24 dicembre 2017

Nonostante tutto

Per le mie associazioni mentali, se mi dicono "Marina Petrillo", ripenso subito alla "Zucca di Cenerentola", trasmissione che negli anni '90 andava in onda su Radio Popolare il sabato sera sul presto, per fare compagnia a chi si stava preparando per uscire. Marchio di fabbrica era innanzitutto la sigla Bella Símamær di Björk, tratta dall'album quasi sconosciuto Gling-Gló.

In realtà, le doti e abilità di Marina non si limitano alla conduzione di trasmissioni musicali o d'intrattenimento: giornalista, comunicatrice, interprete, scrittrice... basta una googlata per farsene un'idea.

Questi concetti pubblicati sul suo blog Alaska:
Adesso sappiamo che avere a disposizione praticamente tutta l’informazione del mondo non ci rende più informati, né cittadini più responsabili, né esseri più empatici o realmente connessi. Anzi. Infantilizzare i formati per “raggiungere un pubblico più ampio” non fa che distribuire a più persone un’informazione in pillole che ha perduto tutti i suoi nutrienti, ma non crea affatto un maggior numero di persone informate. Ci sono passaggi dell’assorbimento dell’informazione che non si possono saltare, e sono personali, e lenti, non c’è niente da fare.
sono tratti da un articolo ricchissimo (Il Grande Rancore), che ho letto grazie alle parole filtrate da Mafe che me l'hanno posto all'attenzione.

Uno dei numerosi punti chiave è questo:
tornare a leggere dei libri, a giocare, a cucinare, ad ascoltare la musica – occupazioni che ti sembrano gratuite e autoindulgenti se pensi costantemente che il mondo sta andando a fuoco. A stare il più possibile con persone che fanno, che allevano, che costruiscono nonostante tutto.
È qualcosa che, per me, non rappresenta solo un modo di ricaricarsi, ma uno degli obiettivi stessi del fare e dell'impegnarsi. Se non per andare verso un tentativo di gioia, possibilmente gioia condivisa, perché darsi tanto da fare, perché sacrificarsi? Semplificando un po', ripenso ai partigiani, che non lottavano "per la lotta", ma perché tutti potessero tornare a vivere una vita che valesse la pena di essere vissuta.

Sarò un cuorcontento sempliciotto, ma per me un carburante imprescindibile è il senso di festa collettiva, gioiosità, voglia di vivere. Sempre, anche quando si "lotta".

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi