Il cosa e il come lo trovi leggendo quel tal post.
Ora che anche Simone ha detto la sua, vedi e rivedi quel tal post, hai ancora un grappolo di ore o forse giorni per partecipare, dato che il primo aprile non si lancia quasi* mai niente e quindi domani ce lo si prende di pausa.
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* blogrodeo a parte.
31 marzo 2008
26 marzo 2008
24 marzo 2008
Una canzone
Di seguito la mia traduzione di un pezzo di Joni Mitchell dall'album Blue, del 1971.
L'originale è qui.
L'originale è qui.
All I Want (Tutto quel che voglio)
Viaggio su una strada solitaria
cercando qualcosa, che può essere?
Ti odio un po', un po' ti amo,
ti amo quando mi dimentico di me
Voglio essere forte, voglio ridere
voglio appartenere alla vita
e viva voglio alzarmi e scatenarmi
fino a disfare le calze davanti a un juke-box
Vuoi ballare con me?
Ti va di provarci
magari ad avere una storia con me,
dai!
Quel che voglio davvero dal nostro amore
è che tiri fuori il meglio in me e in te
Voglio parlarti, voglio farti uno shampoo
voglio rinnovarti ancora e poi ancora
applaudire, battere le mani alla vita
quando penso ai tuoi baci la mente vacilla
Vedi, lo vedi quanto mi fai male?
Così te ne faccio anch'io
e c'intristiamo tutti e due.
Viaggio su una strada solitaria
cercando la chiave per liberarmi
La gelosia, la brama sfibra,
e distrugge tutta la gioia possibile
Voglio divertirmi, voglio splendere come il sole
voglio essere io quella che vuoi vedere
voglio sferruzzare per farti un maglione
voglio scriverti una lettera d'amore
voglio farti sentire meglio
voglio farti sentire libero
voglio farti sentire libero
22 marzo 2008
20 marzo 2008
Il tempo delle molle
Quello che ti spinge a fare, andare, mangiarti il mondo con gli occhi.
Comincia oggi, quest'anno: la pulce nell'orecchio me l'aveva messa la decorazione di Google, la conferma l'ho trovata dal contadino.
E la luna piena viene subito dopo l'equinozio, come a dire che i desideri vanno espressi dopo aver capito come bilanciarsi.
Beh, intanto vado a sentire i Monday Blues in quel di Bresso.
Comincia oggi, quest'anno: la pulce nell'orecchio me l'aveva messa la decorazione di Google, la conferma l'ho trovata dal contadino.
E la luna piena viene subito dopo l'equinozio, come a dire che i desideri vanno espressi dopo aver capito come bilanciarsi.
Beh, intanto vado a sentire i Monday Blues in quel di Bresso.
19 marzo 2008
Enhance Colors
Era un po' di tempo che non andavo da Cinisello Balsamo alla Bovisa al mattino presto. Oggi il disagio della sveglia imprevista è stato compensato quasi subito: guidando attraverso il parco nord, i colori accarezzavano la vista, generati dalla luce naturale che filtrava da un cielo teatro di nuvole vive, accostati in delicate tavolozze di bellezza quasi surreale, sfrontati nella loro avvenenza superiore. Un photoshop ultraterreno che induceva a esclamare intimamente: "Bravo Dio, si vede che cj hai la Passione!"
17 marzo 2008
07 marzo 2008
Tacabanda
In casa sono stato sempre il più pigro con gli strumenti musicali (a parte il flauto a scuola, ho suonato solo il sax tenore per un paio d'anni verso la fine dell'adolescenza), credo soprattutto perché ai tempi del liceo già cantavo in un gruppo e mi piaceva così.
Gli altri invece almeno per un po' ci hanno dato dentro: mio fratello, oltre a suonare la batteria nei Fragole e Sangue e nei Pontebragas, se la cava un po' con la chitarra; la sorellina più piccola con clarinetto e sax, anche se poi s'è messa a far tremila altre cose e ha abbandonato il pentagramma.
Tere invece continua a suonare, oltre alla chitarra per i bimbi della scuola materna, il basso elettrico nella Banda di Seregno e la tromba in vari altri contesti, tra cui la S. Cecilia Big Band che si esibirà domani sera, 8 marzo 2008, al Teatro San Giuseppe di via Verdi a Meda (MI), alle ore 21:15, nell'ambito della VI Rassegna jazz medese.
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(io non vi assisterò perché impegnato sulle nevi coi miei pargoli - in Lorenzo s'è accesa la passione e pare anche parecchio portato per lo sci, sicuramente molto più di me, che bado più che altro a sopravvivere rimettendomi in gioco dopo un trentennio in panciolle)
Gli altri invece almeno per un po' ci hanno dato dentro: mio fratello, oltre a suonare la batteria nei Fragole e Sangue e nei Pontebragas, se la cava un po' con la chitarra; la sorellina più piccola con clarinetto e sax, anche se poi s'è messa a far tremila altre cose e ha abbandonato il pentagramma.
Tere invece continua a suonare, oltre alla chitarra per i bimbi della scuola materna, il basso elettrico nella Banda di Seregno e la tromba in vari altri contesti, tra cui la S. Cecilia Big Band che si esibirà domani sera, 8 marzo 2008, al Teatro San Giuseppe di via Verdi a Meda (MI), alle ore 21:15, nell'ambito della VI Rassegna jazz medese.
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(io non vi assisterò perché impegnato sulle nevi coi miei pargoli - in Lorenzo s'è accesa la passione e pare anche parecchio portato per lo sci, sicuramente molto più di me, che bado più che altro a sopravvivere rimettendomi in gioco dopo un trentennio in panciolle)
04 marzo 2008
Selton
Quasi quasi faccio il bis. Me li ero già goduti mercoledì scorso, seguendo la dritta di Massimo, che ho poi incontrato lì in gradevole compagnia. E se dico che addirittura valgono un bis a distanza di una settimana, non servirà sottolineare che ti consiglio di non perderteli domani sera, mercoledì 5 marzo 2008, al Frida di via Pollaiuolo 3 a Milano.
Si tratta di quattro giovani musicanti brasiliani che propongono un'esibizione divertente, simpatica, coinvolgente. Suonano e cantano, bene, un po' in portoghese e un po' in italiano, con qualche svisata in milanese.
Sì, anche in dialetto, dato che il repertorio comprende principalmente pezzi di Jannacci, Cochi e Renato, e a ritroso fino al classicone di Giovanni D'Anzi. Poi eseguono anche qualche brano proprio, oltre alle cover dei Beatles con cui già si dilettavano per le strade e i giardini di Barcellona, dove pare siano stati notati e pescati come nelle migliori fiabe.
Visti dal vivo, i Selton conservano e trasmettono l'entusiasmo degli esordienti, ma mostrano una padronanza notevolissima, tale da permettere loro di osare e godersela, reinventandosi in continuazione. I quattro si fanno in quattro e cantano tutti, armonizzando ottimamente o gigioneggiando, oltre a suonare quasi di tutto, tra chitarre, basso, batteria minimale, percussioni varie e kazoo. Artisti di strada che se continuano così resteranno a lungo sulla strada maestra.
P.S.: ho un interrogativo inevaso riguardante "Silvano", una delle canzoni presenti nel disco Banana à Milanesa, registrata con la partecipazione di Enzo Jannacci che ne ha scritto la musica. Il testo, un po' sbilenco e surreale nello stile degli autori Ponzoni-Pozzetto, ovvero Cochi e Renato, comprende qualche passaggio oscuro, ma in particolare non capisco l'espressione "non valevole ciccioli". Cosa vuol dire? Se me lo sai spiegare, ti pago volentieri da bere.
Per dirimere il dubbio filologico, invece, mi sono affidato alla pagina ufficiale dei testi, visto che in rete si trovano versioni discordanti: "non valevo le ciccioli", "non-valevole ciccioli", "non volevo dei ciccioli" e addirittura "l'onorevole ciccioli" (questa l'ho sentita o ho creduto di sentirla, Su e Narsil possono testimoniare, anche da un cameriere della pizzeria La Fabbrica di viale Pasubio e al momento mi pareva plausibile).
Nota: che figata la rete! A distanza di un anno e mezzo, nei commenti è arrivata la risposta all'interrogativo posto sopra. Grazie a Jazzer!
Si tratta di quattro giovani musicanti brasiliani che propongono un'esibizione divertente, simpatica, coinvolgente. Suonano e cantano, bene, un po' in portoghese e un po' in italiano, con qualche svisata in milanese.
Sì, anche in dialetto, dato che il repertorio comprende principalmente pezzi di Jannacci, Cochi e Renato, e a ritroso fino al classicone di Giovanni D'Anzi. Poi eseguono anche qualche brano proprio, oltre alle cover dei Beatles con cui già si dilettavano per le strade e i giardini di Barcellona, dove pare siano stati notati e pescati come nelle migliori fiabe.
Visti dal vivo, i Selton conservano e trasmettono l'entusiasmo degli esordienti, ma mostrano una padronanza notevolissima, tale da permettere loro di osare e godersela, reinventandosi in continuazione. I quattro si fanno in quattro e cantano tutti, armonizzando ottimamente o gigioneggiando, oltre a suonare quasi di tutto, tra chitarre, basso, batteria minimale, percussioni varie e kazoo. Artisti di strada che se continuano così resteranno a lungo sulla strada maestra.
P.S.: ho un interrogativo inevaso riguardante "Silvano", una delle canzoni presenti nel disco Banana à Milanesa, registrata con la partecipazione di Enzo Jannacci che ne ha scritto la musica. Il testo, un po' sbilenco e surreale nello stile degli autori Ponzoni-Pozzetto, ovvero Cochi e Renato, comprende qualche passaggio oscuro, ma in particolare non capisco l'espressione "non valevole ciccioli". Cosa vuol dire? Se me lo sai spiegare, ti pago volentieri da bere.
Per dirimere il dubbio filologico, invece, mi sono affidato alla pagina ufficiale dei testi, visto che in rete si trovano versioni discordanti: "non valevo le ciccioli", "non-valevole ciccioli", "non volevo dei ciccioli" e addirittura "l'onorevole ciccioli" (questa l'ho sentita o ho creduto di sentirla, Su e Narsil possono testimoniare, anche da un cameriere della pizzeria La Fabbrica di viale Pasubio e al momento mi pareva plausibile).
Nota: che figata la rete! A distanza di un anno e mezzo, nei commenti è arrivata la risposta all'interrogativo posto sopra. Grazie a Jazzer!
03 marzo 2008
Scia
"Per fare le cose bisogna farle", diceva quello* e aveva ragione. Troppa mollezza, troppi se e ma, troppe sbarre inesistenti vietano in molti casi piccole o grandi esperienze verniciandole d'impossibilità. Chi si trincera dietro motivazioni che gratta gratta si rivelano impietosamente scuse, chi sortisce veli acrilici ad ammantare alla meno peggio pigrizia e paura, chi si rigira in sudari ingarbugliandoli ad arte fino a ottundere ogni movenza, chi s'inventa codicilli astrusi per soffocare il rischio di mettersi davvero in gioco. Chi? Oh, beh, quasi tutti, una volta o l'altra, cosa vuoi. Mica ce l'ho con qualcuno in particolare. Però se il talvolta diventa un sempre, se l'atteggiamento s'incancrenisce, stai all'occhio, perché il giorno per giorno cui rinunci non te lo restituisce nessuno. Trucchetto: quando trovi a portata di mano qualcuno carico d'entusiasmo, accodati. Non per fare il succhiaruote in eterno, giusto per prendere l'abbrivo, come in una spumeggiante scia.
* tra l'altro, il fatto che "quello" fosse il nonno di Sphera mi fa propendere per l'idea che la saggezza sia una questione di stirpe.
* tra l'altro, il fatto che "quello" fosse il nonno di Sphera mi fa propendere per l'idea che la saggezza sia una questione di stirpe.
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