Per fare quel che bisogna fare, talvolta tocca trascurare quel che si vorrebbe. Può risultarne uno strappo doloroso, un magone che non trova opportunità di sfogo, una fatica fin nel respiro. Eppure se ne può uscire fortificati, sapendo di aver fatto la cosa giusta e riuscendo a rimandare a dopo il momento del ritrovamento (di sé, di qualcosa, di qualcuno).
Non sono di quelli che si tengono tutto dentro, non a lungo quantomeno: preferisco condividere e lasciarmi accompagnare dal bene altrui, conscio che nel gioco degli scambi di energie nessuno ci perde mai veramente. Torna alla mente il paragone della candela che può accenderne un'altra senza perdere nulla della sua luce, e anzi ottenendo un effetto di accresciuta luminosità proprio all'atto del passaggio.
Ora però vorrei essere capace di volare, per trasmigrare quel tanto che basta e ritornare in men che non si dica, toccando le terre natie per salutare chi da quelle non si potrà più muovere. Intanto lo faccio col pensiero... poi verrà il momento di ritrovare l'occasione, e il tempo, e lo spazio.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.