A celebrare simbolicamente il passaggio verso quello che in molti considerano il vero capodanno basteranno un po' di dolci acini d'uva bianca e un sorriso alla luna quasi piena.
Buon ventiventi-ventiventuno, auguri a tutti! Baci sempre graditi.
Scrivo perché mi piace e perché mi aiuta a crescere.
Scrivo perché ci sei tu a leggermi e perché la condivisione raddoppia il piacere.
A celebrare simbolicamente il passaggio verso quello che in molti considerano il vero capodanno basteranno un po' di dolci acini d'uva bianca e un sorriso alla luna quasi piena.
Buon ventiventi-ventiventuno, auguri a tutti! Baci sempre graditi.
Benvenuto raggio di sole: lo cantava De Gregori, mi pare, ma non è questo che conta, bensì ricordarsi di dirlo con gratitudine quando le precipitazioni si diradano un poco, e con sollecitudine approfittarne finché dura e finché dura goderne, semplicemente e senza ulteriori aspettative, per quel che si potrà e come si riuscirà, fugando i timori per gli eccessivi rivolgimenti ormai in corso ed evitando di annegare le robuste speranze, seppur non sempre ben riposte.
[Benvenuto clima di nessuno: un cambiamento traumatico negato per paura, vedi La grande cecità (The Great Derangement) di Amitav Ghosh.]
Una mezz'ora di corsetta un giorno sì e uno no è meglio di niente, però dovunque vada a corricchiare, che sia il parco Trotter a Milano o il lungomare di Rimini, potrei facilmente sentirmi una merdina se mi lasciassi condizionare da quanti vedo correre a ritmi per me strabilianti. Invece, riesco perfino a compiacermi nel momento in cui, rotto il fiato, mi sento procedere senza eccessivi patimenti, pur sudando l'inverosimile. L'obiettivo a medio termine è senz'altro quello di intensificare (allungando la durata o aumentando l'andatura o la frequenza delle uscite), ma sono già contento ogni volta che faccio prevalere la forza di volontà su qualsiasi scusa possa presentarsi.
Al di là del benessere fisico, ne trae giovamento anche lo spirito, specialmente se i luoghi variano e si riesce ad approfittare di tali occasioni per una sorta di piccoli giri turistici inaspettati, come quando a Galeata ho preso la strada del Pantano e nel vano tentativo di ritrovare luoghi d'infanzia dimenticati mi sono goduto paesaggi rasserenanti e dal benevolo influsso sentimentale, raggiungendo inoltre la chiesetta romanica di Santa Maria del Pantano, i cui affreschi sono conservati al Museo Mambrini del borgo medievale di Pianetto (frazione di Galeata).
Il Museo civico Mambrini espone tra l'altro importanti reperti archeologici di varie epoche, dalla preistoria al medioevo, ed emozionanti bassorilievi dell'abbazia di Sant'Ellero. L'abbiamo potuto visitare grazie alla gentilezza e alla disponibilità di Catia Collinelli, che illustrandolo ci ha fatto aumentare la voglia di tornare presto in zona.
Nel chiostro del convento di Pianetto con la gentilissima Catia Collinelli, che porta lo stesso cognome della mia bisnonna Giacomina. |
Ecco, per la prima volta ho fatto qualche giorno di vacanza a Rimini, mi sono detto. Poi invece mi son reso conto di aver già messo piede su quelle spiagge da piccolino, quando mi portarono a Viserba, che di Rimini è "la più importante frazione".
Così, il giorno della partenza ho voluto fare una deviazione per tornare a toccare con mano la sabbia di Viserba, in un gesto simbolico solo apparentemente nostalgico, ma in realtà connesso al sempiterno desiderio di abbracciare tempo e spazio in un impossibile tentativo di capienza emotiva e vitale.
Poi, rispettando la tradizione delle deviazioni in viaggio, abbiamo puntato il navigatore su Bertinoro e siamo ripartiti attraverso una soprendente periferia riminese in cui dopo qualche brutto edificio si alternavano casolari di campagna e capannoni, stradine e svincoli, fino a giungere a un quartiere dedicato agli artisti: mai avevo percorso una via Elvis Presley (seguita da via John Lennon, via Antonio De Curtis - Totò e affiancata da via Anna Magnani e via A.Daolio, sì, l'Augusto dei Nomadi!).
Riguadagnata l'A14 per pochi chilometri prima di riprendere la SS9 (quant'è lunga e ricca la via Emilia, e che bello sia stesa lì a collegare Milano sud con il sud della Riviera), alla domanda "Che musica vuoi?" ho risposto: "Metti Casadei". Romagna mia, Ciao mare, Romagna e Sangiovese, Io cerco la morosa... Martina rideva stupita per il fatto che le riconoscessi, ma il liscio è fatto in quel modo lì, capace di entrarti in testa anche se non ti sei mai messo ad ascoltarlo.
A pensarci bene, il liscio è un po' come la riviera romagnola: nel mio immaginario non è meta vacanziera agognata, però sa rendersi godibile se hai voglia di goderti il bello che c'è, e ce n'è di tanti tipi e per molti gusti diversi. Due flash goduriosi: la sabbia morbida e abbondante; un refolo serale tra i riflessi di luce presso il ponte di Tiberio.
Ogni volta che arrivo a Galeata in auto, all'ingresso nel territorio del mio paese natio suono il clacson.
Oggi per la prima volta l'ho suonato dalla parte di San Zeno: che meraviglia giungerci da lì, percorrendo curve salite e discese tra panorami verdeggianti e pieni di tanto mondo, superando Rocca San Casciano, il passo Centoforche e quello delle Forche dopo aver lasciato Castrocaro e l'ottimo gelato gustato con la zia Lilli.
Guidando, ero pieno di contentezza, una sorta di soddisfazione esagerata, dovuta al solo fatto di esistere e di essere lì, con la storia mia e della mia genealogia. Una specie di bonus, un vero e proprio regalo. Ne sono grato e questa gratitudine nutre in me commozione e bellezza.