27 gennaio 2013

Proprio lì accanto a te

Parlare a scolari adolescenti del Giorno della Memoria rischia troppo spesso d'incontrare disinteresse se non fastidio. Quel che cercherò di fare è sottolineare l'individualità delle persone che subirono la deportazione e ne patirono le funeste conseguenze.

I nazisti e i fascisti perseguitarono persone normali, proprio come quelle che conosci tu e che magari ti sono vicine di casa o di banco. Persone come te, o magari proprio tu. Una vita che sta scorrendo e che - puf - viene bruscamente interrotta senza alcuna ragione. Un'ingiustizia pari all'assurdità. A questo devi pensare prima di dire "non m'interessa".
Il numero totale di deportati, nati o residenti al momento dell’arresto a Cinisello Balsamo, è di cinquantuno persone: cinque donne e quarantasei uomini.
Ventidue lavoravano alla Breda, undici alla Falck, nove alla Pirelli, tre alla Ercole Marelli, uno alla Magneti Marelli, uno all’Argenteria Broggi, uno era parrucchiere e di tre non si conosce il dato.
Diciotto deportati non fecero ritorno dai Lager e due morirono poco tempo dopo il ritorno in Italia, a causa degli stenti e delle violenze subite, per un totale di venti deportati deceduti e trentuno sopravvissuti.
Due morirono nel Lager di Mauthausen (Austria), uno nel Lager di Ebensee (Austria), due nel Castello di Hartheim (Austria), dieci nel Lager di Gusen (Austria), uno nel campo di Wien Schwechat (Austria) (tutti sottocampi di Mauthausen), uno morì nel campo di Kahla (Germania) e uno durante i combattimenti per la conquista di Berlino (Germania).

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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