Ti sarà capitato di soffermarti sul purpureo pensiero d'un futuro monco di ciò che ora dai per scontato. Una serie di gesti, incontri consueti, abituali dialoghi, perfino quelli mal sopportati, ti mancheranno una volta che, tra mill'anni, verranno meno.
Tale sensazione pare attigua alla nostalgia del futuro, ma ne costituisce il contraltare, il retro dello specchio: infatti, pur essendo anch'essa una mancanza, è tutt'altro che un auspicio; inoltre, laddove la nostalgia cerca l'avvicinamento all'impossibile, questa sorta di anticipazione dolorosa tenta di rifuggire l'inesorabile.
Unico antidoto sembrerebbe l'adozione di una diversa concezione del tempo, circolare o ciclico anziché lineare, ma non ritengo sia onestamente praticabile senza una rivoluzione mentale o spirituale un po' troppo scomoda per chi vive semplicemente in questo mondo.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.