Di albe buie aveva già cantato in gioventù, ma senza figurarsele in solitaria: l'attendeva, fino alla successiva unione amorosa, una traversata di diverse notti nel talamo ormai troppo ampio.
Per attraversare un grande fiume, il mare, il deserto o anche solo una lunga distesa è sempre meglio essere preparati (come diceva pure il fratellino Estha nel romanzo bellissimo e terribile Il dio delle piccole cose).
La prima difficoltà è coniugare il non-si-sa-mai all'esigenza di movimento, che richiede un bagaglio il più possibile leggero e maneggevole. Nello zaino ideale metterei prima di tutto la musica - cosa di più leggero? cosa di più intenso? - che è il latte condensato dell'anima. Poi la lettura - cosa di più ampio in rapporto allo spazio occupato? - che è la compagnia dell'anima. Poi la possibilità di rimanere in contatto - sia essa garantita da internet, da un telefono o dalla Supremazia postale del raccontino di Hayford Peirce (da 44 microstorie) - ché nessun uomo è un'isola. Utili anche, possibilmente, uno stimolante incarico lavorativo da svolgere, la voglia di continuare a imparare, qualche passione da coltivare, meglio ancora se condivisibile, e una salute discreta. Naturalmente, senza dimenticare l'acqua potabile.
Bene, ciò detto, andrò a ballare tango: in un colpo solo, musica, passione, abbracci, condivisione.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.