prima perfettamente il sapore. Per la fortuna di tutti i sensi, sempre che i diamanti continuino a brillare.

07 maggio 2012

Morfeologia

Ho un appuntamento, durante il tg3 mi addivàno un momento per rilassarmi e mi addormento: sonno profondo con sogni, risveglio in preda all'ansia per il ritardo... ma avevo dormito solo nove minuti.
Era un po' che non mi capitava, ma ricordo quella volta che mi successe in metrò, nello spaziotempo tra due o tre fermate, e mi meravigliai contento di quel dilatarsi dello scorrere dei minuti, pronti a diventare mantice per contenere scampoli del regno di Morfeo.
La fortuna di riuscire a fare microsonnellini ristoratori la imparai da mio padre, che era capace di mettersi in poltrona dopo la pausa pranzo chiedendoci di svegliarlo dopo cinque minuti in modo che facesse in tempo a prendere l'autobus per tornare al lavoro.
Ora però vado, altrimenti faccio tardi davvero.

06 maggio 2012

A piedi su invisibili raggi

La luna poi la notte dei regalini non s'è lasciata guardare, ma tanto qualche desiderio lo esaudisce sempre qua e là: a volte bastano un gelato e una lunga passeggiata i cui passi abbraccino un quartiere e una quindicina d'anni.

05 maggio 2012

Una bella nidiata

Rivedere in una carrellata di foto dei "ragazzi del 2000" la loro crescita, nel fisico e negli atteggiamenti, riconoscere un sacco di compagni e compagne dai tempi della materna o addirittura del nido, riderne insieme e anziché alla lacrimuccia, lasciare spazio e voce all'esclamazione: è bello il mondo colorato!

A domani, sul campo di basket per le finali. Forza Guicciardi 1 e Guicciardi 2!

04 maggio 2012

Prepararsi alla luna gigante

Lasciando cadere la palpebra fino al crollo della capoccia, con l'autosabotaggio a suggerire una cosa e il suo contrario. Ignorando il futuro, giacché la mantica della pelle di luna può sì farlo immaginare, ma senza portarsi troppo avanti, pena l'anestesia del gusto. Il minuetto al pianoforte si sente a intermittenza fra canzoni sconosciute, laggiù ci son sirene che non vengono dal mare ma coi lampeggianti e intanto un aereo solca il vento blu.

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P.S.: come bonus fotografico, la serie Moon di Tomohide Ikeya.

03 maggio 2012

Cose di case

Domani è 'O quatto 'e maggio e una volta, vent'anni fa, traslocai davvero proprio in quel giorno. Con la mia compagna andai ad abitare alla Bovisa, dove avevamo acquistato un minuscolo appartamento al primo piano.

Per la serie "il mondo è piccolo"*, ieri dalla logopedista era seduto accanto a me un anziano signore siciliano; ne ho riconosciuto il cognome e mi è scattato il flash mnemonico; al mio interrogativo ha confermato: quella casa l'avevamo comprata proprio da lui (che però non vi abitava, lo vedemmo mezza volta per la firma dal notaio).

* poi io ci aggiungo sempre "...e la rete è grande", ma in questo caso non c'entra.

02 maggio 2012

Figli pellegrini

Bello lo spettacolino sui Pilgrim Fathers messo in scena dagli scolari di prima e seconda media della Maffucci, perlomeno per noi genitori accorsi ad applaudire i pargoli, che si sono cimentati chi con la recitazione di qualche battuta in inglese nelle vesti dei Padri Pellegrini, chi con l'esecuzione della colonna sonora di accompagnamento ispirata a L'ultimo dei Mohicani. Il patatino mi ha fatto gonfiare d'orgoglio e contentezza per essersela cavata benissimo in entrambi i ruoli, ma soprattutto per aver superato il suo imbarazzo da palcoscenico, uscendone soddisfatto e divertito.

01 maggio 2012

Merenda

Intorno a un tavolo a far merenda, un tavolo tondo con una grande ciotola di fragole, un paio di teglie di crostata fatta in casa dalla nonna e una caraffa di mascarpone preparato dalla nipotina, intorno a un tavolo rotondo in semplicità, con una sufficiente dose di allegria per godersi le battute, con una grande dose di piacere per il fatto di vederli lì, figli e nipoti, cresciuti, cresciuti bene e belli, con quanto basta di stupore per il confronto con il ricordo immortalato in fotografie di fine secolo, proprio sulla poltrona accanto, il tutto innaffiato di gioia per la possibilità di condividerlo con le tre generazioni presenti, lì intorno a un tavolo, con la dolcezza di una merenda fatta in casa.


a cura di Giulio Pianese

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