31 ottobre 2003
30 ottobre 2003
29 ottobre 2003
Inchiostro
Da quanto tempo non scrivo una lettera di carta? Non sarà passato così tanto, però il ricordo risale immediatamente alla tarda adolescenza, quando i chilometri e i bracci di mare venivano colmati con buste e francobolli.
Specialmente dopo ogni estate trascorsa all'estero, intrattenevo una fitta corrispondenza con un nutrito numero di persone che andava poi decrescendo con il passare delle stagioni, selezionandosi in modo affatto prevedibile. Qualche amicizia di penna prolungava per un bel po' il legame di simpatia, amicizia, affetto che si era instaurato con la temporanea comunanza linguistica. Tutti o quasi restano vivi nel ricordo, anche la bellissima Claudia Valdez di cui non ebbi più notizia dopo il terremoto di México D.F. del 1985.
Procedendo a ritroso negli anni, rimangono indimenticabili le emozioni degli scambi epistolari con la bionda Roberta Z., intensi per entrambi come i pochi baci che trovammo occasione di scambiarci, nonostante un mio amico mi dicesse che nell'espressione scritta lei sembrava Joni Mitchell e io Celentano. Per fortuna oggi so baciare meglio.
Però missive cartacee non ne sto scrivendo più. L'ultima volta che ho usato la penna su un foglio per più di tre righe consecutive è stato durante le vacanze estive. Prima e dopo, lettere ne ho scritte solo in rete.
Specialmente dopo ogni estate trascorsa all'estero, intrattenevo una fitta corrispondenza con un nutrito numero di persone che andava poi decrescendo con il passare delle stagioni, selezionandosi in modo affatto prevedibile. Qualche amicizia di penna prolungava per un bel po' il legame di simpatia, amicizia, affetto che si era instaurato con la temporanea comunanza linguistica. Tutti o quasi restano vivi nel ricordo, anche la bellissima Claudia Valdez di cui non ebbi più notizia dopo il terremoto di México D.F. del 1985.
Procedendo a ritroso negli anni, rimangono indimenticabili le emozioni degli scambi epistolari con la bionda Roberta Z., intensi per entrambi come i pochi baci che trovammo occasione di scambiarci, nonostante un mio amico mi dicesse che nell'espressione scritta lei sembrava Joni Mitchell e io Celentano. Per fortuna oggi so baciare meglio.
Però missive cartacee non ne sto scrivendo più. L'ultima volta che ho usato la penna su un foglio per più di tre righe consecutive è stato durante le vacanze estive. Prima e dopo, lettere ne ho scritte solo in rete.
28 ottobre 2003
Come su una nave
Quando il traghetto esce dal porto, tutti i passeggeri si affacciano verso il litorale, solo il pilota guarda da subito il mare aperto. Piano piano la terra svanisce alla vista e allora o poco dopo si cambia punto di osservazione perché lo sguardo si accomodi ad altri orizzonti.
Nelle lunghe navigazioni non si vedrà la nuova sponda prima di essersi intimamente staccati da quella di partenza. Per questo, mi dico cercando d'esser convincente, ogni distacco va considerato come un trampolino per alti volteggi verso altri fraseggi di vita.
Mi dispongo dunque a considerare con equivalente saggezza il fatto che Yaccs si stia mangiando i commenti più antichi del mio vecchio blog: buaaaaah! Tante parole che nessuno avrebbe mai riletto, secondo una nota legge di Murphlog, ma alle quali io tenevo.
Tante parole, ma ne voglio ricordare uno che ne fece a meno.
Avevo scritto:
. . . _ _ _ . . .
e Bruno, che ringrazio ancora oggi, mi rispose:
._. . ... .. ... _ ..
Nelle lunghe navigazioni non si vedrà la nuova sponda prima di essersi intimamente staccati da quella di partenza. Per questo, mi dico cercando d'esser convincente, ogni distacco va considerato come un trampolino per alti volteggi verso altri fraseggi di vita.
Mi dispongo dunque a considerare con equivalente saggezza il fatto che Yaccs si stia mangiando i commenti più antichi del mio vecchio blog: buaaaaah! Tante parole che nessuno avrebbe mai riletto, secondo una nota legge di Murphlog, ma alle quali io tenevo.
Tante parole, ma ne voglio ricordare uno che ne fece a meno.
Avevo scritto:
. . . _ _ _ . . .
e Bruno, che ringrazio ancora oggi, mi rispose:
._. . ... .. ... _ ..
27 ottobre 2003
È l'ora
E scrivi, scrivi, che ti fa bene all'ora del crepuscolo. Perché i malinconici come te devono trovare sfogo da qualche parte. Nell'euforia o nell'introspezione. Un guardarsi dentro che parte un po' alla larga, dallo spettro visivo del mondo, dall'apprezzamento dei cromatismi e di quegli spazi che saranno più che mai irraggiungibili fintanto che dureranno le tue vertigini.
Vertigini da altezza o da profondità. Vibrazioni che risuonano ai timpani del sé superiore o come lo vuoi chiamare, tanto il risultato non cambia. Sempre di intangibilità si colorano. Per un essere che si dà pienezza ma si vorrebbe ubiquo. Per un pulsare che sa di altrove.
L'altrove: il mito degli stupidi e degli ingenui, ma anche il piacere di chi non si rassegna all'angustia del preordinato e del prevedibile, del banale e del preconfezionato. L'altrove non è solo nei passi mossi dalle gambe, è nelle righe percorse dagli occhi, nelle lettere battute dai polpastrelli, nelle melodie udite dal cuore, negli odori che afferrano l'anima. Negli spazi invisibili di cui vediamo scurita fotocopia nel diletto riquadro preserale, qui e ora dal terzo piano alla Bovisa, un qui e ora come tanti altri.
Vertigini da altezza o da profondità. Vibrazioni che risuonano ai timpani del sé superiore o come lo vuoi chiamare, tanto il risultato non cambia. Sempre di intangibilità si colorano. Per un essere che si dà pienezza ma si vorrebbe ubiquo. Per un pulsare che sa di altrove.
L'altrove: il mito degli stupidi e degli ingenui, ma anche il piacere di chi non si rassegna all'angustia del preordinato e del prevedibile, del banale e del preconfezionato. L'altrove non è solo nei passi mossi dalle gambe, è nelle righe percorse dagli occhi, nelle lettere battute dai polpastrelli, nelle melodie udite dal cuore, negli odori che afferrano l'anima. Negli spazi invisibili di cui vediamo scurita fotocopia nel diletto riquadro preserale, qui e ora dal terzo piano alla Bovisa, un qui e ora come tanti altri.
24 ottobre 2003
Elisir per tutti!
Da quando non ci sono più le mezze stagioni, la salute non è quella di una volta, le giornate si sono accorciate ed è impossibile parcheggiare in centro, per non sentirsi dire si stava meglio quando si stava peggio l'unica soluzione toccasana è recarsi in massa in uno di quei posti dove una volta era tutta campagna e ora invece è una città e ubriacarsi di musica, parole ed amor.
Gli ingredienti essenziali per tutto ciò saranno disponibili sabato sera, in concomitanza con un concerto di musica soul, rhythm&blues, funky e rock'n'roll. Come non approfittarne?
Black Sound Machine
voci, cori, sezione fiati, chitarra, tastiera, basso, batteria
sabato 25 ottobre 2003 - L'Elisir - via San Dionigi 21, Milano
20:30 happy hour con la band - 21:30 inizio concerto - 23:30 discoteca
Per te che ci tieni: se ti comporterai bene, ti presenteremo anche le nuove coriste.
Gli ingredienti essenziali per tutto ciò saranno disponibili sabato sera, in concomitanza con un concerto di musica soul, rhythm&blues, funky e rock'n'roll. Come non approfittarne?
voci, cori, sezione fiati, chitarra, tastiera, basso, batteria
sabato 25 ottobre 2003 - L'Elisir - via San Dionigi 21, Milano
20:30 happy hour con la band - 21:30 inizio concerto - 23:30 discoteca
Per te che ci tieni: se ti comporterai bene, ti presenteremo anche le nuove coriste.
23 ottobre 2003
Su e giù
Altalene, quelle che verticalmente hanno ancora le sbarre anziché le catene. Ce n'è una che descrive quasi un cerchio completo. Lei ci sta sopra in piedi, scarmigliata e col sorriso che urla. Un sorriso insano, con la faccia tirata. Spinge così forte da far temere il distacco delle meccaniche arrugginite e il suo successivo sfracellamento.
Al mio avvicinarsi, l'espressione le muta in un accento di dolore e chiusura. Continua a spingere, anzi lo fa più forte, selvaggiamente e quasi con rabbia.
Giro al largo, ma mi metto lì accanto, come aspettassi il turno. Allora ruota il capo e mi guarda sorridendo. Spinge ancora in modo eccessivo, ma con la gioia di chi se la sta godendo. Capisce che forse mi va di chiacchierare e inaspettatamente si mette a sedere, mentre continua le sue oscillazioni esagerate.
Rallenta un pochino, parliamo. Dopo un po' mi viene di farlo e lo faccio, il gesto di appoggiare la mano sul montante in movimento, movimento che accompagno e favorisco.
Ora so che non le chiederò di scendere: seguirò il ritmo ondulatorio impresso dal desiderio straziato, asseconderò gli impulsi liberatori di chi cerca di strapparsi il passato di dosso pur sapendo di non poter recuperare quanto non è stato vissuto, di non poter ottenere quanto è stato negato.
Se la tua vita ora è l'altalena, quell'altalena, non vorrai scendere. Nemmeno se intorno s'è addensata una presenza impaziente di bimbetti che si domandano come mai quella signora occupi tanto a lungo il loro gioco preferito.
Vi tocca aspettare, piccini. Aspetto anch'io. Può darsi che prima o poi deciderà di scendere e allora magari andremo a farci una passeggiata insieme, forse perfino mano nella mano, chissà.
Al mio avvicinarsi, l'espressione le muta in un accento di dolore e chiusura. Continua a spingere, anzi lo fa più forte, selvaggiamente e quasi con rabbia.
Giro al largo, ma mi metto lì accanto, come aspettassi il turno. Allora ruota il capo e mi guarda sorridendo. Spinge ancora in modo eccessivo, ma con la gioia di chi se la sta godendo. Capisce che forse mi va di chiacchierare e inaspettatamente si mette a sedere, mentre continua le sue oscillazioni esagerate.
Rallenta un pochino, parliamo. Dopo un po' mi viene di farlo e lo faccio, il gesto di appoggiare la mano sul montante in movimento, movimento che accompagno e favorisco.
Ora so che non le chiederò di scendere: seguirò il ritmo ondulatorio impresso dal desiderio straziato, asseconderò gli impulsi liberatori di chi cerca di strapparsi il passato di dosso pur sapendo di non poter recuperare quanto non è stato vissuto, di non poter ottenere quanto è stato negato.
Se la tua vita ora è l'altalena, quell'altalena, non vorrai scendere. Nemmeno se intorno s'è addensata una presenza impaziente di bimbetti che si domandano come mai quella signora occupi tanto a lungo il loro gioco preferito.
Vi tocca aspettare, piccini. Aspetto anch'io. Può darsi che prima o poi deciderà di scendere e allora magari andremo a farci una passeggiata insieme, forse perfino mano nella mano, chissà.
Edizione effimera
Tra le pagine in rete alle quali collaboro c'è CuT'n'PaStE. Se posso, ogni giorno ci metto qualcosa, applicando alla lettera il principio del taglia e incolla. Spesso un frammento decontestualizzato può trasformarsi in messaggio per qualche passante. E poi mi piace intrecciare nuove relazioni telematiche, sia pur fuggevoli come il soffio di un link.
22 ottobre 2003
Come sto?
Per rispondere a questa semplice domanda potrei cavarmela in due parole, bene grazie, oppure scrivere degli innumerevoli aspetti di un'esistenza sfaccettata e non abbastanza sfacciata. Una foto del momento la si può ricostruire anche attraverso la scrittura, però è solo una foto e invece noi siamo perlomeno dei filmati.
21 ottobre 2003
20 ottobre 2003
Gio come...
Gioia, Gioiello, Giorgia!
Appassionata di architettura e di Kawasaki verdi, seguace della Monday Mission ma devota a David Sylvian, abile a spaziare tra la saggezza zen e il cazzeggio salottiero, scrive immagini in inglese.
Oggi mi ha deliziato e ha suscitato la mia gratitudine creando in un batter d'occhio la miniatura grafica per questo blog.
Giorgia, ora non arrossire: lo sapevi che ti posso pagare solo in natura, vero?
Mmmhmmm...
Appassionata di architettura e di Kawasaki verdi, seguace della Monday Mission ma devota a David Sylvian, abile a spaziare tra la saggezza zen e il cazzeggio salottiero, scrive immagini in inglese.
Oggi mi ha deliziato e ha suscitato la mia gratitudine creando in un batter d'occhio la miniatura grafica per questo blog.
Giorgia, ora non arrossire: lo sapevi che ti posso pagare solo in natura, vero?
Mmmhmmm...
18 ottobre 2003
Di sogni...
non si vive, però oggi vorrei sogni d'acqua salata, di onde dolci da mare azzurrino e sabbia bianca, con una risacca leggerissima e quel tanto di brezzolina che ti fa amare il sole sulla pelle.
Istruzioni da Zop
Come continuare La storia della donna sub, della quale ospitiamo qui sotto la nona parte:
1) scegli una delle 20 parti che ti ispira e scrivi una BREVE continuazione che sia circolare come le altre: deve avere una sua FINE ma anche un OPPURE che riporta tramite link alla parte SUCCESSIVA a quella scelta (es. la continuazione della parte 7 porterà poi alla parte 8). Fai attenzione alla coerenza!
2) pubblica pure sul tuo blog e poi avverti Zop nei commenti o via mail mandandogli il link assoluto o permalink del post che contiene la tua continuazione. Se non hai un blog o se non vuoi pubblicarla sul tuo blog: mandagli la continuazione e sarà pubblicata su [ zop blog ], se ritenuta adatta.
3) se la storia è accettata e coerente riceverai l'assegnazione definitiva della tua parte (es, se continui la parte 7 ti sarà assegnato un posto 7.1 oppure se c'è già 7.2 e così via). Fatto questo ti ritroverai nel grande indice generale della storia e delle sue evoluzioni.
Le prime continuazioni stanno già arrivando... e presto saranno messe on-line!
P.S.: link di emergenza se Splinder facesse le bizze.
1) scegli una delle 20 parti che ti ispira e scrivi una BREVE continuazione che sia circolare come le altre: deve avere una sua FINE ma anche un OPPURE che riporta tramite link alla parte SUCCESSIVA a quella scelta (es. la continuazione della parte 7 porterà poi alla parte 8). Fai attenzione alla coerenza!
2) pubblica pure sul tuo blog e poi avverti Zop nei commenti o via mail mandandogli il link assoluto o permalink del post che contiene la tua continuazione. Se non hai un blog o se non vuoi pubblicarla sul tuo blog: mandagli la continuazione e sarà pubblicata su [ zop blog ], se ritenuta adatta.
3) se la storia è accettata e coerente riceverai l'assegnazione definitiva della tua parte (es, se continui la parte 7 ti sarà assegnato un posto 7.1 oppure se c'è già 7.2 e così via). Fatto questo ti ritroverai nel grande indice generale della storia e delle sue evoluzioni.
Le prime continuazioni stanno già arrivando... e presto saranno messe on-line!
P.S.: link di emergenza se Splinder facesse le bizze.
17 ottobre 2003
URL nel buio
Rillo intende abbandonare il suo cucciolo. A me piacerebbe che il suo blog continuasse e sperando non finisca davvero al canile, gli ho scritto:
A me rillo.blogspot.com non suona mica male. Però se proprio ci tieni al dominio (possessivo che non sei altro!) possiamo lanciare una colletta. Con un euro a testa, li raccogliamo in sei giorni.
Chiudere non se ne parla, bello!
O preferisci trovarti un troll in giardino che gratta ogni sera alla finestra fracassandoti la... privacy?
Mi scusi...
- Mi scusi signorina, si farebbe annusare?
- ?!
- Sono quasi sicuro di averla incontrata in una vita precedente, e in questi casi non posso fidarmi che dell'olfatto.
- ...
- Non si imbarazzi, venga qui. Rilassata. Grazie, ora procedo: spero non abbia abbondato in cosmetici.
(Dio che delizia, e chi ce la fa ora a staccarsi?)
- ?!
- Sono quasi sicuro di averla incontrata in una vita precedente, e in questi casi non posso fidarmi che dell'olfatto.
- ...
- Non si imbarazzi, venga qui. Rilassata. Grazie, ora procedo: spero non abbia abbondato in cosmetici.
(Dio che delizia, e chi ce la fa ora a staccarsi?)
Venerdì 17
Se lo ricordo non è per sollecitare reazioni apotropaiche, ma per tener fede alla promessa.
Oggi il vuoto si è colmato, quanto previsto è stato pubblicato. Si tratta del racconto La storia della donna sub, scritto da Zop in venti parti e poi disseminato in altrettanti blog. Alla parola Fine si contrappone ogni volta una continuazione, mutando la narrazione in un esperimento nato per proliferare e potenzialmente incline a moltiplicarsi, secondo l'estro di chi vorrà partecipare.
Oggi il vuoto si è colmato, quanto previsto è stato pubblicato. Si tratta del racconto La storia della donna sub, scritto da Zop in venti parti e poi disseminato in altrettanti blog. Alla parola Fine si contrappone ogni volta una continuazione, mutando la narrazione in un esperimento nato per proliferare e potenzialmente incline a moltiplicarsi, secondo l'estro di chi vorrà partecipare.
16 ottobre 2003
> skip pop
Matteo cerca personale: serve una vedetta per blog. Sede: presso analizzatore blogosferico italiano, possibilità di telelavoro. Trattamento: molto onore e gloria.
15 ottobre 2003
Rischio Se Scrivo
Grazie a Blogstreet e soprattutto alle spiegazioni di Cesare Lamanna, ho creato il famigerato feed anche per questo blog. Si tratta di una realizzazione facile facile ma piuttosto rudimentale, visto che nell'aggregatore (Feedreader) non si leggono le lettere accentate, però non saprei come migliorare il risultato ottenibile.
Già che siamo in argomento tecnico, ripropongo una segnalazione di Vanz che ho preso in considerazione solo dal giorno in cui me l'ha presentata a tavola tra un bicchiere e l'altro: Bloglines, un aggregatore per il quale non c'è nemmeno bisogno di installare un programma sul proprio computer.
Aggiornamento: ora esiste anche per Letture e riletture. E perfino per la Tavolata.
Già che siamo in argomento tecnico, ripropongo una segnalazione di Vanz che ho preso in considerazione solo dal giorno in cui me l'ha presentata a tavola tra un bicchiere e l'altro: Bloglines, un aggregatore per il quale non c'è nemmeno bisogno di installare un programma sul proprio computer.
Aggiornamento: ora esiste anche per Letture e riletture. E perfino per la Tavolata.
La storia della donna sub
[zop la iniziò...]
nona parte
Era ormai sopraggiunto l'inverno e Lui se ne stava quasi sempre seduto sugli scogli. Il suo sguardo si perdeva tra i riflessi e i riflussi del mare. Ogni tanto gli sembrava di vedere un’ombra, un rimescolamento, e pensava che Lei stesse finalmente riemergendo, ma si ingannava, come è facile quando si guarda un mondo liquido in perenne movimento. L’unica cosa che riemergeva era il pensiero che Lei potesse non tornare più. Questo sospetto lo assaliva solo per un attimo, di tanto in tanto, come un dubbio improvviso subito archiviato con un sorriso, come un pensiero assurdo e sciocco.
Ma guarda cosa andava a pensare... si rimproverava tra sé e sé.
Lui continuava ad aspettare seduto sugli scogli.
Anche la sera, sotto il cielo stellato e il mare gelato.
E ancora oggi lo possiamo vedere seduto sugli scogli, che fissa e scruta l’orizzonte con uno sguardo quasi innamorato, raccontando a tutti che da un momento all’altro Lei sarebbe riemersa, dopo aver battuto ogni record e ogni limite anche solo lontanamente concepibile da qualsiasi essere umano.
FINE
E la vita in qualche modo continua anche senza la donna sub
***
Questa è una storia da scrivere oltre che da leggere. Se ti è piaciuta falla germogliare, continuala, contaminala, riscrivila! Scegli un punto in cui inserire la tua continuazione, magari proprio questo, e continuala in poche righe in modo che abbia sempre un finale possibile, ma anche un link che riporti il lettore al capitolo successivo. Per inviare le tue continuazioni: http://zop.splinder.it.
nona parte
Era ormai sopraggiunto l'inverno e Lui se ne stava quasi sempre seduto sugli scogli. Il suo sguardo si perdeva tra i riflessi e i riflussi del mare. Ogni tanto gli sembrava di vedere un’ombra, un rimescolamento, e pensava che Lei stesse finalmente riemergendo, ma si ingannava, come è facile quando si guarda un mondo liquido in perenne movimento. L’unica cosa che riemergeva era il pensiero che Lei potesse non tornare più. Questo sospetto lo assaliva solo per un attimo, di tanto in tanto, come un dubbio improvviso subito archiviato con un sorriso, come un pensiero assurdo e sciocco.
Ma guarda cosa andava a pensare... si rimproverava tra sé e sé.
Lui continuava ad aspettare seduto sugli scogli.
Anche la sera, sotto il cielo stellato e il mare gelato.
E ancora oggi lo possiamo vedere seduto sugli scogli, che fissa e scruta l’orizzonte con uno sguardo quasi innamorato, raccontando a tutti che da un momento all’altro Lei sarebbe riemersa, dopo aver battuto ogni record e ogni limite anche solo lontanamente concepibile da qualsiasi essere umano.
FINE
E la vita in qualche modo continua anche senza la donna sub
***
Questa è una storia da scrivere oltre che da leggere. Se ti è piaciuta falla germogliare, continuala, contaminala, riscrivila! Scegli un punto in cui inserire la tua continuazione, magari proprio questo, e continuala in poche righe in modo che abbia sempre un finale possibile, ma anche un link che riporti il lettore al capitolo successivo. Per inviare le tue continuazioni: http://zop.splinder.it.
14 ottobre 2003
Fili invisibili
Vivi e palpiti e scrivi e pensi. Leggi, rivivi, palpiti e rimpiangi. Correggi e rileggi, t'acquieti. Rimpiangi. Rivedi, riscrivi, rileggi, capisci. Impari.
A me non pare poco.
Mastichi, grugnisci, ami e piangi. Vorresti e non puoi, potresti e non vuoi. Ti chiudi a difesa, discosta e scostante. Sei contronatura, a te stessa distante. Tu sclicchi, poi clicchi poi leggi. Capisci. Ritorni ad aprirti e accogli.
Nulla muore quando è stato grande.
A me non pare poco.
Mastichi, grugnisci, ami e piangi. Vorresti e non puoi, potresti e non vuoi. Ti chiudi a difesa, discosta e scostante. Sei contronatura, a te stessa distante. Tu sclicchi, poi clicchi poi leggi. Capisci. Ritorni ad aprirti e accogli.
Nulla muore quando è stato grande.
13 ottobre 2003
Gaspar oscurato: illuminiamolo
Usa il tuo blog come un riflettore: fai rimbalzare la notizia.
Gaspar Torriero aveva scritto:
http://www.conceptonline.it/contatti.htm
Nota: la pagina oscurata è in parte raggiungibile grazie alla cache di Google, perché come dice Gaspar: "Per fortuna, internet ha la memoria lunga."
Aggiornamento: il blog è tornato visibile. E dunque rendo illeggibili numero telefonico e indirizzo della signora.
Gaspar Torriero aveva scritto:
Paola ha la mia emailOra il suo blog è stato oscurato per violazione della privacy (a Napoli si direbbe "curnuto e mazziato"). Su manteblog puoi leggere tutti i particolari e la risposta di Gaspar, che in realtà si era limitato a ricopiare dati già presenti in rete a questo indirizzo:
...e la usa per spammarmi. L'avrà ottenuta usando uno scraper, quei programmini che girano su internet alla ricerca di chioccioline?
Nel qual caso, anche se questa non è la sua email principale su Albacom, diamo da mangiare allo scraper!Paola MarraroNiente timidezze: tu chiamala, sai che lei ci tiene.
tecnic@dottorati.org
+39 328 #######
Paola Marraro
v. x. xxxxxxx ###
00138 Roma RM
Italy
http://www.conceptonline.it/contatti.htm
Nota: la pagina oscurata è in parte raggiungibile grazie alla cache di Google, perché come dice Gaspar: "Per fortuna, internet ha la memoria lunga."
Aggiornamento: il blog è tornato visibile. E dunque rendo illeggibili numero telefonico e indirizzo della signora.
(segnalazioni e aggiornamento su Blog-O-Sfera)
11 ottobre 2003
Da uomo a uomo
Mi chiede Lorenzo (matricola 280500):
"Cos'è lo stomaco, papà?"
"È una sacca dove il cibo viene digerito."
"?!?"
"Dunque, vediamo... Tu mastichi il cibo coi denti e lo fai a pezzetti, vero?"
"Sì."
"Ecco, i pezzetti di cibo vanno in gola, scendono in un tubo che si chiama esofago e arrivano qui nello stomaco, dove diventano piccolissimi e vanno a finire in tutto il corpo."
"E poi cosa succede?"
"Tu cresci e diventi forte."
"E a cosa mi serve essere forte?"
"Per esempio ad aiutarmi. Se devo sollevare una cosa troppo pesante e ti chiedo aiuto, tu ce la fai?"
"Sì!"
"E perché?"
"Perché sono Zorro."
"Cos'è lo stomaco, papà?"
"È una sacca dove il cibo viene digerito."
"?!?"
"Dunque, vediamo... Tu mastichi il cibo coi denti e lo fai a pezzetti, vero?"
"Sì."
"Ecco, i pezzetti di cibo vanno in gola, scendono in un tubo che si chiama esofago e arrivano qui nello stomaco, dove diventano piccolissimi e vanno a finire in tutto il corpo."
"E poi cosa succede?"
"Tu cresci e diventi forte."
"E a cosa mi serve essere forte?"
"Per esempio ad aiutarmi. Se devo sollevare una cosa troppo pesante e ti chiedo aiuto, tu ce la fai?"
"Sì!"
"E perché?"
"Perché sono Zorro."
[ovviamente ne ho informato Frasi Storiche]
Le voci e il resto
Che bello vedere le cose da un'altra prospettiva... La cosa più straordinaria del post di Rillo, però, è indubbiamente il primo esempio di spam polacco nei commenti!
Già che siamo in argomento, agli eventuali interessati ricordo che la Black Sound Machine stasera 11 ottobre 2003 suonerà al Busker, in via S.Anna 2 a Vimodrone (MI), tel 02 25007083.
Chi ci conosce sa che grazie a un po' di soul e rhythm & blues, funky e rock'n'roll, le orecchie ritroveranno l'anima e il ritmo, gli occhi il sorriso.
Già che siamo in argomento, agli eventuali interessati ricordo che la Black Sound Machine stasera 11 ottobre 2003 suonerà al Busker, in via S.Anna 2 a Vimodrone (MI), tel 02 25007083.
Chi ci conosce sa che grazie a un po' di soul e rhythm & blues, funky e rock'n'roll, le orecchie ritroveranno l'anima e il ritmo, gli occhi il sorriso.
10 ottobre 2003
Gente da calendario
Là sopra ero abituato a vederci i santi, abbinandovi l'immagine esilarante di mio padre incazzato che una sera, inforcati gli occhiali, lo staccò dal muro e partì con una giaculatoria di Mannaggia a... mirati e in sequenza precisa.
Oggi inkiostro sollecitava la creazione di un calendario dei blogger.
L'idea può essere carina e in realtà qualcuno ci sta già lavorando. Lo so perché ci finirò anch'io, sperando di non diventare mai oggetto di uno strambo rosario come quello descritto.
Agnimodo, auspico la proliferazione di iniziative, perché
i mesi son solo dodici,
divisi tra sole e neve
ma in rete sono molteplici
parole dal soffio lieve
il blogger che oggi a stento
da solo sbarca il lunario
domani sarà contento
di avere il suo calendario.
Oggi inkiostro sollecitava la creazione di un calendario dei blogger.
L'idea può essere carina e in realtà qualcuno ci sta già lavorando. Lo so perché ci finirò anch'io, sperando di non diventare mai oggetto di uno strambo rosario come quello descritto.
Agnimodo, auspico la proliferazione di iniziative, perché
i mesi son solo dodici,
divisi tra sole e neve
ma in rete sono molteplici
parole dal soffio lieve
il blogger che oggi a stento
da solo sbarca il lunario
domani sarà contento
di avere il suo calendario.
09 ottobre 2003
Vajont, ore 22:39
9 ottobre 1963.
La stronzaggine umana si rivela torrenziale apportatrice di morte e distruzione.
Non dimentichiamo. Non li dimentichiamo.
Allo sbocco della valle l'onda era alta 70 metri e produsse un vento sempre più intenso, che portava con sé, in leggera sospensione, una nuvola nebulizzata di goccioline. Tra un crescendo di rumori e sensazioni che diventavano certezze terribili, le persone si resero conto di ciò che stava per accadere, ma non poterono più scappare.
La stronzaggine umana si rivela torrenziale apportatrice di morte e distruzione.
Non dimentichiamo. Non li dimentichiamo.
Allo sbocco della valle l'onda era alta 70 metri e produsse un vento sempre più intenso, che portava con sé, in leggera sospensione, una nuvola nebulizzata di goccioline. Tra un crescendo di rumori e sensazioni che diventavano certezze terribili, le persone si resero conto di ciò che stava per accadere, ma non poterono più scappare.
Anfratti
Come le incantevoli calette nascoste delle costiere mediterranee, vi sono sequenze alfanumeriche annidate tra i pixel nelle quali ci si imbatte solo per culo o perseveranza, ma che ti ripagano di tutte le miglia percorse:
mafe @ 17:14 | 08/10/2003|
Effe, effe, io piango solo per amore
Effe @ 17:32 | 08/10/2003|
Beata te, io sono allergico agli acari
mafe @ 17:14 | 08/10/2003|
Effe, effe, io piango solo per amore
Effe @ 17:32 | 08/10/2003|
Beata te, io sono allergico agli acari
08 ottobre 2003
Windows 2003
Non so bene chi l'abbia installato, ma stasera funziona da dio.
E in più deve averci lavorato un web designer della madonna, visto il layout.
La cosa strana è che continua a migliorare di minuto in minuto: una miscela di colori inarrivabile, dall'azzurro chiaro al rosa che poi vira sull'arancione dorato... Ora un lato del multischermo tende al blu cobalto, con una striatura bianca nella parte superiore e masse scure dai contorni sfumati vicino alla barra di stato.
In questo istante, in tutte e quattro le finestre aperte noto un aumento di pixel scuri. Certo che il programma ci mette un po' a partire, ma devo ammettere che non ho nemmeno un po' di fretta.
Forse devo cliccare quelle lucine che stanno cominciando ad accendersi in alto una dopo l'altra.
Cavoli, mi piace proprio. Chissà se è previsto un abbonamento.
E in più deve averci lavorato un web designer della madonna, visto il layout.
La cosa strana è che continua a migliorare di minuto in minuto: una miscela di colori inarrivabile, dall'azzurro chiaro al rosa che poi vira sull'arancione dorato... Ora un lato del multischermo tende al blu cobalto, con una striatura bianca nella parte superiore e masse scure dai contorni sfumati vicino alla barra di stato.
In questo istante, in tutte e quattro le finestre aperte noto un aumento di pixel scuri. Certo che il programma ci mette un po' a partire, ma devo ammettere che non ho nemmeno un po' di fretta.
Forse devo cliccare quelle lucine che stanno cominciando ad accendersi in alto una dopo l'altra.
Cavoli, mi piace proprio. Chissà se è previsto un abbonamento.
07 ottobre 2003
Casino per casa non per caso
Da due giorni sono nel marasma di fogli, raccoglitori, cartelline.
Quando si decide di riordinare qualcosa, è pressoché inevitabile trovarsi per un po' ad annaspare nella confusione totale, perché il disordine è condizione necessaria al cambiamento.
Ne sono particolarmente contento, anche per il valore simbolico dello snellimento degli archivi: sono riuscito nell'ardua impresa di gettare i fogli delle mie primissime traduzioni pagate, di quando i monitor non erano a colori, di quando i computer non avevano l'hard disk, di quando non c'era la connessione a Internet, di quando ero ancora studente, non avevo il computer, scrivevo a mano e ribattevo in bella con una Olivetti Lettera 32.
D'altronde, come diceva un vecchio saggio, per bere il tè fresco devi prima svuotare la tazza che contiene quello vecchio.
È una massima che vale per la vita, per l'anima... e pe' li mortacci del casino che ciò qua 'ntorno!
Quando si decide di riordinare qualcosa, è pressoché inevitabile trovarsi per un po' ad annaspare nella confusione totale, perché il disordine è condizione necessaria al cambiamento.
Ne sono particolarmente contento, anche per il valore simbolico dello snellimento degli archivi: sono riuscito nell'ardua impresa di gettare i fogli delle mie primissime traduzioni pagate, di quando i monitor non erano a colori, di quando i computer non avevano l'hard disk, di quando non c'era la connessione a Internet, di quando ero ancora studente, non avevo il computer, scrivevo a mano e ribattevo in bella con una Olivetti Lettera 32.
D'altronde, come diceva un vecchio saggio, per bere il tè fresco devi prima svuotare la tazza che contiene quello vecchio.
È una massima che vale per la vita, per l'anima... e pe' li mortacci del casino che ciò qua 'ntorno!
06 ottobre 2003
Aos vivos
Se vai a un concerto e conosci già le canzoni, potrai godertele meglio e magari cogliere qualche particolare in più.
Così, se ti leggo quasi ogni giorno e poi t'incontro di persona, prenderò a seguirti con maggiore attenzione, partecipazione addirittura. E la volta successiva magari l'intreccio dei discorsi passerà dal comun denominatore ai multipli, con arricchimenti personali.
Di Milano blogging, Sergio mi scrisse: E' stata una bella serata. Ecco, bella. E non so cosa ne pensi tu, ma se fossimo stati dei ventiduenni, non sarebbe stata così bella. In effetti, forse saremmo stati meno propensi a esplorare insieme a Lorenza le nostre provenienze geografiche familiari e a raccontarci l'integrazione infantile e adolescenziale nella città e nella provincia lombarde.
Lasciai riaffiorare un ricordo lontano, di quando per la prima volta fui orgoglioso delle mie semiradici partenopee (l'altra metà è romagnola). Fino a tutta l'adolescenza avevo patito in Brianza un razzismo tutto sommato bonario, ma imbarazzante per un bambino e poi per un ragazzo che pur essendo ben accetto ovunque, era in fondo marchiato come estraneo (nulla di sorprendente per una "civiltà" che chiama furèst un abitante del paese limitrofo). Un'estate però su una spiaggia siciliana udii in notturna un allegro coro napoletano che m'incantò, facendomi ripescare nel profondo quanto avevo inconsapevolmente occultato. E niente fu più lo stesso.
Così, se ti leggo quasi ogni giorno e poi t'incontro di persona, prenderò a seguirti con maggiore attenzione, partecipazione addirittura. E la volta successiva magari l'intreccio dei discorsi passerà dal comun denominatore ai multipli, con arricchimenti personali.
Di Milano blogging, Sergio mi scrisse: E' stata una bella serata. Ecco, bella. E non so cosa ne pensi tu, ma se fossimo stati dei ventiduenni, non sarebbe stata così bella. In effetti, forse saremmo stati meno propensi a esplorare insieme a Lorenza le nostre provenienze geografiche familiari e a raccontarci l'integrazione infantile e adolescenziale nella città e nella provincia lombarde.
Lasciai riaffiorare un ricordo lontano, di quando per la prima volta fui orgoglioso delle mie semiradici partenopee (l'altra metà è romagnola). Fino a tutta l'adolescenza avevo patito in Brianza un razzismo tutto sommato bonario, ma imbarazzante per un bambino e poi per un ragazzo che pur essendo ben accetto ovunque, era in fondo marchiato come estraneo (nulla di sorprendente per una "civiltà" che chiama furèst un abitante del paese limitrofo). Un'estate però su una spiaggia siciliana udii in notturna un allegro coro napoletano che m'incantò, facendomi ripescare nel profondo quanto avevo inconsapevolmente occultato. E niente fu più lo stesso.
04 ottobre 2003
Parole per l'indicibile
Il 1° ottobre ho aperto una pagina che si chiama Lessico da amare. Sottotitolo: lessico amoroso, lessico amorevole, parole d'amanti, diamanti espressivi, coccole verbali e verbalizzazioni dell'indicibile.
A oggi conta le firme di FemmeFatale, Giulia, Eva, Serendip e a breve quella di Manilo, oltre alla collaborazione esterna di Carlo Molinaro e di Bea.
Già ai tempi di Lessico dislessico (che peraltro è sempre aperto a contributi) dicevo che il linguaggio verbale non solo arricchisce la nostra vita, ma talvolta si costituisce in strumento di conoscenza. E questo vale anche o soprattutto nell'ambito amoroso, perché la lingua non serve soltanto a rendere più interessanti i baci.
A oggi conta le firme di FemmeFatale, Giulia, Eva, Serendip e a breve quella di Manilo, oltre alla collaborazione esterna di Carlo Molinaro e di Bea.
Già ai tempi di Lessico dislessico (che peraltro è sempre aperto a contributi) dicevo che il linguaggio verbale non solo arricchisce la nostra vita, ma talvolta si costituisce in strumento di conoscenza. E questo vale anche o soprattutto nell'ambito amoroso, perché la lingua non serve soltanto a rendere più interessanti i baci.
03 ottobre 2003
Sei spacciato
Parlando di sostanze stupefacenti, il proibizionismo è indispensabile per tutelare gli elevati prezzi del mercato. Un mercato "drogato", per l'appunto. Altrimenti a un sacco di gente toccherebbe andare a lavorare anziché spacciare, minacciare e uccidere.
Inoltre, eliminare la distinzione tra le diverse categorie: resine, oppiacei raffinati e droghe sintetiche, può essere molto interessante. Mischiando tutto in un bel calderone si potranno creare o incentivare i giusti contatti, corroborando la tesi secondo la quale chi si fa le canne un giorno o l'altro si farà le pere.
Vado a farmi un bicchierino per mandar giù il barbiturico, perché ho fumato troppe sigarette, ciao.
Inoltre, eliminare la distinzione tra le diverse categorie: resine, oppiacei raffinati e droghe sintetiche, può essere molto interessante. Mischiando tutto in un bel calderone si potranno creare o incentivare i giusti contatti, corroborando la tesi secondo la quale chi si fa le canne un giorno o l'altro si farà le pere.
Vado a farmi un bicchierino per mandar giù il barbiturico, perché ho fumato troppe sigarette, ciao.
02 ottobre 2003
Comete
Oggi mi torna in mente la Hale-Bopp. Com'era bello ritrovarla, la sera o nel cuore della notte: lassù, apparentemente immobile nella sua bellezza sconsiderata e invece impegnata in una corsa che lo sguardo non sapeva percepire.
Uno spettacolo indimenticabile, una presenza talmente pregnante da sembrare eterna e che invece dopo essersi mostrata scompare alla vista per una vita intera.
Comete. Come te (non c'è nessuno).
Uno spettacolo indimenticabile, una presenza talmente pregnante da sembrare eterna e che invece dopo essersi mostrata scompare alla vista per una vita intera.
Comete. Come te (non c'è nessuno).
01 ottobre 2003
Rivoluzione
Per la serie: parole nella mia vita. Parole assenti o quasi, in questo caso. Non sono per natura rivoluzionario, tendo ad affezionarmi a quel che c'è, faccio fatica a cambiare, perfino a partire. Eppure nelle nuove situazioni, come nei nuovi incontri, finisco per trovarmi bene, benissimo. Entusiasmandomi addirittura.
Rivoluzione, comunque: oggi di certo, perché d'ottobre cos'altro ti verrebbe in mente? Il mito però, coltivato in seguito a letture liceali, è un altro: quello di una rivoluzione estiva, festiva (oltr'alpe) e festosa (per poco). Mito poi corretto e soppiantato dalla più sobria immagine di quel ch'era accaduto esattamente un secolo prima in Inghilterra.
Fuori dai libri, però, nessuna vera rivoluzione mia. Piuttosto un fluire armonico, o un adattarsi anodino, secondo le circostanze. Nemmeno i piccoli scontri hanno mai portato a un ribaltamento totale delle abitudini o a un taglio netto dei legami intrecciati.
Ricordo solo un paio di volte in cui l'avrei fatto, avrei mollato tutto, avrei rovesciato la vita mia come un calzino: in entrambi i casi era il cuore a condurmi, ma le fibrillazioni m'impedirono di procedere con la necessaria lucida levità.
Così, dentro di me, quando si parla di rivoluzione lo si fa come in un sussurro. Chissà che non sia proprio quella la mia strada: uno spostamento morbido, come i movimenti del tai-chi, con la forza docile del giunco. La forza domatrice piccola di cui mi dissero gli I-Ching.
Purché, nel tentativo di procedere senza troppi strappi, non cada addormentato. Oddio, anche se fosse, sono fiducioso nella mia buona stella, che manderà un suo raggio a posarmi un bacio in fronte.
Rivoluzione, comunque: oggi di certo, perché d'ottobre cos'altro ti verrebbe in mente? Il mito però, coltivato in seguito a letture liceali, è un altro: quello di una rivoluzione estiva, festiva (oltr'alpe) e festosa (per poco). Mito poi corretto e soppiantato dalla più sobria immagine di quel ch'era accaduto esattamente un secolo prima in Inghilterra.
Fuori dai libri, però, nessuna vera rivoluzione mia. Piuttosto un fluire armonico, o un adattarsi anodino, secondo le circostanze. Nemmeno i piccoli scontri hanno mai portato a un ribaltamento totale delle abitudini o a un taglio netto dei legami intrecciati.
Ricordo solo un paio di volte in cui l'avrei fatto, avrei mollato tutto, avrei rovesciato la vita mia come un calzino: in entrambi i casi era il cuore a condurmi, ma le fibrillazioni m'impedirono di procedere con la necessaria lucida levità.
Così, dentro di me, quando si parla di rivoluzione lo si fa come in un sussurro. Chissà che non sia proprio quella la mia strada: uno spostamento morbido, come i movimenti del tai-chi, con la forza docile del giunco. La forza domatrice piccola di cui mi dissero gli I-Ching.
Purché, nel tentativo di procedere senza troppi strappi, non cada addormentato. Oddio, anche se fosse, sono fiducioso nella mia buona stella, che manderà un suo raggio a posarmi un bacio in fronte.
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