Da quanto tempo non scrivo una lettera di carta? Non sarà passato così tanto, però il ricordo risale immediatamente alla tarda adolescenza, quando i chilometri e i bracci di mare venivano colmati con buste e francobolli.
Specialmente dopo ogni estate trascorsa all'estero, intrattenevo una fitta corrispondenza con un nutrito numero di persone che andava poi decrescendo con il passare delle stagioni, selezionandosi in modo affatto prevedibile. Qualche amicizia di penna prolungava per un bel po' il legame di simpatia, amicizia, affetto che si era instaurato con la temporanea comunanza linguistica. Tutti o quasi restano vivi nel ricordo, anche la bellissima Claudia Valdez di cui non ebbi più notizia dopo il terremoto di México D.F. del 1985.
Procedendo a ritroso negli anni, rimangono indimenticabili le emozioni degli scambi epistolari con la bionda Roberta Z., intensi per entrambi come i pochi baci che trovammo occasione di scambiarci, nonostante un mio amico mi dicesse che nell'espressione scritta lei sembrava Joni Mitchell e io Celentano. Per fortuna oggi so baciare meglio.
Però missive cartacee non ne sto scrivendo più. L'ultima volta che ho usato la penna su un foglio per più di tre righe consecutive è stato durante le vacanze estive. Prima e dopo, lettere ne ho scritte solo in rete.
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