03 dicembre 2017

Concentrazione

Vai in cortile e raccogli una foglia da terra; torna in classe, poggiala sul banco, osservala e scrivi cinque pensierini.
Più o meno con queste parole la mia amica Laura ricordava i tempi della scuola in bianco e nero, quella dei grembiuli e della maestra unica, con classi numerose di bimbi rispettosi e attenti.

Di questo compito semplice riconosco la modalità e apprezzo la qualità didattica diretta e indiretta: si induceva ciascun allievo a produrre quel che poteva rientrare nelle sue capacità e nello stesso tempo lo si obbligava a concentrarsi su un particolare e a spremerne più di quanto non potesse immaginare prima di provarci.

Una sorta di educazione alla densità attraverso piccoli passi compiuti tra minuzie immediatamente raggiungibili e disponibili. Quotidianamente, ogni piccola consistenza arricchiva il bagaglio di un'entità ponderale. Giorno dopo giorno, di densità in densità, d'intensità si arricchiva, imparando quasi senza accorgersene ad apprezzare la ricchezza intensa di tutto ciò che la semplicità avrebbe poi saputo recare in dono.

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a cura di Giulio Pianese

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