Da sempre l'oro era per me metallo giallo del colore suo. Altri colori significavano altri metalli. Solo da grande, traducendo cataloghi on-line, scoprii sfumature e cromie dianzi insospettate: rosa, rosso, bianco, tonalità champagne, una mimesi da far impazzire gli alchimisti, questo Au.
In catalogo o in vetrina, gioielli e monili non m'hanno mai attirato molto, con l'eccezione di alcuni orecchini d'epoca romana realizzati a mano che grazie a una lente d'ingrandimento ammirai nel museo di Marsala negli anni novanta, in una giornata di cuscus al pesce e pioggerellina.
Gioielli autentici, invece, mi si offrono alla vista la mattina quando in auto aggiro da nord il centro urbano della mia cittadina di residenza. L'aura cangiante del massiccio del Monte Rosa totalmente innevato furoreggia sfidando il quotidiano, annichilendo la banalità e annullando la percezione delle distanze.
Gioielli autentici ci si offrono, in verità, ogni volta che ascoltiamo con gli occhi e volteggiamo col pensiero alla musica fuori e dentro di noi, e tra noi e chi con noi sta traballando su questo geoide velocissimo e vorticante (vedi a tal proposito e riascolta la già citata Galaxy Song).
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Passavo di qui, Zu, dopo eoni e ti lascio un saluto. (E mi riascolto i MP!). Besos
RispondiElimina