Che tutto sia sospeso, tutto un po' precario, non è una novità: pare anzi la condizione predefinita per l'umanità. Stendiamo un passo, un altro e non sappiam nemmeno se il piede troverà un buco o del terreno su cui poggiare, però passiamo avanti tra settemila inciampi, fidando negli istanti, nei petali infiniti che sono lì ad aprirsi laddove ci si soffermi attenti, sguardo e respiro intenti a reperire l'intensità invisibile. Antidoto agli ostacoli materiali, il reticolato del sentire.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.