C'era una volta una ragazza che doveva andare a una festa, ma aveva perso la corriera e non sapeva come fare per raggiungere il paese, punto d'incontro con il resto della compagnia. Veicoli circolanti zero, taxi nemmeno a parlarne, solo nebbiolina tardopomeridiana lungo la carreggiata. S'incamminò scuotendo la testa e le bastò affrettare il passo per sentir cedere il tacco, cui era ben poco avvezza. Il dolore alla caviglia le trasfigurò l'immagine di quella giornata tanto attesa e ora, invece, storta.
Con voce posata ed evitando di corrugare il viso, cominciò a tirare giù una serie di imprecazioni degna di rivaleggiare con la litania di tutti i santi. Per lei era quella udita dal padre, uomo sanguigno e dotato di scarso autocontrollo, ma di notevole verve. Una volta, per assicurarsi di bestemmiarli tutti senza eccezioni, aveva staccato il calendario dal muro e, inforcati gli occhiali, si era prodotto in un capolavoro di fantasia che toccava relazioni e genealogie dell'intero apparato ultraterreno.
Ora sentiva solo lo sfogo della propria voce, privata di ogni eco dall'ovatta dell'aria umida. Il disappunto garbato e lo scoramento contenuto si surriscaldarono in veemente collera, le gote cominciarono a dipingere la misura del suo caricarsi, quindi l'impeto prese le redini fino all'oblio del motivo iniziale dell'incazzatura. Fu allora che contro l'orizzonte traslucido, dal lato dei campi, dove rialzava lo sguardo scarmigliato, si colorarono quattro sagome inquietanti. Lei le fissò senza temere di non sapere. Respirò. Senza capire il perché, si distese di una curiosità tranquilla. Ne attese l'avvicinarsi. Poi ascoltò. Era un invito, l'invitavano a una festa, volevano lei e con sorrisi sghembi glielo comunicavano cantando più o meno così.
31 ottobre 2009
16 ottobre 2009
Male informati
Nel suo post di ieri Seth Godin parlava di come un certo tipo di informazione amplifichi i peggiori elementi della reazione emotiva. Ne traduco l'elenco a punti:
1. Ci si concentra sull'urgenza anziché sull'importanza.
2. Sono le emozioni forti e le immagini che le accompagnano a determinare che cosa è importante.
3. Si esalta il rumore invece dell'analisi ponderata.
4. Manca la volontà di cambiare le cose e il proprio modo di pensare.
5. Reazioni xenofobe e scioviniste (paura degli estranei).
6. Difesa dello status quo incoraggiata da un pubblico scelto per essere uniforme.
7. Le cose diventano importanti solo perché altri hanno deciso che lo sono.
8. La comunicazione dall'alto verso il basso induce l'effetto risonanza (essere d'accordo o cambiare canale).
9. Cattiva informazione storica e sull'argomento specifico.
10. Si confonde l'opinione con la verità.
11. Revisionismo affinché i fatti coincidano con un determinato punto di vista.
12. Non si vogliono riconsiderare gli errori passati alla luce della storia e usarli per fare meglio la prossima volta.
1. Ci si concentra sull'urgenza anziché sull'importanza.
2. Sono le emozioni forti e le immagini che le accompagnano a determinare che cosa è importante.
3. Si esalta il rumore invece dell'analisi ponderata.
4. Manca la volontà di cambiare le cose e il proprio modo di pensare.
5. Reazioni xenofobe e scioviniste (paura degli estranei).
6. Difesa dello status quo incoraggiata da un pubblico scelto per essere uniforme.
7. Le cose diventano importanti solo perché altri hanno deciso che lo sono.
8. La comunicazione dall'alto verso il basso induce l'effetto risonanza (essere d'accordo o cambiare canale).
9. Cattiva informazione storica e sull'argomento specifico.
10. Si confonde l'opinione con la verità.
11. Revisionismo affinché i fatti coincidano con un determinato punto di vista.
12. Non si vogliono riconsiderare gli errori passati alla luce della storia e usarli per fare meglio la prossima volta.
15 ottobre 2009
Se venerdì vieni lì...
...sul palco a suonare soul, funky, rhythm & blues, con groove and love, troverai i Blubaluba in questa formazione:
voci: Zu, Elisa Serra
fiati: Ivan Padovani (tromba), Mauro Trabucchi (sax)
tastiere: Stefano D'Ancona
chitarra: Matteo Nardini
basso: Cristiano Reibaldi
batteria: Bruno Saitta
Il concerto si terrà venerdì 16 ottobre 2009
al Mi Cantino, in via Dante Alighieri 6 a Monza.
Inizio previsto tra le 22:30 e le 23:00.
Ingresso libero, tel. per prenotazioni: 039 322970
Vieni, vieni / se ti sfizia
e diffondi / la notizia.
voci: Zu, Elisa Serra
fiati: Ivan Padovani (tromba), Mauro Trabucchi (sax)
tastiere: Stefano D'Ancona
chitarra: Matteo Nardini
basso: Cristiano Reibaldi
batteria: Bruno Saitta
Il concerto si terrà venerdì 16 ottobre 2009
al Mi Cantino, in via Dante Alighieri 6 a Monza.
Inizio previsto tra le 22:30 e le 23:00.
Ingresso libero, tel. per prenotazioni: 039 322970
Vieni, vieni / se ti sfizia
e diffondi / la notizia.

05 ottobre 2009
La pianura che brucia
The Burning Plain lo vidi l'anno scorso in originale, ma stamane un intervento di chiagia me lo ha fatto riaffiorare al sentire.
Molte le corde emotive che risuonano in questo film capace di collegare diverse storie, passato e presente, amore e azioni, sentimenti e memoria. Tremendo a tratti, ma sobrio dove poteva lasciare spazio al facile strazio. I drammi, le vite pulsano nelle vicende intrecciate, o meglio accavallate, ma per lo spettatore è più l'ignoto che piano piano si dipana a far da protagonista, nei tre piani temporali nella narrazione. Le attrici riescono perfino a superare in bravura la loro bellezza. Toccante, intenso, bello. Se ti dicono che è lento, non ascoltarli.
--
Riferimenti:
- il film su wikipedia (en) e (it)
- un'analisi di Roberto Bernabò
Molte le corde emotive che risuonano in questo film capace di collegare diverse storie, passato e presente, amore e azioni, sentimenti e memoria. Tremendo a tratti, ma sobrio dove poteva lasciare spazio al facile strazio. I drammi, le vite pulsano nelle vicende intrecciate, o meglio accavallate, ma per lo spettatore è più l'ignoto che piano piano si dipana a far da protagonista, nei tre piani temporali nella narrazione. Le attrici riescono perfino a superare in bravura la loro bellezza. Toccante, intenso, bello. Se ti dicono che è lento, non ascoltarli.
--
Riferimenti:
- il film su wikipedia (en) e (it)
- un'analisi di Roberto Bernabò
01 ottobre 2009
Tutto e niente

"Nothing is everything" (Niente è tutto), si legge su un muro colorato proposto da Star Walls.
Noto che a seconda di come si decide di tradurlo (o meglio, interpretarlo), il significato cambia, e con esso la visione del mondo.
Per esempio: "Nessuna cosa è tutto quanto" e "Il niente è tutto" sono opposti tra loro, completamente opposti, tanto che alla fine, forse, coincideranno.
21 settembre 2009
Riconoscimenti
Se bendato ti conducessero sulla sabbia, sapresti di essere in spiaggia grazie all'orecchio lambito dal frangersi delle onde, alla pelle irradiata dalle emanazioni solari, ai piedi semiaffondati nel morbido granulato. Che gioia, il bambino in te non sta già nella pelle, ma l'adulto clicca su "altrove" e vai di teletrasporto. Di nuovo sabbia e sole e brezza marina: dal profumo della macchia mediterranea intuisci la latitudine, dalla ventosità e dalla bellezza del contatto tattile arguisci di essere su un bel litorale isolano. Per qualche particolare potresti addirittura individuare il luogo esatto, come la temperatura della battigia, rinfrescata dalle acque del rio Solanas che filtrano sotto il mare, diluendo la salinità per un tratto di nuotata. Lì sapresti di star bene, ne saresti contento e soddisfatto, ma in alcuni frangenti, imprevedibilmente, ti trovi disposto a un lascia o raddoppia quasi da incosciente e premi di nuovo alla cieca il pulsante del rischio, affidandoti alla buona stella e a quelle che hai salutato mentre cadevano o si facevano sparare allegramente attraversando il cielo blu notte. E vai, e aaaaah, ecco, ecco, eccoci: i piedi ti restituiscono l'infinita carezza a clessidra di un talco quasi impalpabile, eppur terreno. Un godimento a metà tra materia e spirito, una sabbia che ti è ben nota, che riconosci: simile a quella di Chia a cala Campana o a quella di cala Giunco a Villasimius e allora decidi di fermarti lì. Ti fai sbendare e il mare dinanzi a te regala i toni del verde e del blu, gli scogli che si alternano alle calette sono levigati da anni luce di eppure soffia, la vegetazione che attornia l'intera baia predilige ginepro leccio e lentischio e la collina digrada trasformandosi in bianche dune al centro. Meraviglia delle meraviglie, riconosci tutto quanto senza esserci mai stato, capisci che hai fatto bene a farti sbendare e sorridi a quanto sei stato fortunato a capitare, quasi per caso, a Porto Sa Ruxi. Con gioia stupenda ci nuoterai e trasecolando ti dici che vorresti farlo per sempre.
15 settembre 2009
Non è solo un ottavo di pizza
Quella è la pigrizia mentale che impedisce di vedere le cose, bloccando la percezione anche delle più evidenti.
Non è vero, per esempio, che non esiste più la mezza stagione. Esiste, ed è caratterizzata da un clima particolare, un clima in cui se stai nudo hai freddo e se ti vesti hai caldo. Qui c'è stata ieri. Da stanotte è già autunno da finestre chiuse.
--
E tu chiudile pure, rivestiti se tocca rivestirsi, ma svestiti delle armature e non dimenticar che bello è aprirsi.
Non è vero, per esempio, che non esiste più la mezza stagione. Esiste, ed è caratterizzata da un clima particolare, un clima in cui se stai nudo hai freddo e se ti vesti hai caldo. Qui c'è stata ieri. Da stanotte è già autunno da finestre chiuse.
--
E tu chiudile pure, rivestiti se tocca rivestirsi, ma svestiti delle armature e non dimenticar che bello è aprirsi.
10 settembre 2009
Imbrunire
Stasera ho finito di corricchiare che s'erano già accesi i lampioni. Nemmeno le giornate son più quelle di una volta, non durano, sarà il ritorno della mezza stagione o sarà che quelli hanno imposto i tagli anche all'ora legale, rosicchiando senza parere minuti alle nostre vite per riservarli allo sponsor.
Ma non importa, finché c'è fiato c'è speranza. Nientemeno che del creazionismo parlavano quattro ragazzi correndo affiancati (ho origliato seguendoli fino alla curva, poi ognuno per la sua strada, che io faccio il mio di giro) e a tal proposito hanno menzionato il Flying Spaghetti Monster, così ho saputo dell'esistenza di questa nuova religione nata come parodistica protesta contro i pericolosi zucconi del pensiero letterale.
Promemoria maglietta: non indossare battute ambigue, altrimenti risulterà imbarazzante sorridere a chi incroci, ammesso che ti venga da sorridere (spesso sì, volentieri). Dunque metti al bando questa, che ha anche una certa età, oltretutto.
Le zanzare, fortunatamente, erano troppo stanche per pungere attraverso la pelle madida durante lo stretching finale. Casa, doccia, pasta al pesto, un altro po' di traduzione per portarsi avanti.
Ma non importa, finché c'è fiato c'è speranza. Nientemeno che del creazionismo parlavano quattro ragazzi correndo affiancati (ho origliato seguendoli fino alla curva, poi ognuno per la sua strada, che io faccio il mio di giro) e a tal proposito hanno menzionato il Flying Spaghetti Monster, così ho saputo dell'esistenza di questa nuova religione nata come parodistica protesta contro i pericolosi zucconi del pensiero letterale.
Promemoria maglietta: non indossare battute ambigue, altrimenti risulterà imbarazzante sorridere a chi incroci, ammesso che ti venga da sorridere (spesso sì, volentieri). Dunque metti al bando questa, che ha anche una certa età, oltretutto.
Le zanzare, fortunatamente, erano troppo stanche per pungere attraverso la pelle madida durante lo stretching finale. Casa, doccia, pasta al pesto, un altro po' di traduzione per portarsi avanti.
09 settembre 2009
Qualcosa d'irresistibile
I tuoi capelli lisci e scuri, i tuoi boccoli biondi, la testa reclinata sulle mie ginocchia, le labbra che ancora non conoscevano lingua, il verde montano del tuo sguardo in campo d'ambra, quei due laghi azzurri incorniciati da chiome di grano, i baci timidi, l'audacia frammista a ritrosia, il calore ripetuto della passione a sorpresa, il bacio perfetto, le fossette lombari del tuo bacino mediterraneo, i tuoi mugolii da fuochi d'artificio continui, il prorompere dei tuoi seni al nostro primo lento, il sorriso bagnato quanto l'erba del giardino, l'incredibile creatura in carne e curve, il suggello di una luna rossa, la dolcezza consapevole, l'avventura di musica e parole, il batticuore dell'impeto, lo sfizio del desiderio condiviso, le vibrazioni radiose, le sontuose cavalcate e disperanti, le carezze del toccar con mano l'ineffabile, la complicità ormonale, il sudore totale, la moltiplicazione dell'essere, l'orgasmo dell'anima, lo sguardo a ventosa, i tuoi gesti di appartenenza, l'offerta, i portafortuna, le affettuosità terapeutiche, il ruggire del godimento, la golosità del gelato, la soavità dello scoprirsi, la grandezza del riconoscersi, la rinascita delle riaperture, la bellezza che sa illuminare, la speranza che fa innamorare.
--
Rispondendo a "cosa vi colpisce in una donna?", dicevo per l'appunto: Come si muove nello spazio, come guarda, come sorride. La forma del culo, la differenza di diametro tra vita e fianchi. Poi si può approfondire e l'elenco sarebbe lunghissimo, perché in ciascuna c'è qualcosa di bello e in qualcuna qualcosa di irresistibile.
--
Rispondendo a "cosa vi colpisce in una donna?", dicevo per l'appunto: Come si muove nello spazio, come guarda, come sorride. La forma del culo, la differenza di diametro tra vita e fianchi. Poi si può approfondire e l'elenco sarebbe lunghissimo, perché in ciascuna c'è qualcosa di bello e in qualcuna qualcosa di irresistibile.
08 settembre 2009
Di REM così
Scendevamo delle scale. Fuori tempo, fors'anche un po' stonate rispetto al circondario, ma noi eravamo lì, reali e realmente preoccupati. Ad attenderci c'era il tempo perduto, quello di quando sei in ritardo ancor prima di partire. Si cercava d'agguantare un treno per l'ultimo predellino, pur sapendo che nemmeno prendendolo sarebbe stato possibile arrivare per tempo. Di mezzo, moltiplicandi ostacoli, piccoli e grandi, tutti egualmente avviluppanti, come lenzuola umide a vincolar caviglie e piedi. L'improbabile tinto di sensazioni, un lampeggiare carico di promemoria sentimentali, lo zampicare delle pulsioni opposte al volere o a quel che si credeva tale. Su di uno sfondo capace di acquattarsi per lasciar spazio al dire dell'eidomachia, incruenta guerra di visione che scaturisce in gestazione d'alba.
07 settembre 2009
Eh
I sorrisi, l'amore, la musica, le onde, il piacere, le cose buone, i colori, lo sguardo sul mondo, tutto bello, d'accordo, però il pensiero che l'unico "per sempre" su cui contare sia quello della morte, che chi se n'è andato non lo abbia fatto solo temporaneamente, un po' di giramento di coglioni lo suscita, eh.
06 settembre 2009
Dixie pixel swing
Noi sembriamo carne facile
fatta per gli istanti magici
di chi s'accontenta docile
di chi non fa caso a tutto il
sus-sur-ra-re
Quasi tutto viene semplice
se per ogni istante guardi lo
spazio che distanzia il forcipe
dallo spazio che prepara il
so-spi-ra-re
[stacco intreccio fiati]
Quasi tutto viene semplice
quando t'abbandoni come se
un istante almeno come si
deve ti spettasse in questo
na-vi-ga-re
Poi stentiamo a dirci magi re
ben che lo si sappia a tu per tu
quel che si sprigiona da più in là
quel che il nostro spazio interno
fa vi-bra-re
[di nuovo fiati e assoli ad lib.]
fatta per gli istanti magici
di chi s'accontenta docile
di chi non fa caso a tutto il
sus-sur-ra-re
Quasi tutto viene semplice
se per ogni istante guardi lo
spazio che distanzia il forcipe
dallo spazio che prepara il
so-spi-ra-re
[stacco intreccio fiati]
Quasi tutto viene semplice
quando t'abbandoni come se
un istante almeno come si
deve ti spettasse in questo
na-vi-ga-re
Poi stentiamo a dirci magi re
ben che lo si sappia a tu per tu
quel che si sprigiona da più in là
quel che il nostro spazio interno
fa vi-bra-re
[di nuovo fiati e assoli ad lib.]
09 agosto 2009
A mare
Una volta festeggiato il compleanno della cajuina e l'onomastico del patatino, salperò coi miei cuccioli per l'isola magica, quella grande a forma di sandalo.
Come ho già detto, quando mi trovo su quella terra, anche al suo bellissimo interno ne percepisco l'energia che sale dalle piante dei piedi pervadendomi l'essere.
--
e poi, è in quelle acque che si bagnano le blogstar!
Come ho già detto, quando mi trovo su quella terra, anche al suo bellissimo interno ne percepisco l'energia che sale dalle piante dei piedi pervadendomi l'essere.
--
e poi, è in quelle acque che si bagnano le blogstar!
06 agosto 2009
Potrebbe recapitare anche a te
Un sacco di socialcosi (twitter, friendfeed, facebook...) stanno dando ripetuti segni di cedimento.
Presto, scambiamoci i numeri di telefono!
Anzi, le coordinate delle colombaie, per i piccioni viaggiatori.
Presto, scambiamoci i numeri di telefono!
Anzi, le coordinate delle colombaie, per i piccioni viaggiatori.
02 agosto 2009
Orologi fermi
Oggi per tutto il giorno sono le 10 e 25.
A Bologna, in stazione, lo sono dal 2 agosto 1980. A far esplodere le vite altrui furono i bombaroli fascisti, coperti da apparati deviati dello Stato.
A Bologna, in stazione, lo sono dal 2 agosto 1980. A far esplodere le vite altrui furono i bombaroli fascisti, coperti da apparati deviati dello Stato.
31 luglio 2009
Defrag
Ero piccolo, camminavo sul ghiaccio. Poi di colpo fu estate di sudori e allergie tra i prati. Ormai lontane le spiagge le onde i cavalloni. Non sapevo ancora nuotare, usavo uno strano salvagente che al ricordo sa di spugna rivestita di plastica arancione, legato attorno al torace. Prima d'imparare, mi ritrovai in montagna. Al mare però avevo visto e tracciato le piste per le biglie dei ciclisti e le riproducemmo lassù, nella vasca di sabbia. Lassù sugli alberi arrivarono anche le vertigini, o forse fu un cagnetto precipitato dal balcone, tra i vapori della calura e lo svaporare onirico al ridestarsi. Comunque l'estate ogni volta finiva e si ricominciavano altri giochi, in altri luoghi e orari. Tutto quel che finiva mi rattristava, comprese le serie di trasmissioni in bianco e nero. A colori erano le capigliature, motivo di tre classifiche diverse sulle preferenze del momento, peraltro non espresse alle interessate bionde more e castane. Boschetto, prato, cortile, bande, dispute, partite, nascondino, carezze. Pensieri, canti, fantasie, timidezze. Sogni a lungo appiedati. Più oltre, le bici grandi, ancora più in là il motorino. Volti nuovi, o riedizioni cresciute di colpo erompendo vitali dalle dismesse divise scolastiche. Grembiuli bianchi, grembiuli neri, perfino i fiocchettini si portavano, da lontano rivedo addirittura i calamai fino a un attimo prima che sparissero, dopo decine di frustranti macchie e fogli bucati dalle cancellature. C'è chi cancella tutto di botto e rinasce come tabula rasa, ma no. Fin che alzheimer non ci separi, nulla andrà perduto, sebbene l'hard disk cranico cominci a sentirsi pieno.
12 luglio 2009
Sedici petali
Le carezze delle nubi alla luna hanno forma di carta da musica. Stelle cadenti non si lasciano ancora vedere, ne fanno le veci le lucciole. Pulsar rimpiazzano palpiti spenti nel blu. Ficca gli occhi nell'illusione di spazio profondo lassù, sarà la mente a cullar via il lamento, a tramutarlo in nenia e poi in canzone. Allora voce chiami canto chiami linfa chiami sangue chiami umori ed il pulsar sarà dei battiti. Affonda l'ascolto ficcante nel profondo del tuo spazio e cogline la forma, riscrivila in musica e mettila su carta, ché possa riaccarezzar la luna.
--
bonus: una videocanzone di Noah and the Whale
--
bonus: una videocanzone di Noah and the Whale
24 giugno 2009
Succede se non hai l'iPod
Vado. Spengo e vado. Per una corsetta, che mi ci vuole proprio. L'essenziale e via al parco Nord: entro, guardo, respiro, una specie di saluto al sole per sgranchirmi, un minimo di stretching zona lombare e gambe e parto, senza indugiare all'ascolto del bonghista, che sarà lì anche al ritorno, né alla tentazione di attaccare bottone con la studentessa seduta all'ombra.
Il corridoio di chiome arboree incornicia la vista, procedo e senza forzare mi beo del piccolo privilegio. Corricchio in relax, tranquillo osservo la serenità del circondario, talmente tutto grazioso e benevolo da farmi sospettare un truman show di cose e persone e perfino animali, complici. Avanzo, ancora senza sudare.
I pensieri cominciano a vagare altrove, vedo perfino una che assomiglia a. Corro torcendo il collo per un po', ma è impossibile, e poi comunque. I pensieri vagano perché non è come quando fai la forma, capace di impegnarti tutta l'attenzione lasciandoti solo la pace dell'essere presente. E allora rimedio intimando alla mente di mettersi a contare le foglie, tutte quante, tutte le foglie di tutti i rami di tutti gli alberi che costeggiano la stradina e anche di quelli che formano il fondale oltre il prato laggiù.
Mi supera uno, in forma e fiato, non me ne curo ma un po' lo prendo da sprone e tuttavia continuo a non forzare punto. Torno dallo sterrato, tun-tà tun-tà, il ghiaino si fa ascoltare e insieme parte una melodia nella testa, ma il ritmo lo danno grilli e cicale, concertino cui si uniscono cinguettii vari. Dal film al cartone animato si passa quando scorgo il cane amico del vecchio Fido in Lilli e il vagabondo, accucciato nell'erba presso il padrone che gli volta le spalle, seduto su una panchina discosta dal passaggio. Una coppia m'incrocia, lui troppo magro lei troppo cicciottella, ma poi riguardandoli lui non sta male e lei ha occhi dolci e belli. Una sirena prona si rimira i piedi, chissà sognando una pinna caudale.
Intanto comincia il sudore a ruscellare di lato. Gli occhi rimangono protetti dalle sopracciglia, visto a cosa servono i peli, ripenso a quel thread, dov'era già, su un feed, no era al bar e le fazioni erano due. Io sto con i peli, mi piacciono insieme agli umori, quando mi piacciono.
La volta delle frasche crea un tunnel ombroso e aumento un pochino il ritmo. Ritorna anche il ritmo nella testa lo fanno le api lo fanno gli uccellini facciamolo anche noi innamoriamoci. Eh, non ho l'iPod ma la musica arriva comunque, tu invece lo stai programmando, no, forse stai mandando un messaggio, immagino rimirando la linea morbida di quei tratti assorti.
Si riesce al sole e alla calura e l'ultimo raccordo del giro lo cammino, mentre lo sguardo abbraccia il panorama e il suo respiro, fronde al cielo solcato da strisce bianche come desideri, il pulsare di un qui e ora quieto di parca soddisfazione, quella di chi ricorda ma non si strugge. Vivo e traspiro, traspare al mio vivere il mondo.
Il corridoio di chiome arboree incornicia la vista, procedo e senza forzare mi beo del piccolo privilegio. Corricchio in relax, tranquillo osservo la serenità del circondario, talmente tutto grazioso e benevolo da farmi sospettare un truman show di cose e persone e perfino animali, complici. Avanzo, ancora senza sudare.
I pensieri cominciano a vagare altrove, vedo perfino una che assomiglia a. Corro torcendo il collo per un po', ma è impossibile, e poi comunque. I pensieri vagano perché non è come quando fai la forma, capace di impegnarti tutta l'attenzione lasciandoti solo la pace dell'essere presente. E allora rimedio intimando alla mente di mettersi a contare le foglie, tutte quante, tutte le foglie di tutti i rami di tutti gli alberi che costeggiano la stradina e anche di quelli che formano il fondale oltre il prato laggiù.
Mi supera uno, in forma e fiato, non me ne curo ma un po' lo prendo da sprone e tuttavia continuo a non forzare punto. Torno dallo sterrato, tun-tà tun-tà, il ghiaino si fa ascoltare e insieme parte una melodia nella testa, ma il ritmo lo danno grilli e cicale, concertino cui si uniscono cinguettii vari. Dal film al cartone animato si passa quando scorgo il cane amico del vecchio Fido in Lilli e il vagabondo, accucciato nell'erba presso il padrone che gli volta le spalle, seduto su una panchina discosta dal passaggio. Una coppia m'incrocia, lui troppo magro lei troppo cicciottella, ma poi riguardandoli lui non sta male e lei ha occhi dolci e belli. Una sirena prona si rimira i piedi, chissà sognando una pinna caudale.
Intanto comincia il sudore a ruscellare di lato. Gli occhi rimangono protetti dalle sopracciglia, visto a cosa servono i peli, ripenso a quel thread, dov'era già, su un feed, no era al bar e le fazioni erano due. Io sto con i peli, mi piacciono insieme agli umori, quando mi piacciono.
La volta delle frasche crea un tunnel ombroso e aumento un pochino il ritmo. Ritorna anche il ritmo nella testa lo fanno le api lo fanno gli uccellini facciamolo anche noi innamoriamoci. Eh, non ho l'iPod ma la musica arriva comunque, tu invece lo stai programmando, no, forse stai mandando un messaggio, immagino rimirando la linea morbida di quei tratti assorti.
Si riesce al sole e alla calura e l'ultimo raccordo del giro lo cammino, mentre lo sguardo abbraccia il panorama e il suo respiro, fronde al cielo solcato da strisce bianche come desideri, il pulsare di un qui e ora quieto di parca soddisfazione, quella di chi ricorda ma non si strugge. Vivo e traspiro, traspare al mio vivere il mondo.
31 maggio 2009
Fase per fase
La luce della luna è solo un riflesso, dicono i detrattori, lei è poco più di un sasso un po' più grosso degli altri che si ostina a girarci in testa.
Lo splendore della luna, in realtà, al tuo occhio primitivo e bambino è la prova visibile che il sole non t'ha abbandonato, ma continua a illuminare anche quando il globo ruotando ti occulta, e presto tornerà a inondarti di calore. Dormi col sorriso disteso a forma di alba.
Lo splendore della luna, in realtà, al tuo occhio primitivo e bambino è la prova visibile che il sole non t'ha abbandonato, ma continua a illuminare anche quando il globo ruotando ti occulta, e presto tornerà a inondarti di calore. Dormi col sorriso disteso a forma di alba.
28 maggio 2009
Iscriviti a:
Post (Atom)