30 settembre 2006

In presa diretta

Bzaar Camp attraverso le foto di Samuele Silva.
Si tratta di un incontro in cui ogni partecipante presenta qualcosa. Anche se in questa occasione non mi sono gettato nella mischia, l'idea di aggregazione attiva così come lo scambio di esperienze mi piace assai e spero ci saranno resoconti in rete.

28 settembre 2006

A 40 è uno squonkuasso

Se Gonio chiama e bloggator risponde, estemporaneo nasce un blog in quarantena: squonkuarantology.

Abbracciamondo

L'altra sera al Movida mi sono sentito apostrofare come da parecchio tempo non succedeva: lo sprimacciatore. Sia ben chiaro che del nomignolo affibbiatomi da Jorma vado orgoglioso, perché rimanda all'espressione fisica della mia affettuosità (non ci crederai, ma già così mi trattengo).
Se, fatta salva la cura dell'igiene personale, ci si tocca, massaggia, abbraccia un po' di più, il mondo non potrà che trarne giovamento, credo. Né sono l'unico a pensarla così: guarda il video "Free Hugs" (segnalato da Diavoletta).

25 settembre 2006

Film a raffica

C'è tempo fino a mezzanotte per partecipare al giochino di mirumir:
Quali sono i 10 film che salvereste in caso di [riempire con un evento a scelta, non voglio sapere quale]? Non quelli che vi farebbero necessariamente fare bella figura, non quelli che pensate di dover salvare: mi piacerebbe una cosa possibilmente svergognata, grazie. Potete anche dirne uno alla volta (numerateli), cambiare idea, farvi influenzare dal vicino di commento, spiegare perché (motivazioni come "mi piace Johnny Depp" sono ritenute perfettamente accettabili).
Niente regole, post aperto, dibattito, bagigi per tutti.
Come criterio, ho scelto alcuni dei film che non mi stuferei di rivedere:
1. Toto le héros - Un eroe di fine millennio (Jaco Van Dormael)
2. Pensavo fosse amore, invece era un calesse (Massimo Troisi)
3. La banda degli onesti (Camillo Mastrocinque)
4. La vita è un miracolo (Emir Kusturica)
5. Ogni cosa è illuminata (Liev Schreiber)
6. Frankenstein junior (Mel Brooks)
7. The Blues Brothers (John Landis)
8. Pane e tulipani (Silvio Soldini)
9. Mujeres al borde de un ataque de nervios (Pedro Almodóvar)
10. Prospero's Books (Peter Greenaway)

P.S.: fossero stati 11 i titoli consentiti, ne avrei inserito uno brutto, perché bisogna anche riservarsi del tempo per limonare senza rimpianti.


Aggiornamento: la miru ha fatto lo spoglio!

Tutti quei momenti

Un giorno d'autunno il mio amico Cece, occhialuto, andava in vespa in mezzo alla nebbia. A un certo punto però s'accorse di essere l'unico a procedere quasi a passo d'uomo, mentre tutti lo superavano. Rispondendo con goffa gestualità a qualche derisore, per caso toccò una lente, rendendosi conto solo allora dell'appannamento che lo aveva fino a quell'istante ingannato e rallentato.

L'episodio narratomi torna alla memoria guardando la sequenza d'immagini fotografiche di Roberto: la pioggia dietro i vetri non finirà mai fintanto che gli occhi lacrimeranno.

Dai una scorsa alla serie e comunica le tue impressioni, o immagina una tua storia.

23 settembre 2006

Libra

In un sol giorno il cambio di stagione, segno zodiacale, anno: l'equinozio m'equipaggerà d'equilibrio?
Si potrebbe sostenere che l'equilibrio non esiste perché siamo in continuo divenire, ma a tale obiezione risponderei con l'esempio del funambolo: equilibrio per lui non significa acchetarsi in situazione statica, ma trovare la condizione che gli permetta di procedere sul filo, in costante movimento. Istante per istante sarà per intero nel tempo presente, o cadrà.
Forse un giorno o l'altro a percorrere quell'ardita distanza non sarà solo e l'equilibrio diverrà ancor più delicato, ma probabilmente anche più affascinante.

22 settembre 2006

Fraps-è

Il pigrone spumeggiante per eccellenza, il fidanzato denegante per deficienza, il fantasma pazziante per incoscienza, avrebbe finalmente riattivato il suo spazio web. Ora mi chiedo se sia necessario procurargli un programma autobloggante perché si ricomincino a vedere dei post.

Ah, quella del programma autobloggante non è una fola, ma una favola moderna, molto ben congegnata e scritta da aquatarkus.

La buona educazione

Anche quando ci si ricorda che il fare conta più del dire, quanto si riesce a trasmettere ai propri figli è sempre un coacervo di cose buone e meno buone; ma se la perfezione non esiste, ciò non esime dal tentativo di continuare a migliorarsi.
E questo è un motivo in più per leggere Squonk:
oggi, in fondo, le persone corte ci danno l'impressione di diventare grandi molto in fretta perché a quattro o cinque anni sanno cambiare un dvd o usare la Playstation, ma in fondo sono molto più "piccole" di quanto non fossero i loro nonni, perché noi - i loro genitori - a quarant'anni non sappiamo sopportare nemmeno un decimo delle Paure che i nostri padri hanno dovuto e saputo affrontare durante la loro infanzia

21 settembre 2006

Incubazioni

Leggo Narsil che dipinge una tremenda scena da incubo e mi tornano in mente per associazione d'idee parole che quasi un anno fa avevo appuntato senza mai decidere di pubblicarle e senza mai capire la provenienza delle immagini evocate:
Volano in su e in giù quei rapaci, eleganti, e li guardi ammirato da tale grazia giostrante. Non pensi che quel movimento sia l'alternanza dei loro turni per cibarsi di una carogna, né che la carogna di cui si stanno nutrendo, spolpandola, sei proprio tu.

Inutile stropicciarsi gli occhi, sono aperti su un sogno diurno. Inutile pizzicarsi, sei già sveglio: solo un tantino allucinato. Abbacinato lo sarai tra poco, se non distogli occhi e pensiero e non la smetti di fissare quel biancore capace di mettere il mondo vero in sottofondo.

Sbagliasti a dir loro che avevi fegato, a offrirti a cuore aperto, ad assicurare che interiormente li avresti coccolati. Ora ti trovano una delizia e si servono golosamente. È la loro natura, che t'aspettavi?

Piovono pietre

Niente di drammatico, è solo che a RadioPop hanno appena trasmesso il pezzo Simmer Down, antica sigla della mitica rubrica mattutina di Alessandro Robecchi.
Per il resto, qui si vibra di vita (o è tremula malinconia?) e poi di tanto in tanto si va pure a riposare.
Buonanotte, e buona fortuna.

19 settembre 2006

Emolandia

Si scioglie nelle vene per una finta di Maradona, s'è sciolto nella teca com'è vera la Madonna, s'è sparso sulla faccia No! Attento, ma no, cazzo, nooo! della signora sotto il furgone, ahiomamma però almeno è viva, avete visto cosa può succedere state attenti bambini, sangue del mio sangue, non versatelo, nemmeno nella coppa a cena con gli amici più intimi, che poi non si sa mai, e non pungetevi, sangue di Giuda!, con lo spillone o con un fuso, mica posso stare cent'anni senza di voi, ché il sangue non è acqua, oh no, anche quando è sangue misto, anzi quello soprattutto, siam meticci lo sapete, serve per mischiar la razza e rafforzare i cromosomi, questa è nobiltà di sangue autentica, l'altra solo triste endogamia da stanze scure, pallide tare e melanconia, lo dico a sangue freddo, non ce l'ho con nessuno, per carità, a che pro guastarsi il sangue, sarebbe un prosciugamento emotivo, un emosalasso col prefisso bisvalido e poi non ne resta più per lavar le offese, ma cosa vuoi lavare cosa, figuriamoci poi come conceresti gli asciugamani, peggio di Macbeth, si suderebbe sangue a ripulirli e l'acqua ossigenata a fiumi sotto sotto soffrirebbe perché bionda non si piace.

18 settembre 2006

Un dono del creato

Petra Magoni lo è per come canta e per come esiste sul palco.
Avrebbe potuto entrare in scena, regalarci la sua voce multistrato e uscire senza dire una sola parola: saremmo stati grati alla Fortuna e alle rotte intergalattiche per averci portato lì un'aliena bella quanto brava e ancor più brava della bellezza. E invece si mette pure a dialogare, a intrattenere il pubblico, a gigioneggiare insieme al suo "socio", altrettanto simpatico ed efficace. Ma allora ditelo che questa è più che perfetta e che ha ragione quello là a innamorarsene ogni volta.
Così intensamente era iniziato il concerto, con una ninnannanna sarda dalla magia stregonesca e una Come together ritmata dal fiato dell'anima, che uno non sapeva come fare per applaudire di più dello spellarsi. Allora si cambia posto, si va proprio davanti al palco e non più accecati dalle luci si resta pure a bocca aperta per il resto, che è un sovrappiù, d'accordo, mica eravamo lì per quello, ma non guasta.
Per inciso, Ferruccio Spinetti, che suona il contrabbasso trasformandolo in un'intera orchestrina, sarebbe bravissimo; è bravissimo, ma viene spontaneo lasciarsi calamitare da lei in ogni esecuzione, coi suoi virtuosismi che tradiscono spessori come petali a schiudersi infiniti, con una varietà di registri vocali e interpretativi da brividi freddocaldi e da sangue in circolo a mille.
Il repertorio è variegato oltre ogni dire, ma ogni cosa alla fine porta un marchio, il suo, che viene dall'universo dei quattro elementi e si muta in sublime al passaggio da quelle sue corde vocali da paradiso. Musica nuda che veste e adorna il mondo.

- - -

Bonus: parole innamorate e foto del concerto da Aladin, senza parole e video da Broono.

15 settembre 2006

Rogo

Di me non t'importa e chissenefrega,
suoniamo insieme e non ti brucerai
Ho un solo desiderio a stuzzicarmi:
fammi stare accanto al tuo fuoco

Jimi Hendrix, Fire

Nel torace, fin dal primo istante al risveglio, le palpebre ancora abbassate e non più percorse dal sorriso, gli si accese a cerchio come una sorta di fornelletto. Sapeva già, per esperienza, che da allora in poi non gli avrebbe più concesso requie.
Si erano dati totalmente, troppi e troppo intensi gli scambi per non lasciare impronta indelebile. E la processione percettiva di ricordi fisici e visivi era corroborata da quelli verbali, copiosi e mondani, distillati ed eterni, scaturiti dal brillio di sensi e anima.
Tutto stampato, tutto conservato, anche materialmente. Un archivio che non gli occorreva sfogliare perché l'aveva dentro sempre. Eppure, qualcosa andava fatto, bisognava intervenire: suo malgrado, non poteva negare di conoscere il valore degli atti simbolici.
Quella sera si decise, come Abramo con Isacco. Gli avevano procurato napalm da spruzzare sul cartaceo: "Quell'ammasso enorme s'alzerà in aria leggero come un'esplosione di brace liquida".
Si mise lì vicino, stava in piedi ignorando la vampata. Dentro, il fornelletto seguitava a consumarlo senza tregua. Guatando il calor bianco di quelle fiamme illegali gli parve dapprima di scorgere tratti e poi linee, un tatuaggio di cenere scura a punteggiare di grafismi immobili l'aria tremula.
S'accorse volgendosi alla parete lunga del loft dello spettacolo di sé, proiettore di parole sagomato in forma d'uomo. Da quel lambire smanioso d'incendio, a vortice sprigionava una danza futurista aggrappata all'intonaco e strappata al suo cuore, alle sue carni. La memoria d'ogni espressione, discorso, sussurro, d'ogni dire trascorso scalfiva, crudele diamante, la sua diafana anatomia e ne eruttava, fattasi segno e graffito.

§ § §

Mattino, esterno urbano. Due umani: la mano piccola in quella più grande, andatura che s'adegua a pareggiare i passi, zainetto sulle spalle contenente l'orgoglio di un quadernone con parole in stampatello scritte a matita.

- Papà, stanotte mi sono svegliato, ma non son venuto nel lettone.
- Bravo che sei riuscito a riaddormentarti da solo.
- Eh, si vede che l'acchiappasogni ha funzionato, perché non mi sono spaventato del sogno.
- Com'era questo sogno?
- C'era un uomo di vetro.
- Di vetro?!
- Sì, era lì in piedi e si vedeva tutto dentro. Però invece degli organi e del sangue, invece di tutte le cose e anche delle ossa, si vedeva un fuoco.
- Dentro di lui?
- Sì, un fuoco dentro il vetro.
- Ah, e scottava?
- No, io non mi sono scottato, ma di sicuro lui sentiva caldo, perché a un certo punto si è girato a guardarmi e aveva gli occhi che gli sudavano tanto.

12 settembre 2006

Respirare

Un'utopia, con le mucose gonfie. Agli dei dava il nettare, a me l'allergia, quest'omonimia similmeneghina. Fare a meno del naso per ore, salvo che per soffiarselo, ti illustra la differenza degli elementi, e quanto sia asciutta l'aria che ingoi tra le fauci come carta assorbente. Davvero non pare la stessa capace di ossigenarti lo sguardo in montagna o di tonificare l'umore sulla battigia. Non è la stessa, infatti, non è aria, come dici per troncare un'interazione importuna. Eppure, sia come sia, ne hai bisogno come... come dell'aria che respiri. Almeno un secondo, un minuto, un'ora, secondino, un'ora d'aria mi spetta. Aria, aria, risponde con sufficienza, negandomi la bastevole ventilazione e condannandomi così, che ironia, all'insufficienza respiratoria. Non sono morto per un soffio. Al cuore.

[rif.: commenti post precedente]

P.S.: l'espressione "post precedente" è talmente assurda che ho voluto lasciarla vivere.

10 settembre 2006

Terra

Nome sottovalutato, dato per scontato, quasi dimenticato. Come le cose che ti ritrovi dinanzi agli occhi tutti i giorni e che vanno a far parte del paesaggio invisibile, quello di cui non ti rendi conto nemmeno se ci sbatti contro, quello di cui ti accorgi solo se ribalti completamente la casa per delle pulizie generali che aspettavano da tempo immemorabile e grazie alle quali capisci lo spreco dello spazio e l'inutilità dei feticci che non sapevi nemmeno più esistessero.
Terra, dicevo, è un nome magico, a pensarci. La terza pietra a partire dal Sole, cantava il moretto riccioluto.
(intermezzo: son due giorni che ammazzo le zanzare al volo, starò mica diventando troppo zen?)
Cioè, non so se mi spiego, è il nostro pianeta, perbacco. L'unico a distanza raggiungibile sul quale siamo in grado di vivere (o sopravvivere).
Se mi sporgo a guardarlo da fuori, insieme agli altri che ruotano intorno al Sole, mi dispiace persino che questa vicina stella si spegnerà (tra qualche miliardo di anni, mi pare).
Be', nel frattempo, in questo battito di ciglia che mi sta toccando, spero proprio di avere sempre la forza e il coraggio per vivere davvero, senza smettere di cogliere le meraviglie che la vita regalerà.

05 settembre 2006

Velatamente

Un voilier sans voile, c'est un non-sens, une hérésie, c'est comme un jour sans lumière, un corps sans âme, une fontaine sans eau, un enfant sans rire, un feu sans chaleur
(di ImpasseSud)

Ha ragione la blogueuse (o jouebeuse, per dirla ancor più alla francofona*) di Entre mer et maquis : connaissez-vouz leurs parfums ? a rimarcarlo: Un veliero senza vele è un controsenso, un'eresia, è come un giorno senza luce, un corpo senz'anima, una fontana senz'acqua, un bimbo senza sorriso, un fuoco senza calore.

Se un'imbarcazione è nata per far l'amore con l'acqua e il vento, non la si potrà snaturare a lungo senza svilirla, senza svilirsi e senza che l'universo mondo abbia a soffrirne.

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* per conto mio, all'inizio avevo ben proposto e usato "diarista telematico", ma non è affatto facile far attecchire l'italiano in ambiti anglofili.

04 settembre 2006

Alti frangenti

I cavalloni dell'ultimo giorno di mare risorgono nel bianco e nero dei ricordi lontani, quelli in cui non sai più distinguere la parte di memoria da quella di racconto, in una Riviera di levante d'epoca spartana, fatta di piste per le biglie e salvagenti rossi.
I cavalloni si rinnovano e tornano, l'ultimo giorno di mare, nelle gradazioni di blu turchese azzurro e bianco schiuma del mare mosso davanti a Sa Petra Ruja.
Li si aspetta a riva per saltarli, si va loro incontro per farsi travolgere, ci si tuffa dentro a bucarli per riemergere nell'euforia che non dimentica il rispetto per gli elementi.
I cavalloni a noi bambini piacciono, ancora, sempre. Irresistibili animali d'acqua.

02 settembre 2006

Oggi sposi, qualche anno fa

Uno dei motivi per cui posso dirmi fortunato è costituito dai genitori che ho avuto in sorte. Naturalmente, per rendermene conto ci sono voluti anni, lustri, ma soprattutto confronti con quel che ho visto in giro. Prima di traforare incredulo la patina delle situazioni altrui, davo per scontato che ogni papà e mamma si comportassero così con i figli, regalando loro il massimo della propria disponibilità e affettuosità, piantando nel contempo saldi paletti di riferimento, anche sotto forma d'insopportabili divieti. Grazie a questi si cresce fino a ritrovarsi in grado di svellerli per fissarne di nuovi, grazie a quelle lo si fa dopo essersi imbevuti della nutriente autostima.
Bravi genitori non significa persone perfette: limiti e difetti son di tutti, ma se gli dei dell'infanzia cadranno nella polvere allo sguardo adolescente, si dovranno pur risollevare a quello dell'evoluzione postconflittuale, possibile dopo un distacco fisico o simbolico.
Guardandoli con equilibrio, ancora scuoto il capo rassegnato all'inevitabilità di certi modi che impediscono loro di godere appieno, ma col sorriso affiora un grazie a toccare labbra e occhi insieme a un augurio per i loro 44 anni.

01 settembre 2006

Stagione 2006 / 2007

D'accordo, facciamo pure che oggi è capodanno: sarà un'occasione in più per ricominciare, per fare, per far meglio, per non indulgere nell'indolenza.
Piccole azioni simboliche valgono più di venticinque parole e tutto fa brodo: rimettere la pila all'orologio fermo da mesi, riaprire il buco al lobo dell'orecchio destro, riordinare quel che s'è sparso non appena ha finito di servire, magari andare a tagliarsi i capelli o perfezionare la rasatura; ma anche sorridere al sole seppur deboluccio sulla pelle, ai colori benché confinati tra asfalto e ferraglie, ai volti ritrovati, alle presenze. Lasciando perdere quel che non c'è e chi non ci vuol essere.
Guardare avanti per trasferire il luccichio dai sogni alla realtà.


a cura di Giulio Pianese

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