31 marzo 2022

Reset

Forse per via del cordone ombelicale che rischiò di strozzarmi proprio mentre mi accingevo a venire alla luce, il mio peggiore incubo a livello personale è il soffocamento. 
In questo momento, il naso tappato ne rappresenta una buona perfida approssimazione. Un fastidioso cocktail con parti variabili di banali allergie, setto deviato e sensibilità alla pessima qualità dell'aria di questa pianura industriosa e crudele fa sì che il mio sonno si interrompa più volte e che il risveglio sia spesso contraddistinto da fauci riarse. 
Difficile mantenere il buonumore in tali frangenti, ma fortunatamente tutto ciò non mi capita mentre mi delizio con passatempi e passioni. Tuttavia, dovrò decidermi a intervenire, perché non avrebbe senso lasciar perdere la qualità del vivere. A meno di improbabili intuizioni di altro genere, temo che dovrò farmi raddrizzare il setto nasale. Già dico ahia, ma alle volte ci vuole proprio un reset. 

28 febbraio 2022

Ti tocca approfondire in ogni caso

"It's more complicated than that!" è una frase che mi è sempre rimasta in mente dopo averla letta qualche lustro fa sul blog di Gaspar Torriero, dove campeggia tuttora. 
Purtroppo o per fortuna, è vera. Purtroppo, perché sarebbe meno faticoso se le cose fossero più semplici. Per fortuna, perché sarebbe noioso se fossero sempre banali e totalmente prevedibili. 

La realtà è sempre un po' più complicata di come appare a una considerazione fugace o pigra; per questo le discussioni "da scompartimento del treno" (quando gli scompartimenti c'erano ancora), superficiali quanto fulminee nel raggiungere conclusioni apodittiche, non giovano alla comprensione e tantomeno alla possibile risoluzione di problemi generali intrecciati a situazioni complesse. 

Praticamente per ogni questione, il manicheismo da tifosi non può funzionare come analisi seria e l'assenza di interrogativi prelude a una insopportabile schiera di stupidi punti esclamativi. 
Purtroppo o per fortuna, ti tocca approfondire: studiare le cause, le conseguenze, le interazioni, le possibili ripercussioni. Pensaci, prima di parlare a vanvera. 

Con questo, non intendo si debba evitare di schierarsi ove l'emergenza o l'urgenza lo richieda, però sarebbe bene ricordarsi che per quasi qualunque cosa: "È più complicato di così!"

31 gennaio 2022

Verità o auspici

Con il passare degli anni, il dentro e il fuori rischiano di assomigliarsi sempre meno, salvo che non si sorrida con gli occhi e dal cuore. Quello sarà di certo l'antidoto all'avvizzirsi dell'animo, talvolta perfino a quello dell'epidermide. 

Con il passare del tempo, il tempo stesso sembra scivolare più lesto, come un torrente in prossimità delle rapide. Eppure, se si imparano i segreti della rosa dagli infiniti petali, il suo schiudersi saprà eternizzare ogni istante, e se la vita non potrà allungarsi, sarà però più ampia. 

Che lo sguardo lungo sia come quello di un vals ballato in modo fluido, che il qui e ora sia come una milonga gioiosamente scandita, che gli abbracci siano come quelli di un tango gustato intensamente e fino in fondo. 

Che il vivere e il ballare possano imitarsi a vicenda, intersecandosi con soddisfazione e divertimento. 

31 dicembre 2021

Auguri a tutti

Non importa il colore delle mutande che indossi, ma il calore di chi te le toglie.

Negatività

Non ho tanta fame, non ho voglia di cotechino e lenticchie. No, tranquilli, i sapori li sento, è che ne sento tanti e spesso. Magari più tardi. 

Non andiamo a ballare, stasera. Tutto annullato, tutto chiuso, il tango se ci sarà sarà casalingo. 

Non sparerò i botti. Certo, ci sarebbero mille buoni motivi per non farlo, ma in realtà, a pensarci bene, non lo faccio per pigrizia. 

Non andremo nemmeno al cinema, stasera. Ci si sarebbe dovuti organizzare per tempo, ma è tutto un cincischiare, un mezzo ciancicare, tra falsi allarmi e un sentimento d'attesa, quasi di vita sospesa. 

Non esser così negativo, dai! E invece sì, voglio esser negativo... per questo mi sto facendo un test, così domani vado tranquillo a trovare la mamma, che è sempre più confusa ma sempre più felice di vederci. 

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N.B.: ho in corpo tre dosi di vaccino e altrettante ne auguro a voi.

30 novembre 2021

Stare per

Stiamo per tuffarci in un dicembre luminoso. 

Sempre di vigilie si parla? Beh, in un certo senso è logico, se si hanno aspettative riguardo a un possibile domani. E sempre inguaribilmente ottimista? Beh, luminoso lo sarà davvero e in ogni caso: regalandoci splendori di celesti gradazioni oppure ricorrendo agli artifizi delle colorate tradizioni, con le loro luci, lucine, candele e candeline. 

Stiamo per tuffarci in un qui e ora fuori dal tempo, una sospensione d'attesa che andrà però vissuta in ogni luccichio, facendo tintinnare uno alla volta tutti gli istanti. Prendi fiato e rilassa i pensieri: stiamo per tuffarci. 

23 ottobre 2021

Gl'incendi d'una luna d'argento

Altra perla aggiunta sulla bella e povera collana delle novità! 
Per la serie: "Quand'è l'ultima volta che hai fatto una cosa per la prima volta?", oggi ho spento tre princìpi d'incendio. Mi firmerò griZù. 
A parte la  faticosa sveglia all'alba di sabato, il corso antincendio è stato interessante e per l'ennesima volta, come ai tempi della naja, ho applicato l'antidoto perfetto contro ogni rischio di frustrazione e noia: cercare di far meglio possibile quel che tocca fare, per quanto in questa occasione fossi aiutato dalla piacevole compagnia dei colleghi e degli istruttori. 

Per il resto, una nota dolente e una gaudente: mi sono ritrovato a fare gli auguri (su facebook) a qualcuno che non c'è più e di cui ignoravo la dipartita. È la seconda volta che mi capita ed è triste. 

Motivo di gaudio, invece, l'imminente ritorno in milonga dopo un anno e mezzo di astinenza: stasera Mariposa. 
Si spengon gl'incendi, ma non il fuoco della passion tanguera!

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bonus musicale con una luna d'argento (Luna De Plata, Orquesta Miguel Caló con Raúl Iriarte, 1943)

16 ottobre 2021

Date e dati

Ci ha pensato facebook a ricordarmi che dodici anni fa nella data di oggi salii sul palco per il mio ultimo concerto. Che sarebbe stato l'ultimo, allora non lo sapevo: succede quasi sempre così in tutte le cose. 

Il basilico stavolta l'ho lasciato fiorire. So che non ne avrà per molto, quindi tanto vale lasciarlo sfogare, per una questione di bellezza e anche di inno alla fecondità. 

Se tornassi indietro, cercherei di stressare un po' meno mio padre riguardo alla necessità di moderarsi sul cibo e sul fumo: gli facevano male, è vero, ma li desiderava più di quanto il diabete e i polmoni potessero sconsigliarlo. 

Ieri sono stato al cinema*, a breve tornerò in milonga. I piaceri e le soddisfazioni piano piano ricominciano a potersi moltiplicare. Non dimentico che ciò** avviene grazie alle vaccinazioni. 

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(*) Al cinema Anteo in sala President alle 22:30 eravamo meno di dieci persone, ma Ariaferma è davvero un bel film: 117 minuti in cui non cala mai una tensione latente che ti tiene avvinto mentre durezza e umanità s'intrecciano. 

(**) Osserva i numeri dei ricoveri e delle terapie intensive, entrambi in calo laddove un anno fa erano in ripida ascesa. 

30 settembre 2021

Così è settembre

Un mese contraddittorio è quello che da un lato annuncia un inizio, con il "vero capodanno" nel suo primo giorno, perché in fondo le annate per la stragrande maggioranza delle persone non coincidono affatto con l'anno fiscale, bensì con l'anno scolastico, con il campionato di calcio, con i programmi che iniziano da quel "ne riparliamo a settembre" inteso a scavalcare un'estate che segna la fine dell'annata precedente. Il contrassegno è una data che richiede il trattino per abbracciare un pezzo di quest'anno e un'abbondante porzione di quello che verrà, così: 2021-2022. 

Da un lato, dunque, annuncia un inizio, dall'altro prefigura la stagione fredda, con giornate via via meno generose di luce e calore: mese contraddittorio è settembre anche per il meteo geograficamente variabilissimo, estate di là, mezzastagione da questa parte, freschetto prodromo di futuri inverni in qualche caso. 

Contraddittorio nel distribuire le energie o nel tenersele per sé, tra molle e mollezze elargite a giorni alterni, tanto che i progetti e le speranze appariranno ora irrealizzabili ora a portata di respiro. Espositore di antinomie come lo stress e il relax, egualmente presenti in diversi istanti di giornate scandite, per esempio, da un traffico ogni volta peggiore di prima e da un languore di mezzastagione che edulcora l'animo. 

Così è settembre o forse così siamo noi, sono io, in questo periodo. Le gioie e le fatiche si frammischiano, l'essenziale però si impone nel momento in cui si decide di scavalcare ogni piccolo impedimento. In questo periodo, si dice, ma in fondo è così tutta la vita.  

Nel frattempo abbiamo ricominciato con il tango, prudentemente e gioiosamente, seguendo belle lezioni per ricominciare a imparare godendosela. 

31 agosto 2021

Pomeriggio

Vacanza vera e propria è cosa rara assai: sempre affanni preoccupazioni angosce fanno capolino a inficiarne la spensieratezza.

Tuttavia si puote afferrarne l'essenza, a dosi effimere, occasionali e imprevedibili, a patto di sapersi predisporre ad accogliere la serenità delle piccole cose.

Così ti trovi a guardare in su, dal prato mezzo ingiallito di Villa Litta, alle navicelle ovattate in campo azzurro, al cielo che ritaglia chiome scure, e poi di lato, al rigoglioso fogliame degli enormi alberi cui enormemente sei grato, mentre alle orecchie giungono le urla giocose d'un branco di umpalumpa che si contendono il pallone, e il suono dell'ukulele che tua figlia strimpella, e sorridi al mondo che si sorride nonostante tutto. 

29 luglio 2021

Un criterio

Non è questione di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, ma di rendersi conto che non resterà così per sempre. Muoversi bisogna, evitando di farsi mangiare il tempo dalle piccole azioni non pienamente volute. Fare le cose gustandosele rimane un criterio vincente per allargare i petali dell'esserci. Che il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto, quel che importa è sapere se si ha davvero voglia di berlo. E in tal caso, capire come poterlo riempire di nuovo. 

08 giugno 2021

Che ne è di te?

Non viene facile rispondere al volo, né trovare le parole giuste per farlo. 

Innanzitutto, perché la domanda induce a porsene un'altra: quale "me"? Il "me" di qualche tempo fa, il "me" bambino... quale "me"? 

Se invece la si volesse intendere al pari di un finto interrogativo, un'interlocuzione convenzionale, che non è, occorrerebbe mettersi a fare un riassunto, cosa non bella e forse inutile, e comunque: un riassunto a partire da quando? 

"Che ne è di te?" bisognerebbe chiederselo di tanto in tanto, per non perdersi, per ritrovarsi, per riacciuffare il filo dei pensieri veri, la scia dei sogni che contano, il luccichio delle visioni d'antichi incanti, tra i cuscini di magiche filastrocche e i sofà delle favole conosciute a memoria, in compagnia d'onnipresenti melodie e d'arte inconsapevole ma bella. 

Che ne è di te tra un'amarezza e l'altra non sapresti sempre dirlo, ma tra un amaretto e l'altro ce n'è di dolcezza. 

Di te ci sono tracce nel mondo, parecchie e a diversi livelli di vicinanza e di profondità. Di te ci sono residui di memoria, in te e negli altri, fors'anche in oggetti, più o meno eterei. Di te c'è un segnale che ti precede e un nome che ti segue, un giudizio che forse t'attende e un presente impetuoso che tuttavia alle volte stenta a farsi strada tra tutti gli altri tempi. 

Vivere alla giornata con leggerezza è stata una benedizione e al contempo un errore, assaggiare il tempo nell'istante in cui concentra ogni dimensione una prelibatezza impagabile, ripensare un futuro malleando il passato, impossibile, ma il busillis è l'impalpabilità di tutto ciò che conta davvero, quel che c'è ma non si sa bene dove, un po' come la musica. 

A "Che ne è di te?" forse non saprò rispondere, però ci sono. 

Ci sono. Questo posso dirlo. 

08 maggio 2021

Di slancio

Lo slancio non manca, anzi, talvolta mi sembra di essere in un'eterna adolescenza, ma questa in verità è soltanto un'impressione, ché gli anni sul groppone un peso ce l'hanno. Lo vedi: guardi vecchie foto e noti le differenze cromatiche, tra l'ex chioma e il vecchio e nuovo pizzetto, che di tanto in tanto s'allarga in barba. Lo senti: qualche dolorino di troppo, e tempi di recupero che s'allungano sempre più. 

Per esempio, ieri all'intervallo ho accettato l'invito a qualche scambio di palleggi e bagher con le ragazzine di terza media, ma a un certo punto mi son lasciato coinvolgere troppo e non ho resistito all'istinto che dormiva da un ventennio d'inattività pallavolistica: mi sono tuffato per salvare un pallone e ce l'ho fatta, senza curarmi troppo di essermi dovuto rotolare sul terreno per addolcirne l'impatto. Pantaloni sporcati d'erba e terra, ma tutto bene. 
Solo che oggi mi sento addosso l'effetto d'immaginarie tumefazioni e abrasioni, manco m'avessero menato. So' gli anni, so'. Sul groppone, per l'appunto.

26 aprile 2021

Nel mio raccontare

Non ti devi preoccupare se sentirai lo strazio tra le parole del mio dire: è solo che m'immergo e nel raccontare m'intrido di quei momenti laceranti passati e ormai da tempo superati. 

Non ti devi ingelosire se sentirai la brama tra il mio dire e le parole: è solo che m'intrido nell'immersione del racconto di quei lucenti istanti lontani quanto il firmamento. 

Sappi però che ogni passato m'è presente sempre, più o meno intermittente, e a tasselli mi compone quasi quanto l'odierno esperire. 

Sono antico, contemplo moltitudini. 

23 aprile 2021

Per il soffio d'un soffione

Ha iniziato a prudermi il naso solo a guardarlo, quel tarassaco, o dente di leone, detto soffione nella sua veste bianca, quando i petali diventano piume pronte a diffondersi. Mi ha fatto prudere il naso solo a guardarlo disperdersi nella brezza, ed era solo un filmato. 

Penso sia l'effetto ritardato del lockdown duro dell'anno scorso, quando rintanati per mesi non abbiamo disturbato le proliferazioni naturali e queste si son moltiplicate esageratamente, per noi allergici, giungendo a molestarci in modo massiccio con una dozzina di mesi di ritardo. 

Non ho alcuna pezza d'appoggio per sostenere una tesi del genere, naturalmente, ma perché non sparare un'ipotesi a caso, tra un prurito e l'altro e poco prima di assumere un antistaminico, pratica che malgrado le sofferenze avevo totalmente sdegnato per anni, lustri, decenni. 

Sarà l'allergia, mi dico, a peggiorarmi l'umore e a incrementare l'insofferenza, ma so che in fondo non è vero, so che ci sono vari motivi, più o meno seri, a condizionarmi rendendomi un cuorcontento a intermittenza, con momenti non brevissimi in cui s'interrompe il sorriso. 

Naturalmente si tratta di un periodo, di situazioni transitorie, ma poiché tutto è transitorio, la consolazione è solo parziale e il transito che s'attende è quello dal "Via!", come a un Monopoli quadrimensionale, per poter ricominciare un nuovo giro. 

In tale attesa convivono impazienza e apprensione. Impazienza di riacquisire la facoltà di vivere tutte le normali pratiche più stimolanti, avvolgenti e soddisfacenti. Apprensione per quel che potrà essere o negarsi, o essere e poco dopo nuovamente negarsi. 

Nel frattempo mi gratto il naso e in ogni caso ci sorrido su. 

24 marzo 2021

Cosa s'osa fare

L'anno scorso non mi sarei mica azzardato, in zona rossa, a uscire di casa per diletto. Invece stavolta l'ho fatto. Senza rischi per nessuno, s'intende: ho inforcato la bici, il mio bel catorcio rosso, e mi sono inoltrato nelle vie ciclabili del Parco Nord, sconfinando di certo in territori comunali altri, ma senza mai uscire dal parco, resistendo alla tentazione di deviazioni che mi avrebbero permesso di andare a trovare persone care o di ravvivare relazioni sociali da troppi mesi sopite. 
Passata una settimana dalla prima dose di vaccino, la mia quotidianità non è cambiata, comprensibilmente, ma la visione del futuro concede qualche barlume di vecchia novità, una fuggevole percezione di ripristino, la fiduciosa convinzione che tutto l'umanamente possibile lo sarà di nuovo. Ecco cosa s'osa fare: guardare oltre l'orizzonte degli attuali eventi. 

24 febbraio 2021

Haiahiku

Violenza domestica

Zanzara zozza,
molto mi molestasti:
t'annulla l'alba.

22 febbraio 2021

Vigilie perenni

La vigilia per eccellenza era quella in cui si aspettava la befana. Si piazzavano le calze appendendole, in mancanza del camino, alla cappa in cucina (all'operazione si dedicava in genere nonna Teresita, esibendo ai nostri occhietti una sorta di fiduciosa competenza). Le calze erano lunghe e di lana, specificamente assegnate di anno in anno al medesimo scopo: accogliere e magicamente riempirsi di dolciumi e frutta. Tipicamente, le trovavamo il mattino dopo colme e appesantite con due arance, una in punta e una al tallone, diverse noci, noccioline e arachidi, qualche pezzo di carbone di zucchero e molte caramelle di varia foggia, dalle onnipresenti e apprezzate Rossana alle preferite e raramente disponibili mou (al caramello o alla menta-liquerizia), oltre a numerosi cioccolatini e a qualche leccornia di livello superiore, quale il marzapane a forma di frutta (solo molti anni dopo lo sentii denominare "frutta martorana"). 

Era l'Epifania un momento perfino più suggestivo del Natale, perché nonostante il tono minore, portava un carico di magia decisamente misterioso, con quel miscuglio di indiscutibile bruttezza e inscrutabile bontà che contraddistingueva la figura della Befana. 

Una vigilia densa di aspettativa, ma segnata da grande spensieratezza. 

Tante diverse vigilie costellarono poi la vita: molte condite dalla gradevole quanto effimera sensazione da sabato del villaggio, dove l'illusorietà esperita non inficiava l'attesa successiva. Altre, tese o addirittura drammatiche, in grado di arrestare il respiro fino alla risoluzione, bella o brutta che fosse. 

Altre ancora, la maggior parte, vigilie personalizzate, forse finte, forse più interruzioni di un flusso di vita che preludio di evoluzioni o rivoluzioni. Vigilie perenni, tipo quelle lunghe e recentissime del lockdown, vigilie da confinamento, attese buzzatiane o addirittura beckettiane, in cui però il personaggio che non arriva siamo noi stessi. 

Da qualche parte ho letto che "Il momento migliore per piantare un albero era venti anni fa. Il secondo momento migliore è oggi." 

Dunque, meglio regolarsi, meglio ricentrarsi, meglio sapere, pur senza rinunciare all'attesa. Meglio scriversi un promemoria, un intento, un motto: in ogni vigilia, l'importante è non dimenticare il presente. 

19 febbraio 2021

Giro e giravolta

Quasi un intero giro intorno al sole e siamo ancora sotto le nuvole di un confinamento più lungo di quanto avevamo immaginato all'inizio. 

Per andare oltre continueremo a fare tesoro di ogni situazione, anche quelle più difficili da gestire. Le mancanze saranno temporaneamente tamponate da interessi contingenti, ma l'impossibilità di usare liberamente il tempo futuro dei verbi, ossia di progettare, pesa tuttora, e comincia a pesare un po' troppo. 

Per venire oltre, come si dice in romagnolo, dovrai aspettare che tolgano i divieti, ma per questo ai tamponi dovranno essersi affiancati numerosi i vaccini. Aspettare è diventato il verbo, il Verbo, e la pazienza necessità più che virtù. 

Per trovarsi oltre continueremo a scrutare il blu, a incantarci di tenui o intensi brillii, a ricercare stelle buone, pur sapendo che di noi quegli astri se ne fottono beatamente. 

Quasi un intero giro intorno al sole e il sole non si vede per via delle nuvole. Quasi un'intera giravolta e nemmeno le stelle si vedono da qui. Ci resta però la musica, a tutte le ore. 

--bonus musicale: Cristina Donà, Stelle buone (1997)

31 gennaio 2021

Una petizione da firmare

Firma questa iniziativa dei cittadini europei per essere sicuri che la Commissione europea faccia tutto quanto in suo potere per rendere i vaccini e le cure anti-pandemiche un bene pubblico globale, accessibile gratuitamente a tutti e tutte.

È una cosa seria, infatti ti chiedono gli estremi di un documento d'identità, ma è davvero semplice. 
L'ho fatto, bastano pochi passaggi. 

Le ragioni per farlo sono spiegate bene e sinteticamente da Vittorio Agnoletto:

Tre cose che l’Italia e l’UE dovrebbero fare immediatamente:

• ricorrere alle licenze obbligatorie, una clausola di salvaguardia prevista nell’art. 31 degli accordi sulla proprietà intellettuale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (gli accordi TRIPs) che autorizza gli Stati in una situazione di pandemia e di difficoltà economica a produrre direttamente i farmaci salva-vita come farmaci generici scavalcando il brevetto.

• appoggiare le richieste di India e Sudafrica di un’immediata moratoria sui brevetti per i vaccini e i farmaci anti-Coronavirus;

• rivendicare che i brevetti finanziati coi soldi dei cittadini siano pubblici e quindi i vaccini vengano considerati un bene comune.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario firmare e sostenere la petizione europea 
dobbiamo raccogliere un milione di firme in EU e 180.000 in Italia.


a cura di Giulio Pianese

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