31 maggio 2020

Rinascita di una Fenice

Mesi fa dalla Val di Fiemme, in Trentino, mi avevano chiesto la disponibilità a partecipare a una mostra collettiva che si sarebbe dovuta inaugurare il 2 maggio presso il centro culturale "Casa Gialla" di Cavalese. Tema proposto: la rinascita.


Avevo accettato, stimolato da un contatto via mail e poi telefonico con Elisa Zanotta, presentatami con gli stessi mezzi dal mio amico Luigi Piazzi, fotografo di grande sensibilità, tra le varie sue doti.

Poi subentrò il lockdown, confinamento collettivo che stiamo tuttora attraversando, e pensavo non se ne sarebbe fatto più nulla.

Ora invece ci si accinge a realizzarla in modalità digitale. Confermo quindi la mia adesione e rilancio qui sotto l'appello a partecipare:

Come la Fenice

Simbolo di "morte e rinascita" che la Natura attraversa ciclicamente ogni anno, ma anche dell'eternità
dello spirito e di tutti quei simbolici momenti di morte interiore - lutti, malattie, separazioni, traumi, difficoltà - che si presentano nella vita e che, superandoli, consentono all'uomo di rinascere più forte e consapevole di prima.


MOSTRA COLLETTIVA
ospitata sul blog del centro culturale "Casa Gialla"
Se sei interessato/a a partecipare con una tua opera, contatta per informazioni Cornelia 3661217187 o Elisa 3470934937.
È ammesso ogni mezzo artistico ed espressivo.

30 maggio 2020

Dimmelo sempre

Più o meno uno lo sa già se sta facendo bene o se sta facendo male qualcosa, però ricevere delle conferme in positivo rassicura e gratifica assai. Se ci pensi, vale praticamente in ogni ambito: da quelli più intimi, al campo delle relazioni affettive o delle interazioni sociali, fino al settore professionale.

"Le parole non contano", "La vera comunicazione avviene a livello superiore", "Non abbiamo bisogno di dircelo" sono tutte affermazioni di un certo livello, certo, ma se l'umanità ha inventato e sviluppato la verbalizzazione, qualche buon motivo ci sarà.
Il dire da solo, ammetto, non vale granché, ma sono molte le occasioni in cui un'esplicitazione risulta più che gradita e si dimostra utile e feconda di cicli virtuosi.

A proposito di un settore professionale che coinvolge a pieno titolo ed effetto anche gli ambiti delle relazioni affettive e delle interazioni sociali, ossia l'insegnamento, ho ricevuto in questi giorni diversi attestati di apprezzamento e stima da fonti diverse, e in parte inattese. Starà a me dimostrare quanto tali gratificazioni possano farsi seme di nuovi e ulteriori entusiasmi, e ne sono lieto.

27 maggio 2020

Una specie di non detto

Quanto ai dolori, siano essi puntuali o diffusi, variano con le singole esistenze e nei diversi momenti di queste e non ne parliamo ora. Del non detto, d'altronde, son piene le interlinee, e talvolta anche i tasti "Canc" e "Backspace". Quel che pur sarebbe tecnicamente comunicabile non sempre ottiene l'imprimatur. Giustamente.

Bisognerebbe saper suonare come qualche genio per esprimere un colore poco definito, una specie d'azzurro, spezie di note che dopo oltre sessant'anni continuano a tracciare solchi d'ineffabile tra l'orecchio e l'animo.

Invece, lo posso solo ascoltare: così come nessuno può suonare al posto mio, io non posso fare passi al posto di qualcun altro, nemmeno quando vedo chiaro il tracciato, nemmeno se il tragitto mi pare facile, quasi elementare. Ecco, lo dico: il dolore è quello di vedere e non poter agire.

25 maggio 2020

Tasselli

Sono tante le cose da mettere a posto, ammesso e non concesso che ci si riuscirà compiutamente. Per ciascuno si tratta di piccole o grandi situazioni disagevoli, di rinunce o coercizioni, di mancanze, preoccupazioni, lontananze. Evitiamo però che le lagnanze minute facciano perdere il polso della visione d'insieme: ci sono sciocchezze e facezie e ci sono dolori e stupori, ci sono puntuti fastidi e amplissime devastazioni; i reali sconquassi non vanno confusi con meri contrattempi, e se una cosa buona si deve trarre dal periodo trascorso (ma in verità lo si dovrebbe fare sempre) è quella di saper valutare e apprezzare l'essenzialità, ossia ciò che conta davvero.

Ad esempio, gli affetti e gli abbracci. Quelli che già da prima sussistevano solo nel pensiero e nell'animo, ci sono e non ci sono indipendentemente da qualsiasi virus. Quei pochi che finora abbiamo potuto ritrovare, però, come delizie c'insaporiscono e nel contempo fanno anelare ad allargare la cerchia, riallacciandone i fili sottili fino ad ogni palpito riconosciuto.

Nella sottocategoria dei riabbracci, il tango come pratica collettiva e sociale mancherà per chissà quanto ancora, ma nel frattempo piccoli tasselli semi-isolati vanno a comporre una simil-milonga, minuscola e solo in video, grazie alle cure della cara Deborah, in arte Lulamiao, che il sabato sera sta organizzando da qualche settimana Lejos de ti, milonga a distanza per chi ne ha voglia. Scaricato Zoom sul cellulare, per la prima volta ho partecipato anch'io, con Martina, ed è stato bello condividere questa nostra passione, anche se per poche tande. Quando Lulamiao pubblicherà il video, metterò un link qui.


a cura di Giulio Pianese

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