21 luglio 2012

Alla fine è tutto un grande giro

Dice: ma la smetti di farti adottare? Rido e rispondo che non lo faccio mica apposta, che sarà perché sono fortunato, o che ho le antenne estroflesse e capto, anche se poi magari è solo una questione di numeri e probabilità, elevate a furia di rimanere allo scoperto a costo di prendersi un'adacquata, comunque non posso negarlo: vengo spesso adottato.
Nulla di estremamente impegnativo, intendiamoci, ma le piccole cure sono sintomi di pensieri grandemente affettuosi e, siano essi permanenti o transitori, li apprezzo. Così, accade che vada a consegnare il pesce a un G.A.S. e scoprendo una conoscenza comune (una mia cugina) mi invitino a cena ammannendomi prelibatezze e cordialità egualmente gustose, oppure che dia lezioni d'inglese e mi ritrovi prossimo ospite in vacanza, ma anche una torta fatta in casa, qualche tanda speciale, un libro messo da parte o delle camicie stirate sono testimonianze luccicanti.
Peraltro, non escluderei che portino fortuna. Per esempio, qualche anno fa un amico mi regalò la sua vecchia auto. Dopo averla utilizzata per un paio d'anni, quando dovetti farla rottamare telefonai all'autodemolizioni di mio zio (in realtà, il marito di una cugina di mio padre) e in quella occasione riallacciai i contatti con sua figlia, anche lei come me separata, e frequentandoci la portai a qualche ritrovo coi miei amici. Uno di loro se ne invaghì, ricambiato, e da allora vivono insieme felici e contenti. Era quello che mi aveva regalato l'auto.

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a cura di Giulio Pianese

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