26 maggio 2012

Orate et manducate

Quando mi sono accorto che erano integre, mi è partita una fila di porchi. Non me le avevano pulite, al mercato, quelle tre orate. Subito il raddoppio della fila di porchi pensando che allora non me le avevano nemmeno squamate e come avrei fatto a cuocerle al forno? Calcola l'insipienza culinaria come attenuante a siffatta reazione esageratamente sanguigna, calcola che il forno è quasi un mistero per me, calcola che non avrei avuto tempo e modo di organizzare altro per il pranzo coi miei pargoli. Comunque, una volta esaurito lo sfogo, ho preso un coltello e dopo aver ribestemmiato per l'inadeguatezza della lama, le ho aperte per eviscerarle. Ho visto che non è impossibile. Poi mi s'è accesa una lampadina, ricordando una frase della mia pescivendola di fiducia che parlava di cuocerle "al sale". Nelle teglie oliate e insaporite con origano, basilico, mandorle, capperi e olive taggiasche avevo già preparato un letto di zucchini, pomodori e cipollotto dolce tagliati sottili e veli di patate ottenuti col pelapatate. Su quel goloso giaciglio ho posto i pesci, ma cospargendoli di sale sopra e sotto. Poi ho infornato, senza cartoccio stavolta. Ce le siamo slappate con alto gradimento.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi