27 agosto 2004

Vale ancora

Una persona che muore, ci scommetto, passa a un altro stato dell'essere.
Per chi rimane, invece, diventa un mosaico. Un'opera le cui tessere sono distribuite nei nostri occhi, nei nostri cuori. Nei ricordi della nostra mente, ma anche in ciò che faremo con le nostre mani. E in ciò che siamo e che saremo, con noi stessi e con gli altri. Per questo continueremo a sentirti presente.

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Perché perché perché?

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26 agosto 2004

Per farla breve

Il blog di Luisa Carrada è spesso fonte di spunti stimolanti.
Oggi segnala ScrittoLettoDettoFatto, pagina che ospita microracconti non superiori a cento parole. Ho raccolto l'invito adattando un pezzo che avevo scritto per il Blogrodeo del 18 maggio: Cosa pensi che ci sia qui dentro?

24 agosto 2004

Setterosa

Se oggi per il gol della Zanchi a due secondi dalla sirena ho cacciato un urlo d'esultanza come da tempo non mi capitava per un evento sportivo, non devo ringraziare solo le ragazze della nazionale di pallanuoto, ma anche i miei cognati Enzo Altamura e Cinzia Mileto, vecchie glorie nei rispettivi ruoli di allenatore e giocatrice, che nel tempo hanno saputo indurmi ad apprezzare questa disciplina, seppure da bordo vasca.
Nello stesso pomeriggio, tanto per dire, la sorte dei giovanotti del calcio non mi ha smosso nemmeno un po'.

23 agosto 2004

Io pulso positivo

Qui: respirare profondamente per non restare col fiato sospeso, scrivere suonare spupazzare per non bloccarsi con le dita incrociate.
: continuare a nuotare ma capire le correnti, ricordarsi di essere goccia e mare ad un tempo.
In bocca al lupo, Zonk.

20 agosto 2004

Nuotare nudi

Mi è sempre piaciuto. L'acqua salata sa accarezzarti ovunque, come un bagno amniotico universale. Anche per questo ho eletto più bel bagno stagionale quello fatto a Baccu Mandara, dove dopo essermi spinto abbastanza al largo con qualche bracciata in più, ho osato sfilarmi il costume, metterlo a tracolla e perdermi nell'azzurro dipinto di blu.

19 agosto 2004

Due serate al multisala

Ero andato a vedere Una storia americana (di Andrew Jarecki) solo perché trascinatovi da una coppia di amici. Pensavo fosse pesante e invece scorre, malgrado l'argomento scottante e il trattamento documentaristico. È un'autentica lezione di montaggio per come accosta con sagacia filmini familiari, materiale televisivo cronachistico e d'inchiesta, interviste raccolte in epoche diverse. L'intreccio, drammaticamente denso e pregnante, a un secondo livello di lettura si fa strumento per mostrare come la poliedricità del reale sfugga alla rassicurante classificazione della "Verità", in un continuo spiazzamento che fino in fondo lascia qualcosa in sospeso. Dal punto di vista della cinenarrazione è apprezzabile che riesca a farlo per semplici accostamenti di testimonianze, punti di vista o modi di sentire opposti, senza che alcuna voce onnisciente si occupi di rendere digeribile la faccenda. Dal non detto si evincono ulteriori sfumature di significato e Hitch questo l'avrebbe apprezzato.

La serata seguente è stata la volta di Ladykillers (di Joel e Ethan Coen). Il divertimento cercato è stato in parte trovato: il film è godibile, la colonna sonora avvincente e vi sono parecchie scene degne di nota, però non mi viene da dire "che bello!" e ciò non è dettaglio trascurabile.
Chissà se può valere la pena di andare a ripescare in cassetta l'originale del 1955 (La signora omicidi), quello con Alec Guinness e Peter Sellers.

17 agosto 2004

H

Blog collettivo, ma soprattutto progetto.
Mi è piaciuto il modo in cui mi è stato presentato, perciò ho raccolto l'invito di Daneel qualche settimana fa.
Ieri notte è giunto anche il momento di scrivere un mio contributo: si intitola Al capolinea.

16 agosto 2004

A4

La vista è solo uno dei cinque o sei o sette sensi di cui si dispone, ma guidando è il primo cui fare riferimento. Per fortuna, l'attenzione alla strada non esclude la possibilità di godersi almeno parzialmente la bellezza dei paesaggi e seppure a sprazzi le mutevolezze cromatiche del cielo.
Così accadde anche ieri. Tornavamo dalla val di Fiemme dopo avere salutato i piccoli, rimasti colà coi nonni a prolungar vacanze. Superati i timori di code epocali, superata anche la cornice più suggestiva dell'itinerario, mi consolavo occhieggiando ove possibile la rosatura crepuscolare e il rincorrersi dei rannuvolamenti all'occidente orizzontale.
D'un tratto scorgo un punto molto luminoso fisso. Quello è sicuramente un pianeta. Dunque... Se non rammento male, Asgard News parlava di Giove visibile per qualche minuto al tramonto, ma quello è talmente luminoso da sembrare Venere, il che è impossibile, se è vero che per questo mese appare all'alba in tutt'altra direzione.
io: - Quel pianeta... quello lì. Dovrebbe essere Giove, ma è lucente quanto Venere. Che strano, che bello!
Licia: - Guarda che adesso sta lampeggiando.
io: - Azz, è un aereo! Sai, dalla prospettiva in cui ci trovavamo prima sembrava una luce fissa, forse perché veniva nella nostra direzione...
Licia: - No, no, è un pianeta. Chillo è Plutone, 'o pianeta d' 'o suggettone.

13 agosto 2004

Mutevolezza (era tutta una Commedia?)

Come lampo d'agosto diuturno
col tocco d'una lieve brezza
l'astro che il giorno è di turno

colora della sua carezza
il cielo che fu a pecorelle.
Perciò, come disse il poeta,

lassù rivedremo le stelle.
Divine parole di seta
sussurro di tenero amante:

l'azzurro d'una luce bella
si schiuse alle labbra di Dante
la notte che andò in camporella.

Parentesi quadre

Mi rileggo dopo quasi un anno
[ Il pensiero positivo è fondamentale anche per poter irradiare come percezione di valore ciò che pensiamo di noi stessi. ]
virgola concordo virgola ma non è facile ripeterselo con piena convinzione se le caviglie già mi si gonfiano per la scarsa mobilità da troppa scrivania virgola pleonastica e i coglioni pure.

10 agosto 2004

Torre, vuoi mettere?

Torre vorrei la turba che al mio salir non manca mai

Soffro di vertigini, molto. Non ne soffro da sempre, giacché ricordo interminabili arrampicate sulle conifere trentine da piccolo, quando per l'intera estate mi confondevo con l'umanità locale.

Madide mani mie sudore greve di paura

Ci provo, provo a contrastarle, le vertigini. Come quella volta a Firenze, da liceale, sulla torre campanaria a impormi di guardar giù. E soffrirci, ma farlo. Riscoprendo che la maggior paura sorgeva non dallo sguardo verticale, ma da quello che mi fa sentire a mezz'aria tra il punto elevato in cui mi trovo e un altro cui l'occhio s'aggrappa: nella fattispecie, il campanile di Giotto e la cupola del Brunelleschi con la sua gabbia da grilli.

Il dì del compleanno a Cajuina è caro assai

Desideri espressi: tre. "Vorrei tante sorpresine" - a questo abbiamo felicemente risposto fin dal mattino, improvvisando festeggiamenti con palloncini e cotillon nella cabina del traghetto che si approssimava allo scalo marittimo di Livorno. "Un cagnolino o un gattino o dei criceti" - ho opposto un crudele diniego, ma le circostanze hanno riportato da noi la gattina Lola, benché solo per qualche giorno. "Vedere la torre di Pisa" - piccola deviazione ed è fatta. Arriviamo belli belli, poi ci informiamo: salita vietata ai minori di anni 8, biglietto 15 euro, primi posti disponibili nel gruppo delle ore 12:20. Va be': coda, no carta di credito, prelevare al bancomat, coda, aspettare al sole. Anzi, per un po' all'ombra del battistero, dopo un vano tentativo di accedere al camminamento delle mura antiche nell'attesa.

Torre lei volle ed io vidi dall'alto quelle mura

Salire sulle mura, oltre che utile preparazione al difficile compito che mi si prospettava, sarebbe stato bello anche per portare un po' in alto Lorenzo, escluso per ragioni d'età dall'ascesa pendente. Il piccolo mammosauro [© Mistràl] peraltro era più che soddisfatto dell'opportunità di sfogarsi corridendolando nell'erba insieme alla festeggiata.
Anni o lustri fa ero stato io a ridere e rotolarmi su quei prati, scolaro gitante ubriaco perso dopo il pranzo a Massaciuccoli, precludendomi la visita alla torre più famosa d'Italia.
Se stavolta sono arrivato in vetta devo proprio ringraziare Francesca, per l'idea e per il vigore psicologico che mi ha infuso, da fatina quale sa essere questa cajuina di otto anni compiuti.


a cura di Giulio Pianese

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