10 maggio 2012

Quel che sovviene

Devo smettere di guardare le foto. Devo smetterla per evitare che i ricordi si riducano alla bidimensionalità. Sì, perché le memorie registrate dalla mente attraverso tutti i sensi sono multidimensionali, seppur sfuggenti come sogni fatti di brume. Invece i pixel delle immagini, sovrapponendovisi, appiattiscono le porzioni di ricordo cristallizzando un'espressione, annullando gli odori, negando l'impronta tattile e l'elasticità di un contatto epidermico, il sapore di uno scambio umorale, la traccia dei gesti condivisi e dei movimenti nello spazio. Il rischio è quello del souvenir, che si oppone all'esperienza e anestetizza il ricordo che intendeva evocare.

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a cura di Giulio Pianese

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