30 novembre 2007

Filostre

Una foto del mio amico Luigi Piazzi, dei versi in dialetto trentino di Claudio Delvai, la voglia di trasporli in inglese: ci siamo arrivati grazie a Bhuidhe, la cui resa mi ha ispirato il tentativo di rispettare la forma dell'originale anche in versione italiana.

foto filostre de fen

Filostre de fen che sbusa la neve
luce n'cin zalda che sbrisa sui prai
filostre de fen...
inverno che ven.
(Claudio Delvai)


Haystalks pierce the snow.
Yellowish light slides slight on the meadow.
Haystalks...
Winter walks.
(traduzione di Jane Bowie)


Fili di fieno bucan la neve
luce d'un giallo che scivola ai prati
fili di fieno...
d'inverno il baleno.
(versione di Zu)

20 novembre 2007

L'albero dei desideri

Le mie amiche insegnanti della scuola materna stanno allestendo un albero dei desideri, ogni foglia un pensiero.
Dicono ai bambini e agli adulti di suggerire un desiderio che non si può comprare e chiedono: "Vuoi regalarci il tuo?"

io ho risposto via sms...   :-)

e tu?

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Enzo: Amore: quello che non si esprime a parole, ma che nasce dalla gioia di amare tutti, dal desiderio di capire chi è diverso da noi, dalla convinzione che tutti hanno diritto ad essere parte fondamentale di un mondo che non sia più soltanto una triste "torre di Babele", ma dove la diversità e la cultura di tanti diventino la ricchezza di tutti.

Viviana del lago: Vorrei tanto ritrovare Salvo in un'altra vita... una qualunque delle altre possibili, non c'è fretta. E così fare quello che per miei sopraggiunti limiti di età non mi sono sentita di fare adesso: un bambino con lui. Ci amiamo molto in tutti i sensi e i modi in cui questa parola può essere usata, ma davvero non credo di avere più la forza necessaria per allevare al meglio di me stessa un bambino. Ma se ci penso, se ci penso anche solo un poco a quanto bello sarebbe potuto essere, mi commuovo, come adesso sta succedendo, come inevitabilmente mi succede ogni volta. perchè insieme a lui nella mia vita è entrata, meglio tardi che mai, l'armonia.

Raffa: Vorrei tanto che si imparasse a rispettare il mondo in cui si vive come la casa in cui si abita. A nessuno, in un condominio, verrebbe in mente di staccare i mattoni dalle fondamenta e dai muri portanti per costruirsi un attico superaccessoriato.

Egovirtuale: Non si possono comperare né la scopertalo stupore.

Bhuidhe: Un tappo per il buco nell'ozono. Ma non dirlo ai bambini, che non è simpatico angosciarli a Natale!

Ste: Il coraggio per andarmene da questo paese di merda e di farlo nascere altrove il mio futuro bambino.

Pispa: Sarò banale, ma la salute, la forza e la gioia di vivere! Quello sarebbe davvero un bel regalone! :))

Aitan: Non smettere mai di desiderare.

Elena: Non smettere mai di desiderare.

Wilgengebroed: Blij zijn, de hele dag maar door (ossia To be really really happy all day long, cioè Essere davvero tanto felice per tutto il giorno).

Gilgamesh: Poter smettere di desiderare è la via per la pace e l'armonia. Non essere schiavi dei desideri aiuta ad abbandonare il dolore. Liberarsi del senso di importanza personale: ricordare che salvo una piccola, trascurabile eccezione, l'umanità è fatta di altri. Capisco che è difficile spiegarlo ad un bambino, comunque :)

Mf: Desiderare coraggio e forza d'animo per utilizzarli al meglio quando sei frustrato perché altri desideri non si avverano.

Flounder: Fammi fermare il tempo, fammi andare avanti e indietro nel tempo, a piacimento. Fammi fermare dove mi è piaciuto stare. Fammi restare lì per sempre. Per sempre.

Effe: Sapere che i miei figli saranno felici, e che tutto questo non sarà quindi stato inutile.

Claudia: Non sentire niente. Il male, il bene... niente. Mica per tanto, ma un po', giusto un po'. Per ripigliarsi.

Vanessa: A parte indovinare la prossima combinazione del superenalotto (chiaro!)... aehm, vorrei che si andasse oltre la semplice compulsione a sopravvivere, sì, insomma, vorrei che la gente smettesse di farsi plasmare dalla pubblicità, dal consumismo, da assurdi ritmi obligati e da stupide convenzioni...

Chewingumpergliocchi: A me piacerebbe vedere i codici delle cose. Saper leggere le azioni delle persone, il perché dei desideri, dei bisogni e delle insoddisfazioni, capire la musica e altre meraviglie cui non posso accedere.

Ceci: Rivivere alcuni momenti di allora con la testa e il cuore di adesso.

Rillo: I capelli! Vorrei che mi ricrescessero. Però lisci, stavolta.

Angelo: Il coraggio di saper cadere e rialzarmi da terra ogni volta. Più giù non si va, ma se non si rischia di cadere non si arriva mai da nessuna parte.

Mi: Una casa vivace, piena di voci e di calore!

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Bonus: mi sono imbattuto in una storiella che vale la pena leggere. Naturalmente s'intitola L'albero dei desideri.

19 novembre 2007

Buoni spropositi

Starei anche tutto il giorno a ululare alla nebbia, invece vengo talmente e tanto aiutato di continuo in mille modi utili e affettuosi che non posso fare a meno di dire grazie alla vita.

15 novembre 2007

Batti il tuo

Lo declamavano gli Onda Rossa Posse, e forse è l'unico modo per sfangarla.

A me è sempre fuggito, anzi, quasi sempre. C'è chi dice che è corto ma largo, chi si domanda se scorre o gira, chi lo aspetta e chi lo teme, chi crede di non averlo senza pensare che nessuno lo ha se non se lo prende. Alla fine, ti rendi conto che è eterno nella musica, dove lo segui, e nell'amore, dove lo fermi.

A-Tempo, a cura di Effe, Blulu e Cybbolo

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Rimandi:
* Calendari
* Ocelotonatiuh
* Fugge, corre, svanisce, oppure
* Spostale ancora, Sam
* Time before time

Riferimenti:
* Sphera, per saggezze varie in forma perlacea
* Gilgamesh, per storie di viaggi a ritroso

10 novembre 2007

La tana dell'orso

Proverbialmente, l'orso caccia dappertutto ma non guarda mai nella sua tana. In tal senso, orsi lo siamo un po' tutti quando trascuriamo le opportunità pregne di bellezza e degne d'interesse facilmente raggiungibili, vicine o addirittura adiacenti. Così, capita che solo accompagnando degli ospiti in visita si acceda ai musei della propria città o si riscoprano angoli e scorci segreti, nicchie dimenticate, spicchi d'oblio e squarci occulti allo sguardo ormai cieco dinanzi all'abituale.
Vittime della trascuratezza sono pezzi di spazio ma anche lassi di tempo, ogni volta che ci si dimentica della grandezza irripetibile di ciascun istante. Sia chiaro: lo scrivo come promemoria e incentivo innanzitutto per me, che con due passi avanti e uno indietro sto piano piano imparando.
Lo sto facendo anche grazie ai miei figli, che a Cinisello Balsamo m'invogliano a esplorare il qui e ora, stamane sotto forma di luci e colori tra le fronde ondeggianti del bosco al Parco Nord, con gli occhi felici di sostituire in ogni momento la macchina fotografica.


a cura di Giulio Pianese

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