29 settembre 2019

Ora di alzarsi

L'indomani furono le chiazze rosacee dell'aurora a raddolcire l'ennesima levata forzatamente antelucana. Di albe buie aveva già cantato in gioventù, ma senza figurarsele in solitaria.

Alzarsi presto sarà senz'altro un toccasana per un sacco di motivi, ma essere obbligati a farlo dovrebbe essere annoverato tra i maltrattamenti sanzionabili ai sensi della convenzione di Ginevra. "Presto" si intende prima delle sette: una barriera psicofisica il cui superamento abbisogna di forti motivazioni o di una volontà ferrea. Perfino durante il servizio militare cercavamo di aggirarla. Una sveglia che anticipa il sorgere del sole ti strappa dai sogni e ti getta in una semioscurità che s'incarna in un grosso quesito: perché? Se ci si trova da soli, senza il conforto di un respiro altrui, di un corpo caldo da sfiorare, di mezzi mugugni condivisi o almeno di qualcuno che russi ancora nella stanza attigua, la forza di volontà deve essere richiamata con maggiore decisione a farsi innesco di generatore automatico in grado di avviare l'apparato osteomuscolare per riuscire ad autopartorirsi fuori dall'abbraccio del giaciglio. Un processo potenzialmente lungo, da attuare invece nel minor numero di minuti possibile, pena la corsa finale per rispettare gli orari prestabiliti.

Poi, per fortuna, lo sappiamo, si va e si sorride; anzi, ricorda di farlo fin da subito, magari già davanti allo specchio, ti aiuterà molto, vedrai.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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