31 marzo 2018

Regalarsi bellezza

Almeno di tanto in tanto, occorre una dose di bellezza gratuita.

È questo il succo di quel che ho cercato di trasmettere ai ragazzi di quarta qualche giorno fa al CIOFS. Era il 21 marzo e ho detto loro: Oggi è la giornata internazionale della poesia e ritengo giusto ritagliarci del tempo per qualcosa di bello. Vi farò una lezione diversa, sulla quale non interrogherò. Potete scrivere, se volete, ma non è obbligatorio. E ho parlato loro del sonetto, per sommi capi, descrivendo la differenza tra lo schema tipico del dolce stil novo e quello elisabettiano, per arrivare a William Shakespeare e presentarne il numero diciotto, come già avevo fatto in altre classi in anni passati. Questa volta però è stato meglio: mi hanno davvero fatto un regalo rimanendo attenti e concentrati per tutta l'ora e ponendo qualche domanda alla fine. Dopo la lettura, le spiegazioni e la traduzione, abbiamo concluso con l'ascolto della versione musicata e interpretata da David Gilmour. Mi sono poi goduto la contentezza incredula dei colleghi e della direttrice al racconto di quanto successo ("Ma i nostri?!").

Frequentare la poesia, cosa che si fa troppo poco, che io stesso faccio troppo di rado, nutre l'anima e ravviva interiormente come una pioggia di primavera i colori. È più o meno la stessa cosa che succede le rare volte in cui mi concedo di assistere a un concerto di musica classica. Prima di andare è la pigrizia a prevalere, magari condita da un vago timore di annoiarsi, mentre alla fine si esce sempre arricchiti e più belli dentro. Forse anche fuori, perché lo splendore autentico che emana dalla parte migliore di noi stessi è capace di farci sfolgorare oltre ogni aspettativa.

Coerentemente, l'altro ieri mi sono regalato la giornata e approfittando dell'ingresso gratuito alla Pinacoteca di Brera in occasione della riapertura delle sale napoleoniche, sono rimasto a girare e a guardare capolavori per oltre quattro ore. Mi sono procurato un'audioguida, alternando così ove possibile ascolto e lettura per la presentazione delle opere e non esitando a sedermi di tanto in tanto. Me la sono presa comoda, non ho saltato nemmeno una sala, nemmeno un quadro ho trascurato. Non possiedo competenze adeguate per opinare sul nuovo allestimento, ma posso dire di avere gradito molto la visita e di avere apprezzato il risultato visibile dell'ottimo lavoro di restauro effettuato dai tecnici e dagli studiosi di Brera.

11 marzo 2018

Veniamo un po' da tutte le parti e da nessuna

"Las cosas solo son puras si uno las mira desde lejos. Es muy importante conocer nuestras raíces, saber de dónde venimos, conocer nuestra historia, pero al mismo tiempo, tan importante como saber de dónde somos es entender que todos, en el fondo, somos de ningún lado del todo y de todos lados un poco."
(Jorge Drexler)

Le cose sembrano pure solo se le si guarda da lontano. È importantissimo conoscere le nostre radici, sapere da dove veniamo, capire la nostra storia. Allo stesso tempo, però, importante quanto sapere da dove veniamo è capire che, in fondo, siamo tutti un po' di tutte le parti e di nessuna.

Queste parole le ho ascoltate in una conferenza* su TED intitolata Poetry, music and identity (Poesia, musica e identità), scoperta grazie a un link rilanciato su facebook a proposito di un brano (dal minuto 7:30) in cui questo musicista parla della milonga e delle sue origini, nell'ambito di un discorso più ampio e molto interessante sulla multiculturalità.

Pace e bene.

(* in spagnolo, ma nel sito trovi la trascizione anche in altre lingue)

08 marzo 2018

Un augurio ripetuto

Non ho fatto gli auguri ad alcuna delle donne che ho incontrato oggi.
A scuola, però, a quattro diverse classi di adolescenti, ho espresso il mio augurio e cioè che in futuro non debbano più essere necessarie giornate come questa.
Ho spiegato e rispiegato cose ovvie ma evidentemente non scontate: che la condizione femminile è tuttora critica, che le donne sono oggetto di discriminazioni sia a livello sociale (ho portato l'esempio degli stipendi iniqui per differenza di genere), sia a livello familiare (ho parlato delle incombenze domestiche), sia soprattutto a livello di mentalità diffusa.
A proposito di quest'ultimo punto, ho tracciato un collegamento tra i pregiudizi più o meno sottili, ma comunque piuttosto radicati, e comportamenti inaccettabili quali la possessività ossessiva e la violenza, che coincidono con l'incapacità di stabilire rapporti paritari, riconoscere e comprendere le differenze, cogliere l'opportunità di crescere insieme, nel confronto e nello scambio permanente.


a cura di Giulio Pianese

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