31 ottobre 2020

Ridere sempre così giocondo

"Il riso cancella la paura", declamava indignato il venerabile Jorge, e su questo aveva ragione: è uno strumento potentissimo e benefico, sia per il morale, sia per gli effetti chimici che innesca nel nostro organismo, grazie al rilascio delle endorfine. Pensa che figata, una droga autoprodotta che ti fa star bene senza effetti indesiderati! 

Anche il sorriso produce benefici: lo sottolineava tra gli altri un simpatico squinternato e lo conferma l'esperienza, se ci provi. Da parte mia lo suggerisco ai ragazzi a scuola ("Prima regola, indispensabile: Breathe, respira; seconda regola, non indispensabile ma molto consigliato: Smile, sorridi."), perché è facile, è gratis, ti aiuta e non ha controindicazioni. 

È la risata, però, il vero toccasana, soprattutto quando è condivisa. C'è chi la usa come terapia (vedi il Laughter yoga, lo yoga della risata), c'è chi la seppe produrre in modalità contagiosa, come Stan Laurel e Oliver Hardy. Riuscire a trovare o creare occasioni per ridere è di per sé un traguardo di benessere; farlo in compagnia attiva un senso di condivisione intensa; raggiungere il culmine di una risata fragorosa collettiva, ardisco dire, potrebbe contribuire a risolvere molti ma molti conflitti. 

Tampone

L'auto è rimasta parcheggiata per diciassette minuti, che sono stati sufficienti a entrare in ospedale superando il controllo della temperatura, raggiungere il lungo corridoio verso il settore A, fare la coda per l'ambulatorio, effettuare il tampone e tornare alla cassa automatica del parcheggio. 

Oltre che veloce, l'ho trovato poco invasivo, più o meno come infilarsi un cotton fioc su per il naso, una narice dopo l'altra. Probabile che l'abitudine decennale alle laringoscopie mi abbia allenato, ma o sono stato particolarmente fortunato, o le varie descrizioni che ho sentito e letto in giro sono esagerate. 

Adesso mi tocca fare il monaco di clausura in attesa dell'esito, che se sarà quello auspicato mi permetterà di essere ricoverato e poi operato nei primi giorni della settimana entrante. 

P.S.: "settimana entrante" mi fa sorridere perché è un'espressione che usava papà.

30 ottobre 2020

Antidoto

Che tutto sia sospeso, tutto un po' precario, non è una novità: pare anzi la condizione predefinita per l'umanità. Stendiamo un passo, un altro e non sappiam nemmeno se il piede troverà un buco o del terreno su cui poggiare, però passiamo avanti tra settemila inciampi, fidando negli istanti, nei petali infiniti che sono lì ad aprirsi laddove ci si soffermi attenti, sguardo e respiro intenti a reperire l'intensità invisibile. Antidoto agli ostacoli materiali, il reticolato del sentire. 

29 ottobre 2020

Quasi perso via

Al mattino, è rosa di là. Alla sera, è rosa di qua. Li chiamerò Est e Ovest. Più tardi, in mezzo, spesso compaiono tre punti luminosi allineati: sembrano la cintura di un gigante. Proverò a figurarmelo. 

E intanto, di già, la pizza bianca ogni sera più grande, quasi perfettamente tonda ormai, coronata da un'aureola iridescente, divampa senza occultare il puntino rosseggiante poco sopra di lei. 

Non c'è che dire, bello scenario. Dovrai impegnarti per distogliermene. 

28 ottobre 2020

Se va tutto bene andrà tutto meglio

Disporre di un buon libro e di acqua potabile permette di superare le attese evitando noia e disagio. 

Cerco di attrezzarmi sempre all'uopo e l'ho fatto anche in data odierna, riuscendo così a trascorrere un'intera mattinata al San Gerardo di Monza in modalità a tratti persino piacevole. Espletate così le pratiche del prericovero, resto in attesa di conoscere la data dell'intervento grazie al quale il flusso ematico più non stenterà lungo la mia arteria carotide destra, che invece potrà auspicabilmente ostentare una pervietà pressoché ottimale grazie a uno stent

Ah, m'hanno detto che la stenosi non dipende dalla mia ghiottoneria, bensì dalle radiazioni che mi salvarono la corda vocale e la vita dieci anni fa. 

26 ottobre 2020

Privazioni

Di tutte le privazioni, continuo a patire in modo particolare quella degli abbracci. Chi propende per un'affettuosità diffusa capirà bene che si tratta di una privazione non da poco. Di certo ne sta soffrendo buona parte della comunità tanguera, perché non sono solo la musica e il ballo a mancare. 

Sono consapevole che ci sono drammi più dolorosi, problemi più angoscianti, situazioni molto più difficili da affrontare o sopportare, ma la loro esistenza nulla toglie ai piccoli o grandi patimenti da astinenza. 

Vero è che l'astensione, ove provvisoria, porterà a un maggiore apprezzamento di ciò che si potrà di nuovo gustare, quando lo si potrà, e questo deve essere monito da ricordare e soprattutto patrimonio da portare con sé. 

Per il resto, tante sono le perplessità sul modo di affrontare la crisi da pandemia: rigore ed equilibrio non riescono ad andare di pari passo e in generale siamo troppo stupidi o egoisti per poter puntare a soluzioni meno sventurate e contraddittorie rispetto ai provvedimenti in atto. Cerchiamo comunque, tutti quanti, di fare del nostro meglio per danneggiare il meno possibile noi stessi e gli altri, adottando ogni ragionevole precauzione. 

Basta anche solo sfiorare situazioni critiche per rendersi conto della serietà della cosa: in questi giorni sono stato piuttosto in ansia perché, in attesa di una chiamata dalla struttura ospedaliera per un intervento di chirurgia che dovrò affrontare, temevo un rinvio sine die a causa dell'emergenza sanitaria. Ora mi hanno convocato per il prericovero e confido che l'iter prosegua senza intoppi. 

Un anno fa, per dire, ero in procinto di partire per una gita scolastica in Umbria, visita istruttiva che si rivelò anche molto divertente. Oggi esulto all'idea di poter entrare in ospedale. Per la serie: trarre il meglio da quel che c'è, in fiduciosa attesa di quel che sarà. 

Una cosa bella è stata sentirmi dire dai ragazzi a scuola: "Mi raccomando, prof, torni...". Li ho rassicurati, anche perché stare con loro mi piace sempre di più.  

24 ottobre 2020

Le cose belle lo sono sempre

Ci sono film che non stufano mai. Per esempio, Pane e tulipani

Dopo averlo guardato per l'ennesima volta, l'inedito è ballarne il tango finale in ciabatte e in uno spazio ristretto, tra lo stendino, il tavolo, il divano e vari altri ostacoli dettati da un felice disordine.

22 ottobre 2020

L'acchiappasogni

L'acchiappasogni doveva funzionare per catturare gli incubi, ma, lungamente negletto, accumulò tanta di quella polvere che pareva tossicchiare ad ogni tentativo di filtraggio. Il sonno prese così a popolarsi di sventure e disavventure, tappi e intoppi, loculi e ostacoli. Non si riuscì ad acclarare se fossero gli incubi ad approfittarsene sgattaiolando tra le maglie vetuste come desuete ragnatele o se fossero i sogni, anche quelli belli, a sporcarsi e deteriorarsi fino a risultare irriconoscibili. Occorreva tornare a occuparsene: ripulirlo, arieggiarlo e soprattutto staccarlo dalla parete per appenderlo in posizione centrale e libero di penzolare. Forse in tal caso si sarebbe riscoperto che il suo compito reale era attirare l'attenzione su di sé per liberare la mente e rasserenare l'animo. Un po' come una ninna nanna mediata, come le fusa di un felino domestico, come un mantra cantato, come le orazioni di un piccino, come un hobby meticoloso, come una passione innocua. Una passione innocua capace di anestetizzare quelle divoranti. Acchiappasogni: non catturarli tutti, però. 

19 ottobre 2020

Dalla bellezza la resurrezione

È sempre un'ottima idea rifocillarsi di bellezza: l'ho detto a mia figlia che è andata a farsi un giro all'Hangar Bicocca per vedere le mostre lì allestite. 

Lo ripeto a me stesso e a chiunque rischi di abbrutirsi dando per scontata la quotidianità anziché provare a coglierne perle e luccichii. Non dirmi che è tutto grigiore e piattume: le occasioni per nutrirsi interiormente sono molteplici e sfaccettate come le pietre preziose che si occultano nel pulsare di ciascun istante. 

Certo, la sorpresa deve trovarti disponibile: come quella di una decina di sere fa, quando per caso ho scoperto che proprio sotto casa mia ci sarebbe stato uno spettacolo e ho ottenuto di potervi assistere nonostante non avessi prenotato. Ho così potuto apprezzare il "Piccolo canto di resurrezione", scritto e interpretato dalla Compagnia Piccolo Canto. Bravissime le cantattrici, intensa e pregnante la rappresentazione, fatta di racconti cantati e misteriosi, canti intrecciati e intimi, ispirazioni mistiche e comiche, umanissime e selvatiche, toccando temi spirituali e terreni, tragicomici, giocosi, liberatori. 

Come ho scritto sul loro libricino dopo gli applausi: "Grazie per l'abbraccio vocale che ci avete regalato alla fine", quando le interpreti si sono poste a cantare ai due lati della platea, costituita da sedie distanziate posizionate tra la villa secentesca Casati Stampa e la strada, rimasta oltre il cancello insieme al resto del mondo, mondo che però in un certo qual modo era tutto dentro alla teatralità dei loro canti polifonici e testi multifonici.

17 ottobre 2020

A scuola di magia

Oggi ho telefonato alla mia maestra delle elementari, Annamaria Bianchini. A 90 anni di età, ha la stessa voce e scioltezza di allora. Le ho raccontato dei recenti contatti con alcuni ex compagni e lei, chiedendomi di salutarglieli, ha detto che ricorda in particolare la nostra classe perché "non so se eravate molto bravi o molto monelli, ma c'era qualcosa di speciale". 

Forse, ho ipotizzato, è perché siamo stati l'ultimo ciclo con il senso della magia per il mondo della scuola. Abbiamo frequentato le elementari in un'epoca in cui permaneva un rispetto enorme, sia da parte nostra sia della società, per la figura della maestra, un riferimento importante e stimato. 

Tra l'altro, siamo stati gli ultimi a fare in tempo a vedere e a utilizzare il calamaio, sia pure solo per pochi mesi. Proprio un'altra epoca, in un misto di disciplina considerata normalità e di meravigliosa scoperta, tra grembiulini e fiocchi, quaderni e astucci, libro e sussidiario, ascolto e interrogazioni, silenzio e vivacità controllata. 

Certo, non saranno state sempre rose e fiori, per qualcuno qualcosa sarà sicuramente andato storto, perché non tutti avranno avuto la fortuna di trovare una maestra fantastica come la mia. 

L'augurio è che le brave maestre di oggi, genitori iperapprensivi permettendo, possano far rivivere quella magia anche ai bambini che sono loro affidati nei nuovi decenni di questo millennio. 



a cura di Giulio Pianese

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