30 novembre 2024

Chimico benessere

Stendo fuori. Tempo due o tre minuti e vedo, controsole, il fumo uscire dalle magliette appese. È vapore, che bello! Sorrido alla natura e alla termodinamica, e a me che con l'andar del tempo non perdo l'entusiasmo per le piccole cose. 

Oggi è sant'Andrea*, patrono della Scozia, dove andrò forse un altr'anno, non il prossimo. Così si chiude novembre, mese tra alti e bassi, ma mi rammento che è bene ricordare ogni momento in cui si è stati felici, o sereni, o in pace, scoprendo che non sono pochi. E che è bene farlo sorridendo, con il concreto beneficio delle sane dopamine che autorilasciamo per il nostro chimico benessere.

* auguri a mio nipote!

30 settembre 2024

Baluginii

Un giorno dopo l'altro, è il calendario, ma la cronologia non è quella evidente e appesa alla parete: momenti distanti, come lampi siderei s'intrecciano a nutrire e complicare orizzonti, ricordi, e molteplici futuri. 

I mille universi di tutti i libri letti colorano gli interstizi tra le tessere e pure i pezzi mancanti del puzzle che riassume il presente. 
La musica lo avvolge e ne è il propellente. 

E di nuovo si impara a.
Muoversi tra gli immensi spiragli che lo sguardo regala se lo si punta per bene sul bene. 

Creature di noi stessi, a ritrovar di slancio e fuori dal tempo nuove e antiche dimensioni.

30 agosto 2024

Oggi per domani e oltre

Ehi, ma non sei abbronzato, e le ferie? Eh, sono ormai lontane: quest'anno le ho fatte il 30 e il 31 febbraio. 

Ehi, allora, com'era l'Egeo? Ondoso, soprattutto al largo; anzi, alla larga, purtroppo. 

Ehi, ti sei riposato, sei carico? Carico a pallettoni, come una lupara in bianco. 

Ehi, chissà come te la sei goduta, coi vostri tre mesi di vacanze, vero? Sì, abbiamo tutti in dotazione il calendario di Interstellar. 

= = =

Ma ne sarà valsa la pena, lo dico e ci voglio credere. 
E nel frattempo, tango a sfinimento, anche se in realtà non sfinisce mai, perché ti ricarica con ogni nuovo abbraccio e soprattutto con ogni bell'abbraccio ritrovato. 

= = =

(P.S.: e tu non fare scherzi: procedi a tappe verso una felice serenità.)

31 luglio 2024

Zampine

Mi lascio percorrere la pelle della mano e poi dell'avambraccio dalle zampine di una coccinella mentre sistemo una minuscola percentuale del marasma casalingo dopo le settimane di assenza in questo luglio diviso tra Trentino e Inghilterra. 

Porta buono, la coccinella, così dicono, ma più che altro mi è simpatica e con ciò mi fa sentire fortunato. La fortuna può essere anche, anzi talvolta soprattutto, uno scampato pericolo, di cui assai semplice è il criterio: se si campa, lo si scampa. 

La stanchezza si fa sentire, specialmente quella emotiva, ma il procedere della coccinella suggerisce che il rallentamento dei ritmi, lungi dal produrre danni, aiuta a ricentrarsi e a generare cerchi benefici attorno a sé, a patto di non incresparne le onde con l'impazienza dell'impulsività. 

Altre onde attenderanno, nell'Egeo nord-orientale, di avvolgere piaceri e confondere le lacrime, riassestando corpo e anima, carezzando pelle e mente. Mi lascerò percorrere il pensiero dalle zampine della nostalgia e della malinconia, affidando a sole e brezza maiuscoli sorrisi in minuscola risposta. 

30 giugno 2024

Piccola cronaca

L'oleandro è fiorito bene; sul balconcino esposto a sud tutte le piante vivono felici: ho perfino gustato qualche pomodoro (datterini e sardi) nato e maturato lì. 

L'esame l'ho passato, benissimo, conseguendo ufficialmente l'abilitazione all'insegnamento dell'inglese (la seconda, giacché la prima l'avevo presa per sbaglio in francese, avendo clamorosamente equivocato sulla classe di concorso al momento della frettolosa iscrizione due anni prima, in piena era Covid). 

Nel frattempo, è passato anche il tuo quinto non-compleanno, papà Umberto, che manchi e ci sei. 


Riposati, mi hanno suggerito alla fine degli impegni scolastici; invece, ho approfittato per festeggiare e divertirmi in questo entr'acte, prima di immergermi in un luglio denso di impegni, familiari e in qualche modo scolastici, giacché accompagnerò dapprima la mamma in Trentino (non vede l'ora) e poi i miei studenti in Inghilterra (finalmente ci torno). 

31 maggio 2024

Su, coraggio

L'oleandro sul balcone sta fiorendo, sempre che la grandinata non l'abbia fatto fuori. Domattina, se farò in tempo, darò un'occhiata. 

Ho una prova di abilitazione tra tre giorni e mi torna in mente Eduardo De Filippo, Gli esami non finiscono mai: visto che ho già superato i sessanta, a quanto pare aveva ragione lui. 

Si possono sempre scovare motivi per essere lieti tra una tragedia e l'altra, purché non bombardino noi. E non mi riferisco alla grandine. 

Tra meno di una decina di giorni ci sono le europee: pur senza entusiasmo, a votare andiamoci, ché quelli là sono pericolosi, anche un secolo dopo. 

La stanchezza non vale come scusa. 

Tra parentesi, non vedo l'ora di tornare a ballare, soprattutto perché al momento me ne devo astenere per prepararmi all'esame; ma in fondo è solo per qualche giorno, De Filippo non avrà ragione del tutto... a parte le inevitabili incombenze legate agli esami dei miei alunni di terza media!

Come, scusa? La stanchezza non vale?

29 aprile 2024

Ora e sempre (resistenza)

Imbracciammo il fucile
per tornare a ballare.

Questo è il punto, la differenza essenziale tra partigiani e fascisti. 

Per circa un ventennio le camicie nere avevano usurpato posti di potere in virtù della catena di comando instaurata dalla violenza ingiusta: repressione, ricino e bastonate al servizio dei più abbienti senza scrupoli e con la complicità degli ignavi. 

L'orizzonte dei resistenti nasceva dalla disperazione, ma tra lacrime e stenti si colmava di speranza per un futuro di gioiosa normalità, di vita e giustizia. I nostri ragazzi, ossia i nonni e bisnonni che all'epoca erano per lo più giovinetti, di far la guerra avrebbero fatto volentieri a meno. 
Anche per questo dico che nella seconda parte della seconda guerra mondiale, in Italia un partigiano sarà stato sempre meglio di un fascista. 

31 marzo 2024

Di (n)uovo

Oh, sì, dai, sorprendimi! Detto, fatto. Come si è schiusa, la giornata mi ha annunciato il regalino: un'ora in più. Che bello, pensavo, e invece no. L'ora in più era sull'orologio, non nel tempo a disposizione. 

Stavolta mi ha colto impreparato, totalmente ignaro, ma dov'ero stato? Forse impegnato a ballare, probabilmente distratto da begli scambi comunicativi, sicuramente inebriato da una personale risurrezione, sta di fatto che il passaggio all'ora legale me lo sono proprio perso. 

Ho rimediato con una corsa, un affrettarsi che è sempre alla portata più di quanto si pensi, e il resto è fluito. 
Alla nuova luce e nuova ombra mi abituerò piano piano, come tutti. 

29 febbraio 2024

Un giorno in più?

Che te ne faresti di un giorno in più? 
Ventiquattro preziose ore regalate, pensaci. Nel momento in cui ti dovessi sentire in affanno, ecco un bacino di espansione per affrontare gli imprevisti, evadere le incombenze, sciogliere i nodi, mettersi in pari. Già: mettersi in pari, ma in pari con cosa? 

Quando può capitarti un giorno in più? 
Trecentosessantasei invece di trecentosessantacinque, è chiaro: in un anno bisestile. Bonus per tutti: anche dovesse piovere, sempre di bonus si tratta. Proprio quello che ti serviva, dici, giusto il tempo di recuperare, di fare quel che hai ripetutamente rimandato. Dunque, dipende dal calendario? 

Un giorno è un giorno; se è in più, a deciderlo non sarà una convenzione appesa al muro, ma il tuo atteggiamento. Come in quel film bellissimo, About time, con l'intuizione che non sto a svelare qui, ma che riguarda il modo di porsi nei confronti di ogni singola giornata e di ciascun istante del suo svolgersi. Non ci credi? 

04 febbraio 2024

Ieri e ieri l'altro e di nuovo

Non vi è stato alcun bisogno di infilare occhiali rosa con quel cielo confetto: un rosazzurro quasi da cartone animato. Rosazzurro come il negozio nel quale i miei si servivano quando eravamo piccoli: la tranquillità esperita inconsapevolmente e perciò data per scontata. Bellezze incredibili, a riguardarle con gli occhi della memoria.

Un bianco e nero quasi seppiato poche ore più tardi al cinema, con temi trattati in modo crudamente geniale, vedi le violente movenze sui virtuosismi vocali di Petra Magoni. Scene e vicende che lasciano l'amaro in bocca, perché l'apparente esagerazione caricaturale è purtroppo molto meno di quel che accadeva e continua ad accadere. C'è ancora domani, dice lei, ed è purtroppo vero ancora oggi. 

Bianca e nera anche la torta per la festa del Tangoy sabato. Un'intera sera a ballare: non ci si stufa mai, e come si potrebbe?, di musica e abbracci, quelli ritrovati e rinnovati, quelli nuovi che spesso celano piacevoli scoperte, quelli riscoperti. 

Oggi un'altalena al parco Trotter ha ospitato una ottantanovenne, che a un certo punto ha perfino iniziato a spingersi da sola: mia mamma, se sollecitata, lo spirito ce l'ha. Sorrido. 



a cura di Giulio Pianese

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