L'illusione di poter catturare il momento si evidenzia quando, privi di nozioni approfondite, abilità specifiche e strumenti idonei, tentiamo, improvvisando, di ritrarre un plenilunio, un paesaggio a perdita d'occhio, un insieme ineffabile di sfumature.
Ancor più quando proviamo a rendere in parole un senso di smarrimento o di mancanza, un disagio non circoscritto, una sofferenza vaga e per questo inaffrontabile.
Tutto ciò si moltiplica, come difficoltà comunicativa, laddove tali intenzioni riguardino non il nostro personale abisso, ma quello tanto più insondabile di qualcun altro.
Lì, la formula del patire è semplicemente proporzionale all'intensità del legame affettivo che permane oltre lo spesso muro dell'incomprensione.
E tuttavia, non si smette di sperare per il meglio (vedi: luna dei regalini).