30 aprile 2004

Esercizio di traduzione

Chi vuole cimentarsi nella difficile transumanza dei giochi di parole, che tendono a dileguarsi al guado tra una lingua e l'altra?

Ho ripescato da un vecchio messaggio questa frase di Mark Twain:
Age is an issue of mind over matter. If you don't mind, it doesn't matter.
D'accordo con la mia corrispondente, la classificai tra le intraducibili. Ora invece oso proporre un tentativo, rimanendo poi in ascolto di altre proposte:
L'età è una forma di pensiero. Se non ti dai pensiero, non ti sforma.
Aggiornamento: innanzitutto ringrazio chi ha cominciato a partecipare attraverso i commenti e rinnovo l'invito a contribuire. Nei prossimi giorni pubblicherò le varie proposte, anche perché ritengo che da ciascuna si possano trarre spunti. Nel frattempo, mi sono venute in mente altre possibilità:
L'età è la mente che segna la materia. È un sogno della mente, non è una cosa seria.

L'età è la coscienza che informa la sostanza. Se avanzi prende forma, se sosti non avanza.

L'età è quel che la mente assegna alla materia. Materialmente segna colui che si rassegna.

L'età è applicare la mente alla sostanza, ma in tal materia mente a chi le dà importanza.

29 aprile 2004

Storie di sé

La Cajuina mi chiede sempre più spesso di raccontarle di quando ero piccolo e io che pur mi vanto della mia buona memoria mi rendo conto di come sia difficile ripescare al volo aneddoti facilmente verbalizzabili e digeribili. Forse scrivendo un diario a ritroso...
Dunque: Un tempo, mi coricavo di buon'ora...

28 aprile 2004

Tum-tum tachicardico

Stamane ho rodeato in 13 minuti. Purtroppo noto che non sono altrettanto veloce con il lavoro che ho sottomano, per cui mi c'impiombo per la prossima rotazione terrestre.

Nota: il titolo è diretta conseguenza di un apprezzamento giunto attraverso canali riservati.

25 aprile 2004

U fa' la muntagna

Mi ci sono messo a chiacchierare soprattutto per via di Lorenzo, le cui perplessità, alla terza o quarta lapide che onoravamo, cominciavano a fortificarsi nella convinzione che i partigiani fossero tutti morti. Allora mi sono informato tra i presenti per cercare di individuare i sopravvissuti, agli eventi di allora e alla falcidie del tempo.
Uno di loro è Bruno, presidente della sezione ANPI della Bovisa, ultraottantenne in gamba e lucidissimo. Sobrio nell'espressione, mi ha colpito quando ha dichiarato quasi commosso il suo apprezzamento per l'apporto propulsivo fornito da Licia nelle scorse settimane per organizzare e rivitalizzare il rituale giro commemorativo della mattinata resistente.
Quest'anno, in effetti, alcune piccole novità hanno conferito un tocco di freschezza e trasmesso ai partecipanti un pizzico di entusiasmo in più: in testa al corteo stavano le biciclette; la forbice anagrafica risultava più che mai ampia; davanti a ciascuna delle lapidi il ricordo del caduto veniva pronunciato dal vivo e non delegato alla solita cassetta preregistrata; all'arrivo in piazza Bausan ci attendeva una bella rappresentanza della Banda degli Ottoni a Scoppio: sette elementi che hanno saputo riscaldare i cuori e rallegrare i sensi reinterpretando brani tradizionali e altri con i quali ci hanno accompagnato anche durante il successivo rinfresco al circolino (ricordo Bella Ciao, El Ejército del Ebro, Siamo i ribelli della montagna, Ale Brider, Tammurriata nera, Hasta Siempre Comandante, L'Internazionale).
Prima di congedarci, mi ha gratificato di qualche minuto di dialetto Luciano, il quale rivangava i tempi in cui il Partito Comunista in Bovisa raccoglieva il 70-80 per cento dei consensi elettorali. La frase che però mi sembra maggiormente degna di sottolineatura riguarda proprio la lotta partigiana: "Ho fatto la montagna, ma ne avrei fatto a meno". Questa a mio modo di sentire è la discriminante fondamentale tra chi ha portato un fazzoletto rosso al collo e il parabellum in spalla solo perché costretto dagli eventi o meglio dalle altrui prepotenze e chi invece, ammantato di camicie nere o brune, si proiettava sostanzialmente nel disumanizzante "Viva la muerte" dei franchisti.
Lo sguardo del partigiano invece è rivolto al sol dell'avvenir: sogna luce e vita, forse perché, come ricorda Babsi, nella notte lo guidano le stelle.
Le stelle e i pianeti di sicuro hanno guidato la nostra serata. Parlo di me e del zuvnot classe 2000, giacché le femmine di casa avevano già dato partecipando alla manifestazione pomeridiana. Noi due invece, dopo una pennichella, eravamo troppo vispi e ci siamo lasciati tentare dall'idea di una capatina agli Appunti partigiani, uno scenario impreziosito dal triumvirato celeste impudicamente propostosi alla nostra ammirazione: Luna, Marte e Venere in un quadretto d'autore.

24 aprile 2004

Era meglio morire da piccoli?

Ieri ho partecipato anch'io al BlogRodeo, rispondendo alla domanda con questo contributo:
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“L’infanzia è l’età più bella…” “Beati loro: che se la godano, questi bambini, finché possono!” “Si è giovani una volta sola.” “Cosa c’è di più bello dell’adolescenza, quando hai tutta la vita davanti?”
Tutte puttanate.
Pronunciate da chi ha una cattiva memoria, da chi proietta sugli altri l’ombra delle proprie frustrazioni attuali, da chi crede di vivere e invece replica stancamente lo stesso copione anno dopo anno, stagione dopo stagione, mezzastagione dopo… no, quelle non ci sono più, già.
Puttanate enunciate da chi non ricorda le piccole grandi angosce dell’infante che teme d’essere abbandonato o che si sente trascurato. Le stizze del bambino che si crede ingiustamente limitato da regole incomprensibili. I sensi di vuoto di quando più che la vita davanti, si sentiva il baratro intorno. E i tabù, e l’ignoranza, e i pregiudizi da essa derivati. E il peso delle aspettative altrui: cosa farai da grande? Cazzo, lasciami vivere qui e ora.
Vivere qui e ora. Questo poi, volendo, lo si impara. E in tal caso, ciascun istante attraversato consapevolmente varrà più di qualsiasi batuffolo di peli. E sarà valsa la pena di bruciarseli. Vivendo. Senza interrompersi, senza stagnare. Vivendo e gustando. Senza smettere di affinare la capacità di cogliere tutto ciò che può pervenire ai cinque sensi. E magari scoprire che sono sei o sette, in realtà. Vista gusto tatto udito olfatto anima e amore. Oppure otto, se ci aggiungiamo quel piccolino che qualcuno avrebbe voluto far morire dentro di noi.
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Per la cronaca: ha vinto il contributo di gio.x, spiccando con merito tra diversi altri frammenti sicuramente validi.

I precedenti vincitori (e temi) del rodeo online sono stati:
dougx ("Dopo il primo bacio che ti darò")
gabryella ("Parla la tua lingua, l'italiano, e c'è una luce nel suo sguardo che è una mezza speranza")
Ardesia (“Mi tolgo le mutande, così facciamo prima”)
mem ("Da piccolo non mantenevo le promesse")

L'appassionante gioco non si ferma qui: prossimo appuntamento lunedì 26 aprile ore 13.

23 aprile 2004

Post postprandiale

È quello che potrai mandare al Blogrodeo che avrà inizio tra poco, alle ore 15.

BSM = 12 x 7 x 2

L'operazione in oggetto è risolvibile in una stringa di caratteri ASCII di questo genere:

"Un manipolo di musicanti si offrira' all'attenzione benevola
scopo reciproco godimento mediante ausilio musicale."


Legenda:
BSM : Black Sound Machine
12 : numero di musici sul palco
7 : le note
2 : i concerti

Altrimenti detto, saremo sul palco per te, per voi, per noi, per tutti stasera e domani sera, rispettivamente:

Venerdì 23 aprile 2004 @ Busker
Via S. Anna, 2 - Vimodrone (Mi) - tel. 02-25007083 - ore 22:30 inizio concerto

Sabato 24 aprile 2004 @ T 58 (ex Bajadera)
Via Vittorio Veneto (via principale, sotto i portici) - Bresso (Mi) - ore 22:30 inizio concerto

BSM
Basta Sapere la Matematica

Curriculum e mulucirruc

Serendip riflette ad alta voce sul curriculum e poi s'interroga e ci interroga sul suo possibile contrario.

21 aprile 2004

Divertissement

Su Maltusiani&C ci si diverte a giocare un po' con le parole. Quando Iamthelotus ha scritto un acrostico palindromo doppio non ho potuto esimermi dal commentare ammirato:

Oh!
Sublimo Ossidanti Stupori,
Osteggio Sospiri, Stupisco Obnubilato,
Ossequio Siffatta Sublime Ostentazione:
Sto Omaggiando Sinceramente.
Oh!

Ieri sera in sala prove

Quando ho annunciato ai ragazzi che per il 21 maggio una quinta di Bari mi ha promesso il lancio del reggiseno sul palco, il mio tastierista, suo conterraneo, ha levato le braccia al cielo.

-.-.-.-.-

Intanto si continua a rodeare. Dopo la versione notturna svoltasi ieri, oggi si tornerà a domare parole in pausa pranzo, alle 13.

19 aprile 2004

È ufficiale

Se il capo ti tallona perfino in pausa pranzo
e devi rinunciare a questo gioco ganzo
non stare a preoccuparti, aspetta fino a sera,
l'estremità degli arti già sopra la tastiera:
potrai partecipare on-line al blogrodeo
e al capo vaffanculo, oppure marameo.

Una frase a pagina 23

Trovata serendipicamente, ecco la versione fotografica del giochino!

17 aprile 2004

Precisazione

Mi sono poi reso conto che il termine bloghémien era già stato usato da Effe in un intervento dell'ottobre 2003 o giù di lì. Giusto riconoscergliene la paternità, tantopiù che oramai si è dimostrato pronto anche per questo ruolo.

Il ritardatario

In ritardo? In ritardo!
Io in ritardo lo sono sempre. Da sempre.
Faccio sempre tardi, sono in ritardo fin dalla nascita: mia madre mi ha fatto in casa, volle farmi nascere nel paesino di mia nonna, e io la ripagai con un parto lunghissimo e difficile.
Da allora, qualsiasi impegno prestabilito mi vede in affanno. Appuntamenti di ogni genere per me sono una vera impresa. Rispettare un orario è cosa ardua, per quanto mi impegni.

Programmo, mi organizzo, ma poi c'è sempre qualcosa per cui mi tocca correre all'ultimo minuto. Correre dietro agli autobus e ridurmi ad andare a scuola in autostop. Correre dietro ai treni, perderli e trovarmi a pagare un supplemento per il TGV che non volevo prendere. Correre dietro alla puntualità, e perdere la serenità: iniziare la serata andando a prendere in ritardo una ragazza gelosa, che non si capacita del fatto che se sono arrivato tardi da lei non è per chissà quale altro intrallazzo.
Arrivare in ritardo alle prove, prendere per un pelo l'aereo, consegnare la tesi agli ultimi cinque minuti utili stile Blues Brothers, richiedere il passaporto due giorni prima di partire per nonsodove, avviare una pratica complicata a sei ore dalla scadenza nazionale, far iniziare il concerto al resto del gruppo con un brano strumentale perché è arrivato il momento e non mi sono ancora cambiato.
Tutte cose successe veramente e che continuano a succedere. Perché?

Con le ragazze, poi... mi sono capitate tutte puntuali, puntualissime. Impossibile riuscire a trovare sempre nuove scuse. Tutte puntuali, tranne una, vabbe': talmente ritardataria, come me, che prendevamo appuntamento ogni giorno ma riuscimmo a vederci solo due volte in cinque mesi. E finì così. Tutte puntuali dicevo, a parte quella che ebbe un ritardo, ma il fatto è che era rimasta incinta e questa è un'altra storia.

Io invece sempre trafelato, perché?
Il perché ho iniziato a chiedermelo, finalmente. Osservo che quasi sempre la causa è il cincischiare dell'ultimo minuto. Un ultimo minuto che può durare un minuto o un trimestre.
Mi domando perché. E la conclusione è semplice: faccio tardi perché non voglio mai smettere di fare quel che sto facendo. Non riesco a staccarmi. Non riesco a staccarmi da nulla, davvero.

In ritardo fin dalla nascita, dunque: mi hanno dovuto tirar fuori col forcipe.
D'altra parte, chi sarebbe così scemo da voler uscire da lì, un posto caldo morbido e comodo, per approdare nel difficile mondo?
Peggio che lasciare il tepore del lettuccio in un mattino d'inverno... roba da matti, non fa per me.


La pazziata - bloghemien senza rete
con Fraps, Helghi, Mike, Rillo, Sphera, Cinzia, Darko

16 aprile 2004

Cose da sapere

Da approfonditi studi e serissimi sondaggi sul campo è risultato ed è stato inequivocabilmente certificato che un concerto della Black Sound Machine presenta senza alcun dubbio anche i seguenti vantaggi:
1) non fa ingrassare
2) non provoca reazioni allergiche
3) non ha controindicazioni per le effusioni amorose

Il che, se hai superato le feste pasquali accantonando il tempo delle abbuffate, disvelando tutte le sorprese senza che si sia assopita la voglia di divertirsi, ma soprattutto se i desideri non sono stati tutti appagati... può portare a una sola conclusione: è tornato il momento di passare una serata ascoltando cantando e ballando R&B, r'n'r, funky e soul.

L'occasione immediata è sabato 17 aprile 2004
c/o Box 31 a Paderno Dugnano (MI) - via Togliatti 31 - tel. 02-36540593
inizio concerto ore 22:30 circa

Dolce Stil Blog

Oggi da Placida un po' di sano divertimento con le rime malthusiane.
Il weblog è quella cosa
dov'è facile esternare,
se ti stanno ad ascoltare
te lo dice Shinystat.
[Aggiornamento: ne è nato addirittura un blog a sé stante]

Nota: il titolo del presente intervento è preso in prestito a Sphera (dai commenti di Herzog).

-.-.-.-.-

Intanto continua il Blogrodeo 1.0 e ci si chiede in quali altri orari proporlo (esprimi la tua preferenza).

14 aprile 2004

Effe, un uomo di lettere

Lettere dal blog firmate da un monogramma esplicitato: Herzog iniziò così, fedele a una linea, circoscritto da un delinearsi volutamente cinico e forzatamente gretto, sempre e immancabilmente capace di divertire, talora ustionando con l'acido dei suoi strali. Poi dal personaggio Effe non poté fare a meno di lasciarsi intravedere la persona, anche grazie all'entourage che gradatamente andò a costituire una vera e propria compagnia stabile, uno staff efficacemente raffigurato dal tocco pittorico di Buba.
Da lì il proliferare dei commenti, spesso ininterrotto crepitio d'arguzie o magari di scambi d'affetto mascherati dai giochi di ruolo. Uno spettacolo nello spettacolo, meglio vivibile dal di dentro, un'autorappresentazione a tempo pieno. Una pièce che l'autore lancia ma dalla quale poi si tiene in disparte, come se vivesse sempre un po' discosto, a un passo appena da se stesso.
Oggi quel blog compie un anno e il miglior modo per festeggiarlo è leggere The Cure, un racconto o romanzo breve, un hard-boiled ambientato nella blogosfera ma potenzialmente in grado di suscitare interesse e attenzione anche in lettori estranei a questa nostra malattia. Uscì a puntate a partire dal 9 ottobre 2003, ma chi non volesse faticare a ripescarlo dagli archivi lo può trovare per intero qui, confezionato a cura di riccionascosto e con la prefazione di Mitì Vigliero.
Buona lettura e buon compleanno a Herzog.

Finalmente!

BLOGRODEO 1.0
È arrivato! Spostati!

Segnalazione

Come se non bastassero tutti quelli che già infesto, m'hanno invitato a partecipare a milanomultiblog.
Ho esordito segnalando l'inaugurazione di una mostra fotografica in un bar zona Navigli:

mercoledì 14 aprile ore 18:30
Rita&Cocktails
via Fumagalli 1 a Milano

11 aprile 2004

Vinile!

...e poi dicono che coi blog ci s'impigrisce. Au contraire! Aver lasciato un commento da Marquant (tomino del mese) mi ha indotto alla fatica di sgombrare il mobile del vecchio stereo, sollevarne il coperchio e il braccio per posizionare la puntina sulla quarta traccia della seconda facciata di Uncle Meat. Solo così mi è stato possibile riascoltare Electric Aunt Jemima, apprezzata anche dalla Cajuina, che ha addirittura gradito il successivo Prelude to King Kong.
Ora sul piatto sta girando Cruising with Ruben and the Jets, con le Mothers of Invention e il nostro Francis Vincent (nei panni del suo alias Ruben Sano per l'occasione) a far gli stupidini eccellenti con brani che giostrano tra il rock'n'roll blando e l'orecchiabilità melensa.
Ora vado a rimettere su Electric Aunt Jemima e poi usciamo.

10 aprile 2004

*

Quando il gioco si fa vero, i cuori iniziano a pulsare.
(Zu)

Bozza di "chiusa" per la pazziata dei bloghemien

Siam giunti qui che ti riempivi il ventre
di stuzzichini e versami da bere
t'abbiamo forse disturbato mentre
stava in aria il terzo tuo bicchiere

Non so perché m'andava di parlarti
la confidenza sembra cosa rara
ma chi si trova già da queste parti
la vita vera di sicuro impara

Se per un poco ci guardiamo dentro
per i sogni spazio ce n'è ancora
immagini parole che fan centro
e il cuore in superficie affiora

Se l'animo sincero che t'incontra
riluce di sorrisi e gioia vera
il nostro desiderio è come un mantra
regalaci un applauso e buonasera.

[rif.: Mike, Fraps, Rillo, ancora Fraps, di nuovo Rillo e prossimamente Helghi e Sphera]

09 aprile 2004

Cose da Venerdì Santo / 2

Il vangelo secondo Matteo (Valido).

[segnalato da Biccio]

Cose da Venerdì Santo

Scrivo cogliendo praticamente in diretta un dialogo tra Francesca (7) e Lorenzo (3).

F. (preoccupata per i funambolismi del fratellino): "E se muori, poi cosa fai?"
L. (imperturbabile): "Vado in cielo e ti dico le cose belle."

06 aprile 2004

Stelle

Il più lungo applauso cui abbia partecipato in vita mia è quasi sicuramente riconducibile a un concerto dei Pentangle, a Milano intorno al 1980. Al termine della scaletta programmata e di una lunga serie di bis si congedarono, ma con le luci del teatro già riaccese riuscimmo a richiamarli fuori dopo aver battuto le mani per una ventina di minuti.
Sul palco si ripresentarono solo John Renbourn e Jacqui McShee. La soddisfazione per il successo del nostro perseverare fu superata dal visibilio in cui ci mandò il brano che scelsero di eseguire: Watch the Stars. Guardare il cielo e trovarci ogni sera lo splendore di Venere è impagabile come un bacio d'amore, ma quella canzone lo accompagnerebbe degnamente.

Bonus di memoria: l'anno successivo, il solo fatto di conoscere quel gruppo folk mi guadagnò la benevolenza incondizionata di Janice, mia insegnante scozzese in quel di Hastings, dolce fin dalla voce.

04 aprile 2004

Relazioni di concerto

Stavo costeggiando il bancone a caccia di un cuba libre quando uno mi ferma col sorriso in volto e la mano tesa. Lo saluto contento, mai stufo delle benevole lusinghe di chi viene ad ascoltare la band, ma quello riesce a sorprendermi: "Complimenti... leggo il tuo blog." Questa non me l'aspettavo. [Ah, fatti vivo, che non ho annotato l'indirizzo delle tue pagine in rete.] Come se due diversi piani comunicativi si riunificassero.
Ieri sera al Mi Cantino tra il pubblico c'era una nutrita presenza di blogger (da buon catalizzatore, ho riunito allo stesso tavolo Sfera, FemmeFatale, Fraps e Schiaffo), ma anche di persone delle quali ho parlato recentemente proprio su queste pagine (Cinthia, Manu e Nadia). Incantevoli essenze che sembravano confermare e ampliare precedenti asserzioni, così: "noi non siamo virtuali e nemmeno i nostri post".
Ieri sera lo spazio era ad alta densità, non solo per via del palco evidentemente esiguo per noi 12, ma per la coincidenza di incontri e ritrovamenti e intrecci o connessioni che hanno portato a sorrisi e abbracci, a sorprendente benessere, al godimento condiviso su quella linea di confine tra tangibile e immateriale che è perfettamente rappresentata dalla musica.
A margine della scaletta prestabilita (completa di ovvia dedica), oltre alla solita jam session di Sweet Home Chicago (sul palco anche Schiaffo, e Luca del Mi Cantino, e Luigi nostro bassista titolare che si era fatto sostituire per impegni... sentimentali) ho goduto della collaborazione di Darko per una versione omnicomprensiva di Satisfaction (partenza blues con successiva accelerazione da hardcore soul).
Alla fine eravamo stanchi, cotti dai faretti, ma abbastanza contenti da cedere alle richieste di un manipolo di fanciulle irlandesi alle quali non abbiamo rifiutato il dittico Mustang Sally + Mr Pitiful. Eh, ieri sera il pubblico femminile vantava provenienze decisamente variegate: Irlanda, Lettonia, Svizzera, Jugoslavia (sì, lo dico così), Colombia... che bello il mondo colorato di bellezza!

02 aprile 2004

*

Lavorare stanca. L'unico rimedio è trovare un passatempo appassionante e farsi pagare per svolgerlo.
(citofonare Zu)

La maldestria rende ciechi

Ieri ho patito un imprevisto scocciante e costoso. Ho scassato un paio d'occhiali nuovissimi, schiacciandoli involontariamente sotto uno sgabello pieghevole che è crollato implacabile quando ho tentato di scostarlo con un piede. La mia maldestria è stata pari solo all'inavvertenza di averli precedentemente poggiati lì, insieme a dei fogli di lavoro. Cretino. Uno scherzetto da 150 euro, più o meno (nuova montatura più una lente che dovrò cambiare perché scheggiata). Comunque ho bestemmiato solo per tre o quattro minuti di filato, poi sono andato a concedermi alla vista dell'assemblea di classe della scuola materna con degli occhialoni neri di gomma che usavo per giocare a pallavolo. Insomma, una specie di pesce d'aprile autocongegnato.

Gli occhiali, dopo l'incidente, erano accartocciati. Ripensandoci oggi mi vengono in mente i crash test, le simulazioni con le automobili che troppo spesso fanno da anticipazione alle tragedie di cui sono disseminate le strade. Considerando che anche quegli eventi sono per lo più frutto di maldestra disattenzione, mi consolo pensando che per imparare la lezioncina me la sono cavata con poco. E quindi... ops, c@#*°, p0r+/§ (%&+#, scusate, mi si è rovesciato il calamaio sulla tastiera!

La musica suona al ritmo nero dell'anima

- Mi sa che ho bisogno di una dose di BSM.
- Una dose di BSM? Pronti!


Domani sera suoneremo a Monza, al Mi Cantino. Non occorre un mago per dirti che se ti lascerai andare un po' al ritmo ti ripercorrerà il sorriso.
A evocarlo, un palco dei divertimenti dove le macchinine volanti sparano note colorate adescando cromie di Blues Brothers, Commitments, Big Joe Turner, Ray Charles, Creedence Clearwater, Otis Redding, Elvis Presley, Cab Calloway, James Brown, Aretha Franklin, Wilson Pickett...

Ambiranno alla tua presenza attiva e affettiva le voci di Zu, Elisa, Francesca, Marina, gli ottoni di Angelo, Ivan, Mauro, Sergio, i tasti di Enzo, le corde di Matteo e Vincenzo, le pelli e i metalli di Raffaele.

Insomma: Black Sound Machine sabato 3 aprile 2004
c/o Mi Cantino - via Dante, 6 - Monza - tel. 039 322970
inizio concerto ore 22:30


a cura di Giulio Pianese

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