28 febbraio 2023

Un paio di cose

Prima che il mese breve se ne vada per fare spazio a quello pazzerello, desidero appuntare qui un paio di cose: una riguarda l'ascoltare il corpo, l'altra una serie TV della quale ho completato la visione.

Domenica mi è capitata una cosa per me insolita, dopo una giornata lunga, bella e intensa. 
In mattinata sono andato a prendere mia mamma all'RSA perché potesse gioire di un pranzo familiare nel corso del quale non sono mancate risate e libagioni: a casa di Martina, sopraffina cuoca come sempre, c'erano anche mio fratello, sua moglie e mia figlia, e abbiamo gustato un rosso, il Sagrantino, che picchia duro dopo qualche bicchiere. Alla fine ho riportato mia mamma in struttura, cercando di consolarla quando a un certo punto si è resa conto che un sacco di nostri cari sono morti (se mi fa domande, non riesco a mentirle). 
Poi me ne sono tornato a casa, intenzionato a uscire di nuovo per andare a ballare. Tuttavia, sentendomi "un po' stanchino", verso le sette ho deciso di farmi un pisolo, ma per bene, cioè in pigiama e sotto le pezze. Di solito mi basta un quarto d'ora di ricarica, ma già immaginavo di restare a dormire per una mezz'oretta, date le circostanze. Ebbene, dopo un po' ho riaperto gli occhi e la radiosveglia, che non avevo attivato, figurati, segnava le 2:33. Invece di contrariarmi, ho sorriso, contento di aver accondisceso a un'esigenza del mio corpo, che non sempre ascolto, e ho ripreso a dormire fino al mattino seguente. 

L'altro fatto riguarda la serie Shameless, di cui negli ultimi mesi ho guardato tutti gli episodi delle 11 stagioni, in originale coi provvidi sottotitoli in inglese. 
Quando qualcosa termina, sono sempre un po' triste, è una sensazione che mi trascino fin da piccolo. Nel momento in cui l'ultimo episodio si avviava alla conclusione, mi predisponevo già al minuscolo lutto, ma la malinconia si è attenuata nel sorriso mentre mi rendevo conto di un riecheggiare, che ho poi verificato: le atmosfere e perfino le parole finali riportano fedelmente all'inizio del primissimo episodio, in una circolarità spiraloide, in cui niente è come prima, ma in un certo qual modo lo ricorda e lo porta in sé, per sempre. 


a cura di Giulio Pianese

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