Molto, nel godersi le cose, dipende dalle aspettative. Se inizi a vedere un film senza pretese (tu, non il film) in un orario inconsueto, perché tutta la giornata sta procedendo a orari inconsueti, e se poi risulta gradevole e di un certo qual spessore (il film, non tu dopo il pasto), la soddisfazione è maggiore del previsto e comunque sufficiente ad avvolgerti del piacevole tepore proprio della gratificazione.
Così è stato per The Majestic, con Jim Carrey e, tra gli altri, un grande Martin Landau. Il tema di fondo (ignobile maccartismo) è analogo a quello di Guilty by Suspicion (uscito dieci anni prima per la regia di Irvin Winkler e con Robert De Niro), del quale non raggiunge certo la portata, ma al quale, per oggi e dal divano, l'ho preferito perché volevo una cosa un po' tranquilla, con tanto di lieto fine. Inoltre, il motivo della perdita di memoria e d'identità (come ne L'uomo senza passato di Kaurismaki), non può non affascinare.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.