31 agosto 2012

30 agosto 2012

Arrivai arrivai

Come un cambio di stagione se dentro l'armadio piovesse, come se le nuvole sorgessero dalla terra, l'umidità che all'improvviso ti avvolge è un'umidità buona da respirare, come se la valle intera si bagnasse, contenta del tuo ritorno. Una bellezza che non fa che volerti, che non fai che volere.

29 agosto 2012

A cuore umido

La musica può dirti tutto quando sa essere travolgente. Come un'onda cosmica riempie i boccaporti di tutti e sette i sensi, potente pioggia d'oltrespazio. Come un'intuizione riaccende le sinapsi, eccitante luce d'ultrablu. Aleggiando, come un bacio troppo a lungo anelato, tra timpani e corpo eterico, è scassinatrice d'armature non grazie alle parole, ma a come te le porge ammalianti o scaglia a spilli fitti. È fatta d'istanti ed è cammino eterno, si consuma in un attimo eppure resta, dentro e attorno. Si muta in ciò che vuoi e canta quel che più ti manca, la ritrovi e ti sfugge, lenisce e ferisce, ti porta ovunque lasciandoti lì. Ti accarezza percuotendoti, perché sì, la musica può dirti tutto, ma sa farlo in modo meravigliosamente devastante. La musica ti frega sempre.

28 agosto 2012

Il respiro dei colori

Ieri, poco prima del tramonto, mentre mi sgranchisco con qualche esercizio prima di corricchiare per il parco Nord, sento un commento femminile di passaggio: "Il saluto al sole, che bello!". Il tempo di rialzarmi e volgere il capo ed è già lontana sul rettilineo, ma al piacere di quanto ho udito si aggiunge la vista di una figura veloce e leggiadra, in maglietta rossa e tuta grigia aderente. Terminato il saluto e qualche allungamento, inizio la corsettina con un sorriso in più. Costeggio le stradine prediligendone il bordo appena sconnesso e così l'attenzione va sui passi, mentre per un tratto sfrutto un tizio come lepre per sostenere l'andatura e rompere il fiato, poi giro sull'erba mentre quello procede sull'asfalto e ritorno in su a chiudere l'8 del mio percorso abituale (abituale negli anni scorsi: quest'anno è solo la terza volta, vergogna). Quando arrivo sul prato verso il limite settentrionale del parco, con la coda dell'occhio la rivedo, eccola lì che si estende in posizioni di stretching stile yoga, con una nettezza di linee che triangola alla perfezione con i due astri che si fronteggiano, uno arancione diffuso e l'altro bianco e tondeggiante, via via meno timido con l'avanzare dell'ora. Luce bellissima, io imbacalito, vorrei avvicinarmi ma l'esitazione mi lascia solo il tempo di vederla ripartire, rapida. La voglia di seguirla s'intensifica nel momento in cui sono testimone di un gesto, una schiocchezza che però mi rallegra: mentre corre, rallenta un attimo per saltare a toccare le foglie di un albero, uno simile a questi. Proverei a raggiungerla per dirglielo, se solo fossi più allenato, ma temo che arriverei più o meno nelle condizioni di Massimo Troisi nella scena dell'isolato.

27 agosto 2012

Fischia, che roba

- T'ho sentito fischiettare, sei allegro?
- Davvero fischiettavo? Non me ne sono accorto. Boh, più che allegro, sarò sereno... o rassegnato, ahhhaah.
- Rassegnato non è da te.
- Vero, non è da me: sono di quell'ottimismo da far quasi schifo, sono di quelli che se stanno perdendo due a zero a tre minuti dalla fine pensano ancora di poter recuperare...
- ...qualche volta è successo davvero!
- Sì, lo so... ti riferivi a quel derby torinese, vero?
- Ah, no, non seguo il calcio, credevo parlassi per metafore e basta.
- Che c'entra seguire o non seguire, quella è cultura generale, eheheheh.
- Comunque mi fa piacere sentirti fischiettare.
- Eh... Ti fischietterei volentieri, ti fischierei dietro anche, rivedendoti in bici, purché non ti sia stufata di pedalare sull'arcobaleno.

26 agosto 2012

Volteggiando

C'era una volta una notte in cui dopo aver sognato raccontavo subito il sogno fatto. C'era una volta un giorno in cui dopo essermi svegliato raccontavo appena possibile il sogno a chi vi aveva in qualche modo preso parte. C'era un'altra volta in cui non avevo potuto farlo perché chi vi aveva preso parte non c'era più. C'era quella volta in cui non mi venne neanche in mente di andare a giocarmelo al lotto, perché era stata già una vincita così.
C'erano volte in cui i sogni venivano di notte a occhi chiusi. Sogni tanti, incubi raramente, ma spaventi vertiginosi parecchi, sull'ottovolante del tempo. C'erano volte in cui i sogni si costruivano a occhi aperti, ma più che progetti erano fantasticherie da mani occupate. C'erano giravolte in cui sogno e realtà si fondevano, anzi la realtà superava il migliore sogno e non ci si poteva credere, ma succedeva. C'erano volte in cui i giri delle cose e dei sentimenti davano ragione e torto a tutti spennellando le coscienze d'inevitabilità.
C'era una volta in un sogno una stella come quella delle fiabe. C'era una volta stellata da sogno che partiva bassa all'orizzonte davanti alla spiaggia di Paliohori. Sarebbe stata da onorare meglio, quella volta. Nei sogni talvolta succede, da sé, stavolta però non lo dico. Sarà il sogno, se vuole, a far le capovolte per raccontarsi a chi vi ha preso parte o per ritornare un'altra volta a salutar le stelle.

25 agosto 2012

Quaranta gocce

Tuona, stuona, che te lo dico a fare: la finestra ce l'hai anche tu, no? Certo, qui non è lì e magari il cielo e l'aria sono diversi, ma l'arcobaleno che ancora non vedono i tuoi occhi scoccherà frecce simili ovunque pelle nuda respiri brezza, ovunque cuore occluso reclami ebbrezza. Tuona, stona il lampo mancato, la pioggia solo promessa, la tapparella serrata per prudenza anticiclonica ancora asciutta. Perché ti parlo del tempo? Non è tempo per farlo, non ho il tempo che mi prendo: soffiando un po' in là gli impegni accumulo polvere e daffare, prendo i giorni a frustrate e lo so che non va bene, ma tanto si recupera, vero? Non tuona più, ora, l'arco che ancora non vedi risuona con altri armonioso e scocca note di cui s'ignora la chiave. Ha tuonato, prima o poi pioverà come speravi e allora, ricorda, non ti dovrai lamentare, nemmeno se vedessi un'arca.

24 agosto 2012

Fermo un giro

Cavoli, è bastata la corsettina di ieri sera a imbastirmi i quadricipiti e nemmeno lo stretching e la passeggiata a passo sostenuto di oggi sono stati sufficienti a farmi smaltire completamente l'acido lattico. Anche per questo ho rinunciato alla mezza idea di raggiungere il palatango, ma l'appuntamento è soltanto rimandato. E presto ricominceranno le pratiche con Antonio e Anna: meno male, perché la voglia di apprendere e migliorare è tanta, quanto quella di ballare milonguero.

23 agosto 2012

Dentro e fuori

È stato ieri nel territorio di Siniscola l'ultimo bagno di questa vacanza sarda, straordinaria perché imprevista e perché piena di meraviglie. Un alternarsi di nuotate e spaparanzate, un galleggiar m'è dolce in questo mare baciato da un technicolor cangiante e cristallino.
A un certo punto sono salito sulla grande duna di sabbia soave che sovrasta un lungo tratto di bianca spiaggia tra S'ena e s'acchitta e Capo Comino. All'ombra dei ginepri, mi sono messo a guardare, incantato anche dai suoni, rarefatti ma udibilissimi, per uno strano effetto anfiteatro che faceva captare pur a notevole distanza brandelli di discorsi dei pochi fortunati bagnanti. I blu e gli azzurri erano a un tempo intensi e trasparenti, con riflessi luccicanti e caldi accarezzati dalla brezza, seducente anche sull'assolata pelle salata che per un giorno avevo voluto lasciare senza protezione alcuna.
Assaporavo con gli occhi accogliendo ogni altro impulso sensoriale mentre le emozioni s'intrecciavano ai sentimenti, in un sinuoso viluppo di densità e mancanze, di grato godimento e nostalgia in struggente anticipo. È allora che mi sono sentito pervaso da una sensazione tanto forte da inondare, un'irrisolvibile pulsione bipolare che di fronte all'immane bellezza mi faceva voler continuare ad ammirare da fuori e però mi chiamava a volerci sguazzare dentro. Un piacere reclamava l'altro fin negli istinti, e nel contempo affiorava la consapevolezza che né l'uno né l'altro sarebbero stati per sempre. Una sensazione avvolgente e penetrante che prima d'allora avevo provato solo con amorevoli e splendidamente golose fiche.

22 agosto 2012

Sospiri al mirto

Rientro addolcito da una coccolosa visita fuori programma ai cuccioli e nutrito da una cena improvvisata grazie a Licia che cucina sempre in sovrappiù.

21 agosto 2012

Un altro tuffo

Mi sembrava quasi, durante la nuotata solitaria al tramonto davanti alla lunghissima spiaggia di Siniscola, all'altezza di Sa Petra Ruja, mi sembrava quasi di essere in un Truman Show, per via dei colori incredibili dei riflessi sulle onde tra una bracciata e l'altra, per lo sfondo di dune bianche al limitare della pineta, per il profilo quasi nero della vegetazione e delle montagne stagliate contro l'arancione, per il crescente di luna con il suo chiarissimo falcetto, per il cielo ancora azzurro sopra tutto ciò, solcato dalla doppia scia di un aereo e da un gabbiano. E ho pensato anche alle rovine circolari di Borges, al sogno del sogno di un sogno e a come mi sembrerà domani sera, al rientro, e se e cosa sognerò.

Rieccomi

Ebbene sì, ieri per la prima volta in questo duemilaedodici non ho pubblicato un post, ma è stata una giornata lunga e bella, talmente bella e lunga da traboccare in quella seguente.

La mattina è cominciata presto, con l'avvistamento di una donnola pochi metri dopo la partenza: si è fermata a bordo carreggiata levandosi sulle zampine posteriori, quasi in posa da cartone animato, prima di dileguarsi ratta e agile.
A quel punto è iniziata la gita, con Antonio alla guida e Cristina come tour operator, alla volta della costa Smeralda. Dopo una toccata e fuga alle tre spiaggettine di Capriccioli, ci siamo gustati un lungo bagno alla spiaggia del Principe, prima che s'affollasse: davvero un bel posto, anche perché dal mare la vista incontra solo natura, con i consueti favolosi abbinamenti cromatici di acqua sabbia macchia e cielo.
Ripartenza con brevi stop panoramici e passeggiata a Porto Cervo, un bendidio strabiliante ormai occultato da una curatissima sovrastruttura umana, dove però non vorrei passare il mio tempo nemmeno se fossi miliardario (sarà che lo shopping non m'entusiasma).
Trasferimento a Baja Sardinia, pizza e giretto verso il mare: constatato l'ammasso di ombrelloni e corpi, proseguiamo lungo la scogliera e, meraviglia delle meraviglie, a pochissimi minuti dalla bolgia il mondo si apre su un paradiso, con la punta a protendersi tra le onde, gli scogli a creare una baia e la vista dell'arcipelago settentrionale a titillare ulteriormente la vorace beatitudine degli occhi. Mi godo i tuffi e il bagno finora più bello di questa vacanza (anche perché inaspettato) e non posso fare a meno di nutrire incomprensione per chi, potendo accedere a tanto splendore, s'accontenta di posarsi sul proprio adipe cerebrale poche centinaia di metri addietro.
Saremo grati all'insistenza di Cristina che ci fa raggiungere l'orso di roccia, sia per la bellezza del monumento naturale, sia per il panorama che da lassù si gode appieno, insieme alle carezze del vento ("no, questa per noi è una brezza", dice l'addetta alla biglietteria), sia per i pannelli informativi sulla flora locale (chissà se prima o poi riuscirò a colmare i miei gap botanici).
Da Capo d'Orso infine torniamo alla base, passando da Palau e Arzachena.

A quel punto uno potrebbe essere più che soddisfatto, ma la pacchia non finisce lì, perché Marco e Mary vengono a prendermi e mi portano a Capo Comino. Il Moletto è la meta della nostra cena: cozze, tonno fresco preparato in modi originali e prelibati, parecchi brindisi con Karmis e conclusione con seadas e mirto. Infine, prima che la notte inghiotta il sonno, salita al vecchio faro (per la precisione si tratta della "stazione semaforica" di fine ottocento) ristrutturato da Marco Scarpellini (in effetti è un bravo architetto, oltre che un caro amico). Da lì stellata mozzafiato, un'immensità quasi commovente, che rimane nella linfa anche durante le chiacchiere sull'amaca del giardino, fino alle ore piccole.

Poi una buona notte e un buon risveglio con il saluto al sole sull'erba ancora bagnata. Sorrido.

19 agosto 2012

Ancora per un po'

Non svegliarmi, dimmi che è ancora la risacca a coprire il rumore degli irrigatori e non qualche passaggio automobilistico acusticamente invasivo. Svegliami, dimmi che si fa un'altra gita come quella a Capo Comino, un'altra pinneggiata come quelle a Punta Molara e al di là di Capo Coda Cavallo, un'altra passeggiata come quelle a Brandinchi e Lu Impostu, un altro giretto breve come quello a La Cinta. Stuzzicami, pregustiamo una cena sfiziosa ittica o un pranzo luculliano in un ovile. Invitami, versa altro mirto per brindare al prossimo giro. Cullami, dimmi che riposerò abbastanza profondamente da voler sfidare l'alba per tuffarmi ancora in un'intera giornata di sole e di mare. Ancora e ancora, ancora per un po'.

18 agosto 2012

Marevigliosamente

Alla fine anche quando sembra che la traboccante bellezza dell'intorno sia tale da sopraffare ogni cosa, sono pur sempre gli affetti a prevalere. Gli affetti e le mancanze: te ne accorgi da certi moti del cuore, da certi rimandi della percettività, da certi tuffi nel passato, da certi riabbracci nel sempre.
Così, accanto al puro godimento di un'intera giornata nell'oasi n. 5 della riserva naturale di Biderosa, si schiera un'inquadratura tardopomeridiana che fa tanto Villasimius coi pargoli; la deviazione imprevista in quel di Orosei risveglia i ricordi della vacanza in famiglia del 2003; al saluto al sole collettivo su una sabbia-borotalco a inizio giornata risponde l'affettuoso saluto al volo ad amici cari a Sa Petra Ruja poco prima del rientro alla base.

17 agosto 2012

Molara e Tavolara

Il giro dell'imbarcazione ti porta fin dove scendi nella trasparenza e risali con i pesci a farti da cielo, poi là dove ti viene spontaneo sentirti un re, complice una minicaletta monoposto.
Attorno, profili da arcipelago che sono in realtà promontori, l'isolotto di un'isola dell'isola, macchia mediterranea e cromatismi sfrontati, profumi e odori sorprendenti, sole vento e mare, mare meraviglioso da cui non sai staccarti mai.
"E allora?"
"In effetti, ci sono modi peggiori di annoiarsi."

16 agosto 2012

Vacanza

Vacanza è quando perdi un po' la cognizione del tempo, si dice, ma in verità è piuttosto quando perdi la cognizione del calendario, mentre il tempo lo guadagni, vivendone ogni goccia con lo stupore e l'intensità di un bambino.
Vacanza è quando si stacca, ci si distrae, si riprende fiato, non si pensa più a niente, si dice, ma in verità è piuttosto quando ci si riconnette con sé stessi, percependosi e proponendosi con spontaneità e autenticità, insomma quando non ci si tradisce.
Vacanza viene da "vuoto", ma è vera solo se quel vuoto è un vuoto voluto e se è condito di pienezza. Vacanza è vacanza se ti aiuta a reimparare a respirare, vacanza è vacanza quando il godere del respiro supera ogni sospiro.

15 agosto 2012

Arsure

Gitami e passeggiami, nuotami e ascoltami, ondami e pesciami, tuffami e rinuotami, assolami e spiaggiami, boccagliami e mascherami, immersionami e riemergimi, riassolami e scogliami, ritornami, docciami, infine cibami, ebbrezzami e poi stellami, fuocami d'artificio, annottami e brezzami e forse, dico forse, non sentirò la mancanza di. Forse.

14 agosto 2012

Con l'accento sulla e

Da un Capo all'altro, al mattino presto si parte in gita da Coda Cavallo, dove mi sono gioiosamente bagnato tra i raggi del tramonto ieri sera al compendio di un viaggio da ultimo minuto. Dopo Capo Comino e le sue meravigliose dune, bacche di ginepro e limpide acque, Berchida. Gioco con le onde e con le onde gioca il tuo corpo, il cui saettare curve tra le curve dell'acqua cattura lo sguardo. Non so chi sei e non te lo chiedo, non so come parli né cosa diresti se ti chiedessi il nome, ma che importa: il mare stavolta mi basta, giocosa mente e culo sporgente in costume blu. Il mare e i culurgiones, che in Gallura, mi dice Vanna che li fa in casa per il Delfino, sono immancabilmente con la menta.

11 agosto 2012

Cena e chiacchiere a 4 stelle

L'altra sera è stato bello essere ospite di Evelyn a cena allo Shandranj, un hotel che si trova tra i boschi e il rio Stava, sulla strada che porta all'alpe di Pampeago. Ci sono andato con mia sorella Teresa e non solo abbiamo mangiato benissimo, ma siamo stati proprio bene a chiacchierare con lei, vulcanica direttrice, che si merita tutte e quattro le stelle per l'energia e la partecipazione, per la simpatia e la passione apparentemente inesauribili. Era la seconda volta che ci si vedeva, dopo la mia visita di fine marzo, e finalmente abbiamo potuto brindare alla messa on-line del nuovo sito, al quale ho contribuito scrivendo i testi.

10 agosto 2012

A presto

Oggi dobbiamo salutare il Trentino-Alto Adige per un po'. Lo farei con le parole pronunciate da Lorenzo (buon onomastico, patatino!) al cospetto delle Torri del Vajolet e delle cime circostanti: "Questi massicci ti fanno venire il senso dell'inchino."

09 agosto 2012

Francesca

Auguri, fanciulla sedicenne!
(ma per me sempre e per sempre la mia Cajuina)
                                                              papà

08 agosto 2012

Rosengarten

Gita, appunti di cronaca. Gardeccia (m 1949) - Vajolet (m 2243) a passo spedito, pausa frutta e cambio maglietta. Sentiero 542 per inerpicarsi fino al Re Alberto (m 2620), un tè caldo, poi pizze e panini cavati fuori dagli zaini dopo aver scritto sul libricino del rifugio le nostre verità del momento (Lorenzo: "È la passeggiata più soddisfacente che abbia mai fatto", io: "Il dodicenne è ormai uno stambecco e talvolta si fatica a stargli dietro"). Bellissime vertigini accanto alle Torri del Vajolet, panorama immenso che si apre salendo pochi metri ("Patatino, vieni e preparati gli occhi!"), qualche foto che prima o poi scaricheremo dai cellulari e facile ascesa al Santner (m 2741), con altri gloriosi panorami a perdita d'occhio e guadagno d'emozioni. Si indugia un bel po' a girare qua e là tra le creste prima di ridiscendere perché sembra difficile poter fare a meno di tanto mondo. Percorso a ritroso ottimo, con piccola deviazione per curiosare al Preuss ed estemporanea partita a briscola con carte piacentine e avversarie modenesi (ciao Anna, Marvi e Maria), battute 3 a 2 sul filo dei punti. D'altronde il Catinaccio in tedesco si chiama Giardino di rose.

07 agosto 2012

Un paio di cose slegate tra loro ma legate a me

"U'm spiés ke..." (Mi spiace che...), ogni volta che glielo sento dire, la obbligo a verbalizzare qualcosa che invece la rende contenta. È questo l'esercizio che da qualche giorno sto imponendo a mia madre, perché non esiste che si lasci andare alle lamentazioni quando le cose essenziali in fondo vanno bene o, più spesso, alle autofustigazioni anche dopo aver fatto di tutto e di più (soprattutto in ambito culinario, ma non solo).

A parte questo, constato che la memoria non sempre mi assiste in ogni dettaglio, anche quelli importanti, ma credo sia perché si proietta in avanti o nell'istante in corso. Una memoria orientata al futuro, che paradosso, ma sì: quasi una sorta di opaca chiaroveggenza, o un modo carezzevole di leggere l'essere e il divenire, e provare, provare, provare provare provare di tanto in tanto a baciarne gli intrecci.

06 agosto 2012

Le orecchie e i piedi

Oggi la ricerca ricercata e apprezzata è stata quella di Gianluca Petrella, ultravirtuoso del trombone a tiro, in compagnia del maestro Enrico Rava alla tromba. Ricerca musicale sul filo del jazz e oltre, ricerca di suoni da inselvatichire e rumori da addomesticare attraverso la padronanza totale et ultra dello strumento. Ricerca ricercata e apprezzata da me e mia sorella Teresa, arrivati in fondo a Val San Nicolò, dove si è tenuto il concerto organizzato da I Suoni delle Dolomiti.
A fine giornata sono andato a comprarmi un paio di scarponi nuovi (in offerta a La Sportiva di Ziano), perché un poco alla volta si cambia e quelli che usavo da ormai parecchi anni mi facevano male ai piedi (ah, come vorrei un massaggio, magari da una riflessologa brava come Marina Vanoli).

05 agosto 2012

La nutriente arte del bosco

L'arte la montagna il respiro la ricerca il cibo: tutto questo assieme è stata l'esperienza odierna all'Alpe di Pampeago, lungo il sentiero di RespirArt con partenza dalla Baita Caserina.
Tra le opere di land art che si integrano nel percorso, ho trovato particolarmente ispirate due installazioni del 2011 di Marco Nones: una specie di raggiera di legno, per il movimento che, pur da inchiodata, suggerisce o suscita nello spazio tra sole e pensiero; e una forma ricreata con un ramo d'albero sradicato dal vento, sezionato e al vento restituito come corno e mirino, come vortice e spirale, come molla naturale proiettata sul panorama.
Arte gastronomica è espressione che ben s'attaglia a quanto combina Alessandro Gilmozzi con il suo Borderline, uno straordinario dessert realizzato raccogliendo, lavorando e utilizzando elementi boschivi quali gemme, licheni, resine. Dopo avere illustrato la sua linea di ricerca camminando sul limitare del bosco tra spiegazioni, gesti e ricordi (le "caramelle" di resina del nonno), ci ha fatto degustare il prodotto finito (una composizione con resina e miele di melo, "terriccio" di mais, gelato all'olio essenziale di gemme e bacche, resina caramellata, licheni), servito su un sasso e consumato con l'ausilio di un cucchiaino di legno di cirmolo. È stato come mangiarsi il bosco, reso godibile anche per i golosi come me.

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P.S.: ecco il video!

04 agosto 2012

Esigenze

A onta del rischio di metter su qualche chilo di troppo, oggi non ho voluto esimermi dal gustare la panna montata con frutti di bosco del rifugio Friedrich August, perché dopo che la brevissima passeggiata dal Col Rodella e la ripida ascesa alle pendici del gruppo del Sassolungo mi avevano riempito le papille ottiche di una bellezza esagerata, anche quelle gustative hanno esatto la loro parte.

03 agosto 2012

Mezzogiorno di sole

"L'è mezodì? L'è mezodì?" era il suo mantra. Un gigante buono di non so quanti decenni col cervello piccolino e uno stomaco questuante. Lo vedevo in piscorte, la pineta del paese, seduto sulla panchina insieme ai suoi familiari che chiacchieravano con i miei mentre noi fanciulli giocavamo ad arrampicarci sugli alberi. Quando finalmente il suono delle campane e le sirene delle segherie ufficializzavano l'arrivo dell'ora di pranzo, gli si illuminavano gli occhi e il faccione e nell'espressione passava da beota a beato, scattando a molla per andare a casa. Mi è tornato in mente sentendo oggi le campane dal Doss Zelor (Dos Celor), dov'ero a prendere il sole, tra una dormicchiata e un po' di lettura.

02 agosto 2012

Andata e ritorno

Non so perché abbiano asfaltato la stradina di campagna che collega Castello a Cavalese. Voglio dire, ci sono già lo storico stradone di sopra e la relativamente recente fondovalle, che bisogno c'era di bitumare anche questa? Certo, percorrerla in vespa era quasi avventuroso prima, e ricordo di averlo fatto per un'estate intera da adolescente, ma ora, così, il piacere di passeggiarci è quasi dimezzato, nonostante il panorama favoloso e il bel calore dei muretti a secco, solarium e nascondiglio dei piccoli graziosi sauri.
Per fortuna in un tratto hanno lasciato terreno e sassi, compresi quelli bianchi che da bambini usavamo come gessetti sulle pietre più scure; il tratto che passa davanti alla madonnina, piccola rudimentale cappella che tra l'altro ricorda i caduti sul lavoro della cava che un tempo le fu adiacente. Lì stamane mi sono seduto a ricevere una telefonata e, credendo che una certa cosa fosse una cosa brutta, ho tirato una fila di porchi. Più tardi, con difficoltà, mi hanno fatto capire che invece era una cosa bella e allora al ritorno, ripassando di lì, mi sono tolto il cappello: non sono un credente, ma era un modo per chiedere scusa al luogo e forse anche al me bambino che lo lambiva giocoso.

01 agosto 2012

Atti mancati

- Dottoressa, se in un luogo del cuore uno ci lascia le scarpe cosa significa?
- Beh, dipende, vediamo...
- Ma mi dica, ho dei problemi?
- Si sdrai, si sdrai, che i problemi li risolviamo.


a cura di Giulio Pianese

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