Uno dei motivi per cui posso dirmi fortunato è costituito dai genitori che ho avuto in sorte. Naturalmente, per rendermene conto ci sono voluti anni, lustri, ma soprattutto confronti con quel che ho visto in giro. Prima di traforare incredulo la patina delle situazioni altrui, davo per scontato che ogni papà e mamma si comportassero così con i figli, regalando loro il massimo della propria disponibilità e affettuosità, piantando nel contempo saldi paletti di riferimento, anche sotto forma d'insopportabili divieti. Grazie a questi si cresce fino a ritrovarsi in grado di svellerli per fissarne di nuovi, grazie a quelle lo si fa dopo essersi imbevuti della nutriente autostima.
Bravi genitori non significa persone perfette: limiti e difetti son di tutti, ma se gli dei dell'infanzia cadranno nella polvere allo sguardo adolescente, si dovranno pur risollevare a quello dell'evoluzione postconflittuale, possibile dopo un distacco fisico o simbolico.
Guardandoli con equilibrio, ancora scuoto il capo rassegnato all'inevitabilità di certi modi che impediscono loro di godere appieno, ma col sorriso affiora un grazie a toccare labbra e occhi insieme a un augurio per i loro 44 anni.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.