28 febbraio 2006

Anche a me

A mia madre piacciono le donne (A mi madre le gustan las mujeres), di Inés París e Daniela Fejerman, l'ho visto solo quest'anno e grazie alla biblioteca rionale.
Di fatto, da quando sono al mondo i due gioiellini che qualche amico reputa "troppo belli per essere davvero i tuoi figli", le sortite verso il grande schermo si sono rarefatte quanto e più delle festività soppresse. La visione sui pochi pollici di un apparecchio vetusto non è di per sé esaltante, ma usufruire di un DVD e dunque poter gustare anche la versione in lingua originale compensa la parziale frustazione e arricchisce l'esperienza.
Nella fattispecie, la pesca dagli scaffali mi ha portato una commedia che a onta dei temi trattati risulta leggera e delicata ma non evanescente, dolce ma non sdolcinata, in cui i personaggi sono delineati con accuratezza e le vicende si dipanano in modo godibile e divertente.
Pochi giorni fa ho poi scoperto che la protagonista, Leonor Waitling, è anche la sensuale voce dei Marlango.

27 febbraio 2006

Futuro incerto

Lorenzo, mentre lo accompagnavo alla materna: "Sono indeciso: da gvrande non so se favre il vetevrinavrio o le olimpiadi".

25 febbraio 2006

Ieri sera al Dal Verme

Bella serata con diversi artisti e comici, ma soprattutto con il piacere di reincontrare un sacco di persone perse un po' di vista ma indimenticate.

Parecchi i momenti divertenti o pregnanti sul palco, ma in particolare ho visto un cortometraggio che sarebbe valso da solo la serata: Che idea nascere di marzo, diretto da Osvaldo Verri e dedicato a Fausto e Iaio, mischia vita morte amore sesso spirito poesia speranza in modo commovente e delicato.
Lo si può trovare in uno dei CD allegati al libro 20 per Luca.


Dicevo delle persone ritrovate, frequentate all'epoca e nel corso degli anni soprattutto in ambito musicale: sono quel che sono, ma per me anche quel che hanno fatto. Tuttavia la domanda si pone: cosa resta nel tempo di una produzione artistica, piccola o grande che sia?
Una risposta l'ho trovata al bar dell'atrio, dove una tipa, sentendo menzionare i Fragole e Sangue mi ha detto che si ricordava... si ricordava di uno che metteva l'intero pugno in bocca. Dopo un attimo di smarrimento ho capito che non parlava dei concerti, ma di una delle libere prestazioni giullaresche di Beppe e del suo spettacolare smascellarsi.

24 febbraio 2006

Riconoscimenti (?)

Mi hanno riferito che mia figlia ha detto: "Anche quando sta al computer un sacco di tempo, mio papà poi è... intelligente."

23 febbraio 2006

Oggi in piazzale Lugano

Va bene scrivere e leggere, ma ogni tanto bisogna esserci e fare.

Appuntamento alle 17:30 di oggi giovedì 23 febbraio 2006, perché chi non ha memoria non ha futuro.

21 febbraio 2006

Con la lingua a zigzag

Le persone nate ai primi del '900 fecero in tempo a subire il passaggio dal francese all'inglese come lingua ufficiale della diplomazia internazionale.
Sentendo pronunciare in una cronaca di slittino olimpico chicane all'inglese (scikéin) anziché, come mi era sempre successo nelle vecchie telecronache automobilistiche, alla francese (scikàn), ho intuito quale orrore dovette gelar loro il sangue all'epoca.

P.S.: sono stato contento di trovare proprio oggi da mirumir la presentazione di Tlaxcala, la rete dei traduttori per la diversità linguistica...

20 febbraio 2006

Ieri alla festa di quartiere

Nonostante la pioggia, le iniziative per ricordare i 20 anni dalla morte di Luca Rossi sono riuscite benissimo e hanno riscosso notevole successo in tutti, grazie anche alla Biblioteca rionale di via Baldinucci, che ha messo a disposizione i suoi spazi. Bella e nutrita partecipazione di grandi e piccini, con momenti di divertimento, di attenzione, di riflessione (e commozione per qualcuno).

Presenti la Banda degli Ottoni a Scoppio e la Banda Roncati di Bologna, i giocolieri e trampolieri del Torchiera, il coro di Micene, le due teatranti Fedra ed Elisabetta Jancovich, che conoscevo tramite RadioPop, un burattinaio (Oscar, del Torchiera), le bancarelle del mercato equo e solidale, SocialPress col libro 20 per Luca, Daniele Biacchessi col suo ricordo di Fausto e Iaio, il banchetto dell'ANPI, laboratori creativi e animatori di attività ludiche per bambini piaciute anche ai grandi.

E poi i compagni veri, quelli che ho sempre visto darsi da fare attivamente sul campo, nelle strade e nelle piazze, nei centri sociali, con le persone e senza tessere. Quelli che dopo vent'anni continuano a farlo, tenendo in braccio i figli piccoli. Quelli che ho abbracciato e ringraziato di esserci, e che si sono messi a ridere, non essendo abituati a vedersi riconoscere esplicitamente e affettuosamente gli sforzi compiuti e il lavoro svolto.

Tocco magico: mi ha emozionato gioiosamente riconoscere Gabriella e poterla risalutare, dopo quella volta al Torchiera.

Sono contento di essere vivo.

19 febbraio 2006

Venti per Luca

1986-2006: in questi giorni, nel ricordo di Luca Rossi, ancora una volta la vita esce sulle strade e nelle piazze a prendersi la sua rivincita sulla morte.

Domani qui alla Bovisa speriamo nella clemenza del tempo, per portare anche i bambini a godersi la Banda degli Ottoni, la Banda Roncati di Bologna, i giocolieri e le bancarelle.


Aggiornamento: per fronteggiare l'instabilità meteorologica, il tutto si è spostato presso la Biblioteca rionale di via Baldinucci 60 (c'è anche l'ANPI Bovisa, con Licia e i suoi giovanotti).


Tra qualche giorno, poi, presenteranno un libro su quegli anni e sono orgoglioso del fatto che in uno dei CD allegati sia presente un brano dei Fragole e Sangue:

Se potessi

Se solo sapessi dove
Aggregare voci e idee
Se potessi fonderci
Non direbbero sogni tuoi

Se solo sapessi dire
Che gli spazi siamo noi
Se potessi offrirteli
Non diresti più sogni tuoi

Se solo potessi urlare
Sensazioni di energia
Se potessimo creare
Suscitare intensi sogni noi

18 febbraio 2006

Muscolazione sentimentale

Una cosa bella di oggi è successa in tarda mattinata, quando ancora in pigiama ho passato una ventina di minuti sul divano con Francesca e Lorenzo, tra avvinghiamenti, lotte e solletico, scherzi, ruggiti, urla e risate, proteste alternate di basta! e ancora!

Cordiale fisicità, reciproco toccasana, momento strappato a qualsiasi incombenza. Di quelle piccole grandi cose che nessuno (tranne l'Alzheimer) ti può portare via.

Mi è tornata in mente quando ho letto questo (grazie a La magia della scrittura).

Canzoni

Ne ho cantate e udite tante stasera, ma rientrando ce n'è un'altra che a sorpresa mi risuona struggente tra orecchie e memoria:

Pequeño vals

Would you mind if I just sit down here
And watch you dance that waltz?
It brings faith just to see
What two people can be
With a pattern
And a glass of bubbles

You go round and round and round
Round and round

Who can tell if the colours I see
Are the same for you and me?
Who can say if the scent that I smell
Is the same for both of us?

Would you mind if I just sit down here
And watch you dance that waltz?
It gives faith just to see
What two people can be
With a pattern
And a glass of bubbles

You go round and round and round
Round and round

Your steps draw the milkyway
I see stars glowing in your footsteps

Would you mind if I just sit down here
And watch you dance that waltz?
'Cause it gives faith just to see
What two people can be
Given a pattern
And a glass of bubbles

You go round and round
Round and round
Round building a milkyway for me

Round and round
Round and round building a milkyway for me

Round and round
Round and round building a milkyway for me



[Piccolo valzer]

Ti dispiace se mi siedo qui
e vi guardo ballare quel valzer?
Mi dà fede vedere cosa
possono essere due persone
con una figura
e un bicchiere di bollicine

Giri in tondo
in tondo

Chi può dire se i colori che vedo
sono gli stessi per te e per me?
Chi può dire se il profumo che sento
è lo stesso per tutti e due?

I tuoi passi disegnano la via lattea
nelle tue orme vedo stelle lucenti

Girando in tondo
in tondo a costruire una via lattea per me

- - - - - - -

La traduzione è mia, fatta al volo tra un concerto concluso e il sonno che non arriva ancora. Il pezzo è dei Marlango, che ne parlano qui.

L'ho ascoltato per la prima volta qualche giorno fa, in calce a un post.

16 febbraio 2006

Oscilloscopio

Alla fine di un suo saggio, uno di quelli la cui lettura fa benissimo in età adolescenziale, Erich Fromm lamentava la povertà del linguaggio dedicato alla sfera dei sentimenti. Abbiamo migliaia di parole, diceva più o meno, per definire nei minimi particolari qualsiasi macchinario, ma ne usiamo solo una, amore, nel vano tentativo di inquadrare situazioni e sensazioni dalle infinite sfumature.

There's an island way out in the sea
Where the babies they all grow on trees
And it's jolly good fun to swing in the sun
But you gotta watch out if you sneeze


Una tassonomia sentimentale sarebbe ardua se legata al lessico, sebbene gli sforzi effettuati anche in tal senso possano risultare apprezzabili e talora istruttivi.

You hear more
You see farther
You feel the planets in your body


La rivincita del nominalismo è dura correttezza: "Sono i comportamenti a determinare il posizionamento". Alla fine dei conti, giustamente, è solo e sempre una questione di scelta. E il dilemma irrisolto, se non è tragedia, è quantomeno fonte di infelice marasma.

Hijack The Starship
Carry 7000 people past the sun


Sento una dolenzia un poco sopra il plesso solare, come se il cuore trasudasse la nebbiolina che fa da sfondo al paesaggio qui fuori, tra il fango e i treni che passano.

15 febbraio 2006

Spam

Se il mittente è Jock Pastorius, immagino che questi saranno accordi:
Hi

VhAeL p lwUbM u n$ w 1f,w2v1i
CeIxA l LwIbS e c$u3g,h3n3m
VeIrAiGyRhAz q $ n 3e,b7 k 5u

Eppure non mi pare corrispondano agli spartiti di quel paio di suoi brani che saranno eseguiti venerdì...

14 febbraio 2006

Questo è un messaggio d'amore

Lo è per vari motivi, che ti sto a spiegare solo in cambio di un bacio, un bacio che potrai dare a chi vuoi tu, purché non ti scordi di darlo:
perché la musica è fatta di onde e come l'amore è vibrazione,
perché il venerdì è sacro a Venere dea dell'amore e il concerto sarà di venerdì,
perché le nostre serate sono state fatidiche per taluni cuori, ma soprattutto
perché mentre suoniamo e ci ascolti balli canti noi ti amiamo dal cuore alla pelle attraverso le note.

Vieni, troverai i Blubaluba al Mi Cantino di via Dante 6 a Monza (MI).
Il concerto inizierà alle ore 23 in punto di venerdì 17 febbraio 2006.
È consigliabile arrivare un po' prima e meglio ancora prenotare telefonando allo 039-322970.

San Valentino

Scegli tu a cosa pensare: cuoricini e cioccolato con nocciole tritate o una famosa strage o un possibile martirio, tutti con lo stesso nome.

Oppure, tra altre ispirazioni, puoi considerare quanto di più prezioso vi è in questo e ogni altro giorno, ma con le parole di Rillo via sms:

Un bacio, il modo più raffinato per sputarsi in bocca...


N.B.: naturalmente il permesso di pubblicare il messaggino l'ho chiesto e ottenuto:
:-) come preferisci.
Sai che le cose romantiche fanno audience.


La voce roca intanto canta:
...I changed my name
and I didn't think you'd ever find me here
to send me blue valentines
like half forgotten dreams

13 febbraio 2006

Volée

(nel senso di al volo e nel senso di olé)

Col piede sull'uscio, dico e scrivo che son passati un po' di anni, ma su mariemarion è ancora valido quanto affermai allora.

Però ci sono due novità: una è che Bea ha cancellato di botto tutti gli archivi; l'altra è che... ha aperto i commenti!
Per la prima, un parziale rimedio si trova grazie alla Wayback machine e alla cache di Google:
2003-2005
2002-2005
2006

Riguardo alla seconda: dateci dentro (ma vi avverto: è una dolce tigressa).

P.S.: purtroppo, a quanto pare, si è persa definitivamente la pagina in cui ancor prima di leggere il mio blog, saputo dalla mia "recensione" mi mandava preventivamente affanculo, salvo poi avvicinarsi poco alla volta alla vera e duratura amicizia.

12 febbraio 2006

3nitalia

Anch'io trovo irritante udire certi annunci agli altoparlanti ferroviari: "Si avvisa la clientela..." .
Il fatto è che i (signori) viaggiatori li hanno fatti fuori, insieme alle linee secondarie, alla capillarità dei collegamenti, ai trasporti intesi come servizio.
Gli unici "signori" oggi sono quelli dell'Alta Velocità. E i pendolari si fottano.

Eppure, viaggiare in treno continua a piacermi: puoi leggere, scrivere, dormire... senza contare che in stazione o sui convogli le belle ragazze sono più facilmente apprezzabili che in autostrada (autogrill compresi).

11 febbraio 2006

Attenti al gorilla

Il merito va ascritto a Mi, che me lo consigliò in una serata di tè caldi e altre bevande, ed è un peccato non riuscire a riprodurre la sua zeta romagnola mentre pronunciava il nome di Sandrone Dazieri, lo conosci senz'altro, è di Milano.
Detto fatto, biblioteca rionale ti ringrazio, mi procurai il suo primo romanzo e ne terminai la lettura talmente in fretta da rimanere per quasi due giorni in balia della settimana enigmistica, anzi, di una delle sue innumerevoli imitazioni, lassù tra i bricchi, dove non mi ero portato altro.
Gli ho finalmente dedicato due righe su Letture e riletture.

10 febbraio 2006

Pre-posizione

Un segaligno porporato della setta più ricca del mondo, parlando di martirio, afferma: "la libertà religiosa è la madre di tutte le libertà".
Trovo giusto condannare le persecuzioni ideologiche, ma considerando pensiero e azione, influenza e nocività di questo genere di potentati e in special modo di quelli monoteisti, mi pare più corretto asserire che la madre delle libertà sia la libertà dalle religioni.
Il che, sia ben chiaro, non comporta affatto la rinuncia a una dimensione spirituale.

09 febbraio 2006

EcCessi

Poniamo il caso di voler dar retta alle parole di un tizio il quale, avendo ucciso un'altra persona, adduca a mo' di giustificazione il fatto di essere rimasto "sconvolto dalle vignette". Ebbene, quel tizio lo farei appendere per gli alluci una dozzina di minuti, acciocché abbia modo di riflettere sulla relatività di uno sconvolgimento.

In questi giorni non sto vedendo telegiornali, ma diverse fonti confermano quanto osservato da Piano B a proposito di inquadrature e inquadramento dell'informazione, il che suscita tutta una serie di amari retropensieri.

Religione ha due diverse etimologie possibili: legame e scelta. Al bivio tra soggiogare o elevare corrispondono infantilismo o crescita, che producono feccia subumana o esseri evoluti. Che cosa costituirebbe maggiore offesa per uno o più dei eventualmente esistenti?

08 febbraio 2006

92

Stavo quasi mancando la fermata nei pressi della Centrale, preso e perso a scribacchiare tra i sobbalzi...

...quasi ogni esperienza del presente istante richiama un frammento di passato, a partire dal mattino presto, che in data odierna mi coglie a ghiacciarmi il culo sulla plastica arancione appena assegnata alla circolazione cittadina in filobus cadenzati.
Una volta, Carate Brianza e via Farini a Milano erano collegate dal "gamba de lègn", storico tram interurbano sul quale mio padre saliva a Seregno per raggiungere Desio e il suo bancolotto durante la settimana, Milano e la sacra Intendenza di Finanza il sabato, per portare il piego.
Non so più in quale occasione, mi trovavo con lui e mi spiegò il trucchetto che adottava nei primi tempi, quando pativa ancora troppo il freddo di quel lontano settentrione raggiunto per amore: aspettare che qualcuno si alzasse dal legno dei sedili per subentrare, accomodandosi in un posto caldo.
Ove mi dovessi trovare a salirci lungo il tragitto anziché al capolinea, sperimenterò se funziona anche per la plastica arancione di questi filobus. Per oggi, montgomery corto, mi ghiaccio il culo.

07 febbraio 2006

06 febbraio 2006

Criptohaiku

In tre frasi tu
e non v'era bisogno
mi hai sciolto.

Notizie dal Senegal / 3

Dopo una pausa di qualche giorno, riprendo a pubblicare il diario del mio vicino di casa Antonio, che per godersi il recente pensionamento ha pensato bene di spostarsi per qualche tempo in Senegal a dare una mano per un progetto di solidarietà.

[segue]
Nei quindici giorni trascorsi (mi sembra ieri) abbiamo avuto occasione di fare alcune cose concrete. Secondo me la cosa più importante è stato aver conosciuto una donna francese, Silvana, che lavora per una ONG belga occupandosi di studio e ricerca sulla condizione delle donne in tutto il territorio della comunità rurale di Tubab Bialao, che è il centro di cui fa parte anche Kelle. Silvana si occupa pure di intervenire sulla sanità, in particolare a favore delle donne, riguardo a maternità e altro.
La sua ONG ha fatto arrivare già due container: l'ultimo è arrivato proprio questa settimana e lei ci ha chiesto se potevamo aiutarla nel lavoro di distribuzione del materiale. Il container è depositato all'interno di una scuola; giovedì, quando ci siamo andati, prima di tutto abbiamo dovuto parlare con il responsabile, in questo caso il direttore (un personaggio che ho difficoltà a descrivere). Poi apri il container ed è un caos: banchi, sedie, libri, materiale per la pulizie, materiale elettrico, materiale per officina, insomma un caos. Metti un po' di ordine nel caos e cominci a caricare il furgoncino. Altro problema: sei circondato da centinaia di ragazzini che spingono, urlano, si menano tra di loro per avere il privilegio di aiutarti a caricare il furgoncino. Un macello. Alla fine riesci a mettere ordine e si può cominciare a lavorare.
Nel frattempo chiedo se posso visitare una classe. L'insegnante mi dice che ha sessanta alunni, ma a me paiono un centinaio. Faccio per scattare una foto e ricomincia il caos; viene di nuovo rimesso ordine e l'insegnante mi spiega un po' cosa insegna, date quelle condizioni (c'è da tenere presente che non tutti hanno la stessa età).

Partiamo per la consegna del materiale ai vari dispensari dei diversi villaggi della comunità rurale. Il materiale consiste in scatoloni con panni per le pulizie, disinfettanti, spugnette e pensate un po' un bidoncino di cera per pulire i pavimenti! In ogni villaggio bisogna andare dal capo villaggio, il quale poi ti porta dal responsabile della struttura sanitaria. La struttura sanitaria in alcuni casi è nuova di pacca, in altri ci sono solo le fondamenta, comunque noi lasciamo il materiale, dopo aver spiegato alle donne che nel frattempo sono state chiamate per capire l'utilizzo del materiale.
Ci sono almeno un sette o otto dispensari e altre strutture cui lasciamo questo materiale, ma siamo andati anche in un villaggio che era una cosa che per capirlo bisogna viverlo, perché qualunque descrizione non è sufficiente. Comunque provo a scrivere ciò che ho visto: ci allontaniamo di poche centinaia di metri dalla strada asfaltata ed entriamo in una pista di terra rossa; bisogna stare attenti a non insabbiare la macchina e si fa un dieci forse quindici km. E poi vedi il villaggio, quattro cinque capanne piccole buie, piene di fumo perché per loro fa freddo, non c'è acqua e luce, ci sono un po' di mucche, ma la cosa particolare è che siccome dato l'isolamento fanno figli tra di loro, ci sono dei bambini albini, cioè hanno i tratti somatici dei neri ma sono bianchi. Oltretutto hanno la pelle delicata, per cui sono pieni di scottature e di croste. Anche lì comunque siamo bene accolti e ci ringraziano; il capo villaggio piglia in disparte me e la Silvana, ci fa entrare nella sua casa e ci mostra con orgoglio una piccola cassaforte. Una cassaforte in una capanna! Ci domandiamo come ha fatto ad arrivare fino a lì, ma la cosa più strana è che ci spiega che non riesce ad aprirla. Dopo varie spiegazioni ci facciamo dare le istruzioni, per scoprire comunque che ha gli ingranaggi rotti per cui è inutilizzabile, ma lui la mostra con orgoglio. Ci salutano e ci ringraziano, per cui torniamo sulla strada e terminiamo le nostre consegne.

Il giorno seguente, con i nuovi arrivati Fausta e Lillo, siamo andati a fotografare i pescatori. Pescano come facevano da noi 50 anni fa, cioè tirano le reti a riva. Mi sono messo anch'io a tirare le reti: è una fatica bestiale e inoltre quel giorno, essendo il mare mosso, è stata una pesca misera. Ci hanno comunque spiegato che normalmente va meglio. Non troppo, ma comunque meglio.
Per ora vi lascio anche perché stanno preparando da mangiare e si sta facendo tardi, comunque sto cercando di scrivere un diario per cui dovrei riuscire a spiegarvi poi le mie impressioni e le esperienze che sto facendo.
Il tempo qui è bellissimo e riesco addirittura ad abbronzarmi. Sto comunque bene e si mangia bene, vi saluto tutti e vi prego di inviarmi informazioni per quanto riguarda le primarie ed altro, a Rosanna e a Matteo un grosso abbraccio, salutatemi tutti gli amici e i compagni non raggiungibili dalla hot mail. Un ciao a tutti, proprio tutti.

Antonio

05 febbraio 2006

Ammarando

Esci dalla Fiera, superi il circo, arrivi alla prima pizzeria, dove insieme a un po' di persone si ferma un pezzetto di cuore, prosegui, chiedi indicazioni ricevendo in risposta un cantilenio da collezione, arrivi a quell'altra pizzeria, vai di focaccia al formaggio e birra e chiacchiere, nel senso di "conversazioni", stai bene, non sei nel posto sbagliato. Caffè, saluti, poi la serata dovrebbe terminare e invece non t'accontenti e riparti, con te quegli altri, e tenendo il mare a destra arrivi a Boccadasse. Meraviglia, sciabordio, nerostelle, luccichio, trasparenze azzurroblu, malinconia.

04 febbraio 2006

Quasi pronto, quasi in ritardo

Vado a Genova, treno delle 11:10 in partenza da Milano C.le per IneditaBlog.

Grafici, ci siete?

Ancora riguardo alle vignette contestate da talune frange di persone poco inclini all'umorismo, mi piacerebbe se qualche volontario desse veste grafica a un segnalino da esporre e diffondere (detto banner in italiano) recante le seguenti sloganistiche parole:

Al diavolo le teocrazie!

03 febbraio 2006

InSomma!

Se è vero quel che dice Jane, stasera sarà la volta buona e finalmente si riuscirà ad assistere al concerto dei The Field.

Infatti, dopo un esordio annullato e un rinvio per neve, sono finalmente pronti a confermare che una scozzese modello rossa super non può sbagliarsi ricordando il motto: third time lucky! (la fortuna arriva al terzo colpo)...

Curiosità personale: verificare la tranquillità di Franco G. al basso sapendomi seduto accanto alla sua procace metà, visto che fu proprio lui a rivolgerle le seguenti parole in un'occasione conviviale: "Di lasciarti lì da Zu mi fido come di farmi fare un pompino da un coccodrillo."

Lo scopriremo dalle 22 in poi al caffè Castigo di Somma Lombardo.

Tradurre in pratica

Primo: non mollare mai.

"Hard times don't last, hard people do."

I tempi duri non durano, i duri invece sì.

(da un articolo, segnalato da Gaspar Torriero, sulla sopravvivenza alla futura vera crisi petrolifera e che per certi aspetti si può considerare un manuale per superare le avversità in genere)

Anche alla montagna

A parte il fatto che vorrei fosse assicurata la facoltà di porcodiare, come si fa a menarsela tanto per qualche vignetta quando ne esisteva già da tempo un intero campionario? Secondo i suoi seguaci, Maometto sarebbe dunque stato un rompicoglioni senza senso dell'umorismo? Sarà mica la maniera di fare!

02 febbraio 2006

Post a tre gambe

Sono quattro anni oggi dacché è morta la mia nonnina. Stamattina camminando al sole la pensavo sorridendo e le ho anche mandato un bacino.
Mi diceva alle volte (in dialetto, ma il romagnolo è difficile da trascrivere) "quando non ci sarò più ti dimenticherai di me", ma lo faceva cercando invano di occultare il tono interrogativo e allora la rassicuravo.
Se conoscessi l'email dell'aldilà, le manderei anche qualche riferimento: #, ##, ###, ####.


a cura di Giulio Pianese

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