31 dicembre 2013

Lo stretto indispensabile

Ti bastan poche briciole
il pollice opponibile
un tango o una milonga da ballar
se guardi trovi la
tanguera disponibile
e quella tanda vai ad incominciar

30 dicembre 2013

Sospesi

La convenzionale cesura numerica basata su approssimazioni astronomiche si approssima e un po' ovunque, chi più chi meno, si avverte l'esigenza di sottolinearla. Il brindisi, simbolo e materia, è nel contempo un buon esorcismo e un momento di piacere, ma il conto alla rovescia ha un prima e un dopo con i quali ciascuno si trova a fare i conti, come se fosse possibile tracciare la riga del totale in virtù di un cambiamento di data.
Va bene pensarci su, va bene darsi da fare, ma occorre ricordare che affannarsi, se si tratta di non lasciare sospesi, è inutile. Puoi anche buttare il vecchiume dalla finestra (meglio riciclarlo, però, così riduci il volume di rifiuti), ma il fardello complessivo del tuo esistere non t'abbandonerà per seguire un foglietto di carta numerato appeso al muro.
I sospesi rimarranno tali; tu però non te ne crucciare: anzi, già che ci sei, di sospeso lasciane uno in un bar, cosicché qualcuno meno fortunato se lo possa bere alla prima occasione, nel nuovo anno che sarà già vecchio non appena il sughero avrà toccato terra.
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bonus musicale ad hoc: Sospesa - Malika Ayane

29 dicembre 2013

Adesso basta, anzi no

La potenza di ciò che è in grado di farti contraddire nei fatti le parole è sicuramente proporzionale alla forza delle tue intenzioni, ma ha una qualche consistenza intrinseca.

Così, per esempio, la morigeratezza intesa ad arginare eccessi alimentari potrà essere scardinata da qualche fetta di pastiera napoletana o da una doppia porzione di cappelletti in brodo fatti in casa, mentre i buoni propositi sullo svolgimento di lavori da troppo tempo rimandati potrebbero subire un ulteriore rimando dovuto alla visione di Kill Bill in v.o. (bello, ma siccome rimane in sospeso, ora mi tocca rivedere al più presto il volume due).

In milonga, quando stai per cambiarti le scarpe perché s'è fatta 'na certa e hai deciso di andar via, a farti cambiare idea possono bastare un brano e uno sguardo sul quale corre il desiderio condiviso di ballarlo. Ieri sera, alla Mariposa, tale funzione è stata svolta da Yo no se porque te quiero di Francisco Canaro.

26 dicembre 2013

Incontri

Un incontro tra generazioni non solo per gli artisti che l'hanno realizzato, ma per gli ascoltatori che apprezzano, come noto in questi giorni anche in famiglia.



Desolato - Enzo Jannacci, J-AX, Paolo Jannacci

Un pezzo

Oggi il pezzo l'ho scritto per gallizio.
Poi ne dirò.
Per ora, grazie a lui e auguri a tutti.

23 dicembre 2013

Estensione limitata

Quando hai poco tempo per fare qualcosa, ti ci metti con maggior lena e spesso riesci a combinare di più rispetto ai casi in cui non vi sono scadenze pressanti o precise. Il tempo necessario a svolgere un compito, infatti, si comporta più o meno come un gas, lesto a espandersi e diradarsi se gli viene concesso più spazio.
In questo senso, la condizione di esseri mortali può rappresentare un vantaggio, in quanto produttrice di alacrità e della determinazione che serve a cogliere i momenti e le opportunità, senza lasciar sfarinare quanto di bello, interessante o utile la vita può e sa offrire.

20 dicembre 2013

Quasinverno

Al laio piovoso d'una
sveglia buia assai,
l'aurora boreale
è un alberello
- in corridoio -
bardato di modeste
lucine colorate.

18 dicembre 2013

Per info

L'informazione è manipolata.
L'informazione è manipolata, si sa.
L'informazione è manipolata, si sa, o si dovrebbe sapere se si leggessero i decaloghi sulla manipolazione dell'informazione.
L'informazione è manipolata e forse, chissà, lo sono anche i decaloghi sulla manipolazione dell'informazione.
L'informazione è manipolata: per difendersi, servirebbe un po' d'informazione indipendente.
L'informazione indipendente può aiutare a difendersi dall'informazione manipolata.
L'informazione indipendente, però, va sostenuta.
Per esempio, abbonandosi a Radio Popolare.

14 dicembre 2013

Open day

Giornata di scuola aperta assai gioiosa alla Maffucci, dove stamane mi sono goduto un miniconcerto della terza D: gli alunni hanno eseguito Hallelujah, For What It's Worth e The Pink Panther, tutte in versioni un po' accelerate ma saporite. Lorenzo ha suonato la tastiera nel brano di Leonard Cohen e in quello di Henry Mancini, mentre nel pezzo dei Buffalo Springfield ha sostituito al Glockenspiel una compagna assente.
Il resto della mattinata è trascorso tra presentazioni scolastiche in aula e chiacchiere, risate e abbracci nei corridoi, tra le bancarelle allestite per finanziare le magre risorse scolastiche e le persone che da molti anni ormai rivedo con piacere e partecipazione, mentre le crescita dei rispettivi figli segna il tempo che le nostre clessidre personali dimenticano.

11 dicembre 2013

Dai forconi alla forca

In piazza c'è di tutto e in questo senso il Paese è effettivamente rappresentato nella sua variegata composizione. Senti dire che "è ora di finirla", ma la risposta alla richiesta di chiarimenti è quanto mai vaga: si protesta contro tutto e dunque contro niente. Se ci fai caso, questa è la sindrome da carrozza del treno, quelle vecchio stampo, a compartimenti da 6-8 posti, in cui le discussioni trovavano tutti d'accordo su qualsiasi argomento purché non durassero più di cinque minuti, durante i quali gli interlocutori si sfogavano lamentandosi di qualche inefficienza o ingiustizia, ovviamente senza mai arrivare neanche lontanamente agli approfondimenti che avrebbero condotto a ulteriori quesiti e alle inevitabili biforcazioni d'opinione sulle eventuali soluzioni da adottare. Vai con gli sfoghi, ma occhio che poi, dai forconi alla forca, il passo è breve, specialmente in quest'epoca dove troppe cose sembrano la parodia* della realtà.
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* vedi anche lo spunto di Isola Virtuale su friendfeed.

07 dicembre 2013

Time warp

Sono andato a far gli auguri a una scintillante trentenne e ho fatto un tuffo nel tempo: il digei manovrava vinili, puntine sui loro solchi, cursori tra i due piatti accostati e sciorinava un repertorio d'epoca che richiamava sorrisi o nostalgie. Il fil rouge era la colonna sonora di Rocky Horror Picture Show (che nel frattempo veniva proiettato sul soffitto), ma le divagazioni erano svariate e variopinte quasi quanto le persone festanti.

La festeggiata, tra i suoi multiformi talenti, unisce quello musicale, che sfoggerà questa sera, 7 dicembre 2013, con l'esibizione del duo Selz & Block dalle 21.30 all'EnoSud di via Ollearo 5.

06 dicembre 2013

Madiba

Stamattina a scuola ho ritagliato un momento per parlare di Nelson Mandela, legandomi al testo della poesia Invictus, letta in inglese e in italiano. È quella citata nell'omonimo film girato da Clint Eastwood: eccola, in originale e doppiata.

A proposito di figure memorabili e della loro presenza nella nostra vita, mi vengono in mente, e si attestano come a due capi di un lungo filo, due momenti.
Il primo è un flash della seconda metà degli anni ottanta: sul retro del Leoncavallo (nell'antica sede della via da cui il centro sociale prese il nome, prima del traumatico sgombero avvenuto nell'agosto 1989), in qualche sala o stanza sopra l'Helter Skelter, alcune persone imparavano a danzare sul ritmo di una scatenata e assai energica canzone, il cui ritornello reclamava gioiosamente la libertà per il leader africano ingiustamente incarcerato: Free Nelson Mandela!
Il secondo è in una sala da cineforum in cui proiettavano Invictus, con le parole e gli atti di un grande uomo capace di non perdersi d'animo mai, proprio come nella poesia, con le vicende dell'esaltazione sportiva e di una rivoluzione culturale e sociale, con le immagini a trasmettere l'ampiezza dei cieli sudafricani e della terra rossa come il rooibos. Nel cuore, la commozione cresceva a strabordava un Ti amo, via sms, con una pienezza tale da accogliere con autentica contentezza, in risposta, un semplice sorriso.

Con un semplice sorriso va salutato il percorso di questo grande che se ne va. Con un sorriso semplice come le coincidenze, che esistono solo se ce ne vogliamo accorgere, saluto quest'uomo lontano e vicino, nato il mio stesso giorno e morto nel giorno del mio onomastico. Nella speranza di accogliere qualcuno dei suoi insegnamenti, tanto più veri in quanto testimoniati da azioni e comportamenti.

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Bonus musicale: Hugh Masekela - Bring Back Nelson Mandela

F.Z.

È stato il ventennale della morte di Frank Zappa, l'altro giorno, e non sembra. Zappa avevo cominciato ad ascoltarlo da ragazzino, alla fine degli anni settanta, grazie alle dritte dei miei amici bolzanini. Una passione che ben presto riuscii a condividere con il resto della compagnia di Seregno, fatta di adolescenti tutti attestati sul rock nelle sue varie forme, intransigenti fautori di quella che chiamavano "la nostra musica", salvo quando si trattava di organizzare una festa, unica occasione in cui ammettevamo sul giradischi del nostro seminterrato i vinili "nemici" (ossia brani di disco music che all'epoca avversavamo e che ora mi sembrano financo chicche d'un certo spessore).
Francis Vincent Zappa non smisi più d'ascoltarlo, né le sue Mothers of Invention, ma non ne facevo una nicchia da torre d'avorio, anzi: fui ben contento allorquando, sul principiare degli anni ottanta, risultò sdoganato anche presso chi era proclive ad ascolti meno impegnativi. Me ne accorsi nel momento in cui Drin, il mio compagno di banco di terza liceo, si mise a canticchiare brani da Tinseltown rebellion.
Zappa fu di tutto e di più, pure troppo: credo siano pochissimi ad avere ascoltato tutte le sue pubblicazioni. Per conto mio, m'accontento di quel che ho apprezzato finora e, seppure pronto ad accogliere altro, non sono disposto ad assumere l'atteggiamento da "completista". Semmai, rievoco singoli ricordi e qualche brano preferito, così, con un mezzo sorriso sotto i baffi: *, **, ***, ****.

Figure

Ci sono figure che t'abbracciano la vita. Vita nel senso di lifespan, ossia di durata dell'esistenza: le conosci da piccolo, o da giovane, e ti rimangono sullo sfondo della percezione (o dell'anima, se preferisci) per anni, lustri, decenni.
Ci sono figure alle quali dipingere tratti colorati sul calendario dei ricordi viene naturale. Variopinti tratti indelebili, colori in musica e calore, tratti di collegamento tra un'epoca e l'altra, all'interno e al di fuori della tua vita.
In musica perché è in musica il pulsare del vero vivere, in calore perché è quello che ti scalda il sentimento di troppopieno da abbracciamondo, quel sentimento capace di dare un senso di unità più grande di quanto immediatamente percepibile, come se ci si espandesse nel tempo e nello spazio. Una cosa molto vicina all'amore da innamoramento, ma ancora più inafferrabile.
Ci sono figure che t'abbracciano la vita, anche nel senso di vivere e della sua voglia. Figure lontane eppure lì a portata di mano, d'orecchi, di sguardi: per ciascuno corrisponderanno a piccole esperienze singole, ma queste si assommeranno alle altre tessere del mosaico che ci compone e ci collega, in qualche strano modo, al puzzle più grande.

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Vedi anche: F.Z. e Madiba


a cura di Giulio Pianese

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