31 maggio 2015

Tra due cieli

Era come trovarsi tra due cieli. Da un lato i nuvoloni carichi di gocce pesanti e generosi nell'offrirne una seppur diradata campionatura; dall'altro piccoli squarci d'azzurro che risaltavano al contrasto e fasci di luce solare che filtravano tra le persiane del cielo a far brillare le diverse tonalità di verde delle chiome arboree. Subito lo sguardo si attivava alla ricerca dell'arcobaleno, cromatico bacio tra cielo e terra, estetico premio per chi abbia tuttora occhi di bimbo.

Il luogo di questa scena non era un'amena meta vacanziera né una località particolarmente privilegiata da incontaminati angoli di bellezza naturale: a saper guardare, le nicchie di paradiso si trovano perfino nell'hinterland milanese, cintura metropolitana fornita di tutti gli ingredienti più nocivi per noi e per l'ambiente.
Non dico di non far niente per contrastare le alterazioni dell'equilibrio ambientale in cui ci tocca vivere, ma nell'attesa che si compia la umana speranza, sarebbe cosa buona e giusta assumere l'atteggiamento suggerito da queste parole di Italo Calvino nel magnifico libro Le città invisibili: "cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".

Sorrido al pensiero che questo atteggiamento continua a essere mio nel tempo, come puoi leggere anche in qualche vecchio post.

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bonus: Sarah Vaughan, Gimme A Little Kiss

29 maggio 2015

Hetty Verolme

Un paio di settimane fa ho avuto il piacere e l'onore di fare da interprete a una signora classe 1930 e alla bambina piena di energia che è tuttora in lei. Hetty E. Verolme è una sopravvissuta alla Shoah e ha deciso di raccontare la sua storia in un bel libro, adatto anche per ragazzi: Hetty. Una storia vera, edito da Il Castoro nella scorrevole traduzione di Maddalena Fessart. Le vicende sono quelle da lei vissute dal momento in cui all'età di 12 anni fu deportata nel campo di concentramento di Belsen in Germania, dove le toccò occuparsi della sopravvivenza propria e di una quarantina di bambini.

Un bell'estratto dell'incontro si trova nell'articolo di Chiara Vanzetto (Corriere della Sera, 11 maggio 2015), scaturito dall'intervista a cui sono orgoglioso di aver contribuito come interprete. Da parte mia posso aggiungere che l'emozione dell'ascolto ha portato noi presenti sull'orlo della commozione, ma che la serenità trasmessa da Hetty è quella di un cuore che non ha mai smesso di pulsare anche per gli altri.

Sugli abiti le cucirono una stella gialla, ma dentro le risplende una stella d'oro. Sarà anche perché, dico io, di secondo nome si chiama Esther, the Morning Star o stella del mattino.


28 maggio 2015

Mongolfiere colme d'affetto

Oltre che persone, i figli sono eventi che ti riempiono d'amore fino a farti sollevare dal suolo. Le figure genitoriali, mongolfiere colme d'affetto, salgono fin quasi alle nuvole, ma senza staccare il filo che le lega a terra. Quel colmarsi risulta talvolta verbalizzabile, quantomeno in maniera approssimativa, ma il più delle volte è indicibile e si traduce in sguardi che accarezzano in silenzio la prole.

I figli sono persone e saranno loro le nuove mongolfiere, colme dell'amore ricevuto e di quello generato. Il filo che le lega a terra sarà nuovo, il nostro sarà già stato tagliato. Non è dato sapere se ci s'incontrerà in volo o di nuovo a terra.

Questo o quel colmarsi è intermittente e si alterna a brevi intensi scoramenti ogniqualvolta si percepisce la propria impotenza a garantire in ogni momento serenità assoluta o addirittura felicità ai frutti dei propri lombi, cosa impossibile perché altrimenti non sarebbe vita autentica. L'intermittenza è dunque una corrente alternata di pieni e vuoti, di positivo e negativo, di colmarsi e svuotarsi, ma funzionano così anche il pulsare che ci tiene in vita e il respiro.

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bonus e auguri di buon compleanno al mio Lorenzo: Talk Talk, Spirit of Eden (album completo, 1988)

05 maggio 2015

Nuovo esercizio di traduzione

Ecco un twit intraducibile di Bill Murray*:
The amount of people who mix up “to” and “too” is amazing two me.
Leggendolo ad alta voce e trascurando la grafia, significa: "La quantità di gente che confonde "to" e "too" è sbalorditiva per me."
Tuttavia è intraducibile perché il gioco di parole si basa su un'assonanza inesistente in italiano, quella tra "to" (a), "too" (anche) e "two" (due), il cui utilizzo improprio dà origine allo scarto umoristico.

Ho provato dunque a creare un adattamento, stando sempre nei 140 caratteri di twitter, anzi, in meno:
La quantità di gente che non sa quando usare a con l'acca ah dell'incredibile.
Che ne dici? Altre idee?


* in realtà la battuta non è di Bill Murray, ma di qualcun altro, visto che la pagina è una parodia e non appartiene al famoso attore statunitense.

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bonus: Holly Golightly & The Greenhornes, There Is An End


a cura di Giulio Pianese

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