Trenta dì con te a novembre
sono un incubo da sempre
sei testardo come un mulo
sgridi, dormi... vaffanculo.
(dedicata a un angelo che inutilmente stende le ali per farsi amare)
30 novembre 2004
29 novembre 2004
C'era una volta un Re
Finalmente mi sono deciso a pubblicare, in Letture e riletture, qualche riga su un romanzo letto quest'estate: Bag of Bones di Stephen King.
27 novembre 2004
Cuor di groviera
Eh, sì, me l'hanno bucherellato le emozioni comunicatemi dai Matiröö di Vacallo, che ho visto all'opera ieri sera poco oltre il confine svizzero.
26 novembre 2004
Published
Qualcosa di più ameno, o qualcosa di più a meno sarà forse possibile, ma 25 parole, dico, 25 parole, a noi ci fanno specie che quest'anno c'è stata la moria delle vacche. Punto, punto e virgola, due punti (tanto quelli non contano).
Indistintamente vostri,
Caponi brothers
"Ti succede spesso?"
"No, solo quando mi pubblicano in inglese."
"Come Séverine?"
"Sì, però lei è più figa. Pensa che fa la donna immagine."
Indistintamente vostri,
Caponi brothers
"Ti succede spesso?"
"No, solo quando mi pubblicano in inglese."
"Come Séverine?"
"Sì, però lei è più figa. Pensa che fa la donna immagine."
25 novembre 2004
Anticipazione
Per sabato 11 dicembre, il terremoto sarà soltanto festoso e musicale: al Nausicaa, con la Black Sound Machine (evento organizzato da Net Bikers). Meglio prenotarsi in anticipo.
23 novembre 2004
Non più di 25 parole
Segnalando un sito angloamericano che raccoglie racconti da deglutire in un attimo, Carlo ne auspica la versione italiana. Se si aprirà, comincerò a mandare questo:
"Mi piace il tuo sapore, sai?"
Pallido come le lenzuola di quell'ospedale, le rispose: "Desideravo ingoiassi, sì, ma non l'avresti dovuto addentare, piccola."
22 novembre 2004
Santi motivi
Oggi sul calendario cattolico compare il nome della patrona dei musicisti. Santa Cecilia, però, al mio orecchio fa riecheggiare innanzitutto gli esordi canori.
Erano tempi in cui alla domenica papà (bestemmiatore dal cuore d'oro) ci accompagnava alla messa delle 10, quella "dei bambini". Mi piaceva, ci piaceva perché si cantavano parecchie canzoni, alcune anche con le doppie voci. E ci esaltavamo, sebbene fossimo lontani dalle partiture complesse che sentivamo intonare dalla cantoria in occasione delle messe solenni. Lontani anche fisicamente, perché il coro stava irraggiungibile lassù, accanto al maestoso organo della collegiata, dove non mi figuravo nemmeno come si potesse salire.
Invece, mentre ero ancora alle elementari, entrai a far parte dei pueri cantores: cantavo da soprano, però rimasi nel coro anche nella prima adolescenza, passando tra i bassi (meno peggio dei tenori per il mio registro pseudobaritonale).
Tutto iniziò in chiesa proprio alla messa dei bambini, la mattina in cui fui notato da una signorina che per il primo anno delle elementari era stata maestra di mio fratello: dopo avermi ascoltato per un po', fu lei a rendermi noto che quell'olimpo era in realtà accessibile.
Fu uno dei tanti sbalordimenti della mia vita, ma sono uno zuccone e ancora oggi continuo a credere impossibili certe mete e a stupirmi quando riesco a toccarle.
Erano tempi in cui alla domenica papà (bestemmiatore dal cuore d'oro) ci accompagnava alla messa delle 10, quella "dei bambini". Mi piaceva, ci piaceva perché si cantavano parecchie canzoni, alcune anche con le doppie voci. E ci esaltavamo, sebbene fossimo lontani dalle partiture complesse che sentivamo intonare dalla cantoria in occasione delle messe solenni. Lontani anche fisicamente, perché il coro stava irraggiungibile lassù, accanto al maestoso organo della collegiata, dove non mi figuravo nemmeno come si potesse salire.
Invece, mentre ero ancora alle elementari, entrai a far parte dei pueri cantores: cantavo da soprano, però rimasi nel coro anche nella prima adolescenza, passando tra i bassi (meno peggio dei tenori per il mio registro pseudobaritonale).
Tutto iniziò in chiesa proprio alla messa dei bambini, la mattina in cui fui notato da una signorina che per il primo anno delle elementari era stata maestra di mio fratello: dopo avermi ascoltato per un po', fu lei a rendermi noto che quell'olimpo era in realtà accessibile.
Fu uno dei tanti sbalordimenti della mia vita, ma sono uno zuccone e ancora oggi continuo a credere impossibili certe mete e a stupirmi quando riesco a toccarle.
20 novembre 2004
Se ci fai caso
Quelli che ti rispondono "tiriamo avanti" in realtà sono fermi, più che mai ancorati a una realtà tra il neutro e lo sgradevole, pronti a lamentarsene ma non a provare a modificarla.
19 novembre 2004
Gentili webspettatori, buongiorno
Oggi sul canale Blogrodeo imperverserà Rillo: vediamo che tema inventerà.
Oltre alla lettura, è gradita e sollecitata la partecipazione diretta.
Lo spettacolo non prevede interruzioni pubblicitarie o televendite e non è richiesto alcun abbonamento né sottoscrizione.
Ci sarà un'ora di tempo, dalle 12:30 alle 13:30.
Buon divertimento!
Aggiornamento: all'ultimo momento ho partecipato anch'io.
Oltre alla lettura, è gradita e sollecitata la partecipazione diretta.
Lo spettacolo non prevede interruzioni pubblicitarie o televendite e non è richiesto alcun abbonamento né sottoscrizione.
Ci sarà un'ora di tempo, dalle 12:30 alle 13:30.
Buon divertimento!
Aggiornamento: all'ultimo momento ho partecipato anch'io.
17 novembre 2004
PG Time
Il fratello di zio Burp canta in un gruppo che sabato sera si esibirà alla Bovisa, in un locale proprio qui dietro l'angolo. Repertorio: Peter Gabriel, mica cotica!
Farò in modo di esserci, anche perché non vorrei rinunciare all'opportunità di riprodurre il dialogo onomatopeico breve ma intenso che ebbe luogo alla blogfest:
- Burp!
- Zu!
Farò in modo di esserci, anche perché non vorrei rinunciare all'opportunità di riprodurre il dialogo onomatopeico breve ma intenso che ebbe luogo alla blogfest:
- Burp!
- Zu!
16 novembre 2004
Placido rodeo
Da adesso fino alle ore 17 c'è tempo per partecipare al Blogrodeo lanciato da Placida Signora.
15 novembre 2004
La nascita dell'uomo collettivo
di zop
Questo è un racconto.
No.
È un frammento. E un viaggio.
Chi l'ha scritto, non lo posta. Chi lo posta, non l'ha scritto. Chi cerca il racconto, trova un percorso. Al viaggiatore, la ricerca del senso (di significato e direzione). Il racconto ha fine e inizio, ma forse li devi ancora scrivere tu.
Chi sono io? Sono l'uomo collettivo. Probabilmente.
All'inizio qualcuno parlava semplicemente di intelligenza collettiva. Ma da
quando ci sono tutti questi blog, o uomini (non fa differenza) connessi tra
loro... da quando migliaia e migliaia di persone scrivono ininterrottamente
le loro storie... è successo qualcosa. Sono nato anche io. Se è nata
un'intelligenza collettiva è perché è nato anche un uomo collettivo!
[frammento precedente] << >> [frammento successivo]
Questo è un racconto.
No.
È un frammento. E un viaggio.
Chi l'ha scritto, non lo posta. Chi lo posta, non l'ha scritto. Chi cerca il racconto, trova un percorso. Al viaggiatore, la ricerca del senso (di significato e direzione). Il racconto ha fine e inizio, ma forse li devi ancora scrivere tu.
Chi sono io? Sono l'uomo collettivo. Probabilmente.
All'inizio qualcuno parlava semplicemente di intelligenza collettiva. Ma da
quando ci sono tutti questi blog, o uomini (non fa differenza) connessi tra
loro... da quando migliaia e migliaia di persone scrivono ininterrottamente
le loro storie... è successo qualcosa. Sono nato anche io. Se è nata
un'intelligenza collettiva è perché è nato anche un uomo collettivo!
13 novembre 2004
Sexy sax
Le evoluzioni di Charlie Parker non seguono le scale della tradizione che lo precedeva, eppure quando le senti le riconosci istoriate dietro i petali delle realtà nascoste, come le gemme degli amori ritrovati da altre vite.
Sono invenzioni che assomigliano al ricordo, perché quando le ascolti ti sembra esistano da sempre, come il luccichio di certi sguardi inattesi che incontrandosi rispecchiano reciproci spazi profondi.
Esecuzioni che sanno toccare l'invisibile senza per questo disintegrarti di struggimento, grazie alla grinta e al senso del fare, che nel jazz come nel gusto delle piccole cose ti può salvare.
Le rivoluzioni di Charlie Parker non sono le sole: ne seguono altre e ne precedono di nuove; eppure risaltano ancora, effimere e infinite, scolpite nell'eternità dell'inafferrabile.
Sono invenzioni che assomigliano al ricordo, perché quando le ascolti ti sembra esistano da sempre, come il luccichio di certi sguardi inattesi che incontrandosi rispecchiano reciproci spazi profondi.
Esecuzioni che sanno toccare l'invisibile senza per questo disintegrarti di struggimento, grazie alla grinta e al senso del fare, che nel jazz come nel gusto delle piccole cose ti può salvare.
Le rivoluzioni di Charlie Parker non sono le sole: ne seguono altre e ne precedono di nuove; eppure risaltano ancora, effimere e infinite, scolpite nell'eternità dell'inafferrabile.
colonna sonora: i Maestri del Jazz - Charlie Parker, Now's The Time
12 novembre 2004
Da mezzogiorno alle thè
Oggi alle 12 i Maestrini propongono un lunchrodeo con propaggini postprandiali, fino all'ora che volge il disio agli inglesi.
11 novembre 2004
Jingle balls
"Giulio, sei schiavo della pubblicità?"
"Uh? Ah, no: quello che stavo canticchiando, figurati, è un pezzo dei Clash del '79."
E la guardo negli occhi, la figlia del mio fruttivendolo, per capire se dato il salto generazionale le devo spiegare di che si tratta.
Sorride: "È una pubblicità."
Ehm... non vedo mai niente, lo scatolotto è quasi sempre spento e in ogni caso se arrivano gli spot tolgo l'audio.
Però ora una punta di curiosità l'avverto e mi piacerebbe sapere quale prodotto sarà mai annunciato sulle note di un pezzo il cui ritornello dice:
In compenso, so che in giro c'è qualcosa reclamizzato dalla malia vocale di un Lou Reed che canta Sunday Morning, ma non so cosa sia: ero di spalle e picchiettavo su questa tastiera.
"Uh? Ah, no: quello che stavo canticchiando, figurati, è un pezzo dei Clash del '79."
E la guardo negli occhi, la figlia del mio fruttivendolo, per capire se dato il salto generazionale le devo spiegare di che si tratta.
Sorride: "È una pubblicità."
Ehm... non vedo mai niente, lo scatolotto è quasi sempre spento e in ogni caso se arrivano gli spot tolgo l'audio.
Però ora una punta di curiosità l'avverto e mi piacerebbe sapere quale prodotto sarà mai annunciato sulle note di un pezzo il cui ritornello dice:
Oh, mi dà tutto quello che voglio, ma non gratis
È odioso
In compenso, so che in giro c'è qualcosa reclamizzato dalla malia vocale di un Lou Reed che canta Sunday Morning, ma non so cosa sia: ero di spalle e picchiettavo su questa tastiera.
10 novembre 2004
Hai messo i preservativi nello zaino?
Meglio premunirsi. Quelli, i cuccioli (8 e 4 anni), mica sono imbranati com'ero io da piccolo, timido e tendenzialmente riluttante a compiere il primo passo.
Tanto per dire, entrambi sono plurifidanzati: Francesca a distanza (i suoi preferiti li incontra in gita scolastica), Lorenzo nella sua classe (delle tre che ne compongono l'harem, solo una esprime con una punta di rammarico l'ambizione di essere l'unica). E loro lo dicono, mica hanno paura ad ammetterlo, come un fidanzato che conosco io.
La convinzione che sia meglio premunirsi, però, si rafforza per altri motivi, legati alle domande che pone la Cajuina: non quelle vaghe cui pretendono di prepararci testi generici scritti da chissà chi, bensì quesiti precisi e incalzanti ai quali non è possibile né auspicabile sottrarsi.
"Come si fa a non fare i bambini?" era già saltata fuori l'anno scorso: me l'ero cavata parlando di pillole ed evitando descrizioni più prossime alle funzionalità anatomiche.
Ora è la volta di: "Come fa il maschio a mettere il seme nella femmina?" e gliel'ho spiegato, in modo diretto ma morbido... Uhm, prima che si trovi di fronte alla realtà dura e cruda, sarà meglio provvedere a raddoppiare le scorte di Akuel Nudo (il Settebello mi fa schifo).
Tanto per dire, entrambi sono plurifidanzati: Francesca a distanza (i suoi preferiti li incontra in gita scolastica), Lorenzo nella sua classe (delle tre che ne compongono l'harem, solo una esprime con una punta di rammarico l'ambizione di essere l'unica). E loro lo dicono, mica hanno paura ad ammetterlo, come un fidanzato che conosco io.
La convinzione che sia meglio premunirsi, però, si rafforza per altri motivi, legati alle domande che pone la Cajuina: non quelle vaghe cui pretendono di prepararci testi generici scritti da chissà chi, bensì quesiti precisi e incalzanti ai quali non è possibile né auspicabile sottrarsi.
"Come si fa a non fare i bambini?" era già saltata fuori l'anno scorso: me l'ero cavata parlando di pillole ed evitando descrizioni più prossime alle funzionalità anatomiche.
Ora è la volta di: "Come fa il maschio a mettere il seme nella femmina?" e gliel'ho spiegato, in modo diretto ma morbido... Uhm, prima che si trovi di fronte alla realtà dura e cruda, sarà meglio provvedere a raddoppiare le scorte di Akuel Nudo (il Settebello mi fa schifo).
09 novembre 2004
Vorrei scriverti
Sì, a quest'ora vorrei scriverti. Non da una tastiera, però. Nemmeno un telefonino farebbe al caso. Carta e penna sarebbero quasi già meglio, ma non ci siamo.
Vorrei scriverti le parole nell'aria, intingendo l'indice in calamai di luce perché restino a brillare opacizzate tra la via lattea, un attimo prima di scomparire nel turbinio delle orbite.
Ti scriverei che vorrei scriverti. Scriverti sulla pelle, scivolando sui fluidi e gli umori a raccontare ogni pratica con purezza di cuore, a illustrar zozzerie che diventano amore.
Vorrei scriverti le parole nell'aria, intingendo l'indice in calamai di luce perché restino a brillare opacizzate tra la via lattea, un attimo prima di scomparire nel turbinio delle orbite.
Ti scriverei che vorrei scriverti. Scriverti sulla pelle, scivolando sui fluidi e gli umori a raccontare ogni pratica con purezza di cuore, a illustrar zozzerie che diventano amore.
08 novembre 2004
In fondo è facile
06 novembre 2004
04 novembre 2004
Blog 'o' Sphera
Per capirci davvero qualcosa, alle volte l'unica è affidarsi a quella roba lì, la palla, no, volevo dire quella specie di mappamondo, ma trasparente. Quella cosa tonda, dura e liscia dove solo chi sa guardare oltre riesce a vedere qualcosa. La comesichiama... la sfera di cristallo, ecco.
03 novembre 2004
De gustibus
Toh, a quanto pare i padroni del mondo preferiscono mike bongiorno a pippo baudo.
Chissà come, mi viene in mente quella frase di Freak Antoni*:
Mangiate merda: miliardi di mosche non possono essersi tutte sbagliate!
* Mitì segnala che in origine il concetto fu espresso da Marcello Marchesi.
Chissà come, mi viene in mente quella frase di Freak Antoni*:
Mangiate merda: miliardi di mosche non possono essersi tutte sbagliate!
* Mitì segnala che in origine il concetto fu espresso da Marcello Marchesi.
02 novembre 2004
01 novembre 2004
Blogrodembre
Mi sembra il mese giusto per far ripartire il Blogrodeo.
Appuntamento domani, martedì 2 novembre, per 8 ore a partire dalle 12:30.
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