28 agosto 2012

Il respiro dei colori

Ieri, poco prima del tramonto, mentre mi sgranchisco con qualche esercizio prima di corricchiare per il parco Nord, sento un commento femminile di passaggio: "Il saluto al sole, che bello!". Il tempo di rialzarmi e volgere il capo ed è già lontana sul rettilineo, ma al piacere di quanto ho udito si aggiunge la vista di una figura veloce e leggiadra, in maglietta rossa e tuta grigia aderente. Terminato il saluto e qualche allungamento, inizio la corsettina con un sorriso in più. Costeggio le stradine prediligendone il bordo appena sconnesso e così l'attenzione va sui passi, mentre per un tratto sfrutto un tizio come lepre per sostenere l'andatura e rompere il fiato, poi giro sull'erba mentre quello procede sull'asfalto e ritorno in su a chiudere l'8 del mio percorso abituale (abituale negli anni scorsi: quest'anno è solo la terza volta, vergogna). Quando arrivo sul prato verso il limite settentrionale del parco, con la coda dell'occhio la rivedo, eccola lì che si estende in posizioni di stretching stile yoga, con una nettezza di linee che triangola alla perfezione con i due astri che si fronteggiano, uno arancione diffuso e l'altro bianco e tondeggiante, via via meno timido con l'avanzare dell'ora. Luce bellissima, io imbacalito, vorrei avvicinarmi ma l'esitazione mi lascia solo il tempo di vederla ripartire, rapida. La voglia di seguirla s'intensifica nel momento in cui sono testimone di un gesto, una schiocchezza che però mi rallegra: mentre corre, rallenta un attimo per saltare a toccare le foglie di un albero, uno simile a questi. Proverei a raggiungerla per dirglielo, se solo fossi più allenato, ma temo che arriverei più o meno nelle condizioni di Massimo Troisi nella scena dell'isolato.

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a cura di Giulio Pianese

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