Il giorno in cui tu sei nata mi stavo baciando con una davanti al Tudor Hall. Un bacio memorabile, scambiato con sensualissima allegria, perfetto ancorché unico, memorabile quanto il complimento poi ricevuto, vorace e morbido ad un tempo e come quello, gratis. Quella sera, perché fu di sera, non potevo sapere che stavi venendo al mondo, né che di lì a 26 anni mi sarei lasciato fotografare dai tuoi baci, flash scaturiti da complici risate condivise.
All'epoca ero già viaggiatore del tempo e fu probabilmente questo a suscitare la scintilla che riaccese d'allegria l'iridescente iride, facendoci sguinzagliare pulsioni con illogica tranquillità di spirito. Rispondendo alle tue di labbra mi riconoscevo nella polvere di stelle che ci aveva accompagnati, anticipavo la polvere di spezie che avrei incontrato più oltre, noncurante della polvere alla polvere che non riusciva più a spaventarmi.
Sarei poi ripartito, dopo un commiato di reciproca ilarità appassionata, verso rotte solitarie, inframmezzate da altri flash e rievocazioni, perle sul filo tralfamadoriano dei ricordi passati e futuri. Un giorno ci saranno di nuovo, un giorno ci sono già stati, un giorno ci furono e ci sono nuovi baci memorabili, ciascuno a caccia di un presente eterno nel tempo e nello spazio.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.