Sono tante le cose da mettere a posto, ammesso e non concesso che ci si riuscirà compiutamente. Per ciascuno si tratta di piccole o grandi situazioni disagevoli, di rinunce o coercizioni, di mancanze, preoccupazioni, lontananze. Evitiamo però che le lagnanze minute facciano perdere il polso della visione d'insieme: ci sono sciocchezze e facezie e ci sono dolori e stupori, ci sono puntuti fastidi e amplissime devastazioni; i reali sconquassi non vanno confusi con meri contrattempi, e se una cosa buona si deve trarre dal periodo trascorso (ma in verità lo si dovrebbe fare sempre) è quella di saper valutare e apprezzare l'essenzialità, ossia ciò che conta davvero.
Ad esempio, gli affetti e gli abbracci. Quelli che già da prima sussistevano solo nel pensiero e nell'animo, ci sono e non ci sono indipendentemente da qualsiasi virus. Quei pochi che finora abbiamo potuto ritrovare, però, come delizie c'insaporiscono e nel contempo fanno anelare ad allargare la cerchia, riallacciandone i fili sottili fino ad ogni palpito riconosciuto.
Nella sottocategoria dei riabbracci, il tango come pratica collettiva e sociale mancherà per chissà quanto ancora, ma nel frattempo piccoli tasselli semi-isolati vanno a comporre una simil-milonga, minuscola e solo in video, grazie alle cure della cara Deborah, in arte Lulamiao, che il sabato sera sta organizzando da qualche settimana Lejos de ti, milonga a distanza per chi ne ha voglia. Scaricato Zoom sul cellulare, per la prima volta ho partecipato anch'io, con Martina, ed è stato bello condividere questa nostra passione, anche se per poche tande. Quando Lulamiao pubblicherà il video, metterò un link qui.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.