20 agosto 2006

Partirà la nave partirà

crepuscolo alla Bovisa Domani è il giorno dell'imbarco. Son contento di dove e da chi andrò, ma come sempre mi capita, non vorrei partire. Poi, quando sarò là, non vorrò tornare.
Questo succedeva già quando ero piccolo: ad ogni partenza per le ferie estive, tradizionalmente fissata per la ricorrenza dei SS. Pietro e Paolo, ero restio a lasciare il mio mondo, che proprio in quei giorni trovavo più che mai divertente e insostituibile. Finita la scuola, i pomeriggi in cortile erano il massimo in ogni istante: i compagni e le compagne di giochi sembravano più interessanti, le partite a pallone alimentavano grande entusiasmo agonistico, i giri in bici diventavano esplorazioni del quartiere, della cittadina, si finiva per incontrare nuovi sorrisi... il sapore delle vacanze era lì, dunque perché andare a cercarlo altrove?
Una volta a destinazione, tempo due ore e mi ero già ambientato: in pineta ad arrampicarsi sugli alberi, con gli amichetti del posto a giocare a biglie con le facce dei ciclisti, al ruscello a simulare l'avventura, in gita su valichi e vette, oppure a zonzo in paese, timidamente incantato da nuovi sorrisi... il sapore della bellezza era lì, dunque perché rientrare in città?
Se ciò sia da considerarsi metafora di altro, altri me lo dovrebbe dire, ma per duecento sacchi sul lettino dovrei quantomeno trovarci una già sdraiata, e l'onorario mi parrebbe comunque po' po' esagerato. Vabbe', tanto oggi c'è il blog e domani ci penseranno i cuccioli a distrarmi, in attesa che impari a comprendere il senso del distacco.

18 agosto 2006

Letto e riletto

Ci sono libri che per essere apprezzati davvero vanno assaporati al momento giusto. Uno di questi è sicuramente Il dio delle piccole cose, di Arundhati Roy. Se non l'hai ancora letto, spera che quel momento venga presto anche per te.

17 agosto 2006

C*lo

Quel che posso assicurarti è poco ma sicuro: non è questione di cellulite. Nemmeno di avercelo troppo grosso, debordante, o cose così. Non è questione di canoni perché abbia luogo il vero e autentico apprezzamento, in grado di farti bramire e bramare, di accenderti le carni e avviare l'accelerazione circolatoria dell'intero apparato.

Da dietro irresistibile spettacolo appagante
un vero combustibile sia mignon o gigante
Portato con decoro eppure un po' sfrontato
prezioso come l'oro, più buono del gelato
È meglio di un magnete e attira il tastamento
mi rende cieco ariete per tutto il firmamento
Non prendere cappello se sottolineo il fatto:
un deretano bello non ha da esser piatto.

15 agosto 2006

Idroparty

Da anni e anni a ferragosto l'aggregazione sociogastronomica a Milano avviene grazie all'iniziativa di Radio Popolare e alla partecipazione attiva dei suoi ascoltatori.
Un tempo si chiamava "cortil party", perché la festa si svolgeva presso la sede della radio, nel cortile per l'appunto. Allargandosi all'intera via divenne Stradella party, quindi Olly party per il passaggio alla sede attuale di via Ollearo.
L'anno scorso il grande salto, con l'Ippoparty tenutosi nel parco dell'ex O.P. Paolo Pini, sito in via Ippocrate.

Oggi il tutto ha avuto luogo all'Idroscalo, il "mare dei milanesi".
Mi stavo per impigrire, ma per fortuna mi sono venuti a prendere e ho partecipato, contribuito (con canestrelli di Biella, patatine e chinotto), mangiato (couscous, riso, pasta, guacamole...), bevuto (vino, soprattutto Müller Thurgau), ritrovato (nientepopodimeno che ConcoBeach e Vale! - minchia, roba di quell'epoca ).

Menzione speciale meritano sicuramente Aurelio e Marinella: anche quest'anno recavano fichi e pere, prelibati frutti dei loro alberi che abbiamo onorato in men che non si dica.

13 agosto 2006

Agosto a che gusto?

A una dolce morte si è accennato nei commenti di Chiaraaa e per quanto mi riguarda si tratterebbe di un vero e proprio incontro tra Eros e Thanatos, data la mia passione così dichiarata per il gelato.
Però, siccome sono contrario al suicidio, che considero un intollerabile segno d'impazienza, preferisco concentrarmi sulla squisita leccornia.
E allora diciamo solo che almeno per oggi se I Scream è "Urlo", IceCream è un URL.

12 agosto 2006

Buongiorno

Una volta tanto mi sono alzato all'alba, per aiutare a sollevare una valigia troppo pesante; come premio, mi sono poi avviato a far colazione dalla mia ex panettiera. Il vero bonus però me l'ha regalato la Bovisa, con una fascia dorata in fondo a una traversa, tra i tetti e le nuvole: era il sole uscito a salutare prima di nascondersi nel cielo coperto-variabile di quest'oggi.

P.S.: nel pomeriggio è tutto un azzurrofavola, lassù; così, dopo un passaggio in biblioteca a riconsegnare con grave ritardo un paio di libri, mi sono allungato in bici fino a Villa Litta, dove a piedi nudi sdraiato al sole sull'erba badavo a come le foglie scontornavano il cielo o viceversa.

11 agosto 2006

Tiratardi

"In riferimento a:
Il soffio della valanga, Santo Piazzese, Palermo, Sellerio (2002)
Le ricordiamo che è prevista una sospensione dal servizio di prestito per un periodo pari a quello del ritardo"


Hanno ragione, quelli della biblioteca rionale, ma ancora non ne avevo scritto per Letture e riletture. È una debole scusa e mi scuso per l'abuso, ma in ogni caso e a scanso d'altre accuse, io non ricevo accise per il consiglio profuso.

08 agosto 2006

El tiempo pasa

Uno dei vantaggi dell'avere figli è la possibilità di constatare in modo indiscutibile che il tempo non passa invano.
Da un anno all'altro non è tanto la crescita fisica a imporsi alla consapevolezza, anzi quella passa quasi inosservata come tutto ciò che sta costantemente sotto gli occhi. Si nota piuttosto l'evoluzione comportamentale, a cominciare dalla sfera pratica, comprendente l'acquisizione di nuove abilità: nei giorni scorsi, il porfido di Castello non è stato perfido e Lorenzo ha potuto compiere il giro di pedale fatidico, imparando ad andare in bici senza rotelle ("Devo ancovra migliovravre nelle cuvrve e nell'equilibvrio, ma ovramai sono capace."). Per non parlare della sua impresa di domenica, quando è salito sul Corno Bianco insieme a me e a Francesca (esperta... in effetti per lei era la seconda volta).

Il tempo però passa per tutti e mi ha immalinconito un po' lasciare a mezzacosta i miei genitori, che stavolta non se la sono proprio sentita. Pienamente giustificati: mio padre ha l'età dell'ATM (ovvero quella che avrebbe avuto James Dean), mia madre lo segue a tre lunghezze, ma è sempre difficile accettare la realtà delle cose e il loro ordine naturale quando ci investe in pieno.
Anche in questo secondo fine settimana trentino la fortuna ci ha arriso, riservandoci in un cielo generalmente coperto scampoli d'azzurro intenso proprio sopra di noi per gran parte del tempo in entrambe le passeggiate: sabato pomeriggio dal Passo Lavazè alla Malga Ora, il giorno successivo dal Passo Occlini al Corno Bianco, in cima al quale oltre ai bimbi era con me... la maglietta di Pupa.

E la sera, dopo aver messo a nanna i piccoli, la bellezza di ritrovare i vecchi amici, con le chiacchiere che non sono semplici chiacchiere e gli sguardi che sono già abbracci di risate. Senza trascurare le prelibatezze locali, ovviamente.

Il ritorno a Milano è proceduto senza intoppi e la città, una volta tanto, ci ha accolti con un clima ideale. Il tempo passa, dicevo, e la serata ne ha fornito ulteriore testimonianza, con la prima crisi sentimentale della Cajuina. Le ho asciugato i lacrimoni e poi ci siamo alternati a parlarne con lei. A lungo. E qui ci vorrà un altro post.

05 agosto 2006

Indelebile

Come dire inestinguibile, incancellabile, perenne, permanente, duraturo, perpetuo... Oscuro è il motivo per cui qualcosa lo è e qualcos'altro no. Non si cancella, semplicemente. Succede a certi ricordi, ma colpisce se l'evento cui rimandano risulta all'apparenza marginale o trascurabile.
Per esempio, per esempio: tanti anni fa, diciamo una ventina, per concludere una serata di abbondanti libagioni in compagnia mi portarono al concerto di un gruppo femminile norvegese (in trasferta brianzola!) del quale altro non rimembro se non la presenza di un violino nell'esecuzione grintomelodica di un brano rockeggiante costruito su un testo francese.
Mi piacerebbe poterlo cantare qui sul blog, perché lo ricordo perfettamente o quasi, nonostante il mio tasso alcolico quella sera fosse oltre il limite di guardia, tipo da indurti a troncare una conversazione un po' biascicata per precipitarti a pisciare contro una recinzione. Il testo, come venni a sapere parecchio tempo dopo, era quello di una poesia di Prévert, questa:

Je suis allé au marché aux oiseaux
Et j'ai acheté des oiseaux
Pour toi
mon amour
Je suis allé au marché aux fleurs
Et j'ai acheté des fleurs
Pour toi
mon amour
Je suis allé au marché à la ferraille
Et j'ai acheté des chaînes
De lourdes chaînes
Pour toi
mon amour
Et puis je suis allé au marché aux esclaves
Et je t'ai cherchée
Mais je ne t'ai pas trouvée
mon amour

[qui una traduzione]

Cose che risuonano e risuoneranno sempre, mi sa. Pour toi, mon amour.

04 agosto 2006

E via che si va

Prima mi sono riletto, di Sphera, pazzerella assai e bella saggia, una frase altrettanto bella e saggia che avevo conservato e riproposto stamane su CuT'n'PaStE.
Quello sono me Poi sono andato in agenzia viaggi ed esaminate le possibilità ho deciso: porterò i miei due cuccioli in Sardegna, sostando da nostri amici (non blogganti) in quel di Siniscola per dirigermi quindi alla casa dell'amaca, dove ci aspettano Gilgamesh e Mistral con Emma.
Livorno-Olbia il 21 agosto, Olbia-Livorno il 30. Chissà che prima di tornare non riesca anche a passare da Gaspar...

01 agosto 2006

I Suoni delle Dolomiti

Si prende la cabinovia, in due tronconi. Inevitabilmente, si ripensa a quando lì c'era una funivia, a quando cadde tragicamente una prima volta e a quando invece la tranciarono strafottenti i top gun di cui siamo vassalli. Si trasborda sulla seggiovia ed ecco le vertigini perché accanto hai due bimbi che secondo le tue paure potrebbero scivolare giù a ogni momento e allora li obblighi a non staccare le manine dalla sbarra per l'intero tragitto, bello bello ma apparentemente interminabile.
i suoni delle dolomitiSi arriva su e stranamente le orecchie non si sono tappate nonostante gli oltre mille metri di dislivello. Si cammina per tre quarti d'ora con una breve scorciatoia tra le rocce ("chiacchievrando questa scalata sembvra più bvreve") e si arriva ai laghetti di Bombasel. Sei bimbi a giocare con rane e tritoni, tre adulti a godersi la musica e i suoni: oltre agli archi, verso la fine del concerto si sono fatte sentire le marmotte coi loro fischi, immagino d'approvazione. I musicisti sono virtuosi ed espressivi, forse un filo troppo solisti in alcuni frangenti. Mozart rende felice il mondo e il mondo risponde con paesaggi straordinari tutt'intorno. Il sole a duemilaedue sembra discreto e invece picchia sul collo, ancora oggi arrossato.
Curioso, quasi scioccante, il divario tra quell'aria respirata senza pensarci per l'intera giornata e l'afrore ferale d'un autobus feriale nell'afa serale da orario estivo urbano. Ennesimo monito a godersi ogni meraviglia, finché c'è.


a cura di Giulio Pianese

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