Stavo costeggiando il bancone a caccia di un cuba libre quando uno mi ferma col sorriso in volto e la mano tesa. Lo saluto contento, mai stufo delle benevole lusinghe di chi viene ad ascoltare la band, ma quello riesce a sorprendermi: "Complimenti... leggo il tuo blog." Questa non me l'aspettavo. [Ah, fatti vivo, che non ho annotato l'indirizzo delle tue pagine in rete.] Come se due diversi piani comunicativi si riunificassero.
Ieri sera al Mi Cantino tra il pubblico c'era una nutrita presenza di blogger (da buon catalizzatore, ho riunito allo stesso tavolo Sfera, FemmeFatale, Fraps e Schiaffo), ma anche di persone delle quali ho parlato recentemente proprio su queste pagine (Cinthia, Manu e Nadia). Incantevoli essenze che sembravano confermare e ampliare precedenti asserzioni, così: "noi non siamo virtuali e nemmeno i nostri post".
Ieri sera lo spazio era ad alta densità, non solo per via del palco evidentemente esiguo per noi 12, ma per la coincidenza di incontri e ritrovamenti e intrecci o connessioni che hanno portato a sorrisi e abbracci, a sorprendente benessere, al godimento condiviso su quella linea di confine tra tangibile e immateriale che è perfettamente rappresentata dalla musica.
A margine della scaletta prestabilita (completa di ovvia dedica), oltre alla solita jam session di Sweet Home Chicago (sul palco anche Schiaffo, e Luca del Mi Cantino, e Luigi nostro bassista titolare che si era fatto sostituire per impegni... sentimentali) ho goduto della collaborazione di Darko per una versione omnicomprensiva di Satisfaction (partenza blues con successiva accelerazione da hardcore soul).
Alla fine eravamo stanchi, cotti dai faretti, ma abbastanza contenti da cedere alle richieste di un manipolo di fanciulle irlandesi alle quali non abbiamo rifiutato il dittico Mustang Sally + Mr Pitiful. Eh, ieri sera il pubblico femminile vantava provenienze decisamente variegate: Irlanda, Lettonia, Svizzera, Jugoslavia (sì, lo dico così), Colombia... che bello il mondo colorato di bellezza!
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