25 agosto 2012

Quaranta gocce

Tuona, stuona, che te lo dico a fare: la finestra ce l'hai anche tu, no? Certo, qui non è lì e magari il cielo e l'aria sono diversi, ma l'arcobaleno che ancora non vedono i tuoi occhi scoccherà frecce simili ovunque pelle nuda respiri brezza, ovunque cuore occluso reclami ebbrezza. Tuona, stona il lampo mancato, la pioggia solo promessa, la tapparella serrata per prudenza anticiclonica ancora asciutta. Perché ti parlo del tempo? Non è tempo per farlo, non ho il tempo che mi prendo: soffiando un po' in là gli impegni accumulo polvere e daffare, prendo i giorni a frustrate e lo so che non va bene, ma tanto si recupera, vero? Non tuona più, ora, l'arco che ancora non vedi risuona con altri armonioso e scocca note di cui s'ignora la chiave. Ha tuonato, prima o poi pioverà come speravi e allora, ricorda, non ti dovrai lamentare, nemmeno se vedessi un'arca.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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