06 giugno 2023

Lì in mezzo

C'è una foto di mio papà Umberto che tiene per mano mio figlio Lorenzo piccolino, bello e buffo con il berretto a sghimbescio: li riguardo e mi sembra di stare lì in mezzo, tra le loro mani, contento e sorridente di tenerezza anch'io.
Non la pubblico qui ma fidati, è bella, bella ben oltre la mia ovvia parzialità.
Baci e baci.

29 maggio 2023

More di gelso

Quando le cogli poi si vede perché ti tingono le dita, quando le mangi si sente perché sono dolci dolci e poi anche lì si vede perché ti tingono il sorriso. 

Le colsi e le mangiai al parco di Villa Litta ad Affori, le ho colte e mangiate al parco Nord nella zona di Bruzzano che ho visitato ieri per la prima volta. 
In entrambe le occasioni, grazie ai festeggiamenti per mio figlio Lorenzo, un patatino allora, un grandone oggi, sempre con tanta dolcezza. La mia, la nostra, quella della famiglia riunita per le occasioni speciali. 
Le more invece stavolta erano meno pronte, sebbene parecchio apprezzabili. Il cane Nelson non le ha mangiate, era troppo occupato ad agitarsi per le numerose papere che si aggiravano nei dintorni.

30 aprile 2023

Come un venticinque aprile

Incontri attesi e incontri disattesi, incontri inaspettati e incontri mancati; incontri improvvisi, incontri di sorrisi: in manifestazione, in una manifestazione partecipatissima e sentita, è come nella vita: non riesci a vedere tutti, ma sai che ci sono o saprai che ci sono stati; e soprattutto, sai di esserci e sarai contento di esserci stato. 

Come nella vita, in un venticinque aprile anche chi non c'era lo puoi portare con te, per un pezzetto di strada, nell'aria come la musica, nello spazio come le danze, nello specchio dei sorrisi moltiplicati, nel passato dei ricordi, nel futuro del pensiero.

31 marzo 2023

Riveditinme

Cercherò di riflettere meglio, disse lo specchio, ma tu prenditi cura della mia nitidezza.

28 febbraio 2023

Un paio di cose

Prima che il mese breve se ne vada per fare spazio a quello pazzerello, desidero appuntare qui un paio di cose: una riguarda l'ascoltare il corpo, l'altra una serie TV della quale ho completato la visione.

Domenica mi è capitata una cosa per me insolita, dopo una giornata lunga, bella e intensa. 
In mattinata sono andato a prendere mia mamma all'RSA perché potesse gioire di un pranzo familiare nel corso del quale non sono mancate risate e libagioni: a casa di Martina, sopraffina cuoca come sempre, c'erano anche mio fratello, sua moglie e mia figlia, e abbiamo gustato un rosso, il Sagrantino, che picchia duro dopo qualche bicchiere. Alla fine ho riportato mia mamma in struttura, cercando di consolarla quando a un certo punto si è resa conto che un sacco di nostri cari sono morti (se mi fa domande, non riesco a mentirle). 
Poi me ne sono tornato a casa, intenzionato a uscire di nuovo per andare a ballare. Tuttavia, sentendomi "un po' stanchino", verso le sette ho deciso di farmi un pisolo, ma per bene, cioè in pigiama e sotto le pezze. Di solito mi basta un quarto d'ora di ricarica, ma già immaginavo di restare a dormire per una mezz'oretta, date le circostanze. Ebbene, dopo un po' ho riaperto gli occhi e la radiosveglia, che non avevo attivato, figurati, segnava le 2:33. Invece di contrariarmi, ho sorriso, contento di aver accondisceso a un'esigenza del mio corpo, che non sempre ascolto, e ho ripreso a dormire fino al mattino seguente. 

L'altro fatto riguarda la serie Shameless, di cui negli ultimi mesi ho guardato tutti gli episodi delle 11 stagioni, in originale coi provvidi sottotitoli in inglese. 
Quando qualcosa termina, sono sempre un po' triste, è una sensazione che mi trascino fin da piccolo. Nel momento in cui l'ultimo episodio si avviava alla conclusione, mi predisponevo già al minuscolo lutto, ma la malinconia si è attenuata nel sorriso mentre mi rendevo conto di un riecheggiare, che ho poi verificato: le atmosfere e perfino le parole finali riportano fedelmente all'inizio del primissimo episodio, in una circolarità spiraloide, in cui niente è come prima, ma in un certo qual modo lo ricorda e lo porta in sé, per sempre. 

16 gennaio 2023

Fermare il tempo

There are moments when time does stop. We must be alert enough to notice such moments.  

(John Irving, A Widow for One Year)

Leggo un'altra bella storia di John Irving, autore che dopo più di trent'anni ancora non mi stufa, e concordo con questa sua affermazione: "Ci sono momenti in cui il tempo davvero si ferma." 

Uno, e scriverne è quasi ricorsivo, è quello della lettura, se ci si trova immersi in una storia avvincente. Un altro è l'ascolto della musica, quando le si dedica attenzione e sentimento. Esempio attiguo è quello del ballo, nella mia esperienza soprattutto il tango, in quanto coincidenza di percezione e comunicazione espresse nel movimento condiviso. 

Sintetizzando, succede quando ci si appassiona. 

Quanto alla seconda frase di Irving, è un monito saggio e utile: "Dobbiamo essere abbastanza vigili da notarli."
Utile non solo per goderseli come si deve, ma anche per distinguerli da altri modi per fermare il tempo che attengono all'ambito delle dipendenze. Come riconoscerle? Basta rendersi conto di come ci si sente dopo: carichi e contenti o vuoti e depressi. 

07 gennaio 2023

Viaggiare nello spazio

Per viaggiare nello spazio, il modo più economico è immergersi nella lettura: abbandonarsi a parole, pagine, vicende rese reali attraverso la decodifica di segni su carta. 

Un altro è percorrere chilometri, a decine o centinaia, per spostarsi anche fisicamente in luoghi diversi. 

Entrambi sono affascinanti, ma il secondo ti permette di vivere da vicino graziosità e bellezze in parte inattese, come nel caso del centro storico di Treviso, e magari di incontrare finalmente di persona chi conoscevi solo online da qualche lustro, come nel caso del magnifico Mistro, che dal vivo è perfino più simpatico e interessante che sul web. 

05 gennaio 2023

Per la Befana

Anziché una calza, per la Befana lascio in vista una scarpa da tango, perché me la riempia di tante altre occasioni per ballare. (*)

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(*) ballare tango mi piace molto; perfino quando durante una serata il pavimento si rivela inadeguato continua a piacermi molto, se le tanguere sono quelle giuste. (**) 

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(**) nessun accostamento deve essere inteso tra di esse e la signora che vien di notte con le scarpe tutte rotte.

04 gennaio 2023

Viaggiare nel tempo

Per viaggiare nel tempo, il modo più facile è abbandonarsi alla musica. Un altro è seguire i fili d'Arianna dei ricordi condivisi. Funziona anche ripensare alle persone che nel corso della nostra vita hanno accompagnato momenti o periodi particolarmente incisivi. 

Viaggiare nel passato, in effetti, soprattutto nel proprio, è tutt'altro che impossibile; farlo nel futuro, però, richiede uno sguardo lungo, lunghissimo, che non tutti possiedono. Io non ce l'ho, né credo di volerlo, tutto sommato. 

03 gennaio 2023

Qualità o quantità

La finitezza della dimensione temporale suggerisce o addirittura impone di privilegiare la qualità rispetto alla quantità.

Tuttavia, elementi quali ansia, impazienza e golosità vi si frappongono come ostacoli non immediatamente sormontabili.

Credo valga tanto per il cibo e le libagioni quanto per intrattenimenti vari, tra cui per esempio il tango.

Sono l'accresciuta consapevolezza e l'affinamento del gusto a indurre la capacità selettiva, ma sarebbe arido tralasciare il fattore umano, e stupido ridurre la gioiosa interattività, sia essa in ambito ludico, lavorativo o sociale in senso ampio.  



a cura di Giulio Pianese

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