Nel cibo diviso siede l'angelo*, ma anche in quello moltiplicato. Che sia una ciliegia spiccata al volo in cucina, un gelato allo yogurt da brivido o una cena conviviale, si creano fili invisibili di non detto e altri che s'intrecciano in discorsi tra un boccone e l'altro, ma in ogni caso dev'esserci una sovrapproduzione di ossitocina visto l'incremento di empatia che si sviluppa nel mangiare insieme (dal "cum edere" latino all'ispanico comér), in un crescendo pirotecnico se per caso si arriva fino al ciba(cia)rsi.
* reminescenza da Stefano Benni, La compagnia dei Celestini, leggibile per intero qui.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.