Il CD World Without Tears di Lucinda Williams me l'aveva regalato Wes, un americano che accompagnavo dai suoi clienti italiani facendogli da interprete. Se voglio ascoltarlo, però, mi tocca ricorrere a YouTube, perché il supporto fisico l'ho perso; evento per me più unico che raro, questo, nel caso di dischi, CD o anche cassette.
Tra i pezzi in elenco, quello che mi catturò fin da subito è il primo: Fruits of My Labor, sicuramente per la generosa dose di dolciastra malinconia che lo avvolge e che si porge all'orecchio amante di quegli unici momenti, all'animo vagante dai perduti struggimenti.
Ora, mentre lo ascolto e riascolto masticandone il testo, lascio che il lenzuolo del tempo svolazzi schiaffeggiando l'aria più o meno limpida degli spazi ampi, sentendomene lambire con levità, con levità. Lieve il sorriso, dolce lieve giunge una notte che sa di luna con un'aura che sa d'aurora, lattescente notte che sa già di alba, ora dopo ora e per un'ora ancora.
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