13 gennaio 2017

Chiamarsi in causa

Hai mai letto un libro di Pennacchioni?
Lo spunto offerto dal sito L'apprendista libraio alimenta un sorriso, ma anche un po' d'imbarazzo: quello richiamato dalle occasioni in cui ci sentivamo tanto sicuri e solo in seguito abbiamo scoperto di esserci sbagliati di brutto, magari dopo avere insistito con superiorità quasi sprezzante.

Uso la prima persona plurale innanzitutto per diluire il senso d'inadeguatezza, e poi perché al momento non mi viene in mente un episodio esemplare e magari invece a te o a te sì, e allora raccontacelo.
Naturalmente la probabilità di situazioni del genere è massima nella tarda adolescenza e prima giovinezza, mentre dovrebbe attenuarsi e scendere sempre più con l'ampliarsi della prudenza acquisita, ma non voglio porre limiti alle nostre vaste possibilità.

Giorno tredici: anche un dialogo diluito nel tempo, purché goda di nutrimento genuino, potrà mantenere pregnanza e densità piacevolmente gustose.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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