30 giugno 2014

Prossima incoronazione

Arriva il giorno in cui ti lasci trapanare un osso. Per me arrivò tempo fa, in seguito alla rottura di un premolare. Sarà capitato tre o quattro mesi or sono, non so nemmeno dirlo con esattezza, sebbene al momento mi avessero impressionato l'idea e il fatto di ritrovarmi un perno metallico infilato stabilmente in una gengiva. Mi torna in mente ora perché domattina presto sarò dal dentista per il controllo e per fissare gli appuntamenti durante i quali nella mia bocca ristabiliranno la sovranità, dato che vi sarà imperniata una nuova corona. Nel frattempo, comunque, non avevo mai smesso di mangiare di tutto e questo forse si vede.

29 giugno 2014

Dolce risveglio

Soccombo sempre alla pigrizia riguardo agli aggeggi tecnologici e sto continuando a usare un vecchio Nokia che avevo ripristinato temporaneamente in seguito alla rottura dell'ennesimo cellulare più moderno. In effetti, come telefonino fa esattamente quel che deve, dunque perché sbattersi o spendere? Vero, però stasera sono contento di poter contare sullo smartphone di Lorenzo per la sveglia di domattina, così gli occhi si apriranno subito dopo che le orecchie saranno state deliziate dalla canzone che abbiamo selezionato insieme: Cupid di Sam Cooke (in questo caso, nella versione di Amy Winehouse).

P.S.: la doppia sveglia è importante perché lo accompagnerò ancora una volta alla partenza per la sua amata colonia di Vacciago, presso il lago d'Orta.

Eppure eppure

Dico a mia madre: "Respira!" Poi basta una ventola che arranca a mettermi l'ansia. Mi autospedisco i file del lavoro in sospeso, ma penso a quanto tempo sia passato dall'ultimo backup. La copia di riserva serve, il fatto è che non c'è mai il tempo di. Eppure sono io a dire sempre che il tempo bisogna semplicemente prenderselo. È così, e così di tutto e di più, erba voglio compresa, si potrà desiderare. Un prezzo da pagare c'è: tipicamente, quello di dover scegliere. Con il timore del rammarico di non averlo fatto per il meglio, un'altra forma d'ansia che schiaccia come un maglio. Eppure sono io a dire: "Respira!" Poi basta, basta un arrancare fatto di parole scritte e un clic arancione ad alleviar le note d'un'altra notte senza tango.

28 giugno 2014

Per fare tutto ci vuole un amo

Quando piove con il sole, di mestiere faccio il pescatore d'arcobaleni. Se abboccano, appena posso m'affretto a comunicarlo a chi può condividerne il piacere e la vista, nei paraggi di quello spicchio di mondo.
Non sempre mi riesce una pesca fruttuosa (ahahhahah), specialmente se nel contempo mi trovo vincolato alle responsabilità di conducente. L'impossibilità di torcere il busto fino a volgere il capo e lo sguardo di centottanta gradi rappresenta un impedimento sostanziale alla voluttà di spazzare l'orizzonte intero. L'eventuale arcobaleno, si sa, s'acquatta dal lato opposto al sole, dunque se stai procedendo verso ovest quasi all'ora del tramonto, tutto ciò che puoi fare è immaginare che ci sia, dietro di te, ad abbracciarti le spalle di colori, ma senza la conferma del guardo.
Rinunciare al periglioso voltafaccia, peraltro, non è detto debba diventar frustrante: oggi sull'asfalto il provvisorio lago si punteggiava di balletti d'acqua sorridenti ai raggi, soprattutto dopo che la tempesta e i rari chicchi ghiacciati avevan fatto luogo a impetuosi goccioloni e poi a gocce di bonaccia, che pur incalzando ancora a ritmo sincopato, preludevano al solleticante e delicato spiovere. L'occhio s'è come tuffato in quella musica visiva, quasi dimentico d'altri spettacoli. Un soave torpore, il tempo d'un lieve gioire, la sobrietà carezzevole di una vaghezza da incanto, momentaneo come quasi tutto ciò che è semplicemente bello.

25 giugno 2014

Purple haze

Ti sarà capitato di soffermarti sul purpureo pensiero d'un futuro monco di ciò che ora dai per scontato. Una serie di gesti, incontri consueti, abituali dialoghi, perfino quelli mal sopportati, ti mancheranno una volta che, tra mill'anni, verranno meno.
Tale sensazione pare attigua alla nostalgia del futuro, ma ne costituisce il contraltare, il retro dello specchio: infatti, pur essendo anch'essa una mancanza, è tutt'altro che un auspicio; inoltre, laddove la nostalgia cerca l'avvicinamento all'impossibile, questa sorta di anticipazione dolorosa tenta di rifuggire l'inesorabile.
Unico antidoto sembrerebbe l'adozione di una diversa concezione del tempo, circolare o ciclico anziché lineare, ma non ritengo sia onestamente praticabile senza una rivoluzione mentale o spirituale un po' troppo scomoda per chi vive semplicemente in questo mondo.

20 giugno 2014

Qui sul balcone

Uh, che bel fiorellino, che bel fiore, guarda, ne sono sbocciati altri due, e pure quell'altro, che belli, che be...
Zac! Zac! Zac! Zac!
Poi li ho impastellati e me li sono fritti.
La zucca non ha protestato.
Nemmeno il giorno dopo e nemmeno oggi.
Piano piano sto imparando.

19 giugno 2014

Dimmi dove e quando

Mi riferirono che alla domanda: "Che cosa ti manca di più?", la compagna di Massimo Troisi, intervistata dopo la di lui morte, rispose: "La sua malinconia."
Come risposta può sembrare strana, ma una dose di malinconia qualitativamente elevata e miscelata a un'ironica sensibilità serve. Serve a diluire nel comico il senso tragico, serve ad attraversare la tragedia contando su nuovi respiri e a trovare l'equilibrio sull'impermanenza.
Malinconia in dose omeopatica per chi malinconico lo è di suo a intermittenza, in forma sinusoidale o da montagne russe, malinconia da assumere in dose più massiccia affinché trovi sfogo il magone inspiegabile o possa liquefarsi e fuoriuscire il piombo d'un vago dolore remoto e mai rimosso.
C'è anche un'altra verità: quello del malinconico è uno sguardo che sul mondo si posa con ali di farfalla sublime, bella e consapevole dell'effimero, un po' come quell'intraducibile espressione giapponese.
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Due bonus:
1. 30 parole intraducibili di altre lingue illustrate da Anjana Iyer
2. la canzone Quando, di Pino Daniele (dalla colonna sonora del film di Massimo Troisi Pensavo fosse amore, invece era un calesse)

09 giugno 2014

Anche senza scavare

Ci sono tunnel per modo di dire e tunnel veri e propri. I primi sono quelli di cui già all'imboccatura vedi l'uscita, gli altri sono quelli di un'oscurità profonda quanto l'ignoto.
Eppure, può darsi il caso in cui i più ardui da attraversare non siano affatto questi ultimi. Se non ci credi, prendi come primo esempio un breve sottopasso maleodorante e mal frequentato, dove l'urina puzza come la paura di quel che ti potrebbe succedere se a metà strada ti prendessero in mezzo bloccandoti la via di scampo e la felicità. Come secondo esempio, invece, prendi un passaggio da una grotta acquatica all'altra, in cui il timore dell'attimo di buio sarà ben presto sostituito dalla meraviglia dei colori, dalla soddisfazione di avercela fatta e dalla bellezza di essere lì.
Se tutto ciò sia metafora di qualcosa d'altro, non so. Oltretutto, non ho nemmeno considerato il caso dei tunnel abitativi, tipo le tane dei conigli.

03 giugno 2014

Mmhbacio

Respirare a ritmo di vita, ricordarsi di. Ballare le fatiche, cantare gli annuvolamenti, sudar fuori i crucci. Muscoli e nervi risvegliare, sotto le dimenticate coltri d'adipe superfluo. Seguire lezioni di volo per farsi spuntare le ali, spuntare come nascere, però, non già tarpare. E in tutto questo e fra un vagito e l'altro, al pensiero d'un fugace quanto bello scalpitare, mandare col pensiero un bacio. Col pensiero e con le labbra e con loro il loro desiderio, d'intenzione tutta intera, così: mmh... Mmhbacio.

01 giugno 2014

Sperando che una tiri l'altra

Stamane ho preso la giornata al balzo e dopo una piccola colazione a base di ciliegie me ne sono andato al parco Nord a corricchiare. Dopo oltre un anno di assenza, è stato come smuovere un carro arrugginito e in effetti ci ho messo un sacco a rompere il fiato, non riuscendo nemmeno a concludere tutto di corsa il mio "solito" percorso che disegna una sorta di otto tra i sentieri e le stradine del parco. La sudata però me la sono fatta e l'importante era ricominciare.

31 maggio 2014

Naturalmente

In un certo qual modo mi rasserena sapere che il gelato, anche in una serata spruzzata da pioggia e freschetto, rimane la seconda cosa di cui son più goloso al mondo.

Balcania in quel di Sesto

Stasera al Carroponte, due garanzie: I figli di madre ignota sono per me vecchie conoscenze, mentre i Nema problema li avevo applauditi proprio lì un paio d'anni fa. Non so ancora se i miei figli saranno della partita, rispettivamente causa stanchezza accumulata e altri programmi, ma io una puntata la faccio. Tra poco.

L'AD dell'RC è JB

Tra i luoghi ricorrenti ve ne sono molti immateriali. Ad esempio, quelli legati alla musica: or ora ho rinnovato online l'assicurazione RC dell'auto e rivedendo la firma dell'amministratore delegato della compagnia assicurativa non ho potuto né voluto fare a meno di riandare con la mente e con le orecchie a una canzone cantata dall'artista suo omonimo. James Brown: straordinario nel cantare, altrettanto nel muoversi e danzare.

Un lampo dopo i tuoni

Tremila le cose da fare, fitti gli impegni, densi gli affetti, ma il tango s'insinua con feste, eventi e scritti, muovendo i suoi passi tra pensieri opere intenzioni e trova spazio ovunque, come l'acqua quand'è benefica, come l'acqua quand'è discreta, quando educata si asciuga lasciando opportunamente la pista libera e ballabile anche dopo le intemperie. Dopo i tuoni, un lampo: quello d'un'idea e via, un salto oltre il cancello del parco per godermi tre tande (grazie a Elena "seguidora"), senza nemmeno prendermi il tempo di cambiare le scarpe. Ancora una volta, alla Milonga Popular.

29 maggio 2014

Eppur svapora

Non è vero che non ci sono più le mezze stagioni. Te ne accorgi, per esempio, ogni volta che, tolto il piumone, rinfresca. Ogni volta che ti tocca spogliarti o rivestirti degli strati che t'ammantavano a causa delle indecisioni termovestimentarie prolungatesi fino a un attimo prima di uscir di casa. Ogni volta che per la strada non sai se scegliere di camminare dal lato assolato o da quello ombreggiato. Sulla mezza stagione però non puoi dormirci, non puoi perché se no in un attimo svapora.

23 maggio 2014

Desde el alma

Chissà se stasera Lulamiao ce la mette su.



Dall'anima vorrebbe risplendere il sole che oggi ci ha graziato, asciugando le lacrime del cielo e promettendo una bella e serena serata di Milonga popular.

(Attutito)

Metti la freccia, guardi nello specchietto, guardi nell'altro specchietto, controlli e ricontrolli, cambi corsia. Un flash, quasi una percezione, quella di una botta sorda dall'angolo cieco. Invece un angolo cieco non c'era, e allora. E allora si trattava di un veicolo invisibile, di quelli che non lasciano traccia sulla carrozzeria: rimane solo la botta, anzi, la percezione della. Botta interiore, con strascichi in un certo qual modo simili alla malinconia. Eppure se ne discostano: la loro germinazione non attinge alle stesse sorgenti tue intime. La cappa che fa annaspare è estranea, non dipende da te, forse ne è dipesa, di peso ti è ogni azione e inazione corrente e passata. È una cappa da botta attutita, una botta da lungo veicolo invisibile e inatteso. Non resta che recuperare la giusta corsia e ripristinare l'andatura ottimale, tra un azzurro che lo è ancora troppo poco e delle nuvole solo provvisoriamente chete. Automassaggiati l'aura e occhio agli specchietti, ma anche alla strada, lì davanti a te.

17 maggio 2014

Il ballo di Baloo

Quando l'animo si muove leggero e gioioso, anche il corpo è bello da vedere, specialmente se l'occhio che guarda sorride affetto. In questo speciale caso, lo speciale sguardo si mette a leggere tra gli spazi colmati e svuotati, tra i respiri evocati e i sospiri disiati, ridelineando un essere in divenire ben oltre l'evidenza immediata.
L'animo, dal canto suo, si fa sentire. "Si fa sentire" in entrambi i sensi: quello di riuscire a farsi ascoltare e quello di diventare percezione pura e totale. In entrambi i casi, se davvero lo fa, lo fa in modo naturale e inavvertito, con l'inconsapevolezza dell'innocenza ritrovata per un istante, quello del movimento e del suo godimento. Perché il ballo è come un intenso vivere: quando sei in ballo sei in ballo, e in fondo è quello il bello.

07 maggio 2014

La forza del fiume

Sarà stato il primo maggio, sì, era proprio il primo maggio quando, prima di dedicarci al ripasso di letteratura inglese, con la Cajuina ci siamo sparati una discussione etimologica (risolta con una piccola ricerca sui significati e gli spropositi del termine "ariano"), virata poi su un piano più ampio e ancor più vago che andava a toccare, tra l'altro, la traduzione della Bibbia e le annotazioni, a tale riguardo, di Erri De Luca.

A proposito di elohim e di pluralità divina, per esemplificare il significato di "forze esterne", la Caju ha pronunciato una frase che lì per lì mi ha colpito e la cui semplicità voglio riportare qui:

Se l'uomo non c'è, il fiume scorre lo stesso.


a cura di Giulio Pianese

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